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Marine militari
ALGERIA Costruzione di nuove corvette
È in corso la costruzione, con consegna prevista nel 2022, di due corvette «Type 056», attività in corso a cura della società Hudong-Zhonghua Shipbuilding Group, di base nella Repubblica Popolare Cinese. Si tratta di unità da 1.500 tonnellate di dislocamento, equipaggiate con 12 celle per il lancio verticale di vari tipi di missili: quattro celle sono dedicate ai missili da crociera antinave «YJ-83» e otto a ordigni superficie-aria a breve raggio «HHQ-10». L’armamento comprende anche due impianti lanciasiluri tripli da 324 mm; tutti questi sistemi sono di origine cinese. Non è chiaro quale variante del modello «Type 056» abbia scelto la Marina algerina, ma si presume che si tratti del «Type 056A», una scelta basata sulle capacità antisommergibili di questa variante se correlata con le altre capacità già esistenti nella predetta Marina. La costruzione delle due corvette dimostra l’interesse dell’Algeria e per la Marina in particolare, verso i sistemi d’arma cinesi e segue il trasferimento nel 2018 dei moderni missili da crociera antinave «CX-1»: in questo quadro va inserita anche la costruzione delle due corvette classe «Adhafer» da 3.000 tonnellate di dislocamento, specificamente concepite per operazioni d’altura e realizzate per Algeri dal gruppo Hudong-Zhonghua Shipbuilding. Un altro filone di potenziamento riguarderebbe la costruzione di due ulteriori corvette missilistiche classe «Steregushchiy», ma nella variante «Tigr/Project 20382», dunque di origine russa, con un dislocamento di 2.200 tonnellate e armate con sistemi missilistici per compiti offensivi e difensivi, e con prestazioni migliori delle controparti cinesi. Il contratto per le due corvette «Tigr» (più una terza in opzione) era stato firmato già nel 2011, con un costo presunto di 150 milioni di dollari per nave: tuttavia, l’affare è stato congelato per lungo tempo e solo a novembre 2020 si è avuta notizia della sua finalizzazione, con la costruzione affidata ai cantieri Severnaya di San Pietroburgo e con la consegna del primo esemplare prevista nel 2021.
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AUSTRALIA Accelerazione nello sviluppo di sistemi per contromisure mine
Gli sforzi della Marina australiana per acquisire rapidamente sistemi di contromisure mine (CMM) a controllo remoto e facilmente dispiegabili, hanno subito una significativa accelerazione con la condotta delle prime prove finalizzare all’accettazione di elementi importanti del programma noto come Project SEA 1778. Il 20 gennaio, Thales Australia ha annunciato che ciascuna suite CMM rischierabile comprende un veicolo spendibile «Seafox» dedicato alla neutralizzazione delle mine (realizzato da Atlas Elektronik), i mezzi subacquei autonomi «Bluefin» 9 e 12 (della General Dynamics) e un sistema telecomandato «Zengrange» per la distruzione delle mine. Da parte sua, l’azienda australiana Steber International aveva in precedenza annunciato la stipula di un contratto per la costruzione di cinque imbarcazioni in fibra di vetro da 12 metri di lunghezza, a controllo remoto, in grado di sviluppare una velocità massima di 25 nodi e con un carico utile di 3 tonnellate: la configurazione finale delle imbarcazioni ne prevede tre per il supporto alle operazioni di sminamento e due per la partecipazione diretta a predette operazioni.
Annullato il contratto per un nuovo sistema di soccorso subacqueo
Avviato due anni orsono, per consentire alla Marina australiana di dotarsi di un moderno sistema di ricerca e soccorso a unità subacquee sinistrate, il contratto per sostituire l’attuale LR5 è stato annullato alla fine di gennaio 2021 dal ministero della Difesa australiano, a seguito di un’analisi governativa avviata lo scorso anno. Il contratto, da 255 milioni di dollari australiani, era stato stipulato con la società statunitense Phoenix International alla fine del 2018, con l’obiettivo di sostituire l’LR5 con un sistema moderno, da utilizzare non solo per eventuali interventi sui sottomarini classe «Collins» attualmente in servizio, ma soprattutto per i futuri battelli classe «Attack». Il nuovo sistema avrebbe previsto un minisommergibile aviotrasportabile, in grado di operare fino ad almeno 300 metri di quota. La Marina australiana è destinata dunque a fare ancora uso dell’LR5, minisommergibile di origine britannica da 9,6 tonnellate, in servizio dal 2009 dopo essere stato impiegato dalla Royal Navy e in grado di trasportare 16 persone.
BAHRAIN In linea otto nuove unità
Il 9 febbraio, otto nuove unità sono entrate in servizio
nella Marina del Bahrain, fra cui il pattugliatore Al-Zubara, già appartenente alla Royal Navy (ex River, classe «Clyde»), ceduto nell’agosto 2020: sull’unità sono stati installati due impianti da 30 mm di produzione turca e diverse mitragliatrici di piccolo calibro. Le altre unità sono due pattugliatori veloci (Mashhoor e Al-Areen), lunghi 35 metri e prodotti dalla società statunitense Swiftships e cinque pattugliatori tipo «Mk. V», ceduti dall’US Navy e denominati Al-Daibal, Askar, Jaww, Al-Hidd e Taghleeb: quest’ultimi sono armati con impianti da 25 e 20 mm e con mitragliatrici di piccolo calibro, ma non tutti sono dotati del medesimo armamento, mentre la dotazione comprende anche sistemi di scoperta elettrottici e all’infrarosso.
CILE Nuova unità anfibia e da trasporto
Immagine al computer dell’unità per operazioni anfibie e trasporto di personale e materiali destinata alla Marina cilena e la cui costruzione è stata affidata alla società Vard, controllata di Fincantieri (Vard).
La società Vard Marine Inc., controllata da Fincantieri, ha firmato un contratto con la cilena ASMAR Shipbuilding & Ship Repair Company (a gestione governativa) per il progetto e la realizzazione di una classe di unità destinata alle operazioni anfibie e al trasporto di personale e materiali. Appartenenti al programma «Escotillón IV» della Marina cilena, le unità saranno costruite nei cantieri ASMAR di Talcahuano e sono destinate alla sostituzione delle due navi da sbarco Rancagua e Chacabuco, della nave da trasporto Aquiles e della nave ospedale Sargento Aldea. Le nuove unità possono considerarsi multiruolo, in grado di operare nell’oceano Pacifico per esigenze di supporto logistico, ricerca e soccorso, trasporto di personale e materiali e assistenza umanitaria in caso di calamità. Il progetto si basa sul modello «Vard Series 7», con gli specifici adattamenti richiesti dalla Marina cilena fra cui un bacino allagabile capace di accogliere e dispiegare un’ampia gamma di veicoli e carichi containerizzati, sistemazioni aeronautiche e imbarcazioni di servizio per missioni logistiche e di ricerca e soccorso.
