FOCUS GREEN
Valentina De Marchi, prof. associata dell’Università di Padova
Anna Ferrino, presidente di Assosport
UN IMPEGNO CONDIVISO L’economia circolare è la nuova frontiera della sport industry. Lo attesta uno studio condotto dall’Università degli Studi di Padova, presentato nel corso dell’Assemblea Generale 2022 di Assosport _ di Erika Pozzi
C
è destinata ad aumentare ancora – in media del 5% – nei prossimi tre anni arrivando a coprire un quarto degli investimenti totali. Di contro, però, gli interventi in chiave ecologica hanno un costo significativo, così come ha un peso rilevante la formazione e l’aggiornamento del personale presente in azienda, nonché il reclutamento di nuove risorse”, sostiene il presidente di Assosport Anna Ferrino.
’è una sfida che il mondo degli sport outdoor, e non solo, è oggi chiamato ad affrontare: quella della sostenibilità ambientale. A confermarlo è uno studio condotto dall’Università degli Studi di Padova per Assosport, presentato nel corso dell’Assemblea Generale 2021 dell’associazione nazionale fra i produttori di articoli sportivi – oltre 120 aziende in tutto il Paese, 300 brand, 9.300 addetti e un fatturato aggregato di 4,5 miliardi di euro – che si è svolta il 31 gennaio nel quartier generale dell’azienda Tecnica Group, a Giavera del Montello (TV).
Un momento cruciale che ha permesso di comprendere quanto oggi l’economia circolare sia un aspetto non più trascurabile e, soprattutto, al centro delle dinamiche di moltissime aziende. Il 61% delle imprese destina almeno il 10% dell’ammontare degli investimenti in progetti ecosostenibili e, tra queste, in media il 19,7% dell’allocamento delle risorse attuali è proprio in tale ambito. Una percentuale che si prevede cresca di circa un quarto grazie agli investimenti che le realtà della sportindustry hanno in previsione di effettuare nei prossimi tre anni.
Un progetto che ha l’obiettivo ultimo di fare il punto circa lo stato attuale della circular economy nella sport industry, e comprenderne poi le necessità per poter crescere in questa direzione. Si è indagato su come la sostenibilità ambientale sia pensata, affrontata e attuata all’interno delle aziende del settore (concezione, azioni e strategie implementate, investimenti, motivazioni, vision futura), in relazione anche alla loro catena del valore di riferimento (collaborazioni in atto, difficoltà, consapevolezza dei rischi e attività di monitoraggio).
Non è un caso infatti che, con differenze interessanti tra i brand e le aziende della filiera, gli investimenti principali fatti sin’ora fatti abbiano il fine di realizzare azioni volte a ridurre le emissioni delle attività produttive (56%) e la diminuzione dell’utilizzo di sostanze chimiche (55%) a favore dell’impiego di risorse naturali. Vi è inoltre un buon aumento dell’uso di energia rinnovabile e riciclabile, al mantenimento del valore dei prodotti, dei componenti e dei materiali. Un po' meno presa in considerazione (33%) è invece l’attenzione al contenimento degli scarti e al riutilizzo dei residui. Si tratta infatti dell'aspetto più complesso dell'economia circolare, che deve coniugare il riciclo e la rigenerazione dei materiali con la qualità e le performance elevate richieste dal settore sportivo.
“Questo studio evidenzia un’innegabile sensibilità da parte delle nostre imprese associate nei confronti delle tematiche legate alla sostenibilità e al rispetto dell’ambiente. C’è voglia di cambiare, di sposare una filosofia green che sempre di più sta assumendo valore in tutti gli ambiti della vita. I nostri imprenditori, del resto, da tempo hanno dimostrato attenzione e risposto in maniera importante a questo richiamo: il 61% di loro ha affermato di impiegare più del 10% degli investimenti in progetti di economia circolare. Un impegno concreto e determinato se si pensa che questa percentuale, secondo le stime,
C O S A S I È FAT T O I N T E R M I N I D I E C O N O M I A C I R C O L A R E N E L L A S P O R T I N D U S T R Y
––
18
FONTE: Università degli Studi di Padova per Assosport