DALLA BAIA DI ASSAB ALL'A.F.I.S. STORIA. DELLA COLONIZZAZIONE ITALIANA IN AFRICA ORIENTALE

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4.2. Il sogno dell’Impero. Cosa spinse l’Italia a cercare gloria in Africa, in un periodo storico in cui il “dominio dell’uomo bianco” sui continenti più arretrati cominciava ad essere discusso sempre più frequentemente ed ai più svariati livelli? Nonostante la crisi economica del 1929, che travolse diversi paesi europei (in particolare la Germania), non avesse creato in Italia una situazione di emergenza sociale, le problematiche legate alla disoccupazione ed altre difficoltà aumentarono. In politica estera, la consacrazione del paese a grande potenza tardava ad arrivare e le piccole compensazioni coloniali di cui abbiamo parlato precedentemente non avevano certo aumentato il prestigio internazionale né della nazione né tanto meno del fascismo. L’ascesa nazista degli inizi degli anni ’30 preoccupò particolarmente il regime che, fra gli anni 1933 e 1935, tentò in diversi modi di rafforzare la posizione italiana come con la proposta del “Patto a quattro”362 del 1933, dei protocolli di Roma363 del 1934 e del fronte di Stresa364 del 1935 destinati però tutti al fallimento per la scarsa lungimiranza degli alleati occidentali.365 Come ogni regime dittatoriale che si rispetti, il fascismo non poté certo accettare una serie di smacchi così evidenti, oltretutto la situazione internazionale rischiava di ridurre l’Italia ad un fattore marginale rispetto all’ascesa del nazismo. La soluzione avrebbe dovuto restituire al paese ed al regime il rispetto delle altre potenze europee e questo non sarebbe potuto succedere se non attraverso un rapido successo in politica estera; la conquista dell’Etiopia, da questo punto di vista, dovette sembrare la mossa perfetta per raggiungere questo scopo. Naturalmente una guerra coloniale nel 1935 sarebbe arrivata decisamente fuori tempo per ciò che riguardava le politiche delle grandi potenze coloniali europee, che, al contrario, negli anni tra le due guerre, cominciavano a concedere timide o più decise aperture ai loro domini d’oltremare. Lo sviluppo di movimenti anticolonialisti in molti stati asiatici e africani, oltre ad un cambiamento di modo di pensare che lentamente stava prendendo piede in diversi circoli metropolitani, obbligò Francia e Gran Bretagna a rivedere i loro rapporti con le colonie. Tutto questo era invece difficile da comprendere in Italia anche a causa che, se non consideriamo l’Eritrea (comunque con una bassissima percentuale di abitanti di origine italiana), un vero dominio su Somalia e Libia non si stabilì se non all’inizio degli anni ’30, ________________________________ 362

Patto proposto da Mussolini nel giugno del 1933; prevedeva che Francia, Gran Bretagna, Italia e Germania adottassero una politica comune nelle questioni europee e coloniali e che potessero operare consensualmente una revisione dei trattati di pace nell’ambito della Società delle Nazioni. Accolto favorevolmente da Germania e Gran Bretagna, fu osteggiato dai paesi della Piccola Intesa e dalla Polonia che fecero pressioni sulla Francia per svuotare il progetto del suo reale contenuto politico. Fu così firmato un semplice accordo di collaborazione, mai ratificato. Accordo siglato nel marzo 1934 da Italia, Austria e Ungheria: prevedeva una mutua cooperazione economica e difesa militare in caso di attacco esterno. Trattato firmato principalmente in funzione anti-tedesca ed in difesa dell’ indipendenza dell’Austria contro il previsto tentativo di annessione da parte della Germania. 363

Il fronte di Stresa fu un accordo, in funzione anti-tedesca, siglato tra il ministro degli esteri francese Pierre Laval, il primo ministro britannico Ramsay MacDonald ed il capo del governo italiano Benito Mussolini, a seguito dell'incontro fra i tre nell'omonima località piemontese sul lago Maggiore, fra l'11 e il 14 aprile 1935, presso il Palazzo Borromeo. Lo scopo dell'accordo fu quello di riaffermare i principi degli Accordi di Locarno e di dichiarare che l'indipendenza dell'Austria "avrebbe dovuto continuare ad ispirare la loro politica comune". Le tre parti, inoltre, si dichiararono pronte a reagire ad ogni futuro tentativo da parte della Germania di modificare o violare il Trattato di Versailles. 364

365 N.

Labanca, La guerra d’Etiopia 1935-1941, Il Mulino, Bologna, 2015, Pag. 28-30.


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