COREA DEL SUD Iniziato lo sviluppo di un missile balistico subacqueo
L’agenzia di stampa sudcoreana Yonhap ha riportato la notizia dello sviluppo di un missile balistico lanciabile da unità subacquee, un’arma testata alla fine del 2020 e derivata dall’ordigno «Hyeonmu-2B», accreditato di una portata di 500 km. Dopo il completamento della campagna in un poligono terrestre, seguirà la fase di lanci subacquei. Il missile è equipaggiato con una testata bellica convenzionale e potrà essere imbarcato sui sottomarini da 3.000 tonnellate di dislocamento in immersione o su battelli di maggiori dimensioni, peraltro non ancora definiti. I sottomarini sudcoreani in corso di realizzazione nell’ambito del programma KSS-III/KSS-3, di cui il primo esemplare — Dosan Ahn Chang-ho — entrerà in servizio nel 2021, sono stati concepiti anche per l’imbarco di missili balistici: il programma KSS-III comprende in totale nove battelli, suddivisi in tre lotti da tre unità ciascuno. I battelli del primo lotto sono accreditati di una velocità massima in immersione di 20 nodi e di un’autonomia di 10.000 miglia e hanno un equipaggio composto da 50 uomini, si prevede che potranno trasportare sei missili balistici. Secondo fonti ufficiali sudcoreane, le unità dei due lotti successivi non soltanto saranno più grandi delle precedenti, ma saranno caratterizzate da importanti migliorie, come per esempio una dotazione di, rispettivamente, otto e dieci missili balistici lanciabili in immersione. I battelli del secondo lotto di KSS-III saranno anche allestiti con batterie agli ioni di litio, che ne aumenteranno considerevolmente l’autonomia in immersione e, a parità di densità energetica rispetto alle soluzioni precedenti, consentiranno di incrementare i volumi destinati ad armi e sensori. Il governo sudcoreano ha dibattuto per lungo tempo sull’esigenza di costruire un sottomarino a propulsione nucleare, soprattutto dopo che la Corea del Nord ha annunciato, all’inizio di gennaio 2021, di aver completato il progetto di una siffatta piattaforma; rimane tuttavia da comprendere esattamente se gli annunci di Pyongyang corrispondono realmente ad aspetti concreti.
Al via la costruzione del primo cacciatorpediniere lanciamissili
Il 16 febbraio, la società Hyundai Heavy Industries (HHI) ha iniziato, nel cantiere di Ulsan, la costruzione dei primi elementi strutturali di un nuovo cacciatorpediniere lanciamissili tipo «KDX-III Batch 2», il cui progetto è caratterizzato dalla presenza del sistema di gestione operativa «Aegis». Si tratta di un’evoluzione del tipo «KDX-III Batch 1», comprendente due unità da 7.600 tonnellate di dislocamento leggero — Sejong the Great e Seoae Ryu Seong-ryong —, consegnate alla Marina sudcoreana nel 2008 e nel 2012. I nuovi «KDX-III Batch 2» avranno un dislocamento leggero di 8.100 tonnellate e saranno caratterizzati da maggiori capacità nei settori della lotta antisommergibili e del contrasto ai missili balistici: vi sarà un numero inferiore di celle rispetto ai «Batch 1», ma ciascuna di esse sarà più grande del modello precedente e potrà impiegare missili più grandi e performanti, fra cui ordigni supersonici antinave. L’impostazione del primo dei tre «KDX-III Batch 2» previsti avverrà a ottobre 2021 e la nave sarà varata nella seconda metà del 2022: dopo l’esecuzione delle prove in mare, se ne prevede la consegna alla Marina sudcoreana nel 2024.
FILIPPINE
In servizio la nuova fregata Antonio Luna
A metà febbraio 2021, la fregata Antonio Luna si è trasferita dal cantiere di costruzione sudcoreano Hyundai Heavy Industries (HHI) alle Filippine, entrando così in servizio nella locale Marina per affiancare l’unità gemella Jose Rizal, in linea da luglio 2020. La costruzione per le due fregate era regolata da un contratto firmato da HHI e la Marina filippina nell’ottobre 2016, per un importo di circa 315 milioni di dollari, cui però vanno sommati i costi dei sistemi d’arma e dei sensori. Le fregate filippine sono basate su una versione più piccola del progetto redatto per le analoghe unità sudcoreane classe «Incheon» e hanno un dislocamento leggero di 2.600 tonnellate e una lunghezza di 107 metri. Il sistema propulsivo CODAD, con quattro motori diesel, dovrebbe garantire una velocità massima di 25 nodi e un’autonomia di 4.500 miglia a 15 nodi. Le dotazioni comprendono quattro contenitori/lanciatori per missili antinave (probabilmente gli SSM-700K Haeseong, prodotti in Corea del Sud), due impianti lanciamissili superficie-aria SIMBAD-C (di origine francese), un cannone da 76 mm Leonardo/OTO, un impianto da 30 mm SMASH di origine turca e due impianti lanciasiluri tripli da 324 mm (probabilmente i Blue Shark sudcoreani). Esistono le predisposizioni per un complesso ottuplo destinato al lancio verticale di missili superficiearia. Le sistemazioni aeronautiche consentono le operazioni e il ricovero di un elicottero AW159 «Wildcat», di cui appunto due esemplari sono stati ordinati dalla Marina filippina; la maggior parte dei sensori elettronici è di produzione francese.
Prossima acquisizione di pattugliatori costieri
Secondo le informazioni divulgate dall’agenzia di stampa ufficiale del governo filippino, la Marina locale ha confermato la prossima acquisizione di otto pattugliatori costieri classe «Shaldag Mk V», di costruzione israeliana. Si tratta di unità lunghe 33 metri e con un dislocamento di 95 tonnellate: l’equipaggio comprende 14 uomini, mentre l’armamento si articola su cannoni automatici da 20 o 25 mm e su missili antinave a breve raggio.
FRANCIA L’operazione «Clemenceau 21»
La Marina francese ha dato il via all’operazione «Clemenceau 21», a cura di una gruppo aeronavale salpato da Tolone a metà febbraio 2021; di esso — denominato Task Force 473/TF 473 — fanno parte la portaerei a propulsione nucleare Charles de Gaulle (con il suo gruppo aereo imbarcato), la fregata lanciamissili Chevalier Paul (in realtà un cacciatorpediniere), la fregata multimissione Pro-
L’arrivo a Manila della nuova fregata filippina ANTONIO LUNA, realizzata
dal cantiere di costruzione sudcoreano HHI ed entrata in servizio per
affiancare l’unità gemella JOSE RIZAL (Marina delle Filippine).
vence e l’unità polivalente da supporto logistico Var. Al comando del contrammiraglio Marc Aussedat, la TF 473 è integrata da un sottomarino d’attacco a propulsione nucleare classe «Rubis» e da velivoli per il pattugliamento marittimo «Atlantique 2», nonché da alcune unità navali di altre nazionalità: si tratta della fregata belga Léopold I, del cacciatorpediniere lanciamissili statunitense Porter e dalla fregata greca Hydra. Alla partenza della TF 473 da Tolone è seguita una fase di preparazione e integrazione operativa svoltasi nel Mediterraneo, con l’aggregazione delle unità di scorta alla Charles de Gaulle, ritenuto dalle autorità francesi uno «strumento strategico riconosciuto e apprezzato» per le sue efficaci capacità di cooperazione. «Clemenceau 21» è un dispiegamento operativo e di presenza strategica nelle principali zone d’interesse per Parigi e per l’Europa, vale a dire il Mediterraneo, l’oceano Indiano e il Golfo Persico, dove la Francia ritiene di agire come «potenza equilibratrice». La TF 473 è impegnata nell’operazione «Inherent Resolve» contro le organizzazioni terroristiche in azione nella Siria nordorientale e la sua presenza rafforza il dispositivo militare francese presente nel Levante mediterraneo.
