Studio dell'area di influenza per la gestione delle aree di balneazione - Parte 1

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ambientale (cfr. Cap 3). In particolare, per garantire un uso dell’acqua che sia compatibile con la qualità ambientale di cui l’uomo stesso ha bisogno, la Direttiva Balneazione incoraggia gli Stati membri ad attuare misure di gestione per la raggiungere un livello di qualità almeno “sufficiente” (EEA, 2016a) e ridurre i rischi legati a inquinamento di breve durata (es. attraverso la costruzione di adeguati impianti di trattamento delle acque nere e miste) spesso causato da piogge intense. La direttiva prevede che quando accadono questi eventi estremi o accidentali (come forti piogge, fuoriuscita di reflui non trattati o rifiuti pericolosi), gli Stati Membri debbano imporre temporanee misure di gestione, volte a proteggere la salute dei bagnanti. Tali eventi dovrebbero essere presi in considerazione anche nell’ottica dei futuri scenari di cambiamento climatico che, modificando l’intensità, la frequenza e la durata delle precipitazioni, potranno influenzare di conseguenza la portata degli scarichi. Inoltre, la crescente urbanizzazione determina una maggiore impermeabilizzazione delle superfici del terreno che potrebbe aggravare il problema e comportare ancora più deflussi e un maggiore rischio di tracimazioni di acqua di origine meteorica o reflui non depurati (Moreira et al., 2016). Questo può esporre l’ambiente acquatico a nuovi rischi, quali la resistenza antimicrobica, con evidenti ripercussioni sulla salute umana. Si tratta di una forma di resistenza che i microrganismi acquisiscono rispetto ad un farmaco antimicrobico che era originariamente efficace per il trattamento delle infezioni causate da questi. I microrganismi resistenti sono in grado di resistere all’attacco di farmaci antimicrobici (ad esempio antibiotici), in modo che i trattamenti standard diventino inefficaci e le infezioni persistano, aumentando il rischio di trasmissione ad altri organismi (WHO, 2018). Questo nuovo rischio per l’ambiente acquatico è in una fase iniziale di studio, ma alcuni lavori mostrano che l’aumento del numero di batteri resistenti agli antimicrobici potrebbe essere associato alla vicinanza agli impianti di trattamento delle acque reflue (Amos et al., 2014, 2015). 12

Garantire “una salute migliore, un ambiente più salubre e scelte sostenibili” è l’obiettivo posto dai Ministri degli stati membri della regione europea dell’OMS nella Sesta Conferenza interministeriale di Ostrava su Ambiente e Salute di giugno 2017. A tal fine sono necessarie due azioni sinergiche: la prima è condividere le competenze e trasferire le conoscenze scientifiche mediante una collaborazione e comunicazione strutturata tra esperti di ambiente e salute a livello nazionale e internazionale; l’altra è promuovere politiche coerenti e sinergiche basate sulle evidenze nei settori ambiente e salute finalizzate al conseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile del millennio dell’agenda ONU 2030. Risalgono a giugno 2018 le ultime raccomandazioni dell’OMS, WHO (2018) “Recommendations on scientific, analytical and epidemiological developments relevant to the parameters for bathing water quality in the Bathing Water Directive (2006/7/EC)” a supporto di un’eventuale revisione della Direttiva da parte della Commissione Europea. 1.1

OGGETTO E SCOPO DEL MANUALE

Le cause principali che provocano il mancato raggiungimento del buono stato ecologico o chimico ai sensi della Direttiva Quadro Acque sono rappresentate dalle pressioni (es. idromorfologia, costruzioni nelle zone ripariali, canalizzazione e costruzione di barriere, fonti d’inquinamento diffuse e puntuali derivanti da attività agricole, punti di scarico di depuratori civili ed industriali, tracimazione da sistemi di depurazione e scarico degli scolmatori di piena). Le complesse combinazioni tra le diverse pressioni possono provocare potenziali impatti in funzione delle specifiche caratteristiche delle aree di balneazione. Ad esempio, piogge intense possono causare allagamenti delle aree urbane e rurali e il conseguente dilavamento potrebbe determinare un significativo inquinamento microbiologico nell’area di balneazione vicina. Pertanto, lo scopo di questo manuale è quello di condividere ed approfondire le conoscenze per l’identificazione dell’area d’influenza, mapparne le eventuali pressioni


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BIBLIOGRAFIA

25min
pages 115-125

APPENDICE B: FORMAZIONE E NATURA DELLE SCHIUME: SPIEGAZIONE DEL FENOMENO

3min
pages 127-130

5.4.1 Il ruolo delle Agenzie Regionali

26min
pages 95-114

5.4 Gestione dei dati di monitoraggio e dell’informazione al pubblico

11min
pages 91-94

5.2.3 Bloom di meduse nelle aree costiere: proposta di un sistema di allerta rapido

6min
pages 87-89

costieri

1min
page 90

5.1.1 Monitoraggio della proliferazione di cianobatteri nel lago di Garda: l’esperienza di ARPA Veneto

2min
page 83

5.2.2 Formazione di schiume in mare

3min
pages 85-86

5.1.2 Monitoraggio di fioriture di microalghe Margalefidinium Polykrikoides: l’esperienza di ARPA Puglia

4min
pages 81-82

5.1.1 Monitoraggio di Ostreopsis ovata: l’esperienza di ARPA Marche

2min
pages 79-80

4.4.2 Gestione dell’inquinamento di breve durata e relative criticità

12min
pages 68-72

5.1.2 Monitoraggio di Ostreopsis ovata: l’esperienza di ARPA Liguria

2min
page 78

5.1 Gestione e controllo delle proliferazioni algali

1min
page 74

5 MISURE DI GESTIONE

2min
page 73

4.3 Criteri per l’allocazione del punto di monitoraggio

7min
pages 62-65

4.2 Criteri per la delimitazione delle acque di balneazione

10min
pages 57-61

3.3 Approccio metodologico

1min
page 34

3.3.1 Analisi retrospettiva

4min
pages 35-36

1 INTRODUZIONE

9min
pages 10-12

2.5 Riesame della Direttiva sulle Acque di balneazione (2006/7/CE

14min
pages 20-24

2.2 Direttiva sul trattamento delle acque reflue urbane (91/271/CEE

3min
page 17

2.4 Direttiva Quadro sulle Acque (2000/60/CE

2min
page 19

2.3 Direttiva sull’inquinamento da nitrati da fonti agricole (91/676/CEE

2min
page 18

1.1 Oggetto e scopo del Manuale

5min
pages 13-15
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