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PARTE PRIMA -TERR A -
L Iliade, l'unico poema pervenutoci dal! 'età del bronzo, si apre in un accampamento organizzato in riva al mare. Da dieci anni al suo interno, protetti da un.fossato e da un aggere merlato, stanno gli Achei e le loro navi. Gli scafi tirati in secco e disposti uno a.fianco dell'altro, sorreggono le tende, forse già vele, come i padiglioni sulle imbarcazioni raffigura te nei geroglifici. L 'impianto, vagamente regolare, anticipa il reticolo ortogonale che lppodamo adotterà per la sua urbanistica quasi un millennio dopo, e che i Romani preferiranno per i loro celebri campi legionari. Scelta che sopravvive ancora ben evidente nei centri storici delle maggiori città europee. Quanto alle tende solo da allora assurgeranno a precipuo alloggiamento degli eserciti in battaglia e a riparo d'emergenza nelle ricorrenti catastrofi.
Mare e guerra, simbiosi di capacità tecnica e temerarietà: la capacità di sapersi orientare anche con dei rudimentali strumenti, e la temerarietà di sapersi battere con rozze macchine. Strumenti in grado di consentire la misurazione di angoli e di distanze, di profondità e di tempi, di assetti e di direzioni. Dal giro della terra di 360 giorni più cinque, scaturì l'angolo giro di 36(!': e grado sign(fica appunto passo. Misurandone con il loro tramite l'inclinazione del sole si comprese la grandezza della terra e le distanze con le quali occorreva confrontarsi. Ma si comprese anche l'enormepotenzialità che gli spostamenti sul mare assicuravano. Nuove invenzioni per computare i proventi delle crociere mercantili e delle razzie piratesche, fra cui la scrittura aljàbetica e l'abaco aritmetico. E, prima ancora, la competenza per costruire le navi, la massima sfida tecnologica dell'antichità, che si destreggiava fra la consapevole individuazione dei materiali. la padronanza delle lavorazioni, la valutazione delle prestazioni. Utensili e attrezzi per trasformare dei tronchi in scqfi e in macchine per spostarli o per sollevarli capaci d i amplifìcare in maniera strabiliante la forza muscolare. Piani di alaggio, argani, cabestani, paranchi, bozzelli e corde: vasto repertorio nato in riva al mare e cooptato in breve volgere un po' dovunque, peraltro ancora ampiamente impiegato.
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Quando nel VII secolo a. C. fu chiaro che la navigazione dal mar Ion io all'Egeo richiedeva diverse giornate contro le poche ore di marcia nei pressi di Corinto, si preferì spostare le navi su degli appositi carrelli.fatti muovere su un antesignano solidissimo binario lapideo, definito Diolkos e lungo quasi 7 fan. Neanche allora era una assoluta novità riscontrandosene una intera rete completa di incroci e scambi sull'isola di Malta, dove spesso quelle rotaie finiscono nel mare. Forse servivano per spostare i blocchi di pietra necessari ali 'imperante megalitismo, forse per caricarli sulle imbarcazioni per a ltre destinazioni.