Storie sconfinate

Page 1

Biblioteche del Comune di Piacenza e Associazione La Matita Parlante

Storie sconfinate

La pubblicazione è stata realizzata e stampata con il contributo della Fondazione di Piacenza e Vigevano.

Le attività del progetto Sconfinamenti sono state realizzate con il finanziamento del Centro per il libro e la lettura.

La versione in simboli di Le Antenate e La Vlora! Muoviti! è stata realizzata da Fadi Kassas dell’Associazione La Matita Parlante per la traduzione e da Antonio Bianchi per la supervisione secondo il modello del Centro studi inbook, 2023.

PROGETTAZIONE/EDITING

MEDIALAB

IMPAGINAZIONE

ANDREA MANTICA | MEDIALAB

IMMAGINE DI COPERTINA

MATTEO Z ANGRANDI

COPERTINA

ANDREA MANTICA | MEDIALAB

DIREZIONE ARTISTICA

GIORDANO PACENZA

In questo testo sono stati utilizzati simboli Widgit. Widgit Symbols © Widgit Software 2002-2023

www.widgit.com – www.auxilia.it

Tutti i diritti riservati. Usati con il permesso del titolare del copyright.

Cod. Auxilia: 506/2023

© 2023 Edizioni Centro Studi Erickson S.p.A.

Via del Pioppeto 24

38121 TRENTO

Tel. 0461 951500

www.erickson.it

info@erickson.it

Tutti i diritti riservati. Vietata la riproduzione con qualsiasi mezzo effettuata, se non previa autorizzazione dell’Editore.

Copia concessa in licenza a Antonio Bianchi; scaricato il 26/05/2023

Biblioteche del Comune di Piacenza e Associazione La Matita Parlante

Storie sconfinate

Copia concessa in licenza a Antonio Bianchi; scaricato il 26/05/2023

Vivi. Scrivi. Pubblica. Condividi.

La nuova linea editoriale di Erickson che dà voce alle tue esperienze

È il progetto firmato Erickson che propone libri di narrativa, testi autobiografici, presentazioni di buone prassi, descrizioni di sperimentazioni, metodologie e strumenti di lavoro, dando voce ai professionisti del mondo della scuola, dell’educazione e del settore socio-sanitario, ma anche a genitori, studenti, pazienti, utenti, volontari e cittadini attivi.

Seleziona e pubblica le esperienze, le sperimentazioni e le idee che questi protagonisti hanno sviluppato e realizzato in ambito educativo, didattico, psicologico e socio-sanitario, per dare loro la possibilità di condividerle attraverso la stampa tradizionale, l’e-book e il web.

Sul sito www.ericksonlive.it è attiva una community dove autori e lettori possono incontrarsi per confrontarsi, dare e ricevere suggerimenti, scambiare le proprie esperienze, commentare le opere, trovare approfondimenti, scaricare materiali. Un’occasione unica per approfondire una serie di tematiche importanti per la propria crescita personale e professionale.

Copia concessa in licenza a Antonio Bianchi; scaricato il 26/05/2023
Indice Prefazione diChristianFiazza 9 Le storie Le Antenate diKarimaMahdad 13 ✒ Le Antenate (illustrazione)diPierantonioFerdinandoMariaBonini, FadiKassas,MartinaGazzola 15 diKarimaMahdad 16 Le Antenate, versioneinsimboliCAA 17 ✒ Sconfinamento artistico di Isotta Zerbarini,scuolaprimariaP.Giordani, classe5ªB 31 Ai confini del mondo diMartinaPorretto,LiceoM.Gioia,classe2ªlinguisticoC 33 Mi costruirò un’altra scatola… diGaiaTrinciavelli,LiceoM.Gioia,classe2ª linguisticoC 35 ✒ Mi costruirò un’altra scatola… (illustrazione)diPierantonioFerdinando MariaBonini,FadiKassas,MartinaGazzola 37 Il mio nome è Agnieszka diAgnieszkaMaksymiuk 39 Mam na imie˛ Agnieszka diAgnieszkaMaksymiuk 41 ✒ Alice tra i confini d’Europa (illustrazione)diSophieRiccardi, scuolasecondariaI.CalvinosedeGenocchi,classe1ªA 43 Prima di me diNicolaGandelli,LiceoM.Gioia,classe4ªlinguisticoB 45 Sconfinamenti diversi diSoniaDiouri,LiceoM.Gioia,classe2ªlinguisticoC 47 ✒ Una nuova vita (fumetto)diSaraAlbaFame,IleniaGuardino,AuroraBensi, GiuliaPellicano,scuolasecondariaI.CalvinosedeGenocchi,classe3ªB 49 : Copia concessa in licenza a Antonio Bianchi; scaricato il 26/05/2023
Alla ricerca di un «centro di gravità» diAlbertoCarella 51 Io sono il metal sinfonico diGiuliaMariaSalandin,LiceoM.Gioia,classe4ª linguisticoB 55 Ich bin der symphonische Metal diGiuliaMariaSalandin,LiceoM.Gioia, classe4ªlinguisticoB 57 ✒ Sconfinamento artistico diGiuliaManfioletti,scuolaprimariaP.Giordani, classe5ªB 59 Un nuovo capitolo della mia vita diEmmaLocatelli,basatosuun’intervistaa EmaCeka,scuolaFaustini–Frank,classe3ªN 61 ✒ Un nuovo capitolo della mia vita (illustrazione)diPierantonioFerdinando MariaBonini,FadiKassas,MartinaGazzola 63 Varcare il confine diFedericoGravante,LiceoM.Gioia,classe2ªlinguisticoC 65 La Vlora! Muoviti! Storia del sogno di un bambino diElohanaGermajsi,scuola secondariaI.CalvinosedeGenocchi,classe3ªA 67 ✒ La Vlora! Muoviti! Storia del sogno di un bambino (illustrazione)di ElohanaGermajsi,scuolasecondariaI.CalvinosedeGenocchi,classe3ªA 70 La Vlora! Muoviti!, versioneinsimboliCAA 71 ✒ La Vlora! (illustrazione)diPierantonioFerdinandoMariaBonini, FadiKassas,MartinaGazzola 84 Cervello in fuga? diMattiaPinto 85 Un brutto sogno o la solità realtà? diAlexandruMoisa,LiceoM.Gioia,classe 4ªlinguisticoB 87 Un vis urât sau realitatea obis ´ nuita˘? diAlexandruMoisa,LiceoM.Gioia, classe4ªlinguisticoB 89 ✒ È tutta colpa loro (fumetto)diGiuliaPecorari,GiuliaLombardelli, LuciaMolinari,scuolasecondariaI.CalvinosedeGenocchi,classe3ªB 91 Come Ulisse diAuroraAnelli,scuolasecondariaI.CalvinosedeGenocchi, classe2ªB 93 ✒ Sconfinamento artistico diPrincePasion,scuolaprimariaP.Giordani, classe5ªB 94 Il tuffo diWalidCafqane,scuolasecondariaFaustini–Mazzini,classe2ªD 95 Copia concessa in licenza a Antonio Bianchi; scaricato il 26/05/2023
✒ Il gommone mortale (illustrazione)diHaddamHammouni, scuolasecondariaI.CalvinosedeGenocchi,classe3ªA97 Cara patria mia diEriola 99 I dashur Atdhe diEriola 101 ✒ Sconfinamento culinario: Byrek, Albania diEljonIsmaili,scuolaprimaria P.Giordani,classe5ªB 103 Stranieri in casa propria diDanielSpingardi,LiceoM.Gioia,classe ª linguisticoB 105 ✒ Lasciare il posto che ami (illustrazione)diMohamedNoura, scuolasecondariaI.CalvinosedeGenocchi,classe3ªA107 La storia di Akram diKamillaIndirizzi,scuolasecondariaFaustini–Mazzini, classe2ªD 109 ✒ Sconfinamento artistico diMicheleTrabacchi,scuolaprimariaP.Giordani, classe5ªB 111 La notte di Yalda diMandanaK. 113 diMandanaK. 115 ✒ Sconfinamento culinario: Adobo, Filippine diPrincePasion,scuola primariaP.Giordani,classe5ªB 116 La lente diAbdulSalamShariki,scuolasecondariaFaustini–Mazzini, classe2ªD 117 ✒ Nuovo albero, nuovi amici (fumetto)diAnnaRenataBarocelli, AnnaCappelletti,DanielIbra,DarwishMohamedAhmedYoussefHassan, scuolasecondariaI.CalvinosedeGenocchi,classe3ªB 119 Il Paese in cui mi sento a casa diManuelaXhebexhiu,LiceoM.Gioia, classe ªlinguisticoB 121 Il mio grande sconfinamento diVirginiaUsini,LiceoM.Gioia,classe2ª linguisticoC 123 ✒ Il mio grande sconfinamento (illustrazione)diPierantonioFerdinando MariaBonini,FadiKassas,MartinaGazzola 125 Ringraziamenti 127 Copia concessa in licenza a Antonio Bianchi; scaricato il 26/05/2023
Copia concessa in licenza a Antonio Bianchi; scaricato il 26/05/2023

