Eterno Auriga - Marzo 2019

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Bhuvanachandra

LA DEVOZIONE CHE LIBERA

I

N QUESTO MONDO, DI TANTO IN tanto, nella mente umana, sorgono due domande significative. La prima è “chi è Dio”, e la seconda “chi è un devoto”. Una persona nobile, nel tentativo di conoscere la risposta alla prima domanda, fece uno studio approfondito delle Scritture e della vita degli Avatar. Alla fine, andò a Puttaparthi pregando di avere una risposta da Swami. Senza nemmeno doverGli fare la domanda, ricevette da Lui la risposta durante il primo Darshan. Swami gli disse: “Il tuo cuore è la Mia residenza. Dal punto di vista fisico, può sembrare che Io risieda a Puttaparthi, ma, in realtà, puoi trovarMi rinchiuso nel tuo cuore.” Avendo avuto successo nel suo tentativo, la nobile persona estaticamente disse a un altro devoto: “Mio caro, ho capito che Dio è Colui che dimora nel cuore dei Suoi devoti.” Che affermazione profonda! Siamo tutti consapevoli di come questa verità sia stata ampiamente dimostrata dal devoto per eccellenza, Hanuman, quando si aprì il petto per rivelare, nel suo cuore, la presenza di Sita e Rama. Quindi la risposta alla seconda domanda, “chi è un devoto”, viene data, non una o due volte, ma innumerevoli volte, in “Sathyam Sivam Sundaram”. Un devoto è colui che custodisce Dio nel suo cuore. Ecco perché Swami ci ha ripetutamente esortato: “Abbiate fede in Me. Io porterò tutti i vostri fardelli.” Egli, a tutt’oggi, continua a difendere la Sua divina rassicurazione. La vita benedetta di Smt. Rathnakaram Meenamma ne porta ampia testimonianza. Una Saga di Incomparabile Devozione e Benedizione Divina

I residenti nell’Ashram e la popolazione di Puttaparthi erano ben consapevoli del fatto che Smt. Meenamma era solita andare ogni giorno al Mandir, sia al mattino sia la sera, per

avere il Darshan di Swami. Era un’epitome di devozione disinteressata, immacolata e senza pari. Ella servì silenziosamente il Signore a modo suo, senza desiderare riconoscimento o pubblicità. La sua vita è stata un Nidarshanam (esempio), non Pradarshanam (esibizione), di Bhakti. Sebbene i suoi movimenti fossero limitati e la costringessero a usare una sedia a rotelle per numerosi di anni, non perse mai il Darshan di Swami nemmeno una volta. Anche l’ultimo giorno del suo soggiorno terreno, cioè il 16 dicembre 2018, andò al Mandir e partecipò ai Bhajan del mattino. La sera, si sentì poco bene e chiamò suo figlio Sri Rathnakar perché la portasse all’ospedale. Immediatamente, Sri Rathnakar l’alzò dalla sedia a rotelle per farla entrare in macchina. Ma, mentre la stava aiutando nell’operazione, ella esalò l’ultimo respiro tra le sue braccia e si fuse nei Divini Piedi di Loto. “Anayasa Maranam” (una morte indolore e serena) è il termine da usare per una fine così splendida. Essendo nati in questo mondo, tutti sono destinati a morire un giorno o l’altro. Ma solo uno su milioni di individui ha la fortuna di avere una morte pacifica come ebbe Smt. Meenamma.

Come disse Adi Sankara, ci sono tre doni cui ognuno aspira nella vita: Anayasena Maranam, Vina Dainyena Jivanam, Dehanthe Iswara Sayujyam... (una morte serena, una vita priva di sofferenza e la fusione finale nel Divino). Tali rare benedizioni le furono elargite solo perché era una devota per eccellenza, che custodiva il Signore nel suo cuore. Smt. Meenamma, come tutti sappiamo, era la moglie di Sri Janaki Ramaiah, il fratello minore di Bhagavan. Ella ha avuto la grande fortuna di avere il Darshan di Swami e di servirLo ogni giorno per quasi sei decenni. Ha santificato la sua vita con devozione unidirezionale e servizio al Signore. Quando Swami le chiese: “Il nostro Janaki Ramaiah ha un solo polmone, ma è Mia responsabilità proteggerlo e mantenerlo sano per tutta la vita; lo sposerai?” ella Gli


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