1 minute read

La prima vittoria Ferrari

L’INIZIO DI UNA SERIE DI SUCCESSI SULLA SARTHE LA PRIMA VITTORIA FERRARI

di Francesco Ferrandino

Advertisement

La prima vittoria del cavallino rampante in terra francese è arrivata grazie all’impegno e alla testardaggine di un uomo che avrebbe poi contribuito non poco al successo delle rosse. Il suo nome era Luigi Chinetti, l’italiano d’America.

Luigi Chinetti, divenuto famoso col suo NART (North American Racing Team), aveva già vinto come pilota la 24 ore di Le Mans nel 1932 (come “secondo” di Sommer) e nel 1934 (con Etancelin), entrambe le volte su Alfa Romeo.

Nel 1949 andò a Maranello ad acquistare due Ferrari 166 MM, chiedendo in prestito otto meccanici e due piloti da affiancare a lui e a Dreyfus, per partecipare alla prima Le Mans del dopoguerra.

Ma, come ricordò Franco Gozzi, Enzo Ferrari fu irremovibile: “Io le macchine le vendo, e uomini non ne ho perché voglio concentrare le risorse su Monza. Quello che posso fare è prestare due meccanici”.

Chinetti insisteva, spalleggiato anche dai tecnici della Ferrari Gioachino Colombo e Aurelio Lampredi, che urlarono: “Non si accontenti di vincere al circuito di Vigevano o a Forlì, bisogna puntare più in alto”.

Niente da fare. Comunque Ferrari fornì i due meccanici promessi, Adelmo Marchetti e Mario Guerzoni, mentre Chinetti trovò qualche finanziamento da Lord Selsdon, ingaggiò Dreyfus e Lucas, e per il personale svuotò per due settimane il suo garage-officina di New York.

In gara la coppia Lucas-Dreyfus si ritirò per rottura dello sterzo, mentre invece Chinetti rimase al volante ben 22 ore, lasciandone solo due a Lord Selsdon e vinse: 1° assoluto e 1° all’indice di prestazione.

Con questa vittoria, Chinetti indicò a Ferrari la strada “mondiale”, smuovendolo da quel provincialismo artigianale a cui era ancora legato.

Nella pagina accanto, in alto: un dipinto di Nicholas Watts che riproduce la ferrari 166MM di Chinetti impegnata sul circuito della Sarthe; in basso: Luigi Chinetti al traguardo di Le Mans del 1949, tagliato da vincitore.

This article is from: