3 minute read
SIGNORE, CHI MI LEGGE, TI DESIDERI ................... pag
from Pagine sciolte
SIGNORE, CHI MI GUARDA, TI VEDA, SIGNORE, CHI MI ASCOLTA, TI SENTA, SIGNORE, CHI MI LEGGE, TI DESIDERI
Tutti sappiamo che la vita cristiana consiste nel mettere al centro di noi stessi il Signore Gesù. S. Paolo ha affermato addirittura che «Per me vivere è Cristo» (Fil. 1, 21). E S. Ambrogio, con una accentuazione diversa, afferma la stessa verità: «Cristo è il tutto per noi». Affermazioni belle e condivise da tutti, almeno intellettualmente. Ma resta poi il “piccolo” (si fa per dire!) problema di viverle sul serio nella vita quotidiana di ciascuno. Personalmente vedo una via sicura, anzi, l’unica via valida, anche se l’attuazione è molto difficile. Consiste nel dimenticare se stessi, gli affetti che ci legano, i progetti su cui cerchiamo di costruire la nostra vita, insomma tutto quello che è troppo legato a me, ai miei pensieri, al desiderio di essere stimato e apprezzato, al bisogno invincibile di apparire: se gli altri non mi stimano, non mi considerano, mi sento fallito, ecc. ecc. Invece la via giusta, l’unica via giusta, è quella proposta dalla Imitazione di Cristo (un libretto… necessario!): «Ama nesciri et pro nihilo reputari» (Libro I, cap. II). Significa addirittura:
Advertisement
desidera di essere dimenticato dagli altri, e ritenuto un nul-
la. Che coraggio! Ma, dove vanno a finire la mia volontà, gli impegni buoni, le opere di aiuto e di attenzione al prossimo? Allora, mi devo comportare come un automa, un robot? L’azione umana non conta nulla? No affatto! Noi ci realizziamo vivendo responsabilmente i nostri impegni con assiduità. È il fine che cambia: non più l’agire per me, ma sempre per Gesù.
A questo punto mi entusiasmano le tre invocazioni di oggi. Signore, chi mi guarda Ti veda – “Guardare” esprime l’impegno di fissare gli occhi, il cuore e l’attenzione su qualcuno per conoscerlo meglio e magari per ispirarmi al suo esempio. Quando mi sento guardato da qualcuno con stima, mi fa piacere, quasi mi fa “crescere” come persona. Nella nostra invocazione non interessa che gli altri ammirino e stimino la nostra persona. Invece: io voglio impegnarmi il più possibile nel bene affinché chi mi guarda, grazie al mio modo di vivere, mi vedano come uno specchio di Gesù. Attraverso noi, gli altri contemplino
Gesù e siano aiutati ad imitare ancora di più Gesù. Quindi il mio impegno personale ci deve essere, ma sempre perché Gesù sia più conosciuto ed amato.
Mi sento uno specchio terso di Gesù? Signore, chi mi ascolta Ti senta – È un altro aspetto della invocazione precedente.
Quando uno si impegna ad approfondire un mio discorso, o cerca sinceramente di conoscere il mio pensiero, perché lo fa?
Perché mi stima e apprezza quello che dico, e basta? E quando vedo che qualcuno si interessa sinceramente del mio pensiero e del mio modo di parlare, mi dà soddisfazione, e basta? È tutto lì? Non c’è il pericolo di considerarmi bravo… “in proprio”? come se tutto dipendesse da me e fosse tutto merito mio? E mi compiaccio! Allora tutto è finalizzato a me, alla mia soddisfazione e basta. Gesù entra in questo mio “gioco”? Se cerco la gloria di Dio, non la mia gloria fasulla, devo cambiare il fine della mia soddisfazione: non il mio piacere, ma la gloria di Dio!
Ma tutto questo richiede che il mio modo di pensare sia davvero quello di Gesù. Non devo quindi dire parole “mie”, ma quelle di Gesù. Occorre essere docili allo Spirito Santo.
Signore, chi mi legge Ti desideri – Sì, scusate: alcune volte aggiungo questa terza invocazione.
Spero che non sia un atto di orgoglio, o una autosoddisfazione.
Da quando sono pensionato, mi “diverto” a scrivere degli opuscoli, che possano (!) aiutare qualcuno a conoscere meglio e ad amare di più il carissimo Gesù.
Inoltre, nei miei opuscoli uso più volte il termine “desiderio”.
Come ho detto qualche altra volta, a questo termine dò un significato che ho appreso da uno scrittore sconosciuto, ma che secondo me è una “bomba” spirituale. Secondo costui (e secondo me) desiderio significa: bisogno insopprimibile di un bene per me indispensabile. Non lo spiego per non rovinare il contenuto molto pregnante. Lascio a chi lo vuole il compito di approfondirlo personalmente.