Prefazione

In questi ultimi anni Piacenza si è contraddistinta a livello nazionale per la costante attenzione prestata alla lettura e all’educazione alla lettura, con una molteplicità di iniziative proposte in modo continuativo sia all’utenza libera sia alle scuole del territorio, nella consapevolezza dell’importanza della formazione di lettori e lettrici ai fini della costruzione di una cittadinanza attiva e partecipe. Questo lavoro pluriennale ha consentito alla città di vincere due edizioni del bando «Città che legge», emanato dal Centro per il libro e la lettura del Ministero della Cultura, con i progetti La scelta di leggere Piace e Sconfinamenti: letture, narrazioni e letterature in movimento. Un risultato importante, che ha consentito di avviare la costruzione di una rete territoriale per potenziare e coordinare gli interventi nel campo della lettura, di cui il «Patto per la lettura», stilato dall’Amministrazione comunale nel 2019 e rinnovato nel 2022, rappresenta una tappa importante. Una rete la cui finalità è quella di integrare le progettualità e le energie presenti sul territorio ai fini della valorizzazione della lettura come risorsa strategica per promuovere il benessere individuale e sociale diffuso. La pubblicazione della presente antologia, dal titolo evocativo Storie sconfinate, è il risultato del lavoro svolto nel corso dell’ultimo anno all’interno di questa progettazione, nella convinzione che la lettura, per definizione, sia uno sconfinamento che abbatte barriere e amplia la nostra visione sul mondo e sugli altri. Con il progetto Sconfinamenti: letture, narrazioni e letterature in movimento, si è lavorato in questi mesi per far emergere e sollecitare storie, scritte e narrate, per superare confini dentro e fuori di sé, aprirsi al confronto con l’altro, viaggiare nel passato e nel futuro, abbattere barriere reali o ideali, territoriali o culturali. Storie, scritte e narrate, per fondare la cittadinanza culturale, presupposto di consapevolezza sociale e civile.

© 2023, Biblioteche del Comune di Piacenza e Associazione La Matita Parlante, Storie sconfinate, Erickson, www.ericksonlive.it

9
Copia concessa in licenza a Antonio Bianchi; scaricato il 26/05/2023

Il progetto si è sviluppato con il coinvolgimento e la collaborazione di tante realtà ed enti diversi.

Parte delle storie e del materiale grafico qui presentato è stato realizzato dalle classi che hanno partecipato ai laboratori artistici a cura del pittore Alfonso Maffini e dell’illustratore Fabrizio Quartieri, ai percorsi di lettura e al progetto di Biblioteca vivente ispirato all’esperienza danese della Human Library, a cura di Equilibri. Il modello della Human Library — basato sul principio dei «libri viventi», cioè su persone che raccontano la propria storia — è stato declinato, con alcune modifiche, nelle scuole secondarie di primo e secondo grado e praticato dagli alunni e dalle alunne che, oltre a leggere storie di sconfinamenti, hanno raccontato le loro storie, restituite poi al gruppo classe attraverso una rielaborazione narrativa anche in lingua originale e in CAA.

Una parte delle storie è inoltre il risultato delle attività dell’associazione «Mondo aperto», in collaborazione con l’organizzazione «Sentieri nel mondo», e del racconto personale di emigrati piacentini e di immigrati nel nostro territorio. Nata per favorire l’apprendimento della lingua italiana da parte di giovani e adulti immigrati di recente nella nostra città, «Mondo aperto» intende stimolare un proficuo dialogo tra le diverse culture per una convivenza rispettosa dei valori della democrazia, della solidarietà e della pace, in collaborazione con «Sentieri nel mondo», che offre un servizio di mediazione linguistico-culturale strutturato e di qualità.

