CARLO LEVIA AFIRENZE E LA FIRENZE DI CARLO LEVI (1941-1945)

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2. Donne per strada senz’armi, uomini senz’armi a casa Violenza, paura, caldo soffocante, mancanza di generi di prima necessità, poca acqua, poche notizie e confuse, reclusione forzata nelle case, solo donne per le strade: questi i ricordi di coloro che non presero parte direttamente alla battaglia di quell’agosto 1944, tra Firenze e Fiesole. Marco Ramat rammenta l’aria immobile e silenziosa dell’estate piena. Chi era a Firenze in quei giorni “aveva l’impressione di essere fuori del mondo e che tutto si fosse fermato”; a parte le cannonate, non una voce: pareva che il rione fosse rimasto di colpo deserto. Solo, dai giardini confinanti, dai pollai improvvisati, qualche chicchirichì […]. Tutta la città era diventata una solitudine sconfinata, in cui le distanze che in tempi normali si coprivano in cinque minuti apparivano allora sotto diverse latitudini. Poi, riandando ai giorni della battaglia, sapemmo dei tanti morti fra la ferrovia e il Mugnone, tra piazza Cavour e le Cure30.

Dall’11 al 18 agosto, Marco e i fratelli restano chiusi in casa “perché, arrestatosi il fronte tedesco alla ferrovia, il rione si era riempito di franchi tiratori”. Fortunatamente noi non avevamo il problema dell’acqua, perché in giardino c’era una pompa; venivano da noi, anzi, munite di fazzoletti bianchi, tante donne con fiaschi e secchi. La vita per le strade si limitava appunto alle donne che cercavano l’acqua e ad alcuni cortei della Croce Rossa che passavano dall’una parte all’altra, quella liberata, della città […]31.

A sessant’anni di distanza da quegli eventi, Bruno Schacherl ripensa alla sua partecipazione alla resistenza, “come del tutto marginale”, vissuta chiuso dentro una casa di viale Volta, a due passi dal fronte: “La liberazione e l’insurrezione le ho viste dall’altra parte, nel senso che, pur condividendo tutto ciò che accadeva allora di duro e di eroico, ho dovuto aspettare la terza tappa della libertà”. La prima era stata la liberazione dell’Oltrarno; la seconda l’insurrezione dell’11 agosto; oltre la ferrovia di Campo di Marte “la liberazione arrivò appena il 18 agosto”.

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Ramat, Primo codice cit., pp. 171-172; piazza Cavour è l’attuale piazza della Libertà.

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3. Elenco delle opere citate

17min
pages 287-298

1. Fonti

8min
pages 277-283

2. Scritti e opere di Carlo Levi

4min
pages 284-286

4. Dalla “Nazione del Popolo” all’“Italia Libera” di Roma

11min
pages 266-271

Epilogo

8min
pages 272-275

governo

8min
pages 261-265

2. “Caro compagno, ci rivolgiamo ancora una volta a te”

12min
pages 254-260

3. Questioni che si intrecciano: le rovine “materiali e morali” di Firenze

36min
pages 229-245

2. Giovani, uomini e donne: i rapporti tra i sessi e le generazioni

45min
pages 210-228

3. Contro il “mito di Roma”

8min
pages 193-197

2. Una rivoluzione basata sulla responsabilità individuale

26min
pages 180-192

4. Una tarda primavera

27min
pages 141-151

3. Quando finisce la battaglia?

5min
pages 168-170

3. Clandestini in cerca di rifugio

27min
pages 129-140

2. Donne e uomini nella città occupata

32min
pages 115-128

2. Donne per strada senz’armi, uomini senz’armi a casa

9min
pages 162-167

3. Tra Firenze e Torino

24min
pages 96-107

2. Carlo Levi è libero

11min
pages 90-95

3. Viaggi, bombardamenti e un rifugio in piazzale Donatello

14min
pages 39-45

2. Malgrado tutto: gli studi e i progetti in corso

8min
pages 50-53

3. L’imputazione

16min
pages 72-79

2. Al carcere delle Murate, Firenze

18min
pages 63-71

2. Un atelier a Firenze

14min
pages 33-38

Introduzione

54min
pages 6-27

Elenco delle abbreviazioni

1min
page 5

3. Conseguenze sulle vite dei fratelli Levi

12min
pages 54-59
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