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CAZION I ROMAN E

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ROMANE

ROMANE

no più acconci quelli che hanno lunghe zza di un terzo maggiore della larghezza . Sicchè è opportuno che gli agrimensori prendano le misure in « piedi », in modo che l'esercito s ia contenuto nella s ua totalità

Con il nemico vicino, d 'es tate e d'inverno gli accampamenti s tabili si fortifich in o con maggior cura e fatica.

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Le singole centurie, seco ndo la suddivisione stabilita dai mae s tri del campo e dai principi. occupino gli spazi assegnati e, di s po s ti in cerchio gli scudi e i bagagli intorno ai propri vessilli, co n gli effettivi c inti di spada, aprano un fo ssato largo nove o undici o tredici piedi, oppure se si terne una maggiore consiste nza dell'avversario, di diciassette. É infatti us anza applicare una mi s ura dispari.

Allora. formate s iepi o interpos ti tronchi e rami di albeii aflìnchè la terra non si sfa ldi facilmente, si innalza il vallo.

Su di esso, a so mi g lianza di un muro, s i costruiscono merli e 1ipari " 1111 •

Nessuna meraviglia, quindi, che all'interno dei campi permanenti maggiori si andassero progressivamente insediando struttu re residenziali più e laborate e differenziate, quali depositi di viveri , granai, l aboratori, officine, locali di ritrovo, terme ed ancora prigioni, ospedali, ecc ... per stretto impiego militare.

All'esterno, inve ce, nel frattempo si moltiplicavano le abitazioni private , le taverne, le botteghe e quindi gli anfiteatri e numero si altri locali dove i soldati, più o meno Jeggi ttimamente , potevano rita gl iars i contesti esistenziali meno intollerabili. Sarà appunto la pletora di tutte queste costruzioni , che saldatesi lentamente annientando il vallo, fonneranno tante città. In alcune di esse, all'originaria fortificazione campale, di configurazione abitualmente quadrangolare con s pigoli arrotondati con due strade ortogonali e quattro porte, subentrò, ovviamente quando la pressione demografica interna s i dimo s trava costante, una murazione in opera cementizia con alquante torri. In altre, la stragrande maggioranza, lo sviluppo urbano, invece, ca nce llò rapidamente le con nota zioni castrensi a partire dalla cerchia, conservandone, come estrema testimonianza, soltanto il reticolo viario interno e il tracciato del fossato trasformato in strada di circonvallazione.

Complice della vicenda, nel bene e nel male, la innovati va tecnologia del calcestruzzo che, per la sua rapidità ed economicità, consentiva tanto l'edificazione sped iti va quanto la sua demolizione se n za rimpianti, disinvoltura a cui deve imputarsi la est rema rarità di esempi integri per l'intero perimetro, come ad Alife.

Alife

L'evidenz iat a eccezionale integrità del perimetro originario della murazione di Alife è il risultato di una ancora più rara circostanza: la sostanziale invarianza demografica del suo abitato fin quasi ai nostri g iorni Non manifestandosi alcuna pressione re sidenziale all'interno della cerch ia , nessun irreversibile abbandono del centro e ne ssuna radicale distruzione la fortificazione urbica , ricorrentemente restaurata perchè mai s uperflua, sopravvisse. Sopravvisse anche a tante offese sismiche e belliche tra le quali, ancora una volta unica del genere a sostenere una simile esperienza, un violentissimo bombardamento aereo alleato 122l . Non mancarono, ovviamente, parentesi di abbandono, per tutte, quella conseguente alla devastazione sarace na del X secolo, ma in tempi più o meno brevi il borgo riprese a popolarsi.

