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A chiusura vale sottolineare come, nonostante l’ideologia contraria, furono uomini della Sinistra storica come Benedetto Cairoli88 e Stanislao Mancini89 a dare una svolta alla politica coloniale italiana in Africa poiché evidentemente erano cambiate le condizioni in Italia, in Europa ma soprattutto in Africa.90
2.2. Dal definitivo acquisto della baia di Assab a Dogali. Prima di procedere con il racconto dell’effettivo inizio della politica coloniale italiana, giova fare alcune considerazioni sulla politica estera, quindi anche quella coloniale, del nostro paese e sulle sue costanti storiche che hanno spesso limitato le vedute della classe politica e hanno portato a compiere anche macroscopici errori, che peraltro vediamo ripetersi spesso anche ai giorni nostri. Una prima importantissima costante è quella della collocazione dell’Italia all’interno di una gerarchia di potenze e la confusione che spesso è stata fatta in merito al rango di una nazione ed il ruolo della stessa, termini spesso usati in modo intercambiabile ma in realtà cose diverse. A partire dal giorno successivo all’unità, il ruolo dell’Italia è stato interpretato e misurato dal sistema politico interno in termini di posto da occupare nella scala formale di potenza fra le nazioni europee (questo però è il rango) e non nelle funzioni svolte e nel peso specifico in termini di potenza politica, economica, militare che un attore esercita e quindi guadagna sul campo (ruolo). In Europa chi era all’interno della fascia delle grandi potenze pareva essere accomunato agli altri in termini di rango, di diritti e privilegi, ma in realtà una rigida gerarchia di ruoli collocava l’Italia all’ultimo posto nella classifica dei potentati del vecchio continente. Stanislao Mancini, ministro degli Esteri tra il 1881 ed il 1885, ricorda in proposito che l’ambasciatore di Russia gli riferì, senza alcuna volontà di offesa, che l’Italia, dopo l’unificazione, era stata invitata a partecipare alle riunioni del gruppo di testa della politica internazionale per pura cortesia. La seconda costante è quella che deriva dalla filosofia di sicurezza che il nostro paese ha sempre ricercato; la politica estera italiana ha sempre anteposto a qualsiasi altra argomentazione la protezione dei propri interessi vitali affidandosi spesso ad un alleato molto più forte, chiunque esso fosse, sperando di assicurarsi una protezione globale che però non compromettesse in maniera totale la propria autonomia regionale. ___________________________ 88
Cairoli, Benedetto. - Patriota e uomo politico italiano (Pavia 1825 - Capodimonte, Napoli, 1889); figlio primogenito di Carlo e di Adelaide Bono, ardente neoguelfo in gioventù, volontario nella guerra del 1848, aderì nel 1850 al partito mazziniano e poco dopo fu costretto a rifugiarsi in Piemonte. Passato in Svizzera, si allontanò dalle posizioni mazziniane, e, tornato a Genova, vi conobbe nel 1854 Garibaldi, al cui seguito combatté volontario nel 1859 e nell'impresa dei Mille. Eletto deputato nel 1861, si schierò con la sinistra e, dopo Aspromonte, si riavvicinò al Mazzini sostenendo la liberazione del Veneto (volontario nella guerra del 1866) e di Roma. Salita la sinistra al potere (1876), appoggiò alla Camera, poi combatté, A. de Pretis, al quale successe come presidente del Consiglio il 28 marzo 1878, dando vita a un ministero orientato in senso nettamente democratico. Ferito il 17 nov. 1878 dall'anarchico Passanante mentre accompagnava per Napoli il re Umberto I, accusato di debolezza nella sua politica interna, il C. si dimise il 19 dic. 1878. Presidente del Consiglio per la seconda volta e ministro degli Esteri dal 14 luglio 1879 al 29 maggio 1881, dovette far fronte a una situazione difficile (urto con l'Austria per la questione irredentista e con la Francia per quella tunisina).
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Mancini, Pasquale Stanislao. - Giurista e uomo di stato (Castel Baronia, Ariano, 1817 – Roma 1888). Membro del parlamento di Napoli (1848), dopo la repressione borbonica si rifugiò a Torino, dove ebbe la prima cattedra di diritto internazionale. Deputato (dal 1860) della sinistra, più volte ministro, fu artefice dell'adesione italiana alla Triplice Alleanza (1882).
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G.P. Calchi Novati, Fra Mediterraneo e Mar Rosso. Momenti di politica italiana in Africa attraverso il colonialismo, Istituto italo-africano, Roma, 1992, Pag. 3.