Missione «Marianne» per Emeraude e Seine
Il ministro della Difesa francese Florence Parly ha annunciato che da settembre 2020 il sottomarino nucleare d’attacco Emeraude (classe «Rubis») e la nave ausiliaria Seine sono impegnate in una lunga attività in mare nella regione Indo-Pacifico, attività che ha visto il battello partecipare anche a un’operazione nel Mar Cinese Meridionale. La Parly ha affermato che l’operazione — denominata missione «Marianne» e che ha compreso anche una sosta dell’Emeraude nella base aeronavale statunitense sull’isola di Guam — ha dimostrato la capacità della Marina francese di svolgere missioni a lunghissima distanza dalle basi metropolitane, in collaborazione con i partner «strategici» di Parigi, in particolare Stati Uniti, Australia e Giappone. Scopo della missione è stato anche l’approfondimento delle conoscenze nella regione Indo-Pacifico, l’affermazione della validità delle regole internazionali sulla giurisdizione dei mari in un teatro marittimo che contribuisce largamente agli 11 milioni di km2 della Zona Economica Esclusiva francese e la dimostrazione della volontà di proteggere sovranità e interessi francesi. Impostazione della sezione prodiera del Jacques Chevallier
Il 10 febbraio ha avuto luogo nello stabilimento Fincantieri di Castellammare di Stabia l’impostazione della sezione prodiera del Jacques Chevallier, prima di quattro unità di supporto logistico ordinate all’azienda italiana da Chantiers de l’Atlantique nell’ambito del programma FLOTLOG («Flotte logistique»). Le sezioni prodiere delle quattro unità saranno tutte costruite nel cantiere stabiese, con consegne al committente francese tra l’anno in corso e il 2027; il FLOTLOG è il segmento francese del più ampio programma LSS (Logistic Support Ship), che per l’Italia riguarda al momento il Vulcano e che viene gestito dall’OCCAR (Organizzazione per la cooperazione congiunta in materia di armamenti) per conto della Delegation Generale de l’Armament francese e della sua controparte navale italiana, la Direzione degli Armamenti Navali. Il progetto LSS è caratterizzato da un elevato livello di innovazione che rende le unità nave estremamente flessibili ed efficienti nei diversi profili d’impiego, coniugando capacità di trasporto e trasferimento ad altre unità navali di carichi liquidi (gasolio, combustibile avio, acqua dolce) e solidi (parti di rispetto, viveri e munizioni).
L’impostazione, a Castellammare di Stabia, della sezione prodiera
dell’unità logistica polivalente JACQUES CHEVALLIER, realizzata per
conto della Marina francese (Fincantieri).
GIAPPONE
Collisione fra il sottomarino Soryu e un
mercantile
Nelle ore mattinali del 9 febbraio 2021, il sottomarino giapponese Soryu è entrato in collisione con il mercantile Ocean Artemis da 52.000 tonnellate di stazza lorda e lunga 228 metri, probabilmente mentre il battello si trovava in
Primo piano dei danni riportati dal sottomarino SORYU dopo la collisione con il mercantile OCEANO ARTEMIS, con alcuni membri dell’equipaggio
del battello che cercano di rizzare il timone verticale prodiero di dritta (Marina giapponese).
fase di emersione: l’incidente è avvenuto al largo di Cape Ashizuri, situata nella prefettura di Kochi, nella zona meridionale dell’isola di Shokoku. Una porzione della falsatorre del Soryu è stata danneggiata, mentre il timone orizzontale avanti di dritta è stato piegato verso il basso; danni hanno subito anche alcune antenne per le comunicazioni. Il Soryu ha lamentato il ferimento lieve di tre componenti dell’equipaggio ed è rientrato alla base con i propri mezzi. Il ministro della Difesa giapponese Nobuo Kishi ha dichiarato che il suo dicastero coopererà con la Guardia costiera nipponica nell’inchiesta avviata dopo l’incidente. L’Oceano Artemis, una bulk-carrier battente bandiera di Hong Kong e gestita dalla società armatrice cinese Centrans Ocean Shipping Logistics, è giunta nel porto di Kobe dove lo scafo è stato ispezionato da personale della predetta Guardia costiera.
GRAN BRETAGNA Ordinato il sistema di contromisure mine «Sweep»
Il ministero della Difesa inglese ha annunciato la stipula di un contratto di 25 milioni di sterline con la società Atlas Elektronik UK per la fornitura di tre sistemi di dragaggio a controllo remoto e a influenza combinata, denominati «Sweep». Ciascuno di essi comprende un mezzo navale di superficie autonomo, destinato al rimorchio di un sistema che usa tecnologie acustiche, magnetiche e d’altro tipo per la scoperta e la neutralizzazione di differenti tipi di mine navali. Lo «Sweep» è controllato tramite un apparato di comando mobile che può essere installato a terra o su un’unità navale: queste tecnologie consentono il rischieramento rapido dello «Sweep» e il suo impiego in maniera sicura per gli operatori, in autonomia o in associazione con altri sistemi concepiti per la caccia alle mine. Il primo «Sweep» sarà consegnato nel 2022 e sarà sottoposto a una rigorosa valutazione operativa prima di entrare in servizio nella Royal Navy.
La società francese Naval Group ha annunciato che il programma belga-olandese per dodici nuovi cacciamine, affidato al consorzio Belgium Naval & Robotics, ha superato con successo la «Preliminary Design Review, PDR», soddisfacendo così i requisiti contrattuali stabiliti dalle Marine dei due paesi. Il personale finora impegnato nel programma, circa 200 persone, ha svolto le proprie attività in vari siti aziendali di Naval Group, che assieme alla società ECA Group forma il consorzio Belgium Naval & Robotics. Il superamento della PDR implica anche la graduale transizione del programma verso il gruppo cantieristico Kership, controllato da Naval Group e già all’opera con il progetto di dettaglio delle unità: la costruzione del primo esemplare comincerà nell’estate 2021 e la consegna è prevista per il 2024. Per quanto riguarda i sistemi a controllo remoto che formeranno la dotazione dei nuovi cacciamine, la PDR ha significato l’accettazione della documentazione relativa al loro concetto d’impiego in sicurezza e all’architettura tecnica e funzionale: concepiti come una sorta di «scatola degli attrezzi», i nuovi cacciamine avranno in dotazione mezzi di superficie, subacquei e a ad ala rotante e altri sistemi specialistici di vario tipo, concepiti e realizzati da ECA Group.
Si amplia il programma EPC
L’11 febbraio 2021 è stato firmato un Memorandum of Understanding fra il consorzio industriale italo-francese Naviris e la società spagnola Navantia, finalizzato ad ampliare alla Spagna il programma di cooperazione internazionale per le nuove European Patrol Corvette, EPC; il programma EPC è al momento la più importante iniziativa avviata nell’ambito della Permanent Structured Cooperation (PESCO), gestita dall’Unione europea. Le nuove unità — destinate alle Marine di Italia, Francia e Spagna — sono state concepite per garantire la sicurezza marit-
tima, contrastare i traffici illeciti e la pirateria marittima e fornire assistenza alla popolazione civile. Le EPC avranno un dislocamento di circa 3.000 tonnellate e una lunghezza di 100 metri e sostituiranno, nel medio termine, diverse categorie di naviglio militare, dai pattugliatori alle fregate leggere. I requisiti progettuali delle nuove unità saranno definiti dalle Marine interessate nel corso del 2021, dando priorità a comunanza di soluzioni e modularità alle esigenze nazionali. Sotto il profilo governativo, il programma EPC comprende anche la Grecia e si spera di convincere altre nazioni europee a parteciparvi.