Il nome della cittadina tramanda quello della più remota Allifae sa nnita , della quale, forse, fu la riedificazione pedemontana romana: di certo fu inizialmente un accampamento legionario stab ile, trasformato in colonia intorno al I seco lo a.C. probabilmente dai veterani di Silla. La planimetria, infatti, è quella perfettamente rettangolare canonica, m 540x405, con gli s pigoli aiTotandoti dei castra Il cardo e il decumano face- vano capo a quattro porte, che conservano:" ... la struttura di opus quadratum, con grossi blocclli parallelepipedi sistemati in filari alternati nel senso della lunghezza e della larghezza " c23 > E conservano , pure, la compartimentazione interna con corte di sicurezza tra il doppio sistema di serramenti, a saracinesca ed a battenti. La viabilità secondaria, sempre ortogonale, frammentava lo spazio in insulae di larghezza costante di circa 50 m. Dal filo esterno delle cortine è possibile scorgere il leggero aggetto delle torri, pari a meno di un terzo del diametro o del lato, di forma circolare, quadrangolare e persino esagonale negli spigoli, a struttura generalmente piena ed a scansione regolare ma eccessivamente rada. Non tutte possono attribuirsi alla primitiva edificazionel241, tradendo alcune una chiara matrice medievale. Tenendo conto di ciò, il loro modesto fuoriuscire dalla cortina e gli eccessivi interassi valgono a ribadirne la concezione arcaica.

Sorprendente la resistenza nel tempo delle mura alifane, spesse circa 2 m., attualmente ancora sovrastanti mediamente di 7 m. il piano di campagna, con altri 2,5 m interrati. L'altezza quasi certamente di poco inferiore ali' originale, induce a ritenere che la decurtazione abbia interessato soltanto il coronamento merlato ed il retrostante camminamento di ronda. Nel corso dei secoli molte abitazioni si addossarono dall'interno alla cerchia , per avvantaggiarsi della sua robustezza , forandola però con alquanti vani , finestre e porte.

Albano

Molto meno conservata della precedente è la murazione castrense di Albano, ridotta ormai ad una frazione del suo originario perimetro. Anch'essa tramanda

In dettaglio, l'accampamento posto sulla sinistra della grande aiteria le volgeva il: " ... lato corto; era cinto da mura in opera quadrata rafforzate da torri, e scandito all'interno da vari terrazzi che regolarizzavano il terreno permettendo l'impianto degli alloggi e delle a ltre costruzioni di servizio.

In relazione alI'accampamento, subito al di fuori di esso vennero poi costruiti altri edifici, tra i quali 1' anfiteatro a nord e le grandi terme a sud, al di là della via Appia ... [A] via De Gasperi... nello spazio compreso fra questa il Municipio e piazza della Costituente , sono i resti della Porta Praetoria. la porta più importante dell ' accampamento, che dava sulla via Appia. Sono ritornati alla luce in seguito ai bombardamenti dell'ultima guerra e sono stati restaurati di recente. La porta fianc heggiata da torri era costruita in opera quadrata di piperino, a tre forn ici, dei quali più ampio il centrale. " '2 "') Paiticolarmente interessante è la grande cisterna sotterranea per la conservazione dell'acqua della guarnigione , probabilmente di oltre I 0.000 uomini. Si tratta di una colossa l e opera di circa: " ... 1436 mq ed alta circa 13 m, partita in cinque na va te da quattro file di nove pilastri <26J, capaci di circa 10.000 mc d'acqua, cos truita in età severiana per il fabbisogno dell'accampamento. La c isterna fu in parte scavata nella roccia, e complet ata con strutture in muratura. É rivestita in opera reticolata con ricorsi in laterizio, i pilastri hanno l'innalzamento in opera laterizia e sono congiunti tra di loro da archi pure laterizi; la volta di tutto l 'ambie nt e è in opera cementizia. La cisterna è tutt 'ora in uso e raccoglie acqua non potabile per usi a g ricoli "( 21 > Con la calata dei Goti iniziò la devastaz ione della fortificazione al cui interno si era nel fratte mpo svi luppata una cittadina. Nel 537 fu occupata da Belisar io, quindi nel secol o lX provvid e ro i Saraceni a sacc heggiarla , m e n tre nel 1168 furono le milizie del Comune di R o m a con l 'a iuto di Cristiano di Magonza e del Prefetto Urbano a diroccarl a ulte ri ormente Nel 1436 , nel corso della g u erra fra Eugenio IV ed i baroni del L az io , la ci ttadina, lentamente ripresasi, finì ra~icalmente sp ian ata da Giuli a n o Ricci govern ato re di Roma. Allo scad e re dello s tesso secolo fu Sisto IV ad ordinarne la distruzione delle mura<28l