La traduzione in simboli della Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA) e le illustrazioni sono state realizzate dall’associazione «La Matita Parlante». I simboli in CAA, nati per persone con disabilità comunicative, costituiscono uno strumento di primo accesso alla lingua anche per immigrati; ad esempio, testi in CAA sono stati utilizzati per l’accoglimento urgente dei profughi in arrivo dall’Ucraina all’inizio del conflitto che ha interessato il Paese. «La Matita Parlante» è un’associazione che nasce da insegnanti, educatori del Dipartimento di Salute Mentale dell’Azienda USL di Piacenza e professionisti che lavorano nel settore della cultura per favorire la partecipazione sociale di persone con disabilità, in particolare giovani con disturbi dello spettro autistico, tramite progetti capaci di coniugare le capacità e il talento delle ragazze e dei ragazzi inseriti nel «programma autismo 0-30» dell’Azienda USL di Piacenza.

L’immagine di copertina è stata realizzata dal falegname digitale Matteo Zangrandi che ha curato anche la comunicazione del progetto Sconfinamenti.

© 2023, Biblioteche del Comune di Piacenza e Associazione La Matita Parlante, Storie sconfinate, Erickson, www.ericksonlive.it

10
Copia concessa in licenza a Antonio Bianchi; scaricato il 26/05/2023
Le storie Copia concessa in licenza a Antonio Bianchi; scaricato il 26/05/2023
Copia concessa in licenza a Antonio Bianchi; scaricato il 26/05/2023

Le Antenate

La sagesse de mon sang ancestral est un vol coloré de colibirs à l’horizon...

Ci sono tante donne, come stelle, che hanno fatto e stanno facendo cose bellissime.

Me ne viene subito in mente una: si chiamava Chaibia Talal. Una donna marocchina, semplice, che non è mai andata a scuola. Bravissima pittrice e donna generosa. Ha fatto grandi opere e senza l’aiuto di nessuno. Aveva una forza incredibile! La sento dentro di me, nelle mie radici, come un’Antenata. Altre donne mi hanno donato insegnamenti. Una su tutte è stata la mia mamma: una donna forte, stimata. Viveva con i suoi figli dopo che era morto il primo marito. Lavorava a casa e fuori casa. Non stava tanto lì a dare ascolto a quello che gli altri dicevano di lei (nel mondo arabo se si vede una donna rimasta senza uomo o senza aiuto, le voci corrono!). Lei resisteva e andava avanti. Faceva le cose che doveva fare e le faceva con amore: un dono per i suoi figli. Non mollava mai. Saadia Gartite è il suo nome. So bene però che tenere duro le costava tanta sofferenza. Per questo ricordarla mi fa un po’ male. Ma l’ho sempre nel cuore. Cisonotantedonnenellemieradici,molteforsenonlericordoononleconosco. Anche nel mondo degli animali mi sembra di poter trovare un po’ delle mie radici.

Se fossi un animale sarei un piccione che vola e va dove vuole. Viaggia e va lontano per portare da mangiare ai suoi piccoli. Fa un grande lavoro ma ha anche la libertà di volare alto, alto, alto. Per me significa pace.

© 2023, Biblioteche del Comune di Piacenza e Associazione La Matita Parlante, Storie sconfinate, Erickson, www.ericksonlive.it

13
Copia concessa in licenza a Antonio Bianchi; scaricato il 26/05/2023

«Da dove hai preso, piccione, tutta questa forza, questa voglia di volare così a lungo, senza sosta? Come fai a resistere sempre in cielo, così in alto, anche con il vento e la pioggia? Non hai paura che un giorno succeda qualcosa di brutto e di non poter più tornare dai tuoi uccellini? Come farebbero senza di te nel nido?».

Ci sono tanti piccioni dove abito ora, ma anche quando ero piccola, nella casa di mio nonno, sempre sul terrazzo ce n’erano almeno una ventina o più.

Andavano, venivano, volavano via per dei lunghi giri lontano, ma poi la sera tornavano sempre a casa.

E con un fiore, una pianta, un albero... come potrebbe essere?

Mi sento vicina all’Aloe Vera, con quelle foglie tutte così dure, lunghe come bastoni. Quando la vedi ti sembra «cattiva», ti punge, ma dentro c’è questo liquido che è molto raro, prezioso. Quello che mi piace di lei è che sopporta tutti i climi, sopporta il caldo e la sete. È sempre forte, liscia e bella. Nonostante tutte le difficoltà è sempre la stessa.

Sul davanzale dove abito ho tanti vasi di piante. Quella che mi conosce meglio è la Menta; fin da quando ero bambina abbiamo sempre fatto il tè con la menta e lei è nelle mie radici: il tè marocchino, il suo odore, la famiglia, la tavola rotonda.

Io cerco di mantenere sempre questi momenti «caldi» e accoglienti nella mia giornata: se perdi tutte le tue radici, la tua cultura, le feste, la religione, la lingua e i piatti, tutte le cose che ti piacciono, non rimane niente, perché tutte queste cose sono la tua identità.

Anche un oggetto potrebbe essere tra le mie radici.

Quello speciale che mi viene in mente ora è la penna, perché la penna da sempre è stata la mia forza e per me significa vita, successo, conoscenza. Con la penna e lo studio ero brillante, mi sentivo valorizzata da compagni e maestri. Quello che non potevo provare a casa con una famiglia che non c’era, lo provavo a scuola. Mi dicevo: «Con la penna, con lo studio, cambierò tutto, tutto cambierà». Non mi piace una vita piena di limiti. Mi piace essere libera e per liberarti devi sempre stare vicina alla «penna», anche a quella «seconda penna» che ti aiuta a fare cose nuove, conoscere nuovi mondi. Ci sono dei momenti in cui mi viene voglia di «fare dei miracoli» e altri invece in cui vorrei solo stare «per me e con me». Essere da sola, anche nella mia tristezza.

Sempre, comunque, dentro di me c’è una grandissima voglia di continuare a imparare.

Mi piace esprimere quello che sento... anche parlando con un animale o con una pianta. Mi sento a mio agio, come in un appuntamento tra amiche, ci manca solo una tazza di caffè, ma ora sto facendo il Ramadan!

Sono emozionata e mi sembra di essere anche pronta per un secondo passo verso quel «dove»… dove mi porterà questa scrittura.

