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GESÙ, AIUTAMI AD ESSERE SOLO TUO, GESÙ, AIUTAMI AD ESSERE TOTALMENTE TUO, GESÙ, AIUTAMI AD ESSERE PER SEMPRE TUO ........ pag

è una necessità: «Bonum est diffusivum sui» – dicevano gli antichi –, ossia: il bene tende necessariamente a comunicarsi.

“Amarti” – Siamo tutti esperti del significato e del contenuto dell’amore. A noi oggi basta questo: l’amore vuole la dimenticanza di noi stessi: chi ama trova la sua felicità nel cercare il bene e la felicità dell’amato, gioisce quanto più cerca di realizzare i desideri della persona amata, anche a costo di dimenticare se stessi. Sul piano umano è naturale; è più difficile nei riguardi di Gesù. Eppure è così! “farti amare” – Come ho detto sopra, se amo di fatto Gesù, è motivo di gioia ed è una vera esigenza il darsi da fare affinché tante altre persone capiscano quanto è bello amare Gesù. La

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“missionarietà” è un aspetto necessario della fede vissuta.

“desiderarti e farti desiderare” – Ancora una volta intendo il verbo “desiderare” nel significato stringente di “esigenza insopprimibile di un bene per me assolutamente necessario”. Non è una definizione esagerata. Se ami Gesù davvero, sono sicuro che anche tu condividi una tale definizione.

È opportuno pregare con questa invocazione centellinando parola per parola. Allora il nostro cuore diventerà un fuoco divampante di amore per Gesù, come afferma la liturgia a proposito dello Spirito Santo.

GESÙ, AIUTAMI AD ESSERE TUO, GESÙ, AIUTAMI AD ESSERE SOLO TUO, GESÙ, AIUTAMI AD ESSERE TOTALMENTE TUO, GESÙ, AIUTAMI AD ESSERE PER SEMPRE TUO

Se mi impegno davvero a vivere “IN Cristo”, senza dubbio sperimenterò che non posso amarLo solo un po’: Gesù è totalità! Vuole tutta la nostra persona, soprattutto il cuore e il profondo di me stesso. L’invocazione di oggi vuol esprimere proprio la totalità dell’amore per Gesù, e di conseguenza l’amore verso tutti gli uomini.

Nella mia preghiera personale non solo devo usare queste quattro invocazioni, ma sarebbe buona cosa aggiungere altri aspetti del mio amore per Gesù.

“Essere tuo” – Penso alla realtà fondamentale di me e di ogni persona: Dio ci ha creati “a sua immagine”. Se rifletto su questo termine, subito mi accorgo che significa: “rapporto”.

Se considero una fotografia “come immagine” di una persona, o di qualche altra realtà, mi accorgo che la foto posso considerarla “immagine” perché c’è un rapporto reale tra quel pezzo di carta e la realtà raffigurata.

Nel nostro caso vuol dire che io mi accorgo che sono in un rapporto essenziale ed esistenziale con Dio. In caso contrario non esisterei, perché da sempre Dio mi ha pensato e creato come Sua immagine; non mi ha reso Sua immagine solo in un secondo momento.

Esisto perché sono immagine di Dio. Questo è il fondamento della religiosità di ogni uomo, prima ancora di appartenere a una religione. Quanto più conosciamo Dio, tanto più conosciamo noi stessi, perché in ogni istante siamo Sua immagine.

“Solo tuo” – Non intendo escludere i rapporti con altri uomini, però vedo una totalità di rapporto con Dio, con Gesù. Oso dire che, quando uno vuol vivere realmente per Lui, perfino i rapporti con i fratelli vengono dopo e dipendono dal rapporto di amore con Gesù. In questa ottica, capisco anche che non ci si fermi agli affetti umani in se stessi, ma si viva totalmente, quindi “solo” per Gesù. Così mi spiego le vocazioni religiose. “Totalmente tuo” – È la conseguenza necessaria di quanto ho detto prima: il mio “io” (mente, cuore, affetti, sentimenti, … tutto, compreso il corpo) è animato e vive per la gloria di Dio, perché sono in tutto “Sua immagine”, non un essere a sé e per sé!

S. Paolo afferma con forza: «Per me vivere è Cristo» (Fil 1, 21) e

«Tutto il resto è spazzatura» (Fil 3, 8). Non è esagerato: è la verità! “Per sempre tuo” – È un’ultima conseguenza delle affermazioni precedenti. Altrimenti, se non comprendessi il fattore tempo,

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