Secondo informazioni divulgate dall’agenzia di stampa iraniana Fars News, l’11 febbraio 2021 la componente navale dei Guardiani della Rivoluzione Islamica (meglio noti come pasdaran) ha immesso in servizio 340 motovedette veloci di piccole dimensioni, armate con missili e razzi e in grado di supportare operatori subacquei. La cerimonia della consegna delle imbarcazioni si è svolta a Bandar Abbas, presenziata dal Capo di Stato Maggiore delle Forze armate iraniane, maggior generale Mohammad Baqeri, dal comandante dei Guardiani della Rivoluzione, maggior generale Hossein Salami, dal comandante della predetta componente navale, contrammiraglio Ali Reza Tangsiri e ha visto la partecipazione di altri dignitari politici e militari. Le motovedette sono state costruite, a partire dal 2019, in diverse cantieri gestiti associati all’organizzazione dei pasdaran e sono destinati a operare nel Golfo Persico, nel Mar di Oman e nel mar Caspio. Le nuove motovedette sono accreditate di una velocità massima di 80 nodi: la componente navale dei pasdaran ha già in servizio il Seraj-1, una motovedetta costruita in Iran e basata sul modello britannico «Bladerunner 51» della società Bradstone Challenger, da cui sono state riprodotte numerose fra le 340 unità consegnate. Fra esse, risultano esservi modelli «Taedong-B» di origine nordcoreana e «C-14 Cat» di produzione cinese.
ITALIA
Il Cavour negli Stati Uniti
Con l’arrivo, il 13 febbraio 2021, della portaerei Cavour a Norfolk, è entrata nel vivo la campagna RFO (Ready For Operations) che ha come scopi principali l’esecuzione delle prove e l’imbarco dei due velivoli F35B della Marina Militare a bordo dell’unità e l’installazione di tutte le apparecchiature necessarie al loro supporto tecnico/logistico. Accogliendo il Cavour al suo arrivo, l’ambasciatore d’Italia negli Stati Uniti, Armando Varricchio, ha così salutato il comandante, capitano di vascello Giancarlo Ciappina e il suo equipaggio: «È un onore e un piacere darvi il benvenuto negli Stati Uniti in occasione della prima missione del Cavour in acque americane, nel 160° anniversario dello stabilimento delle relazioni diplomatiche bilaterali e nel 160° compleanno della Marina. Portate qui, di fronte alla costa della Virginia, un campione esemplare della nostra Italia e il migliore esempio di una virtuosa collaborazione nel campo della sicurezza e dell’industria. L’Italia e gli Stati Uniti sono paesi alleati e amici, il cui rapporto è figlio di quella tradizione marinara che spinse un navigatore genovese ad affrontare onde e correnti allora sconosciute. Oggi il nostro rapporto guarda con decisione al futuro e alle sfide che dobbiamo affrontare insieme, a partire da quella della sicurezza. L’Italia, anche nella sua veste di Presidenza in esercizio del G20 e in stretto raccordo con gli Stati Uniti, è in prima linea per promuovere la lotta alla pandemia, per favorire la ripresa economica e per realizzare uno sviluppo sostenibile».Il Cavour è stato ac-
La portaerei CAVOUR, impegnata nella campagna RFO, in banchina a Norfolk.
colto anche dal vice admiral Andrew Lewis, comandante della Second Fleet dell’US Navy, il quale ha affermato che «supportare gli alleati italiani nella certificazione della loro portaerei accresce la nostra esperienza comune nella sicurezza e abilità di combattimento». Infatti, la fase di prove in mare coinvolgeranno velivoli F-35B del Corpo dei Marines, nonché i piloti e gli specialisti della Marina Militare distaccati nella base aeronavale dell’US Marine Corps di Beaufort, in South Carolina. Le prove in mare, condotte al largo della costa atlantica degli Stati Uniti, saranno suddivise in due fasi molto intense, al termine delle quali i piloti della Marina Militare conseguiranno l’ambita Carrier Qualification con gli F-35B, cioè la certificazione al decollo e all’appontaggio dalla/sulla portaerei. Al termine dell’attività, destinata a protrarsi fino ad aprile, il Cavour potrà operare autonomamente con il nuovo velivolo, facendo sì che la campagna RFO si concretizzi come un passaggio fondamentale del percorso verso il conseguimento della capacità operativa iniziale (IOC, Initial Operational Capability) del «Sistema portaerei».
Il Fasan integrato nella SNMG2
Dal 5 febbraio al 7 marzo 2021 la fregata Virginio Fasan è stata integrata nello Standing Nato Maritime Group 2 della NATO (SNMG2, cioè il 2o Gruppo navale permanente dell’Alleanza Atlantica, al comando del contrammiraglio spagnolo Manuel Aguirre, che ha operato dal cacciatorpediniere lanciamissili Cristobal Colon. Da ricordare che l’SNMG2 è una delle quattro formazioni navali inserite nella Very High Readiness Joint Task Force (VJTF), a sua volta della NATO Response Force (NRF): la SNMG2 è formata da unità navali di nazioni NATO normalmente appartenenti alla regione mediterranea ed è in grado di svolgere un’ampia gamma di operazioni militari; oltre al Fasan e al Cristobal Colon, di essa fa attualmente parte anche la fregata greca Kountouriotis. Inoltre, la SNMG2 rappresenta una forma di garanzia assicurata dalla NATO per la sicurezza dei paesi membri e una forza deterrente contro ogni possibile minaccia, garantendo il controllo del traffico mercantile nel mar Mediterraneo e svolgendo esercitazioni periodiche anche con le nazioni partner regionali (come quella condotta a metà febbraio con la Marina israeliana), migliorando l’interoperabilità dell’Alleanza Atlantica.
Basco verde per otto nuovi incursori di COMSUBIN
Il Comando Subacquei e Incursori (COMSUBIN) della Marina Militare alla Spezia è stato il palcoscenico della tradizionale cerimonia, svoltasi quest’anno il 22 gennaio 2021 e presenziata dal Capo di Stato Maggiore della Marina Militare, ammiraglio di squadra Giuseppe Cavo Dragone, della consegna dell’ambito «basco verde» ai neo-incursori della Forza armata. Nel suo intervento, l’ammiraglio Cavo Dragone ha ricordato come il basco verde sia «ambitissimo e assai invidiato» e che a esso «tutti guardano con estremo rispetto»: egli ha inoltre ricordato le difficoltà da superare per quest’edizione del corso ordinario Incursori, svoltasi in un’epoca di emergenza sanitaria e di conseguenti restrizioni. Da rammentare che il Gruppo Operativo Incursori/GOI è il reparto d’eccellenza delle Forze Speciali della Marina Militare e il Corso ha visto quest’anno la partecipazione di 41 fra ufficiali, sottufficiali e volontari in ferma prefissata: attraverso un processo di formazione svoltosi in quattro fasi distinte, gli allievi incursori hanno ricevuto
Un momento della cerimonia, presenziata dal Capo di Stato Maggiore della Marina Militare, ammiraglio di squadra Giuseppe Cavo Dragone, per il conferimento del brevetto di incursori a otto nuovi operatori di COMSUBIN; a destra dell’Ammiraglio c’è il contrammiraglio Massimiliano Rossi, comandante di COMSUBIN.
una preparazione fisica e professionale di base adeguata a condurre operazioni subacquee, anfibie e terrestri, superando una selezione che ha infine portato a 8 il numero dei nuovi incursori.
44 allievi marescialli promossi a Capo di 3a classe
Attività Marittime/SGAM, Informatica e Comunicazione Digitale/ICD e Infermieristica: il percorso di formazione proseguirà con gli esami di fine primo semestre e si concluderà con la discussione delle tesi entro novembre 2021.