© 2023, Biblioteche del Comune di Piacenza e Associazione La Matita Parlante, Storie sconfinate, Erickson, www.ericksonlive.it

14
Copia concessa in licenza a Antonio Bianchi; scaricato il 26/05/2023
Le
Antenate di
Pierantonio Ferdinando Maria Bonini, Fadi Kassas, Martina Gazzola Copia concessa in licenza a Antonio Bianchi; scaricato il 26/05/2023
16 © 2023, Biblioteche del Comune di Piacenza e Associazione La Matita Parlante, Storie sconfinate, Erickson, www.ericksonlive.it : ) 1929 2004 ... . . Copia concessa in licenza a Antonio Bianchi; scaricato il 26/05/2023

© 2023, Biblioteche del Comune di Piacenza e Associazione La Matita Parlante, Storie sconfinate, Erickson, www.ericksonlive.it

licenza a Antonio Bianchi; scaricato il 26/05/2023

17
Copia concessa in

2023, Biblioteche del Comune di Piacenza e Associazione La Matita Parlante, Storie sconfinate, Erickson, www.ericksonlive.it

18
Copia concessa in licenza a Antonio
scaricato
©
Bianchi;
il 26/05/2023

© 2023, Biblioteche del Comune di Piacenza e Associazione La Matita Parlante, Storie sconfinate, Erickson, www.ericksonlive.it

a Antonio Bianchi; scaricato il 26/05/2023

19
Copia concessa in
licenza

© 2023, Biblioteche del Comune di Piacenza e Associazione La Matita Parlante, Storie sconfinate, Erickson, www.ericksonlive.it

20
Copia concessa in licenza a Antonio
Bianchi; scaricato il 26/05/2023

© 2023, Biblioteche del Comune di Piacenza e Associazione La Matita Parlante, Storie sconfinate, Erickson, www.ericksonlive.it

concessa in licenza a Antonio Bianchi; scaricato il 26/05/2023

21
Copia

2023, Biblioteche del Comune di Piacenza e Associazione La Matita Parlante, Storie sconfinate, Erickson, www.ericksonlive.it

22
Copia concessa in licenza a Antonio
scaricato
©
Bianchi;
il 26/05/2023

© 2023, Biblioteche del Comune di Piacenza e Associazione La Matita Parlante, Storie sconfinate, Erickson, www.ericksonlive.it Copia concessa in licenza a Antonio Bianchi; scaricato il 26/05/2023

23
24 ©
Copia concessa in licenza a Antonio Bianchi; scaricato il 26/05/2023
2023, Biblioteche del Comune di Piacenza e Associazione La Matita Parlante, Storie sconfinate, Erickson, www.ericksonlive.it

© 2023, Biblioteche del Comune di Piacenza e Associazione La Matita Parlante, Storie sconfinate, Erickson, www.ericksonlive.it

concessa in licenza a Antonio Bianchi; scaricato il 26/05/2023

25
Copia
26 ©
sconfinate,
Copia concessa in licenza a Antonio Bianchi; scaricato il 26/05/2023
2023, Biblioteche del Comune di Piacenza e Associazione La Matita Parlante, Storie
Erickson, www.ericksonlive.it

© 2023, Biblioteche del Comune di Piacenza e Associazione La Matita Parlante, Storie sconfinate, Erickson, www.ericksonlive.it

27
Copia concessa in
licenza a Antonio Bianchi; scaricato il 26/05/2023
28 © 2023, Biblioteche del Comune di Piacenza e Associazione La Matita Parlante, Storie sconfinate, Erickson, www.ericksonlive.it Copia concessa in licenza a Antonio Bianchi; scaricato il 26/05/2023

© 2023, Biblioteche del Comune di Piacenza e Associazione La Matita Parlante, Storie sconfinate, Erickson, www.ericksonlive.it

licenza a Antonio Bianchi; scaricato il 26/05/2023

29
Copia concessa in
30 ©
sconfinate,
Copia concessa in licenza a Antonio Bianchi; scaricato il 26/05/2023
2023, Biblioteche del Comune di Piacenza e Associazione La Matita Parlante, Storie
Erickson, www.ericksonlive.it
Sconfinamento artistico ispirato a Frida Kahlo, Gustav Klimt, Keith Haring, Banksy, Jackson Pollock, René Magritte di Isotta Zerbarini, scuola primaria P. Giordani, classe 5ª B Copia concessa in licenza a Antonio Bianchi; scaricato il 26/05/2023 Sconfinamento artistico ispirato a Frida Kahlo, Gustav Klimt, Keith Haring, Banksy, Jackson Pollock, Rene Magritte di Isotta Zerbarini, scuola primaria P. Giordani, classe 5ª B
Copia concessa in licenza a Antonio Bianchi; scaricato il 26/05/2023

Ai confini del mondo

Personalmente, ho trovato molto difficile il trasferimento da Palermo fino a Piacenza: il Sud e il Nord sono luoghi molto diversi, dopotutto. Non dico di non apprezzare, almeno in parte, questa città e questa scuola; quello che intendo dire è che sento una sorta di mancanza interiore. Mi manca Palermo, mi manca il suo caos, mi manca camminare in centro tra bancarelle piene di braccialetti, tra locali esterni sempre strapieni, mi manca il giardino che visitavo spesso con i miei vecchi compagni, mi mancano i miei nonni e mi manca la mia migliore amica. Non mi è mai piaciuto condividere i miei pensieri, esprimere le mie emozioni con altre persone; non l’ho mai fatto né con la mia migliore amica né con la mia famiglia, perciò scrivere la mia esperienza mi risulta non poco difficile. Ho sempre amato scrivere, ma in questo momento mi sento a disagio. Anche a Palermo era così: il primo anno non mi sentivo molto a mio agio nella mia vecchia classe. Tuttavia, durante il secondo anno, capii che c’erano persone disposte a parlarmi, a conoscermi, ad aprirsi con me e permettere a me, proprio a me, l’asociale — così ero chiamata — di aprirmi con loro. E nonostante il poco tempo passato con loro, consideravo quella classe un ambiente sereno, un posto al quale finalmente appartenevo.