Inspiegabile a questo punto non la scom parsa di buona parte delle mura castre n s i ma la permenenza della restante!

Te l e sia

Come facilmente immaginabile, fra i tecnici leg ionari l 'ampliarsi delle conq ui ste provocava un contestuale incremento delle conosce n ze in materia di architettura mili tare, s p ecia lm e nte dopo le campagne nelle regioni mediorientali, da sempre a ll 'ava n g uardi a nel settore. Nessuna meraviglia perciò c he gli influssi di tante suggestion i e di tante esperie nze inizi assero a permeare anche le fortificazioni eret te in Italia, intorno alle loro colonie di veterani. In particolare proprio l addove le co nqui ste, sebbe ne sc hia ccianti e s pesso pr odromiche di genocidi e deportazioni di massa, non avevano affatto pacificato il territo rio ma al co ntrario, esaspera nd o l a resistenza degli scampati, vi avevano endemizzato la guerriglia. Ed una di tali aree fu qu e .ll a ai piedi del Massiccio del Mate se fra le c ui g iog a ie, s i rinserrarono i sopravv iss uti Sanniti Pe ntri , scandendo con feroc i scorreri e i s ucc essiv i decen ni . Impo ssibil e snidar li , inutil e r as trell a re l 'estes i ss imo altipiano , rischioso pattugliarlo: unica so luzion e, pertanto, chiuderlo in un ane llo di co l o nie fortifica te, adottando p e r renderle inviolabili da probabiliss ime sc orrerie in forza , i p iù ava n za ti criteri architettonici, magari proprio quelli appresi nelle campagne orientali . E d e ll a s upposizio n e Te les ia è senza dubbio una rari ss ima esemp lificazion e.

Non l ontano da Alife, n e i press i della c onflu e nza del Calor e con il Volturno , in posizione baricentrica tra Capua, B eneve n to e Venafro, s i scorgon o i rud eri d ella ci nt a di un 'a ltra ci ttadina romana. Sono anch'essi, al pari d ei già me n zio nati , te s timonianza della m e de s ima tecnologia ceme nti zia se bbene ostentino una peculiarità not evo lm e nt e più rara , n on relativa alla genesi insediativa ma alla sua concezione, con pochissime analogie note nell ' intera immensa area circumediterranea imperiale. Si tratta delle mura di Telesia.

La colonia di Telesia fu impiantata alla base di monte Acero, nei pressi dell 'od ierna S. Salvatore Telesino , forse ancora una volta in avvicendamento di un preesistente centro sannita. Le vestigia delle sue mura urbiche , per completezza di circuito, ci sono pervenute sostanzialmente continue e discretamente leggibili nella loro originale logica difensiva. Sappiamo da P olibio che nel 217 a.C. i Cartaginesi: " ... conquistarono anche la città di Teles ia, che era senza mura e fornita di ogni specie di provviste " mi, dettaglio che ne conforta la datazione al II - I secolo a.C.