Prosegue il progetto per i nuovi cacciamine
Il 15 febbraio 2021 la società Intermarine, parte del gruppo industriale Immsi, ha firmato il contratto per la riduzione dei rischi e la definizione progettuale dei cacciamine di nuova generazione destinati alla Marina Militare per la sostituzione delle unità classe «Lerici» e «Gaeta». I nuovi cacciamine verranno realizzati in due versioni, usando la stessa tecnologia impiegata per il naviglio precedente (cioè scafo in vetroresina, con ordinate rinforzate): la versione «costiera» Uno dei 44 allievi Marescialli al momento della promozione a Capo di 3a classe della Marina Militare, avvenuta nella Scuola sottufficiali di Taranto; a sinistra, il contrammiraglio Enrico Giurelli, comandante della Scuola. sarà lunga 60 metri, mentre quella «alturiera» raggiungerà 80 metri, aventi peraltro a fattor comune una
Durante una cerimonia svoltasi a «porte chiuse» lo significativa aliquota di mezzi a controllo remoto. scorso 8 febbraio 2021 nella piazza d’armi della Scuola Sottufficiali della Marina Militare di Taranto, il coman- NORVEGIA dante dell’istituto, contrammiraglio Enrico Giurelli, ha La fregata Helge Ingstad verso la demolizione consegnato i gradi di Capo di 3a classe ai 44 allievi ma- Protagonista di una collisione con una petroliera accarescialli del terzo anno frequentatori del 21o Corso nor- duta l’8 novembre 2018 e seriamente danneggiata, la fremale «Thesis». È questo un traguardo molto importante gata norvegese Helge Ingstad sarà demolita a cura della nel percorso formativo, e in generale nella carriera, per società norvegese Norscrap West, con cui il ministero della i giovani neo sottufficiali impegnati in un percorso che Difesa di Oslo ha siglato un contratto l’11 gennaio, per un prevede l’abbinamento dell’attività di studio, svolta a valore di 7 milioni di dollari: l’operazione avverrà entro distanza in collaborazione con l’Università degli Studi l’anno in corso sotto la supervisione di tecnici governativi di Bari, a una ricca attività di formazione professionale norvegesi e di essa farà parte il recupero di materiali mesvolta presso Mariscuola Taranto. Ad alcuni dei neo ma- tallici da rivendere sul mercato per ammortizzare parzialrescialli è inoltre assegnato il delicato e importante com- mente i costi dell’operazione. La decisione di demolire la pito di partecipare all’inquadramento militare e al fregata è giunta dopo un’analisi dei danni occorsi dopo la controllo delle attività degli allievi della prima e se- collisione e la lunga permanenza incagliata in un basso conda classe, contribuendo al fondamentale processo di fondale. Il ministero della Difesa norvegese ha dichiarato formazione delle leve più giovani. I componenti del che le attività delle tre rimanenti fregate della classe «Nancorso «Thesis» frequentano i corsi universitari dell’Uni- sen» sono state ridotte fino alla conclusione dell’inchiesta versità degli Studi di Bari in Scienze e Gestione delle sulla collisione: tuttavia, due di esse si trovano in manu-
tenzione preventiva, mentre la terza si sta preparando ad attività addestrative con la Royal Navy. Il ministero della Difesa norvegese ha anche confermato che la fregata Helge Ingstad non sarà sostituita e che il governo ha deciso di condurre uno studio per determinare la struttura delle forze navali di superficie nel prossimo decennio, con l’obiettivo di preservare le capacità marittime nazionali.
Il 23 gennaio 2021 si è svolta nell’Arsenale governativo di Istanbul la cerimonia d’impostazione della terza corvetta tipo «Milgem», in costruzione per la Marina pakistana sulla base di un contratto siglato nel luglio 2018. Alla cerimonia ha preso parte il presidente turco Recep Erdogan e l’ambasciatore pakistano ad Ankara, Muhammad Syrus Sajjad Qazi; nel quadro dell’accordo intergovernativo, la quarta unità della classe — identificata come Jinnah — sarà progettata e costruita in Pakistan. La consegna delle quattro unità è stata programmata a partire dal 2023, e dovrebbe concludersi l’anno successivo. Le corvette costruite per la Marina pakistana sono basate sul progetto delle medesime unità turche classa «Ada», ma con la variante a 16 celle per il lancio di missili superficie-aria «LY-80», ordigno derivato da una versione terrestre in servizio nell’Esercito pakistano dal 2017. La maggior parte dei sistemi imbarcati sarà di produzione turca, a parte il radar di sorveglianza e direzione del tiro, attivo e a scansione di fase, «SMART-S Mk2», in grado di scoprire bersagli a una distanza strumentale di 200 miglia. La propulsione sarà affidata a un sistema CODAG, con una turbina a gas e due motori diesel, su altrettanti assi: la velocità massima è prevista in 30 nodi, con un’autonomia massima di 3.500 miglia a 15 nodi.
Futuri programmi navali
In un’intervista pubblicata il 4 febbraio 2021 sul periodico Global Times, il Capo di Stato Maggiore della Marina pakistana, ammiraglio Amjad Khan Niazi, ha confermato l’esistenza di un programma di ammodernamento e potenziamento capacitivo, incentrato sulla realizzazione di fregate e unità subacquee di progetto/produzione cinese. Nel primo caso, si tratta di quattro fregate «Type 054/P», variante per la Marina pakistana di un progetto di unità massicciamente prodotto dai cantieri cinesi: il primo esemplare di «Type 054/P» è stato varato nell’agosto 2020. Queste unità hanno un sistema propulsivo CODAD, con quattro motori diesel prodotti in Cina ma derivati da un modello francese: la potenza complessiva è di circa 22.500 KW, cui corrisponde una velocità massima di 27 nodi, l’equipaggio comprenderà 165 uomini. L’armamento è articolato su un complesso di 32 celle per il lancio verticale della versione per l’esportazione di missili da crociera antinave YJ-12; è possibile anche la presenza di missili da crociera «land attack» «C-803», sempre di produzione cinese. L’armamento comprenderà una torre da 76 mm e due impianti per la difesa di punto da 30 mm, oltreché tubi lanciasiluri, lanciarazzi antisommergibili e impianti per il lancio di inganni, sempre di produzione cinese, così come i principali sensori elettronici. Il contratto per la costruzione di otto nuovi sottomarini classe «Hangor» (variante per l’esportazione del progetto cinese «Type 039», in costruzione anche per la Marina tailandese) è stato firmato con il gruppo cantieristico China Shipbuilding and Offshore International Co Ltd.; degli otto battelli, i primi quattro verranno realizzati in Cina e gli altri in Pakistan, con l’assistenza tecnologica e materiale di personale cinese. La decisione in merito al rafforzamento della componente subacquea indica una decisa inversione di tendenza della Marina pakistana, fino a qualche anno fa orientata alla gestione e realizzazione di battelli di origine francese, anche dotati di AIP; evidentemente, i risultati della collaborazione franco-pakistana non si sono rivelati all’altezza dei requisiti di costo/efficacia, obbligando Karachi a rivolgersi ad altri produttori.
QATAR Tappe importanti per le nuove costruzioni
Il 13 febbraio 2021 nello stabilimento Fincantieri del Muggiano (Spezia) si è svolta una cerimonia importante per lo sviluppo delle nuove costruzioni destinate alla Marina del Qatar. Alla presenza di autorità civili e militari italiane e qatariote ha avuto luogo il varo tecnico della corvetta Damsah (secondo esemplare della classe «Al Zubarah») e l’impostazione del quarto esemplare, Sumaysimah. La cerimonia ha avuto luogo in formato ristretto e nel pieno rispetto delle prescrizioni
La nuova corvetta lanciamissili DAMSAH della Marina del Qatar, varata al
Muggiano il 13 febbraio 2021 (G. Arra).
anti-contagio. La consegna delle due unità è prevista, rispettivamente, nel 2022 e 2023: esse sono state realizzate in accordo al regolamento RINAMIL e sono state concepite per svolgere attività militari e d’interesse civile. Le corvette classe «Al Zubarah» hanno una lunghezza di circa 107 metri, sono larghe 14,70 metri e saranno dotate di un sistema di propulsione tutto diesel; la velocità massima è di 28 nodi, mentre le sistemazioni per il personale sono sufficienti per 112 persone. Le corvette potranno inoltre impiegare gommoni veloci a chiglia rigida (da imbarcare tramite una gru laterale e una rampa situata all’estrema poppa), mentre il ponte di volo e l’hangar saranno attrezzati per accogliere un elicottero NH-90.