E poi, eccola lì, quella notizia che rovinò tutti i progressi che avevo fatto con i miei coetanei: «Il trasferimento è stato anticipato, raggiungerete i vostri genitori a fine dicembre». «Ah...», fu il mio primo pensiero, poi «no», e poi «non voglio» e… «non adesso che ho stretto amicizia con Silvia». Silvia era la mia compagna di banco, per mesi l’avevo ascoltata parlare di un ragazzo che le piaceva. Non amavo particolarmente l’argomento «ragazzo» ma tenevo a lei. Mi manca, Silvia.

Mi chiedo spesso cosa faccia mia nonna: anche se ho il suo numero, anche se ci chiamiamo a ogni ora del giorno, sento di non parlarle da secoli, sento di essere come ai confini del mondo.

© 2023, Biblioteche del Comune di Piacenza e Associazione La Matita Parlante, Storie sconfinate, Erickson, www.ericksonlive.it

33
Copia concessa in licenza a Antonio Bianchi; scaricato il 26/05/2023

Mia nonna era sempre stata la mia confidente, una spalla su cui piangere quando sentivo di non potermi fidare di nessuno, la mia migliore amica. Quando sentivo di sprofondare nello sconforto, di aver bisogno di un abbraccio e di parole dolci per alleviare quei sentimenti che tanto odiavo, lei era lì. Con le braccia spalancate, il sorriso ironico, gli occhiali neri dalle stanghette scolorite, gli strani capelli biondi di due tonalità differenti, gli occhi che comunicavano tutto senza che dalle labbra uscisse alcun suono.

Non avevo mai realizzato di essere lontana da casa fino al momento in cui salii le scale della scuola, fino a quando non chiesi informazioni riguardo a dove si trovasse la classe e non misi piede in quell’aula, all’apparenza così grande, piena di sconosciuti su cui ero sicura di non poter contare, pronti a giudicarmi e a discriminarmi per via delle mie origini mediterranee.

Parlando con alcuni ho deciso di rivedere i miei pregiudizi, parlando con altri ho deciso di misurare le parole, rivolgendomi a loro solamente per lo stretto necessario.

Non penso di aver trovato il mio posto, almeno non ancora, ma sono sicura di riuscirci. Quando accadrà mi guarderò indietro, ripensando a tutte le difficoltà, a tutto lo sconforto e a tutta la tristezza accumulata. Sorriderò, sorriderò talmente tanto da cancellare anche queste parole: andrò avanti, vivrò a pieno la mia nuova vita e non mi guarderò più alle spalle.

© 2023, Biblioteche del Comune di Piacenza e Associazione La Matita Parlante, Storie sconfinate, Erickson, www.ericksonlive.it

34
Copia concessa in licenza a Antonio Bianchi; scaricato il 26/05/2023

Mi costruirò un’altra scatola…

Fuori dal finestrino, le auto andavano veloci, il cielo era già scuro da un po’. Un pacchetto scricchiolante ballava sulle mie ginocchia mentre io ne rovinavo il fiocco giocherellandoci.

«Siamo in ritardo?».

«Siamo arrivati».

Mia mamma si fermò davanti all’entrata del locale.

«Eccoci. Divertiti e ricordati di chiamarmi quando avete finito».

Scesi dalla macchina. Il freddo, umido, pungeva gli occhi; l’aria gelata faceva male nel naso. La luce gialla del ristorante illuminava le scale che portavano all’entrata. Più mi avvicinavo, più il vociare si intensificava: una risata, una voce maschile, una più dolce, una infantile. Entrando provai un gran sollievo al contatto con il calore del camino. Mi feci strada nella sala piena di gente, le tovaglie sporche e i bicchieri vuoti.

«Virgi! Qui!».

Sara si stava sbracciando dal tavolo. Mi venne incontro con le braccia tese e un gran sorriso. Le diedi il regalo e lei mi abbracciò forte.

Al tavolo erano sedute tutte le mie più care amiche: Silvia, Julie, Franci e… ?

«Lei è Giulia, una mia compagna di classe».

Così l’ho conosciuta.

Non mi parlava, non mi guardava, pensai che non le importasse di ascoltare ciò che avevo da dire. Passava la caraffa d’acqua a Franci, che era seduta accanto a me, e mai una sola volta posava lo sguardo su di me, nemmeno per sbaglio. Ecco, le stavo antipatica. Per tutta la cena fu quasi come se io non ci fossi per lei.

Finimmo di mangiare e dopo la cena non poteva mancare un dolce; Silvia prese in mano il menù e iniziò a leggere ad alta voce.

© 2023, Biblioteche del Comune di Piacenza e Associazione La Matita Parlante, Storie sconfinate, Erickson, www.ericksonlive.it

35
Copia concessa in licenza a Antonio Bianchi; scaricato il 26/05/2023

«Granita al porto Tawny… Soufflé ananas e jalapeño… Tortino di noci di macadamia e…».

Alzò lo sguardo dalla lista. Per un momento ci guardammo tutte in silenzio. Una sorta di comunicazione telepatica, di connessione ultraterrena, un’intesa silenziosa.

«McDonald’s?», sussurrò Julie con un ghigno sulle labbra.

«Sì», sussurrammo noi.

Ci alzammo dal tavolo e seguimmo la routine di sempre. Qualche anno prima avevamo stabilito che durante le uscite, a cena fuori o a qualunque festa, ognuna di noi avrebbe avuto il proprio compito: Silvia (la più affidabile) sarebbe andata a pagare, Julie e Franci a recuperare le borse (in due, perché è un compito troppo importante) e io (non so bene perché) a prendere le giacche.

Silvia, che si stava già dirigendo al bancone, si voltò.

«Giulia, la aiuti tu la Virgi con le giacche?»

Lei mi guardò, poi guardò Silvia, poi le giacche e infine ancora me.

«Sì, sì». Sorrise.

Coperte da strati e strati di lana, pile e poliestere, ci incamminammo verso il McDonald’s più vicino, che si trovava proprio dall’altro lato della strada, un po’ più in là del semaforo.