L'eccezionalità di siffatta murazione appare già dalla pianta, esulante dalla tradizionale configurazione poligonale. Ma si recepisce pienamente osservando che i segmenti di cortina che la compongono non sono retti- linei bensì arcuati 16 1 li suo perimetro, infatti, è stato conseguito tramite una serie di settori concavi verso l 'esterno, una sorta di catenaria chiusa. Agli apici di ogni raccordo si innestò una torre, alternando spesso, però, quelle di pianta circolare con quelle di pianta esagonale , secondo una seq uenza totalmente desueta, il cui approfondimento travalica la finalità della ricerca. La stranissima articolazione della cerchia dà luogo, in definitiva , ad una s ucces s ione di rientranti per usare una terminologia appropriata seb bene desunta dalla trattatistica rinasc imentale i cui salienti erano le predette torri. Ques te a loro volta, in vi1tù della efficacissima dislocazio ne planimetrica, riuscivano a prodursi in una difesa di fian c heggiamento eccedente gli abituali valori ottimali di 180° per ascendere ad oltre 250°. Cosa significa, in pratica, anche per i non tecnici, questa maggiorazione? La possibilità non so lo di tirare ai fianchi di un nemico avanzante per l'inve stime nto delle mura prassi

156 Teles ia , planimetria all' e po ca ormai pienamente recepita ed assodata ma persino alle s ue s palle , potenz ialità che tornerà in auge sotto i nostri evo luti c ieli occi dentali a partire dagli inizi de l 1500, con l'avvento d e l fron te bastionato!

É indubbio c he il re mot o architetto fosse a perfetta conoscenza de lla s uperiore effica cia delle s ua e laborazione, ma , e qui s i coglie l ' indica zione dei liv ell i tecnologici vigenti, anche le autorità c ittadin e dovettero agevolmente recepirla nella sua rivoluzionaria portat a, e qui si cog li e altresì l a loro origine militare e sos tanzialmente affine. Perch è altrimenti avrebbero rinunciato alla s perimenta ti ss ima e comprensibilissima c onfi g urazion e ca no nica delle cerchie urbi c he , in favore di quella cervellotica e lucubrazio ne, priva di riscontri o prece denti, pur nell 'am bito di uno stato vas ti ssimo e militari s ta ? Unica spie gazione plau s ibile che fosse ro tutti reduci dalle medesime campagne ne l corso delle quali, imbattuti s i in fortificazioni si mili, ne avevano sperimentato dire tt a mente la validità 001

S ull a scorta d e lla più accurata indagin e, le :" ... mura riman gono ancora vis ibili su tutto il loro percorso: questo seg ue s u tutto il lato s ud occ id en tale e s u qu ello orientale i cigli dei due fossi ... Su ll 'a ltro l ato invece a nord ovest, la c ittà è aperta verso la pianura e qui il s istema dell e fortifica z ioni s i fa più co mples so.

Le mura so no costru it e secondo una tematica de l Lutt o omogenea, in opera incerta o quas i reticolata s u nucleo cementizio mentre un analogo s is tema di torri rotonde o poligonali le muni sce a di s tanza regolari zza nte s u precise pos i z ioni.

Tre sono le port e princ ipali ... Altre p o rte sec ondari e o po s te rl e so no a ncora poi ricono scibili in a ltri punti del tracciato. Tutte le cos tru z ioni so no in calcestruzzo tenaci ss imo ... Le mura s pesse 1.7-1. 9 m. ed alte ancora, nei punti più conservati, fino a 7 m ., si presentano concave tra torre e torre.