REPUBBLICA POPOLARE CINESE Varo della terza unità d’assalto anfibio «Type 075»
Il varo della terza unità anfibia «Type 075», configurata come LHD, ha avuto luogo alla fine di gennaio nel cantiere Hudong Zhonghua di Shanghai: poiché il primo esemplare è stato varato a settembre 2019 e il secondo nell’aprile 2020, ciò significa che i cantieri di Shanghai sono in grado di varare unità di questo tipo mediamente ogni sei mesi. La pianificazione complessiva della Marina cinese dovrebbe prevedere otto unità «Type 075», di cui è bene ricordare alcune peculiarità. In lavorazione dal 2011, il requisito di queste unità riguarda l’assalto anfibio verticale, una funzione che si rende necessaria per raggiungere obiettivi situati anche all’interno del territorio taiwanese, caratterizzato da rilievi montuosi. Il dislocamento dovrebbe aggirarsi sulle 36.000 tonnellate, mentre la capacità di stivaggio e operazioni d’assalto verticale riguarda 28 elicotteri: la propulsione è affidata a motori diesel di derivazione francese, mentre l’autodifesa è affidata a impianti per la difesa di punto di produzione cinese. Le unità «Type 075» si pongono un gradino al di sotto delle analoghe unità statunitensi, ma sono più grandi di quelle francesi o ispanico/australiane, collocandosi nella stessa fascia del Trieste della Marina Militare italiana. Agli otto esemplari di «Type 075» previsti dalla Marina cinese, dovrebbe seguire una versione più grande e prevedibilmente più capace, probabilmante denominata «Type 076»; in ogni caso, la presenza simultanea nella Marina cinese delle «Type 075» e delle «Type 071» (configurate come LPD e di cui un esemplare è in costruzione per la Marina tailandese) incrementa sensibilmente le capacità complessive d’assalto anfibio della Marina cinese.
RUSSIA Varo del quarto pattugliatore classe «Vasily Bykov»
Il quarto esemplare di pattugliatore classe «Bykov»/Project 22160, battezzato Sergey Kotov, è stato varato il 29 gennaio nei cantieri Zaliv, in Crimea. L’unità era stata costruita nel cantiere fluviale Zelenodolsk, successivamente trasferita in Crimea e destinata a entrare in servizio con la Flotta russa del Mar Nero: essa affiancherà tre pattugliatori gemelli, Vasiliy Bykov, Dmitry Rogachyov e Pavel Derzhavin. Nel frattempo, il cantiere di Zelenodolsk, in precedenza noto come Maxim Gorki, è impegnato nella costruzione di altri due esemplari, Viktor Velikiy e Nikolai Sipyagin, da consegnare alla Marina russa entro il 2023. Il principale sistema d’arma di questi
Il varo del pattugliatore SERGEY KOTOV, destinato alla Flotta russa del
Mar Nero (Sputnik News).
pattugliatori è rappresentato dalle quattro celle per il lancio verticale della versione antinave del missile supersonico «Kalibr», nota in Occidente come «SS-N-27 Sizzler».
Ammodernamento per la fregata Neustrashimy
Il 4 febbraio, l’agenzia di stampa russa Novosti ha annunciato che il cantiere navale Yantar di Kaliningrad completerà nel 2021 i lavori di grande manutenzione della fregata Neustrashimy, eponima di una ristretta classe di unità — «Project 11540» — concepite nell’ultimo scorcio di vita dell’Unione Sovietica. Impostata nel 1987 e in servizio nella Flotta del Baltico da marzo 1991, il Neustrashimy è una fregata specializzata nella lotta antisommergibili ed equipaggiata con un sistema COGAG formato da due turbine a gas per la navigazione di crociera e da altrettante macchine per gli spunti di velocità; l’armamento rispecchia la vocazione antisommergibile, senza disdegnare l’autodifesa contro le minacce aeree e missilistiche e il contrasto antinave. Non appare tuttavia chiaro se i sistemi missilistici e i sensori presenti in origine siano oggetto di sostituzione con materiali più recenti prodotti dall’industria navale militare russa; essendo il Neustrashimy ai lavori dal lontano 2014, è verosimile che non pochi siano stati i problemi di approvvigionamento per la revisione delle turbine a gas, di origine ucraina. I canteri Yantar hanno anche in lavorazione due unità da ricerca scientifica destinate alla Marina russa, Voevoda e Yevgeny Gorigledzhan, ed è alla ricerca di commesse anche nel settore navale mercantile.
Impostazione di unità anfibie
Il 16 febbraio sono state impostate nel cantiere Yantar di Kaliningrad, le due unità anfibie Vladimir Andreev e Vasily Trushin, realizzate in base al «Project 1171.1» modificato: le due precedenti unità — Ivan Gren e Pyotr Morgunov — hanno un dislocamento di circa 5.000 tonnellate, possono trasportate 500 uomini o 13 carri armati e sono entrambe in servizio con la Flotta del Nord; la loro costruzione ha subito notevoli ritardi dovuti a inconvenienti tecnici. Paragonate alla prima coppia di unità, quelle di recente impostazione sono più grandi, essendo il loro dislocamento aumentato di circa il 35%, perché la capacità di trasporto di uomini e mezzi è stata incrementata, ed è stato adottato un ponte di volo più grande e l’hangar può accogliere due elicotteri. La consegna di Vladimir Andreev e Vasily Trushin alla Marina russa è prevista nel 2023-24.
SINGAPORE Costituzione di una flottiglia per operazioni di «Maritime Security and Response»
Il 26 gennaio 2021 la Marina della Repubblica di Singapore ha annunciato la costituzione di una formazione navale dedicata alle operazioni di sicurezza marittima e pronto intervento, nota come «Maritime Security and Response Flotilla, MSRF». Di essa faranno parte i quattro pattugliatori classe «Fearless», in precedenza ritirati dal servizio, in corso di ammodernamento e da far rientrare in linea come classe «Sentinel»: queste unità saranno affiancate da due rimorchiatori offshore, denominati «Maritime Security Tugboats, MSRTs». Parte di uno dei comandi che compongono la Marina di Singapore, la nuova flottiglia si rende necessaria per fronteggiare le crescenti minacce presenti specialmente nello Stretto di Malacca e al largo della città-stato, prima fra tutte la pirateria marittima, male endemico di quella regione e di tutta l’Asia sudorientale. L’ammodernamento delle ex «Fearless» riguarda soprattutto la sensoristica e la difesa passiva, con i primi due esemplari — Sentinel e Guardian — in servizio dai primi di febbraio 2021, mentre Protector e Bastion seguiranno nei mesi successivi. In futuro, i pattugliatori ammodernati e i rimorchiatori saranno sostituiti da unità di nuova costruzione; si prevede che esse siano più grandi dei «Sentinel», con una maggior autonomia, equipaggio ridotto e capacità modulari.