Credo di essermi innamorata nel parcheggio, quando mi accorsi che io e Giulia, invece di stare con le altre, eravamo isolate, sempre un paio di metri più avanti rispetto al gruppo. Le si era sciolta la lingua, non la smetteva più di parlare, parlare, parlare. Non mi guardava mai negli occhi, ma il loro colore azzurro lo si percepiva, non c’era bisogno che mi guardasse. In quegli istanti pareva che l’unico oggetto in movimento fossero i suoi ricci, tutti concentrati in cima alla testa, tanto corti eppure così vivaci, eccitati dalla brina, inebriati dal vento, schiavi dello stesso. Quella sera un terremoto sconvolse tutto il mio mondo, quello che conoscevo, quello che mi faceva comodo, o meglio, faceva comodo agli altri. Sì, perché a quanto pare non è comodo avere una figlia lesbica. Ho provato tante volte a parlarne coi miei genitori, eppure il mio corpo si rifiutava. Le parole rimanevano incastrate nelle corde vocali, come un cappio che stritola la gola e ti toglie il fiato. Più cercavo di sbrogliarle, di snodarle, di liberarle dalla rete di terrore, più il petto oscillava: su, giù, su, giù, su, giù, come un mare in tempesta.

Quando ho scoperto che i confini che per tutta la vita mi erano stati tracciati intorno mi stavano stretti, mi sono sentita sopraffatta da mille pensieri e preoccupazioni. Non entravo più nella mia scatola ma, allo stesso tempo, questa nuova frontiera di me stessa mi piaceva.

«Mi costruirò un’altra scatola», mi dissi.

© 2023, Biblioteche del Comune di Piacenza e Associazione La Matita Parlante, Storie sconfinate, Erickson, www.ericksonlive.it

36
Copia concessa in licenza a Antonio Bianchi; scaricato il 26/05/2023
Mi costruirò un’altra scatola… di Pierantonio Ferdinando Maria Bonini, Fadi Kassas, Martina Gazzola Copia concessa in licenza a Antonio Bianchi; scaricato il 26/05/2023 Mi costruiro un’altra scatola… di Pierantonio Ferdinando Maria Bonini, Fadi Kassas, Martina Gazzola
Copia concessa in licenza a Antonio Bianchi; scaricato il 26/05/2023

Il mio nome è Agnieszka

«A primavera, il profumo del bosco con i mughetti.

Le foglie che scricchiolano sotto le scarpe, in autunno.

Se mi chiedi quali sono le prime suggestioni che mi vengono in mente quando penso alla mia terra, sono queste. Sono queste le cose che mi mancano di più della Polonia».

Agnieszka ha una figura gentile, aspetto nordico, gote arrossate che svelano la timidezza. Ha un accento che ne tradisce l’origine ma si sforza di pronunciare un italiano corretto, anzi ricercato; si percepisce lo studio, lo sforzo e la volontà di impadronirsi di una lingua diversa. L’abbiamo incontrata al MES, il Museo dell'Emigrazione G.B. Scalabrini, dove oggi lavora.

«Ero giovane, avevo vent’anni, frequentavo l’università dove studiavo pedagogia con l’obiettivo di fornire sostegno pedagogico e psicologico ai bambini e agli insegnanti a scuola.

Stavo vivendo un momento particolare della mia vita, avevo bisogno di allontanarmi, di “staccare”.

Ho deciso di prendermi un anno sabbatico e sono partita per Roma con una mia amica senza sapere una parola di italiano. Siamo state ospitate da due famiglie diverse; in cambio dell’ospitalità e della possibilità di imparare una nuova lingua dovevo occuparmi dei bambini per alcune ore al giorno.

Io sono stata molto più fortunata della mia amica.

Le persone che mi hanno accolto erano generose, molto istruite, mi hanno insegnato tante cose, ma non bastava: non riuscire a esprimersi, non avere le parole per parlare, era una sensazione terribile. Un giorno sono rimasta traumatizzata: sono uscita da sola a Roma e ho sbagliato autobus, mi sono persa e non c’erano i cellulari a quell’epoca…. Mi sono spaventata, poi ho chiesto aiuto a una ragazza

© 2023, Biblioteche del Comune di Piacenza e Associazione La Matita Parlante, Storie sconfinate, Erickson, www.ericksonlive.it

39
Copia concessa in licenza a Antonio Bianchi; scaricato il 26/05/2023

e il caso ha voluto che fosse anche lei polacca. Da quel giorno, restavo sveglia la notte per studiare l’italiano.

Tutta la famiglia mi accolse come una di loro ma in particolare la mamma: mi portava con lei a vedere mostre, musei, concerti. Mi ha portato a vedere il mare… ho sposato suo fratello.

Per le vacanze di Pasqua siamo venuti a Guardamiglio a trovare i parenti ed è in questa occasione che ho conosciuto mio marito. Sono poi tornata a casa per finire l’università e quando ci siamo sposati, padre Sisto, scalabriniano, è venuto fino in Polonia per celebrare il matrimonio: è stato un vero incontro di due culture.

Nostra figlia ora è grande, fa il liceo classico, ha capito la sua fortuna: provenire da due culture diverse ci rende più ricchi.

Non è stato sempre facile per me: quando sono stata assunta qui per catalogare i libri della biblioteca degli Scalabriniani, padre Silvio mi ha chiamato “Polacca” per due anni prima di chiamarmi con il mio nome. Certi italiani sono pigri, non si sforzano di pronunciare correttamente i nomi, li storpiano: mi chiamano “Polacca”, “Agnese”… il mio nome è Agnieszka, non è difficile! Credo sia un diritto essere chiamati con il proprio nome, rappresenta la nostra identità e va rispettato. Anche quando sono andata in questura per ottenere i documenti, ovviamente accompagnata da mio marito, è stato umiliante, mi hanno trattata da “deficiente”, usando un linguaggio dispregiativo. Ecco, l’incontro con gli “uffici” italiani, è stata l’esperienza peggiore del mio arrivo in Italia.

Ora sto bene qui, ho tanti amici, mi piace la città in cui vivo, mi appassiona il mio lavoro, studiare questi libri, incontrare i ragazzi delle scuole. Appena posso torno in Polonia a trovare la mia famiglia; anche mia figlia trascorre là le sue vacanze con la nonna e i cugini. Poi ritorno volentieri, la mia vita ora è qui».

–«Pronto?»

–«Ciao Agnieszka, dimmi…»

–«Sono le persone, ci ho pensato. La cosa che mi manca di più della Polonia sono le persone che ho lasciato là».

© 2023, Biblioteche del Comune di Piacenza e Associazione La Matita Parlante, Storie sconfinate, Erickson, www.ericksonlive.it

40
Copia concessa in licenza a Antonio Bianchi; scaricato il 26/05/2023

Mam na imie˛ Agnieszka

di Agnieszka Maksymiuk

„Wiosną, zapach lasu z konwaliami. Chrzęszczące liście pod butami, jesienią.

