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TELEGRAFIA AD ASTA
LA SUA COMPARSA Cl RICORDA LA RIVO LU ZION E FRA NCESE, NON FOSSE ALTRO C H E PER LA RIE VOCAZIONE NEL CELEBRE ROMANZO IL CONTE DT MONTECRISTO: PER CUI È DIFFICILE IMMAGINAR E CHE QUALCOSA 01 MOLTO SIMILE VENTVA GlÀ SISTEMATICAMENTE USATO DAI R O MA N I PER L E CO M UN ICAZION1 A DISTANZA. LA SUA TNVENZlONE DEVE COMUNQUE RELAZIONARSI ALLA PRATl CA NAVA LE , CO!vfE INNUMEREVOLI RAFFIG URAZIONI CI CONFERMANO: UN'A STA A POPPA, QUALCHE VOLTA A PRUA, PER lNVIARE CON [L SUO MOVIMENTO PRECIS E IND1CAZ l0Nl ALLE U NITÀ VICINE.
Di gran lunga più valido il dispositivo appena menzionato da Vegezio Flavio, nel suo trattato dj arte militare. Così le sue parole:"Aliquanti in castel forum, aut urbium turribus appendunl trabes: quibus aliquando erectis. aliquando depositis indicant quae gerentur". 301 Brano che tradotto alla lettera ricorda che:"alcuni sui caste//; o sulle torri urbiche collocano delle travi, con le quali tenendo/e a volte pe1pendico lari a vo lte orizzontali. indicano quanto succede". A suo dire, quindi, sulla sommità di alcune fortifica z ioni o s u apposite torri isolate delle città, stavano spesso collocate due travi, capaci di ruotare intorno ad un fulcro. Facendole assumere ora la posizione verticale ora quella orizzontale, si riusciva a trasmettere cosa stesse accadendo. L'idea, di per sé, non può ritenersi una grande novità riproducendo il sistema adottato sulle navi da guerra e tramandato in numerose raffigurazioni. ma lo diviene per la sua trasfonnazione in impianto fisso a terra. La s ua validità è dimostrata dal telegrafo Chappe, più noto come telegrafo ad aste, che iniziò a collegare in Francia tutte le città dal 1792 , avviando l'epoca delle telecomunicazioni.
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Sebbene di Vegezio Renato Flavio s appiamo ben poco, si ritiene, in base ad alcuni suoi riferimenti impliciti, che sia vissuto nella seconda metà del TV seco lo d.C. o, forse, nella prima del V. Quanto espone, pe1tanto, va considerato più una rievocazione del passato che una descrizione del presente. L'esercito che lui tratteggia è quello dell'apice dell 'lmpero e non quello ormai raffazzonato e al declino della sua età. Sensato, perciò, concludere che le soluzioni tecnologiche militari da lui ricordate, debbano collocarsi diversi secoli innanzi, forse persino prima dell'istituzione dell'Impero. Il che indun·ebbe a retrodatare notevolmente quel singolare dispositivo di teletrasmissione , che di sicuro giocò un molo non inilevante nelle vicende militari e sociali di
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Roma, come del resto numerose implicite allusioni lasciano ipotizzare.
In pratica va osservato che le aste, 1icordale come travi, risultavano visibili a diversi chilometri di distanza, forse fra i 5 ed i 1O in condizioni ottimali di limpidità dell'aria e su sfondo omogeneo come la superficie del mare. Probabile che l'adozione di un tubo fissato nella muratura di una tone ne facilitasse la visione, senza incrementarne però la portata. Con una accorta manovra delle travi, simili forse a vessilli o labari di 5 -6 m, mutandone indipendentemente l'inclinazione a scatti di 45° per volta, si riusciva a far corrispondere ad ogni posizione m1a lettera dell'alfabeto. Possibile, perciò la trasmissione letteraria e con relativa rapidità di un breve dispaccio. Disgraziatamente la mancanza del cannocchiale, obbligava ad impiantare le torrette su alture, od emergenze litoranee, per esaltare la leggibilità del segnale. C01motazione che ne lascia ipotizzare l'impiego soprattutto in marina, forse anche fra le stesse navi. Del resto, considerando che per ogni stazione occonevano due o tre uomini, una linea di 200 km ne avrebbe richiesti un centinaio, entità non esagerata se finalizzata al collegamento tra Roma e le sue basi navali. Forse fu proprio alla linea di Miseno che si collegò la villa di Tiberio a Capri 3 n, riuscendo così ad avere infonnazioni quotidiane da Roma durante i dieci anni della residenza dell'imperatore.
Purtroppo l 'iconografia romana evitava ritraJTe qualsiasi macchina o congegno specialmente quando d'impiego militare: per una singolare eccezione, tuttavia. qualcosa in merito si 1intraccia, oltre alle menzionate immagini navali, qualcosa che non potendosi interpretare in nessun a ltro modo deve per forza ritèrirsi ad un impianto telegrafico ottico siffatto. Sulle spire della Colonna Traiana, in un pannello marginale si vede una torre, vistosamente circolare, sulla cui copertura si ergono, ve1ticalmente, due aste parallele di rilevante lunghezza. Non si tratta di montanti di una scala a pioli, assurda per la co llocazione, né di telai per graticci o schennature lignee, inutili per l'eccessiva ristrettezza della toJTe, né di orditure per una copertura, impossibili per l'altezza.
Unica e sola spiegazione convincente è che la torre fosse il basamento di un telegrafo ottico e la coppia di aste le famose due travi ricordate da Vegezio per la trasmissione dei dispacci. La stretta affinità, fonna le e funziona le, con il telegrafo ad aste dei fratelli Chappe traspare pienamente confrontando il bassorilievo con alcune stampe ottocentesche di to1Ti cilindriche, ad ibite a supporto del telegrafo ottico o appositamente costruite per la rete francese.
40 I Ricostruz ione virtuale del d ispositivo tclegrarico ad aste descrillo da Vege7-io Flavio.
402. Le Bocche d i Capri. s uperate da un collegamen to ottico di epoca imperiale. In primo piano i mderi di Villa Jo,,is di Tib erio