SPAGNA Nuova unità per il soccorso subacqueo
Alla fine di gennaio 2021, il governo spagnolo ha dato il via al programma per l’acquisizione di un’unità da soccorso subacqueo — denominata BAM-IS, Buque de Acciòn Maritima-Intervención Subacuática —, per un importo totale di poco superiore ai 183 milioni di euro; la nuova unità è destinata a sostituire nella Marina spagnola il Nettuno, che ha ormai superato i 45 anni di
Immagine al computer dell’unità da soccorso subacqueo — denominata
BAM-IS, Buque de Acciòn Maritima-Intervención Subacuática — di
prossima acquisizione a cura della Marina spagnola (Navantia).
servizio. Il finanziamento sarà a cura del ministero dell’Industria spagnolo e coinvolgerà il cantiere di Puerto Real, a Cadice, di proprietà di Navantia e l’unità potrà essere impiegata anche da altre organizzazioni governative spagnole, come già accadeva per il Nettuno. La nuova BAM-IS avrà un dislocamento di circa 5.000 tonnellate, una lunghezza di 91 metri, una larghezza di 19 e un’altezza di costruzione di 8,4 metri. Quattro gruppi diesel-generatori produrranno l’energia per la propulsione principale, affidata a motori elettrici, e a quella ausiliaria, a cura di propulsori ausiliari prodieri. La velocità massima sarà di 15 nodi, con equipaggio di 48 effettivi, ma con alloggi predisposti per accogliere altre 12 persone. Fra gli equipaggiamenti specialistici del BAM-IS vi saranno due mezzi subacquei a controllo remoto, due camere iperbariche, compressori e materiali per sommozzatori
Pianificazione per l’F-35B imbarcato
La Marina spagnola ha iniziato la valutazione del processo di acquisizione ed entrata in servizio del velivolo da combattimento di 5a generazione F-35B, destinato all’imbarco sulla portaeromobili Juan Carlos I in quanto unico possibile successore degli AV-8B Harrier II Plus della 9a Squadriglia dell’Aviazione Navale spagnola da essa operanti. L’arrivo del velivolo implica l’attuazione di una serie di misure a bordo dell’unità e nella base navale di Rota, al fine di assicurarne l’operatività e vincendo non poche sfide relative alla sicurezza, alla manutenzione e all’addestramento del personale. Secondo la pianificazione di massima della Marina spagnola, gli Harrier II Plus rimarranno in servizio fino al 2028, anno di presumibile arrivo del nuovo velivolo da combattimento, per il quale sarà comunque necessario avviare un programma di acquisizione già nei prossimi anni; in un recente articolo pubblicato sulla Revista General de Marina, sono state approfondite le implicazioni di questo programma, che permetterà di mantenere la capacità di proiezione della componente aerotattica imbarcata della Marina spagnola. Sotto il profilo logistico, per il nuovo programma sarà necessaria una nuova infrastruttura a terra per l’Autonomic Logistics Information System (ALIS, sistema info-logistico per la gestione tecnica dei velivoli) e per le relative attività di manutenzione e la costruzione di un nuovo edificio per l’installazione del simulatore di missione, attrezzato con quattro postazioni didattiche; questo complesso infrastrutturale dovrà essere realizzato all’interno del comprensorio che ospita la predetta 9a Flottiglia e soddisfare stringenti requisiti di sicurezza. Sul Juan Carlos I, che svolge anche le funzioni di portaeromobili d’assalto anfibio in quanto dotata di bacino allagabile e garage, sarà necessario intervenire sul ponte di volo (per creare un’apposita zona resistente alle elevate temperature sviluppate dal propulsore dell’F-35B durante l’appontaggio verticale) e nei locali interni (per adattarli all’imbarco e allo stivaggio del nuovo velivolo e dell’ALIS).
STATI UNITI
Il cacciatorpediniere lanciamissili Daniel Inouye
conclude l’iter d’accettazione
Il 4 febbraio 2021, il futuro cacciatorpediniere lanciamissili Daniel Inouye, appartenente alla classe «Arleigh Burke IIA», nella variante più moderna, ha completato con successo le prove di accettazione, condotte al largo del Maine. L’ente dell’US Navy incaricato dell’accettazione, INSURV, ha ispezionato l’unità nel corso di una serie di dimostrazioni eseguite in banchina e in navigazione, relative a tutti i sistemi e impianti di bordo e necessarie per verificarne la rispondenza con le specifiche tecnico-operative. Il David Inouye è equipaggiato con il sistema di gestione operativa «Aegis» nella variante «Baseline 9», che racchiude capacità integrate di difesa contraerei e antimissili, compresi quelli balistici: l’unità
il 37° esemplare di cacciatorpediniere classe «Burke» realizzato dai cantieri Bath Iron Works/BIW, che ha in costruzione/allestimento altre quattro unità del Flight IIA (Carl M. Levin, John Basilone, Harvey C. Barnum e Patrick Gallagher). Negli stabilimenti BIW ha inoltre preso il via la costruzione delle unità Flight III (Louis H. Wilson e William Charette), nonché del cacciatorpediniere lanciamissili Lyndon B. Johnson, terzo e ultimo esemplare della controversa classe «Zumwalt».
Assegnato il nome a cinque unità navali
A metà gennaio l’allora segretario dell’US Navy, Kenneth J. Braithwaite, ha annunciato la selezione dei nomi e dei distintivi ottici per cinque future unità in programma e in costruzione. Si tratta della fregata lanciamissili Chesapeake (FFG 64, terzo esemplare della classe «Constellation»), del sottomarino nucleare d’attacco Silversides (SSN 807, classe «Virginia»), dell’unità d’assalto anfibio Pittsburgh (LPD 31, classe «San Antonio»), dell’unità da soccorso e salvataggio Lenni Lenape (T-ATS 9, classe «Navajo») e dell’expeditionary sea base Robert E. Simanek (classe «Montford Point», ESB 7). I primi tre nomi prescelti si riferiscono a unità in servizio nell’US Navy in un passato più o meno recente, mentre il quarto riguarda la tradizione delle popolazioni native americane: il quinto è un militare del Corpo dei Marines decorato con la Medal of Honor del Congresso degli Stati Uniti per l’eroico comportamento durante la guerra di Corea.
Il 21 gennaio, negli stabilimenti della società Austal USA di Mobile (Alabama) è stato impostato il 13o esemplare di unità per il trasporto veloce (Expeditionary Fast Transport, EPF), battezzata Apalachicola. Come noto, le EPF sono unità lunghe 103 metri con scafo a catamarano in alluminio e pescaggio ridotto, in grado di trasportare a una velocità media di 35 nodi un carico utile di 600 tonnellate (personale, mezzi militari e materiali): le EPF possono operare in porti non attrezzati, in operazioni militari e di assistenza umanitaria alla popolazione civile. L’equipaggio è formato da 21 effettivi, mentre l’intero programma costruttivo riguarda 14 unità.
Situazione del programma Littoral Combat Ship L’insorgere di gravi problemi al sistema propulsivo di due Littoral Combat Ship (LCS) della classe «Freedom» ha indotto l’US Navy a sospenderne l’ingresso in servizio e a creare un gruppo di lavoro (denominato «LCS Strike Team») per verificare la convenienza a proseguire il programma. Il problema tecnico, incentrato sul riduttore, impedisce alle unità di raggiungere la velocità massima prevista e le obbliga a non impiegare la turbina a gas e a fare dunque unicamente affidamento sui motori diesel. Oltre a investigare sui problemi tecnici, il «LCS Strike Team» è chiamato anche ad analizzare l’efficacia militare delle LCS, soprattutto in termini di contrasto antinave, prevedendo di installare su tutte le unità (i monoscafo classe «Freedom» e i trimarani classe «Indipendence») una batteria di missili antinave Kongsberg/Raytheon NSM, già presenti per valutazione sulla LCS Gabrielle Gifford. Differenti migliorie per le LCS riguardano il potenziamento di altre capacità attive e passive. La risoluzione dei problemi in corso sulle LCS è importante soprattutto alla luce del loro possibile dispiegamento in zone marittime lontane dagli Stati Uniti (fra cui Singapore e il Pacifico occidentale), anche in sostituzione dei pattugliatori costieri classe «Cyclone» che si avvicinano al termine del loro periodo di servizio. Rimane critico anche lo scenario riguardante il conseguimento della capacità operativa iniziale (IOC) dei singoli sistemi dedicati alla funzione di contromisure mine, uno dei tre payload modulari (gli altri sono il contrasto anti-
Immagine al computer divulgata dall’US Navy in occasione dell’asse-
gnazione del nome di SILVERSIDES a un sottomarino nucleare d’attacco
classe «Virginia» (US Navy).
