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- ACQUA -

li mare copre i due terzi del pianeta. senza soluzioni di continuità: rappresenta perciò la strada per antonomasia, priva di pendenze e di usura, di limiti di carico e di strettoie. Per sfruttare, però, quella preziosa opportunità non bastava saper costruire le navi e saperle governare avvalendosi della vista del sole e delle stelle: era indispensabile padroneggiarle in qualsiasi circostanza, di cui la più temuta si man{(estava con l'improvvisa apertura di.fàlle e La conseguente penetrazione del! 'acqua. Ne derivarono gamme variegate di pompe per evacuazione, da quelle ordinarie per le sentine, complete di tubature di piombo e conca- rispettivamente ombrinale e pozzetto- a quelle a bindolo, per finire alla più sofìsticata definita 'ctesibica machina ', per noi pompa a doppio effetto

Con le pompe e con gli scafi fu presto recepito il concetto di pressione legato al! 'altezza o alla profondità dell'acqua. Si capi come avvalersene e come avvantaggiarsene, sia per evitare aLL 'acqua di entrare nelle imbarcazioni, sia per consentirle di raggiungere le città. Scafi stagni ed acquedotti, tubi di piombo, di terracotta e di legno, vasta gamma per qualsiasi impiego di terra e di mare. E quando la movimentazione delle grandi flotte militari impose la concomitanza dei tanti uomini destinati ad azionare i remi,fu necessario escogitare soluzioni adeguate per dispon·e di acqua in quantitativi talmente abbondanti che nessun acquedotto era in grado di soddisfare. Comparvero perciò le colossali cisterne, grandiose cattedrali sotten'anee destinate a raddoppiare virtualmente i flussi d'acqua, premessa indispensabile per le basi navali romane. E forse fu p roprio dal! 'osservazione del variare del livello de/I 'acqua al loro interno che si elaborò l'ingegnoso dispositivo per la trasmissione a distanza.fra le diverse basi navali, e le navi fra loro, descritto da Enea il tattico e che, verosimilmente. costituì a lungo una dotazione tassativa di qualsiasi stazione marittima.

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La conoscenza del contorno costiero del Mediterraneo, che quasi certamente originò degli antesignani portolani e delle rudimentali carte nautiche,.facilitò di certo la navigazione a patto che da bordo si.fosse in grado di stimare le distanze percorse, problema risolto con uno strumento definito odometro navale. Ma quello strumento con le sue due ruote a palette poste alle estremità di un albero che.fuoriusciva da entrambe le murate, era la puntuale premessa di un sistema di propulsione meccanico, che sarà dejìnito appunto 'a ruota'.

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