Outdoor Magazine 11/2021

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OBERALP CONVENTION

Ruth Oberrauch, membro della direzione del Gruppo Oberalp nonché fondatrice del marchio LaMunt

Christoph Engl, ceo del Gruppo Oberalp

SPORT INVERNALI: CHE FUTURO PER LORO? Una riflessione a dieci voci ha rappresentato il cuore della Oberalp Virtual Convention, trasmessa in streaming sul sito dedicato. Lo stesso da cui è possibile scoprire tutte le novità FW 22/23 _ di Sara Canali

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il focus sull’evento più importante del prossimo anno, ovvero le Olimpiadi di Pechino, una kermesse che avrà un forte impatto soprattutto in Cina, dove il numero degli sciatori è duplicato negli ultimi anni proprio in vista dell’importante appuntamento. Come si potrà gestire il fenomeno e come cambierà il mondo degli sport invernali dopo la chiusura dei Giochi? A parlarne è Benny Wu, ceo del Carving Ski Group nonché docente dell'Università dello Sport di Pechino, secondo cui la scelta della città del dragone come sede per la manifestazione a cinque cerchi rappresenta un fattore positivo per la Cina, che ha cominciato a investire molto negli sport invernali, lo ha fatto sovvenzionando giovani studenti per imparare a sciare o scendere con la tavola da snowboard in modo da creare un interesse persistente nel tempo e nuovi sciatori che gireranno il mondo alla ricerca della neve perfetta.

ome sta cambiando il mondo degli sport invernali? E come tutto l’universo che ruota intorno a questa passione può dare il suo contributo per un mondo migliore? Parte da qui la Virtual Convention del Gruppo Oberalp che presenta, in vista del lancio della FW 2022/2023, una riflessione di 20 minuti per approfondire lo status quo, identificare gli sviluppi e la direzione da seguire per salvaguardare la nostra società. A tirare il fil rouge delle riflessioni è Ruth Oberrauch, membro della direzione di Oberalp Group nonché fondatrice del marchio LaMunt che, per l'occasione, ha presentato la sua prima collezione autunno/inverno. Attraverso le parole di Ruth vengono presentati i dieci interventi che comprendono parole di scienziati, albergatori, gestori di funivie, progettisti e giornalisti. Insomma, dieci protagonisti del mondo della montagna invernale con cui dedicarsi il tempo di riflettere sul particolare periodo storico, ma anche culturale, che stiamo attraversando. Perché se di cambiamenti climatici si parla da diversi anni, è solo nell’ultimo periodo, complice anche la pandemia mondiale, che si è cominciato a discorrere anche sulla modificazione del nostro modo di vivere e sulla crescita di una nuova consapevolezza mirata a uno stile di vita sano e in linea con le necessità della natura. L’idea di muoversi con maggior rispetto nell’ambiente fa sorgere ancora più forte il dilemma di come strutture imponenti, quali quelle degli impianti sciistici, possano inserirsi in questa nuova consapevolezza. Secondo Georg Kaser, glaciologo e climatologo di livello internazionale: “Non è più possibile arrestare il cambiamento climatico, possiaGeorg Kaser, mo solo provare a limitarne i danni attraverso un profondo glaciologo e climatologo cambiamento sociale, che inevitabilmente comporta delle rinunce”.

Herbert Tovagliari, Cervinia Ski Paradise

Dominik Prantl, giornalista bavarese

A prestare la propria voce per la causa degli sport invernali anche la poliedrica andorrana Prisca Lagostera che ha rappresentato il suo Paese presso l'Onu: “Al momento l’attenzione del settore è completamente concentrata sulle sfide emerse a causa della pandemia. Sono interessata a un turismo invernale consapevole e divertente, lontano dal circo sciistico. Un sistema che funzioni anche senza la neve artificiale”. Le fa eco Michi Andres, guida alpina e trendsetter da 30 anni: “Al momento l’attenzione del settore è completamente concentrata sulle sfide emerse a causa della pandemia. Prima pensavamo in modo diverso, ora pratiche come l'eliski, per esempio, non sono più pensabili: troppo dannosa per l'ambiente”. È intervenuta anche Maria McNulty, coo dell'associazione industriale americana SnowSports Industries America: “Black Lives Matter è stato il nostro punto di partenza, da allora le persone di colore sono un nuovo importante target”.

Ecco che torna dunque il tema di come poter conciliare usanze e passioni con le nuove necessità di chi si approccia alla montagna. Sul tema turismo montano intervengono sia Herbert Tovagliari, che da dicembre 2020 si occupa della gestione del comprensorio sciistico del Cervino, sia Dominik Prantl, giornalista bavarese appassionato ed esperto di montagna. Da una parte, la consapevolezza di dover portare le stazioni sciistiche a una ristrutturazione in chiave sostenibile, senza dover arrivare a rinunciare al piacere di sciare, dall’altra però tenendo bene presente la necessità di una nuova concezione di turismo invernale. “Il turismo è importante per molte regioni – dice Dominik –, ma così come è stato negli ultimi 20 anni non può continuare. Per salvaguardare l’ambiente sarà fondamentale riorganizzarsi e ridurre il trasporto privato, principale causa delle emissioni di carbonio nel settore del turismo”. La convention sposta poi

Ovviamente una riflessione così vasta non può che coinvolgere anche lo stesso Oberalp Group, cui dà voce Josep Castellet, general manager di Pomoca e head of research and innovation del gruppo. Secondo lui le aziende che lavorano nel mondo dell’outdoor, in futuro, non dovranno più essere solamente dei venditori di prodotti, ma intraprendere il ruolo di “school of life”. “Oberalp potrebbe essere una scuola che insegna il valore degli spazi aperti, delle montagne e della natura per tutti noi come persone, come esseri umani? Io credo che pensare a Oberalp come a un’azienda che vende prodotti possa andare bene oggi, ma non sicuramente nel futuro! Dovremo offrire servizi, idee, emozioni, esperienze. Ed è proprio qui il futuro: nelle emozioni, nei servizi e nelle idee”.

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Benny Wu, ceo Carving Ski Group

Prisca Lagostera, gestore Mountain Lodge l'Ovella Negra

Michi Andres, guida alpina e trendsetter

Maria McNulty, coo SnowSports Industries America

Josep Castellet, general manager Pomoca


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