Jeśli zapytasz się mnie, jakie są pierwsze sugestie, które przychodzą mi do głowy, kiedy myślę o mojej ziemi, to są właśnie te. To są rzeczy, za którymi najbardziej tęsknię, kiedy myślę o Polsce”.

Agnieszka ma delikatną sylwetkę, nordycki wygląd, czerwone policzki zdradzające nieśmiałość. Ma akcent, który zdradza jej pochodzenie, ale stara się mówić poprawnym, wręcz wyrafinowanym włoskim; dostrzega się naukę, wysiłek i chęć opanowania obcego języka. Spotkaliśmy ją w MES, Muzeum Emigracji G.B. Scalabrini, gdzie obecnie pracuje.

„Byłam młoda, miałam dwadzieścia lat i studiowałam pedagogikę na Uniwersytecie, na kierunku mającym jako cel zapewnienie pomocy pedagogicznej i psychologicznej dzieciom i nauczycielom w szkole.

Pewne wydarzenia w moim życiu spowodowały, że poczułam potrzebę dystansu, „wyłączyć” się, aby spojrzeć na problemy z odległości.

Zdecydowałam się na rok przerwy i wyjechałam z moją koleżanką do Rzymu, nie znając ani słowa po włosku. Zamieszkałyśmy u dwóch różnych rodzin; w zamian za gościnność i możliwość nauczenia się nowego języka musiałam opiekować się dziećmi przez kilka godzin dziennie.

Ja miałam dużo więcej szczęścia niż moja koleżanka.

Ludzie, którzy mnie przyjęli, byli hojni, wykształceni, nauczyli mnie wielu rzeczy, ale to nie wystarczało: nie móc się wyrazić, nie mieć słów, żeby rozmawiać, to było okropne uczucie. Pewnego dnia przeżyłam traumę: wyszłam sama na ulice Rzymu i wsiadłam do złego autobusu, zgubiłam się, a wtedy nie było telefonów komórkowych… Przestraszyłam się, potem poprosiłem o pomoc pewną dziewczynę,

© 2023, Biblioteche del Comune di Piacenza e Associazione La Matita Parlante, Storie sconfinate, Erickson, www.ericksonlive.it

41
Copia concessa in licenza a Antonio Bianchi; scaricato il 26/05/2023

która właśnie przechodziła obok, i tak się złożyło, że też była Polką. Od tego dnia, w nocy, studiowałam, aby nauczyć się włoskiego.

Cała rodzina przyjęła mnie serdecznie, ale przede wszystkim «pani domu»: zabierała mnie ze sobą na wystawy, do muzeów, na koncerty. Pojechaliśmy też nad morze…. Wyszłam za mąż za jej brata.

Na Wielkanoc przyjechaliśmy do Guardamiglio odwiedzić krewnych i właśnie przy tej okazji poznałam mojego męża. Potem wróciłam do domu, żeby skończyć studia, a kiedy się pobraliśmy, ojciec Sisto, scalabriniano, przyjechał aż do Polski, żeby udzielić nam ślubu: to było prawdziwe spotkanie dwóch kultur.

Nasza córka jest już dorosła, uczy się w liceum klasycznym, zrozumiała swoją fortunę: pochodzenie z dwóch różnych kultur czyni nas bogatszymi.

Nie zawsze było łatwo: kiedy zostałem tutaj zatrudniona, aby katalogować książki w bibliotece Scalabrini, ojciec Silvio przez dwa lata nazywał mnie „Polacca”, zanim zaczął zwracać się do mnie po imieniu. Niektórzy Włosi są leniwi, nie starają się poprawnie wymawiać imion, zniekształcają je: mówią do mnie „Polacca”, „Agnese”… mam na imię Agnieszka, to nie jest trudne! Uważam, że mamy prawo do nazywania się po imieniu własnym, ono reprezentuje naszą tożsamość i należy to szanować. Nawet jak poszłam na komisariat po dokumenty, oczywiście w towarzystwie męża, to było upokarzające, potraktowano mnie jak kretyna, używając obraźliwego języka. Właśnie spotkanie z włoskimi „biurami” było najgorszym przeżyciem mojego przyjazdu do Włoch.

Teraz jest mi tu dobrze, mam wielu przyjaciół, lubię miasto, w którym mieszkam, moja praca jest pasjonująca, odczuwam upodobanie w studiowaniu książek i w spotkaniach z uczniami szkół. Na ile mogę wracam do Polski, aby odwiedzić rodzinę; moja córka też spędza tam wakacje z babcią i kuzynami; potem powracam do domu, moje życie jest teraz tutaj”.

–Słucham?

–Cześć Agnieszko, słucham cię. –Osoby, przemyślałam to wszystko sobie. To czego brakuje mi najbardziej, kiedy myślę o Polsce, to są osoby, które tam zostawiłam

© 2023, Biblioteche del Comune di Piacenza e Associazione La Matita Parlante, Storie sconfinate, Erickson, www.ericksonlive.it

42
Copia concessa in licenza a Antonio Bianchi; scaricato il 26/05/2023
Alice tra i confini d’Europa di Sophie Riccardi, scuola secondaria I. Calvino sede Genocchi, classe 1ª A Copia concessa in licenza a Antonio Bianchi; scaricato il 26/05/2023 Alice tra i confini d’Europa di Sophie Riccardi, scuola secondaria I. Calvino sede Genocchi, classe 1ª A
Copia concessa in licenza a Antonio Bianchi; scaricato il 26/05/2023

Prima di me

Da Galvano Sordi, oriundo inglese, liberatore di Costantinopoli dall’assedio dei Saraceni nel 717, discende il protagonista di questa storia. Il serpente, simbolo e motivo raffigurato sullo scudo di Galvano, rappresenta la coesistenza di due virtù nel cavaliere: l’ingegno e la prudenza. Infatti, a Galvano va il merito di aver ideato i famosi fuochi che distrussero e affondarono l’intera flotta saracena durante l’assedio di Bisanzio.

Già dal X secolo alcuni suoi discendenti si trasferirono da Londra nel piacentino tra Vigolzone e Travo, per l’amministrazione feudale, dando poi origine alla nobile famiglia degli Anguissola (da «anguis», serpe). È in questa zona, più precisamente in un paesino in provincia di Rivergaro, Rallio di Montechiaro, che nasce il nonno Agostino.