La Littoral Combat Ship statunitense GABRIELLE GIFFORD, appartenente
alla classe «Independence» ed equipaggiata con i missili antinave NSM (visibili nello spazio fra il cannone e la sovrastruttura: accanto al
GIFFORD è ormeggiato un pattugliatore «Mk.VI», anch’esso dell’US Navy
(US Navy).
nave e le operazioni antisommergibili) alla base del concetto LCS: le previsioni per le IOC dei predetti sottosistemi si spingono fino al 2026, provocando un ritardo non di poco conto affinché la configurazione contromisure mine delle LCS possa rimpiazzare nell’US Navy gli ormai anziani cacciamine classe «Avenger», alcuni dei quali già ritirati dal servizio.
SVEZIA Firmato il contratto per due corvette di nuova generazione
La società Saab e il ministero della Difesa svedese hanno siglato il 25 gennaio 2021 due contratti relativi alle unità di superficie e in servizio e di nuova generazione per la Marina locale. Il primo contratto riguarda l’ammodernamento di mezza vita delle cinque corvette classe «Visby» attraverso un programma che si trova adesso nella fase di definizione: la seconda attività riguarda il progetto preliminare per le cosiddette corvette «Visby Generation 2». Il valore complessivo dei due contratti è equivalente a 190 milioni di corone svedesi (23 milioni di euro) e i loro contenuti si concentrano sull’analisi dei requisiti per le due tipologie di naviglio. Le corvette classe «Visby» sono in servizio ormai da 20 anni e il loro ammodernamento contribuirà a renderle militarmente efficaci per gli impegni futuri, ipotizzando per esse un orizzonte temporale che si spinge oltre il 2040. Allo stesso tempo, le lezioni apprese dal loro impiego ispira la definizione delle «Visby Generation 2», in sostanza uno sviluppo di un concetto già esplorato da Saab e per il quale si prefigura l’impiego di moderni sistemi missilistici antinave e antiaerei e di nuovi siluri leggeri.
TURCHIA Varata la prima fregata della classe «I»
Il presidente turco Recep Erdogan e altre autorità politiche e militari del paese hanno presenziato al varo, occorso il 23 gennaio 2021, della fregata Istanbul, primo esemplare di una nuova classe al momento nota come «I»: alle altre unità della classe sono stati infatti assegnati i nomi Izmir, Izmit e Icel e la costruzione di tutte è stata affidata all’Arsenale governativo di Istanbul. In accordo con i requisiti della Marina turca, le nuove fregate sono state concepite per operazioni di sorveglianza marittima, pattugliamento, ispezione e imposizione della sovranità marittima nell’ambito della contrastata Zona Economica Esclusiva turca: il loro dislocamento sarà di circa 3.000 tonnellate, con una lunghezza di 113 metri e un sistema propulsivo in configurazione CODAG (con due motori diesel di produzione tedesca e una turbina a gas LM2500) in grado di far raggiungere all’unità una velocità massima di 29 nodi. L’autonomia sarà di 5.700 miglia a 14 nodi, mentre l’equipaggio comprenderà 123 uomini. Le fregate classe «I» saranno caratterizzate da numerosi sistemi d’arma di origine turca fra cui un totale di 64 celle per il lancio verticale di missili superficie-aria (ma di tipo non ancora specificato), 16 contenitori/lanciatori per missili antinave «Atmaca», almeno un impianto per la difesa di punti «Gokdeniz», due impianti da 25 mm «STOP», un sistema d’inganno siluri «Hizir»; sarà inoltre presente una torre da 76 mm. Lo stesso approccio è stato adottato per i sensori elettronici, articolari su un radar tridimensionale di sorveglianza aeronavale, impianti per la direzione del tiro, la sorveglianza di superficie e subacquea, la guerra elettronica e la gestione delle operazioni. Saranno presenti due elicotteri medi, di cui uno ricoverato in hangar e l’altro parcheggiato sul ponte di volo e altrettanti gommoni veloci a chiglia rigida. Nel suo intervento, Erdogan ha enfatizzato l’importanza di sviluppare un’industria della difesa auto-
La fregata turca ISTANBUL, prima unità di una classe formata al
momento da quattro esemplari e ripresa poco prima del varo nei cantiere dell’Arsenale di Istanbul (Ministero della Difesa turco). Il nuovo minisommergibile da ricerca e soccorso per unità subacquee sinistrate LR11, destinato alla Marina del Vietnam (Forum Energy Technologies).
noma, scevra dalle sanzioni cui è sottoposta la Turchia e in grado di soddisfare le esigenze di tutte le Forze armate turche, compresa la costruzione dell’unità portaeromobili d’assalto anfibio Anadolu, tuttora in fase di realizzazione. Il programma per le fregate classe «I» è stato concepito per la sostituzione, verso la metà del presente decennio, delle quattro fregate classe «Yavuz», realizzate in Germania secondo il concetto modulare MEKO e da lunghissimo tempo in servizio nella Marina turca. Sviluppate nell’ambito dell’architettura progettuale nazionale Milgem dedicata alle unità di superficie, il progetto delle nuove fregate non è altro che una variante scalata verso l’alto delle corvette antisommergibili classe «Ada», con un aumento di circa il 50% della capacità di combustibile e un conseguente incremento dell’autonomia. La prima lamiera della futura Istanbul è stata tagliata all’inizio del 2017 e il suo ingresso in linea era stato programmato per il 2021, successivamente spostata al 2023 per alcune difficoltà burocratiche riscontrate nella definizione del contraente principale.
VIETNAM Un minisommergibile da ricerca e soccorso subacqueo per la Marina vietnamita
La società britannica Forum Energy Technologies ha completato un nuovo minisommergibile da ricerca e soccorso per unità subacquee sinistrate, denominato LR11 e destinato alla Marina del Vietnam. Il mezzo è stato realizzato per un’altra azienda britannica, Submarine Manufacturing & Products (SMP), contraente principale di un più ampio pacchetto relativo al soccorso delle unità subacquee sinistrate e da installare a bordo dell’unità ausiliaria Yet Kieu, dedicata a questa particolare funzione e realizzata secondo il progetto olandese «Damen 9316» nel cantiere navale vietnamita di Haiphong. Il contratto stipulato nel 2018 con la SMP comprende, oltre all’LR11, anche un sistema per il trasferimento in pressione del personale soccorso, un certo numero di mezzi subacquei ausiliari a controllo remoto e un sistema per la ventilazione e la decompressione di emergenza dei locali interni di un sottomarino sinistrato. Da parte sua, l’LR11 può operare fino a una quota di 600 metri, è capace di trasportare fino a 17 persone in ogni trasferimento dal battello sinistrato verso la superficie ed è formato da un modulo di comando (per due piloti) e un modulo di salvataggio per il personale trasportato: l’aggancio al battello può avvenire con un’angolazione massima di 40°, anche in presenza di forti correnti. I mezzi della serie «LR» erano realizzati dalla società Perry Slingsby Systems, che nel 2007 è stata acquistata dalla Forum Energy Technologies, anche per potenziarne lo sviluppo tecnologico attraverso la realizzazione di minisommergibili più prestanti e più capaci dei precedenti. L’LR11 è attualmente impegnato nelle prove in acque vietnamite e se ne prevede la consegna entro la prima metà del 2021.
Michele Cosentino