LINEE GUIDA | SNPA XX/XXXX
6 NUOVI INDIRIZZI E PROSPETTIVE: I PIANI DI SICUREZZA DELLA BALNEAZIONE 6.1
QUADRO DI RIFERIMENTO
Nell’assetto normativo nazionale sulla balneazione, basato sulle attuali linee guida OMS (WHO, 2003), la valutazione della sicurezza igienico-sanitaria delle attività di balneazione e ad esse correlate, è basata essenzialmente sul controllo dei potenziali rischi attraverso i dati di monitoraggio eseguiti su siti puntuali, con frequenze prestabilite per un numero limitato di parametri. Il D.Lgs. 116/2008, e decreti attuativi D.M. 30 marzo 2010 e D.M. 19 aprile 2018, in recepimento della Direttiva europea 2006/7/CE, stabilisce infatti che un tratto di costa, per essere valutato balneabile, deve risultare conforme ai requisiti microbiologici indicati dalla vigente normativa – fissati con approccio conservativo sui “valori guida” della Direttiva (vedi Box 1, Cap. 2). Malgrado l’approccio convenzionale basato sul monitoraggio a campione risulti efficace per una generale prevenzione sanitaria collettiva, basandosi anche su serie storiche di dati, esso presenta notevoli limitazioni legate alla scarsa rappresentatività del campionamento nel tempo e nello spazio, ai limiti rispetto ai parametri considerati (esclusivamente indici di contaminazione microbiologica), oltre che alla scarsa utilità per fini di prevenzione di rischi da esposizione, tenendo conto dei tempi necessari per il campionamento, l’analisi, la trasmissione dei risultati e l’adozione di eventuali misure di limitazioni d’uso. Effettivamente sono frequenti i casi in cui, a causa dei tempi intercorsi tra campionamento e adozione di limitazioni d’uso, data la natura transiente delle criticità ambientali all’origine delle non conformità, i provvedimenti vengono presi quando le acque di balneazione risultano di qualità adeguata all’esposizione umana. In alcune situazioni, si è anche verificato il contrario ovvero, in base a risultati analitici 114
ottenuti su campioni prelevati antecedentemente a condizioni di rischio successivamente incorse, vengono considerate conformi le acque la cui qualità è in rapido peggioramento. 6.2
ANALISI DI RISCHIO PER ACQUE A DIVERSE DESTINAZIONI D’USO E PIANI DI SICUREZZA
Il passaggio da un controllo retrospettivo (cfr. Cap 3), basato su monitoraggio discontinuo a campione, ad un approccio olistico, basato sull’analisi di rischio orientata alla prevenzione, è il frutto dell’evoluzione delle conoscenze tecnico-scientifiche applicate alla prevenzione sanitaria che da tempo interessa molti settori: dai controlli di processo (quali ad es. farmaci, prodotti alimentari e laboratori), alle filiere idriche (quali ad es. Piani di Sicurezza dell’Acqua per le filiere idropotabili), igienico-sanitari e della filiera di depurazione al riuso delle acque reflue depurate. Il sistema integrato di prevenzione e controllo basato sull’approccio dei Piani di Sicurezza dell’Acqua (PSA) – sistema di analisi di rischio sito-specifica estesa all’intera filiera idro-potabile, trasposto anche sul piano normativo (Direttiva (UE) 1787/2015, DM 14/06/2017, Direttiva (UE) 2020/2184), ha segnato di recente un passo fondamentale per rafforzare la qualità delle acque a tutela della salute umana. Esso, infatti, vuole essere di ausilio per superare i limiti dell’attuale regime di monitoraggio sulle acque distribuite, di tipo retrospettivo e basato sulla ricerca “al rubinetto” di un numero limitato ed indifferenziato di parametri per il controllo di ogni sistema acquedottistico. Questo approccio ha il limite, in molti casi, di fornire un controllo rappresentativo di ridotte scale spaziali (too little) e posticipato nel tempo (too late) rispetto al rischio di