Il nome Nicola deriva invece dal greco Nikolaos, che significa «vincitore» (da «nike»: vittoria) nel popolo (da «laos»). «Colui che combatte valorosamente per il popolo»: è questa l’accezione che convince suo papà, inizialmente scettico, ad accettare finalmente la proposta della moglie. A Ilaria, la mamma, piaceva particolarmente questo nome, da una parte per via del greco, che aveva studiato all’università, dall’altra perché durante la gravidanza aveva letto il romanzo Guerra e Pace di Tolstoj. Nikolaj Rostov, personaggio impulsivo ma dal cuore gentile, l’aveva colpita, non solo per le azioni compiute, ma soprattutto per la sonorità del nome, evocante il gelo siberiano e il sangue russo. Sicuramente anche a causa della sua scarsa diffusione, Nicola ebbe la meglio sulle altre due proposte: Iacopo e Mattia.

Sembrava non volesse uscire da quel pancione: si dimenava e scalciava talmente tanto che si capovolse, assumendo così una posizione innaturale e potenzialmente pericolosa. Il cordone ombelicale gli si era attorcigliato al collo e, se non

© 2023, Biblioteche del Comune di Piacenza e Associazione La Matita Parlante, Storie sconfinate, Erickson, www.ericksonlive.it

45
Copia concessa in licenza a Antonio Bianchi; scaricato il 26/05/2023

fosse stato per il pronto intervento dei medici, probabilmente il «Gando» — è così che è chiamato dagli amici più cari — non sarebbe qui seduto con noi quest’oggi; sarebbe piuttosto in paradiso, ammesso che esista. Un miracolo, forse. O solo un caso? Beh, per i suoi genitori più il primo, che il secondo.

© 2023, Biblioteche del Comune di Piacenza e Associazione La Matita Parlante, Storie sconfinate, Erickson, www.ericksonlive.it

46
Copia concessa in licenza a Antonio Bianchi; scaricato
il 26/05/2023

Sconfinamenti diversi

Sono nata da due genitori stranieri, quindi «sconfino» continuamente. Sconfino in modo diverso a seconda del Paese in cui mi trovo e delle persone che mi circondano. Sconfino in modo positivo se si tratta della Polonia, è come se entrassi in un’altra comfort zone. Sconfino, invece, in modo negativo quando si tratta del Marocco, un luogo in cui tendo a essere rigida. Sconfino in religioni, culture, persone e mentalità diverse di continuo. Mi sembra di avere il cervello diviso in tre confini diversi che, a seconda di dove mi trovo, si attiva con i comportamenti da tenere nel confine scelto.

Se parliamo della Polonia, sconfino nella zona felice e sicura, in cui posso divertirmi senza preoccuparmi di niente. Com’è successo nell’agosto di quattro anni fa, ovvero l’ultima volta in cui ho messo piede in Polonia. Ricordo che era il matrimonio di mia zia, ero davvero contenta di poter trascorrere una settimana tra i miei famigliari, ma la mia felicità è cresciuta maggiormente non appena sentita la proposta di mio zio: «Sonia, che ne dici di passare un mese qui con noi?». Pensai che l’idea fosse fantastica, così la proponemmo a mia madre, che dopo un po’ di esitazione si convinse. La cosa che non sapevo, però, era che avrei passato un intero mese da sola, senza mia sorella e i miei genitori; non che non mi fosse già successo di viaggiare all’estero senza la mia famiglia, ma passare trentun giorni in un Paese di cui non sapevo perfettamente la lingua mi destabilizzò leggermente. Essendo orgogliosa, non mostrai la paura e mi convinsi che sarebbe andato tutto per il meglio; ed è quello che è successo effettivamente. Con un po’ di fatica e incomprensioni, ce l’ho fatta: imparando meglio la lingua, senza essere giudicata per i miei errori grammaticali o di pronuncia. Ho conosciuto meglio anche la mia famiglia materna e ho creato legami fantastici con i miei cugini e con gli zii. Ho sconfinato in un territorio semisconosciuto, ma con il quale ho preso confidenza,

© 2023, Biblioteche del Comune di Piacenza e Associazione La Matita Parlante, Storie sconfinate, Erickson, www.ericksonlive.it

47
Copia concessa in licenza a Antonio Bianchi; scaricato il 26/05/2023

preferendolo addirittura al mio attuale confine, ovvero l’Italia. Ero fiera di me per essere cresciuta un po’ di più e ho reso fiera mia madre, per aver imparato qualcosa sul suo Paese di origine. Non si può dire lo stesso del Marocco, però. Quando sconfino nel territorio africano, assumo un comportamento rigido, sull’attenti. Non avendo un ottimo rapporto con quella parte famigliare, sto attenta a qualsiasi movimento. Non si può dire che io mi senta pienamente a mio agio tra loro. Non mi sento una di loro: non ho occhi scuri, capelli ricci, pelle ambrata. Ho preso caratteristiche fisiche europee e questo causa sempre occhiate curiose o critiche nei miei confronti; non che la cosa mi infastidisca, solo è come se avessi l’impressione di essere un alieno tra loro. La cosa non è da meno quando sono tra i miei famigliari. Una delle «doti» migliori della famiglia Diouri è farsi continuamente gli affari degli altri; cosa che porta disagio, fastidio, rabbia e scontrosità. Questo è quello che provo quando sono nel confine della famiglia paterna. L’unica soluzione è non darci troppo peso. Ho sconfinato in altri Paesi e città ovviamente e, ogni volta, è uno sconfinare diverso.

© 2023, Biblioteche del Comune di Piacenza e Associazione La Matita Parlante, Storie sconfinate, Erickson, www.ericksonlive.it

48
Copia concessa in licenza a Antonio Bianchi; scaricato il 26/05/2023
Una nuova vita di Sara Alba Fame, Ilenia Guardino, Aurora Bensi, Giulia Pellicano, scuola secondaria I. Calvino sede Genocchi, classe 3ª B Copia concessa in licenza a Antonio Bianchi; scaricato il 26/05/2023 Una nuova vita di Sara Alba Fame, Ilenia Guardino, Aurora Bensi, Giulia Pellicano, scuola secondaria I. Calvino sede Genocchi, classe 3ª B
Copia concessa in licenza a Antonio Bianchi; scaricato il 26/05/2023

Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.