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La Le Mans del 1970
L’EDIZIONE MITO DELLA CORSA MITOLOGICA LA LE MANS DEL 1970
di Paolo Severgnini Ci fu un’edizione della corsa che ospitò le macchine da presa holliwoodiane, impegnate nelle riprese di quello che si rivelerà essere un flop al botteghino, ma poi diventerà un capolavoro assoluto, pietra miliare per chiunque avrà a che fare con i film sulle corse.
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Perchè LM70?
Perchè ritengo che questa gara rappresenti l’apice per la Sarthe non solo per le vicende sportive. Una ascesa iniziata a metà anni ‘60 con la sfida Ferrari- Ford e terminata con la sfida titanica Ferrari-Porsche sulle mostruose e giganti sport 5000.
Sicuramente ci furono delle LM più avvincenti, ma il parco partenti del 70 sarà difficilmente eguagliabile. Da un lato i potenti tedeschi con le loro 917 (coda lunga e corta), dall’altro il genio italico con le nuove 512S (Coda lunga e corta). A contorno Matra ed Alfa con i loro prototipi 3000 senza dimenticare il serpentone delle varie classi GT.
Tutte vetture maestose, stupende per forme,livree e suono, che non possono far rimanere indifferente un bipede umano.
I fantini sono piloti che rappresentano il meglio che ci possa essere in giro all’epoca: Ickx,Regazzoni, Siffert,Rodriguez, Brabham, Cevert, solo per citarne alcuni ma l’elenco è chilometrico.
Le aspettative furono grandissime ed
altissima fu la tensione. Per rendere il tutto più drammatico, durante la notte, la gara venne battezzata da pioggia intensa e costante. Dalla roulette lunga 24 h, uscì il numero 23 della Porsche-Salzburg 917 K bianca e rossa di Hans Herrmann e Dick Attwood.
La casa di Stoccarda farà sua la gara per la prima volta. Altro dato statistico, fu la prima LM con partenza data con i piloti seduti nelle rispettive macchine.
Questi sono gli ingredienti che crearo-
no la polvere da sparo confezionata in un proiettile Dum Dum. Ora serve l’uomo che prenda questo proiettile e lo spari dritto dritto lungo la ligne droite fino a colpire l’olimpo del motorsport.
Dal lontano West il pistolero arriverà, con un nome e un aura da leggenda e le tasche piene di dollari Hollywoodiani. Steve Mc Queen.
L’attore è un appassionato di corse, va forte in macchina ed è ossessionato, malato di LM. Come un moderno Omero vuole decantare la corsa, con i suoi eroi umani e meccanici, realizzando il più grande film sul motorsport. Trasforma LM70 (quella vera) in un grande set cinematografico. Riprende tutto, ma proprio tutto. Iscrive una Porsche 908 alla gara. La macchina viene equipaggiata con delle telecamere e ha il solo scopo di riprendere le fasi di corsa dalla pista. Vuole guidare anche lui ma problemi assicurativi lo fanno desistere. Forse. Durante il turno di notte più di una persona giura
In questa pagina , in alto: alcuni momenti della gara reale, con la Ferrari 512S, e le Porsche 917. nella pagina accanto: la partenza della 24 Ore del 1970, con le vetture di Stoccarda scattate dalla prima fila. Questa fu la prima edizione con la partenza con i piloti già a bordo. Nelle pagine successive: alcune immagini pubblicitarie del Film “Le Mans” di Steve McQueen, e un momento delle riprese.
di aver visto salire Steve per uno stint di guida (...velocissimo.)
Non finisce qui. Noleggia il circuito insieme a parte delle auto e dei piloti (Piper ci rimise una gamba) che corsero la vera gara. Riproduce il duello tra le iconiche Gulf 917 e le Ferrari 512S ufficiali in un susseguirsi di scene mozzafiato tra finzione e realtà confezionando anche un finale a sorpresa.
Risultato? L’inizio della sua fine sia cinematografica che privata/personale.
Sperpera un sacco di dollari che, cinematograficamente parlando, producono una merda di film. Un flop pazzesco per i botteghini. Ma Steve non ha fatto quel film per le persone normali, lo ha realizzato per se stesso e soprattutto per noi puristi del motorsport.
“Le 24h di Le Mans” ancor’oggi è il più grande film mai realizzato sul mondo delle corse. Zero dialoghi , solo il minimo indispensabile. Zero effetti speciali, tutto puro e crudo come era la LM70 con le sue immagini ed i suoi suoni grezzi che ti fanno accapponare la pelle e le orecchie. Personalmente, spazza via il famoso “Grand Prix” e piscia in testa anche al tanto pubblicizzato Rush.
Qualche anno fa uscì anche un dietro le quinte intitolato “Steve Mc Queen una vita spericolata”.
Naturalmente anche questo da non perdere.
Mi sono appassionato a quella gara tanto da collezionare i bolidi che l’hanno corsa (naturalmente in scala) e spesso mi capita di correre nuovamente quell’edizione grazie allo splendido mod di Rfactor che ne riproduce la pista e le vetture.
Anche se solo virtualmente posso anch’io cavalcare in flat out per 7 km quella pallottola che quasi 50 anni fa i nostri eroi confezionarono e Steve Mc Queen sparò centrando e colpendo a morte i nostri “cuori da corsa”.
Steve , protagonisti di LM70 ovunque voi siate... queste due dita sono per voi, e buona Le Mans.