Questo s istema è seg uito fe delmente s u tutto il percorso, eccetto che ne i du e tratti in c ui il piano urbano è forzatamente stre lto s ui due fossi e la dife sa trova neUa morfologia del terre no una natura particolarm e nte favorevole. P oi il sistema delle fort i ficazio ni s i fa proporz ionalmente più co mplesso, man mano che la difesa na tural e viene me no : l' e le m ento più evide nte è dato dall a frequen za delle torri che, rade s ui due tratti rettilinei così particolarmente dotati dalla natura , s ul fosso Trono so no in vece m esse a catena ad una di s tanza c he varia d ai 75 a i 50 m. , m e ntre s ulla fronte della pianura , aperta e se nza più la di fesa dei bacini lacustri, s i se rran o ad una distanza che varia dai 45 ai 30 m.: qui a nz i al normale sistema delle torri rotonde si alterna qu e ll o de ll e poli gona li , esago ne. essendo poste, que s te ultim e a co pertura dei punti più v ulnerabili quali l ' anfiteatro o l'in g resso de ll 'acqu e d otto. D elle torri s i presentano a c orpo pieno quelle s ui ve rs anti della pianur a, minacciate d a ll' assalto degli arieti, mentre in vece quelle po s te sui fos s i so no v uo te all ' interno , e quindi alleggerite del peso d e ll e ma sse gravanti s ui te rren i poco s tabili delle sc arpate e degli acq uitrini .

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Per la difesa il cammino di guardia sulle mura, Lappétl'e] ... scarso per il doppio senso di ronda, per cui è da ritenere che esso s ia stato ampliato mediante l' aggetto di strutture... lignee , attraverso cui dovevano anche avvenire gli accessi a dette mura ed alle torri ... ampie dai 6 ai 7 m... sufficienti all'eventuale postazione di macchine belliche...

Due delle Lre porte principali si conservano ... situate al centro di uno dei soliti sistemi concavi dei rnesopirgi , protette dall'avanzamento delle torri rotonde.

Esse presentano lo schema a doppia chiusura, probabilmente ad arco e caditoia per la saracinesca con corte intermedia a cielo scoperto ... " <m .

Da quanto esposto appare inconfutabile, oltre alla modernità dell 'i mpianto, il suo esulare dalle fina.lità di semplice ornamento urbano, ovvero di pura gratificazione municipale. Siamo di fronte p erciò ad una sofisticata opera militare: ma a chi, motivatamente, potrebbe ascriversi? Un unico grande teorico della fortificazione classica, il solito Filone di Bisanzio, si occupò approfonditamente di quel tipo inconsueto di cerchie urbane. Scriveva infatti il grande trattatista:

" esiste un altro sistema di fortificazione non inferiore a nessu n altro dei precede nti: è costituito da s emicerchi disposti in maniera che le loro parti concave siano rivolle ve rso l'attaccante; in questo sistema. le estremità degli archi di cerchio s i raccordano alle t.01Ti in modo da es s ere innestati ai loro spigoli e sono distanziate tra loro, ad iniz iare dalla circonferenza es terna, di una larghezza pari a quella del muro inte rno della gola delle torri. In tutte le torri , è nec essa rio disporre i travi s ui muri laterali, affinchè, nel caso c he quello volto verso il nemico crolli s otto i suoi colpi. le piattaforme resistano e si possano ricostruire tali to1Ti. Occorre altresì rea lizzare delle posterle sui loro fianchi , in maniera tale che co loro i quali debbano compiere delle sortite non espongano il loro fianco scope rto , cd inoltre che non possano essere sfo ndate dalle bali s te " 1121 •

Pertanto poichè nella: " ... dettagliata esposizione che Fi Ione svolge sulla tecnica delle fo1tificazioni, troviamo un così diretto e complelo raffronto col nostro sistema ... questo non può non appartenere ad una tale scuola di ingegneria [come si evince nelle toITi e nel modo di collocarle], per stabilirne la migliore posizione per la copertura incrociata dei mesopirgi ... (il che porta al datare la nostra fortificazione ed il particolare sistema difensivo che essa rappresenta, all'età della colonia sillana ... frutto della diretta esperienza portata dall'Oriente da quei veterani, che del resto non erano in maggioranza italici ... " <331 •

In realtà quest'ultima ipotesi , apparentemente indiscutibile e motivata, trova recentemente un valido motivo per essere messa in dubbio: la scoperta di alcune cerchie a mesopirgi, di più remota costruzione, nella valle del medio corso del Guadalquivir, già Belis nella Betica in Spagna. La loro preesistenza potrebbe porsi alle spalle di quella di Telesia. Non a caso, infatti: " ... dopo il ritorno di Silla dall'Oriente Sertorio fu dal governo democratico mandato come propretore nella provincia Citeriore, donde riuscì ad espellere il governatore di parte sillana. Nell 'a nno 81 fu a s ua volta cacciato da Anio, luogotenente di Silla [e] nel 79 accettò l'invito dei Lusitani di assumere il comando delle tribù malcontente del governo dei pretori ...

[ed] iniziò la tradizionale guerrilla spag nola contro i luogotenenti di Silla, con successi tanto rapidi che nel 77 era padrone di tutta la penisola ... "< 34l In linea di massima, quindi, alcuni alti ufficiali di Silla ebbero modo di conoscere perfettamente le cerchie concave della Betide, e di sperimentarne direttamente il grado di resistenza. Nessun motivo, pertanto, di ordine cronologico impedisce di ritenere che il suggerimento per quella di Telesia sia scaturito proprio da queste, attualmente certe, piuttosto che da gene1iche similari, peraltro ignote, orientali. É indispensabile, per l ' importanza della questione, fornirne pertanto le caratteristiche salienti.

Storicamente la Betide: "... era densamente urbanizzata all'epoca di Strabone, e molte di quelle città so no attualmente dei 'des poblados' ; tale abbondanza costituisce di per sè un ostacolo alla conoscenza dell 'urbanistica antica, a causa della rarità di scavi estesi. Molto resta da fare affinchè s i possa conoscere il nome di ciascun s ito e viceversa. Quanto allo sviluppo ed all'evoluzione del processo d'urbanizzazione della provincia romana della Betide, la conosciamo malissimo, in particolare nella sua fase iberica e repubblicana, ed ignoriamo quasi completamente l'organizzazione urbana di queste città talmente piccole che si è esitato a definirle tali, e che sono le più numerose. Parallelamente agli scavi il rilevamento aereo ha consentito dei progressi nella conoscenza della rete urbana e della connotazione architettonica delle città, persino per il periodo imperiale, come nel caso dei tre si ti seg uenti.

Il primo caso è un esempio di cerchia già conosciuta che la fotografia consente di documentare meglio: è quella di Obuleula, città di modesta importanza, attraversata dalla via Augusta, e della quale non sussistono dubbi circa l ' origine preromana. Lo sradicamento degli ulivi fa apparire la cerchia come una larga traccia bianca, che indica una muraglia spessa, con a tratti delle linee sp rofondate che potrebbero indicare a loro volta dei vuoti interni come fu osservato ad Osuna. A nord- es t, si di st in g ue un a inteTTu zione c he può corrispondere ad una porta verso Palma del Rio. Innan zi alla cerchia è visibile un ampio fos sato, che sembra rinforzato davanti aJJ'uscita ovest da due incisioni parallele.

Per il suo s pesso re, per la s ua larghezza e per l'a sse nza apparente di torri, la cerchia sembra preromana. Per il che, ci si può chiedere se i cigli regolari che bordano le numero se ' de s poblados' non celino muraglie simili .. .

Il s ito di Pajares s i trov a a 10 km a nord-ove st di Osuna (a nticamente Urso), e s ul s uo territorio municipale Si tratta di una collina piatta con versanti relativamente ripidi , dominanti da c irca 20 rn di quota la pi a nura ... Fu s coperto nel J981: fu una città di cui s i sc orge per i due terzi la cerchia che disegna un triangolo grosso modo isosce le. L'a nalis i delle foto aeree

20 40m

161 Schema di Filone di Biasanzio ha permesso di valutare la sua base pari a m 315, i lati a m 480 circa, per un perimetro complessivo pari a 1.275 m ed una s uperficie di 14.3 ha ... Il sito è rimasto inedito. Tuttavia l'interesse principale della scoperta risiede nella disposizione della cerchia: si distinguono nettamente dodici torri ubicate in posizione avanzata rispetto alla muraglia, che è realizzata fra di loro mediante co1tine concave; l'angolo sud-ovest è difeso da tre grosse torri circolari, tra le quali la cortina si raddoppia, dando all'insieme l'aspetto di un solido bastione A terra, le tracce appaiono come delle linee o dei mucchi dì calce bianca polverulenta frammista a delle grosse pietre non squadrate. L'insieme è ubicato a mezzo versante e le torri formano dei ruderi ben visibili; le loro dimensioni sono impressionanti, persino se si tiene conto dello sparpagliamento delle macerie: il diametro delle grosse torri del bastione raggiunge i 20 m; l'interasse medio delle to1Ti circa i 45 m.

Il sopralluogo del novembre del 1981 ha mostrato che la nettez za del perimetro era dovuta ad un lavoro molto profondo; tutta la sommità del sito era disseminata di pietre e di blocchi non squadrati; la raccolta ceramologica ha fornito qualche frammento dell'Età del Bronzo Finale, di numero si cocci iberici tra cui un collo d 'a nfora databile al IV sec. a.C., una scheggia di ceramica grezza, ed un solo frammento di ceramica etrusco-campana a vernice nera ... questa ultima scoperta , unitamente all'assenza assoluta di ceramica sigillata e di tegole indicherebbero che l'occupazione sia cessata nella seconda metà del I sec. a.C. al più tardi ...

La scoperta del sito precedente ci ha indotto a sorvolare nell'anno successivo le despoblados note nella regione. Quella di Camorras, segnalata da diversi autori, presenta con Pajare s num erose similitudini: è una vasta collina piatta di forma ovale ... La foto aerea ha rivelato all'estremità nord del sito una parte del1' antica cerchia della città: da sinistra a destra si distin- gue un bast ione approssimativamente rettangolare costituito da due grosse torri che sembrerebbero quadrate, unite con due cortine; in seguito apparvero cinque cortine concave collegate a quattro torri di forma indistinta. La s tudio dell e fotografie, tanto obblique che verticali, consente di assicurare che questo dispositivo guarniva il fianco est della città...

Le cerchie a cortine concave sono in effetti un modello importato, di origine ellenistica: per lungo tempo conosciute so ltanto attraverso le pagine di Filone di Bisanzio... [che] dopo aver descritto un dispositivo a cortine concave semi c ircolari aggiunge:

Da alcuni è stato approntato un altro sistema di fortificazioni nel quale si sono costruite le cortine leggermente concave lunghe 100 gom iti (46.24 m) e spesse 12 (5.55 m) , alte 6 orge ( 11. l O m). La sommità del muro volto verso il nemico deve andare restringendosi ed essere doppia, affinchè i co lpi delle baliste non g li causino alcun danno ... "• 35 >

Da quanto appena citato emerge, però, la non perfetta id entità tra le cerchie ricordate e le prescrizioni di Filone: la divaricazione per la estrema rarità di costruzioni analoghe non può imputarsi ad una approssimata applicazione dei canoni, quanto piuttosto ad una matrice culturale alternativa, forse precedente allo stesso Filone. ln realtà è probabile che in queste fortificazioni spagnole s iano confluite le esperienze stra niere e locali : " ... delle seco nde si accetteranno i grandi spessori delle muraglie, che se mbrano un carattere iberico L'assenza apparente delle torri poligonali ribadisce cos ì i 1i miti dell'apporto orientale, sebbene tale tipo di torri non sia affatto assente in Andalusia ... Inoltre si pone il problema del percorso seg uito da tali influenze orientali: furono introdotte dai Romani o direttamente dai Greci e dai Punici che li precedettero? Di sicuro esiste in Andalusia un altro sito che presenta anche lui delle co rtine concave, con una muraglia di 6 m rinforzata ogni 40 m circa da una torre quadrilatera

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