![](https://assets.isu.pub/document-structure/231005125032-d06d6eeed5ba57fc33e34ab79a9df347/v1/46c13499f3badafa586450cdfebfed5c.jpeg?crop=2044%2C1533%2Cx0%2Cy0&originalHeight=2892&originalWidth=2044&zoom=1&width=720&quality=85%2C50)
7 minute read
«Pensavo fosse impossibile e invece è successo!»
from Stadium n. 7/2023
by Stadium
La favolosa ascesa della azzurra Annamaria Serturini, attaccante della Roma, dai suoi gol segnati ai maschietti in oratorio fino a quelli in Champions League
DALL’ORATORIO BERGAMASCO DI GORNO ALL’OLIMPICO E AL CAMP NOU
di Felice Alborghetti
Oggi veste l’azzurro, è campionessa d’Italia con la Roma ed è prossima alle nozze. Un pieno di felicità per Annamaria Serturini, attaccante giallorossa che da piccola, in prima elementare, su un tema scrisse in stampatello che avrebbe fatto la calciatrice e che il suo sogno era di andare ai Mondiali Sogno realizzato, ma non tutti sanno che Annetta (come la chiamavano da piccolina) ha cominciato a tirare i primi calci a un pallone sul campo a 7 dell’Oratorio di Gorno nel CSI.
Annamaria, che ricordi hai? Quali aneddoti e che accoglienza trovasti in quella squadretta di amici?
Ho iniziato a dare i primi calci al pallone sul campo del mio oratorio, ho dei ricordi bellissimi ed emozionanti, che per sempre rimarranno impressi dentro di me. Soprattutto i genitori delle altre squadre che dicevano «c’è una bambina in squadra» e che poi mi facevano i complimenti, perché magari ero molto più forte dei maschietti e segnavo due o tre gol a partita. Sono bei ricordi che hanno un peso molto importante sul mio inizio di carriera, anche se, quando ero piccola, non pensavo di arrivare dove sono oggi. Avevo due allenatori, i compagni di squadra inizialmente erano i compagni di scuola all’asilo, perché avevo fatto la scuola calcio; poi quelli delle elementari, quando sono salita di categoria; a 10 anni, infine, li ho salutati e ho intrapreso un’altra strada ovviamente, con la squadra femminile. Se torno al paese, raramente purtroppo a causa degli impegni, li seguo e li seguo anche a distanza tramite social. Quel posto rimarrà per sempre nel mio cuore: è stato l’inizio di un amore.
Da giovanissima giocavi con i maschietti. Come è stato per te? Senza problemi per le tue doti tecniche? O qualche bulletto che ti prendeva in giro vedendo una bambina magari lo hai incontrato?
Ho giocato con i maschietti, è stato strano perché dovevo cambiarmi nello spogliatoio dell’arbitro. Ma io li vedevo come miei compagni di calcio, senza percepire le differenze tra maschi e femmine. Queste cose non le ho mai notate, anzi ero molto più felice di giocare con i maschi rispetto alle femmine.
Sicuramente avevo già iniziato da piccola a tirare calci ad un pallone, le doti tecniche le allenavo ogni giorno: i miei genitori odiavano il fatto che giocassi in casa, ma poi si sono rassegnati comprandomi un pallone di spugna, dopo che avevo rotto un sacco di oggetti di cristallo dentro casa. Bulli non ne ho incontrati, ma i commenti non sono mai mancati. Ogni sabato era così. Entravo in campo prima della partita e tiravo il pallone fino all’infinito. I genitori notavano la mia presenza in campo, i bambini pensavano che non fossi forte, poi magari alla fine perdevano e non parlavano più. Preferisco dimostrare e zittire con i fatti rispetto a parlare.
L’oratorio che ambiente è stato e quanto ti è rimasto dentro? Che effetto fa partire, come molti hanno fatto, da un campetto ed oggi giocare in Champions League ed in maglia azzurra?
L’oratorio per me è stato una casa per tanti anni, ci torno volentieri, ho dei ricordi bellissimi lì. So che in quell’oratorio e in quella comunità ci sono tante persone che mi sostengono, con la maglia della Roma e della Nazionale; non è scontato e ringrazio tutti per questo. Vuol dire che qualcosa ho lasciato anche come persona.
Cerco di partecipare a tutti gli eventi, cerco di darmi da fare in segno di riconoscenza. Fa un effetto strano indossare maglie importanti come quelle della Roma o della Nazionale, quando giochi all’Olimpico, quando giochi al Camp Nou e segni! Pensavo fosse impossibile, invece è successo.
A che punto è oggi, a tuo avviso, il calcio femminile, dopo aver raggiunto il professionismo? Sul tema della discriminazione di genere c’è ancora qualcosa da fare?
Il calcio femminile, secondo me, sta cambiando. Siamo tanto indietro rispetto ad altri Paesi e non lo nego; dobbiamo fare tutti la nostra parte, giocatrici, società, istituzioni: un insieme di nuclei che, se crescono insieme, possono fare tanto. Credo sia una questione di tempo; le ragazze di oggi hanno a disposizione strutture che prima noi non avevamo. Un collegamento reciproco tra questi nuclei ci potrebbe far arrivare molto più in alto. Sulle discriminazioni: è argomento di tutti i giorni. Il modo per non intristirsi dopo episodi di discriminazione è quello di continuare ad andare avanti comunque, si cerca di andare oltre e fare il meglio: questo secondo me alla lunga fa cambiare idea alle persone.
Cosa sogni per il tuo futuro? Cosa ti senti di consigliare a tante ragazze che amano il calcio e sono ancora frenate?
Per il futuro cerco il costante miglioramento di me come persona e come giocatrice. Fondamentale essere prima persone che stanno bene al di fuori per portare il meglio in campo; adesso il calcio femminile sta crescendo e serviranno sacrifici maggiori: io ne ho fatti tanti, avevo il campo lontano da casa, non avevo la possibilità di fare tante cose che si fanno oggi. Queste nuove strutture incideranno in meglio sul calcio femminile. Dico ad ogni bambina di sfruttare ogni minimo particolare, di essere meticolose, di assorbire ogni minimo consiglio, di non guardare indietro e guardare avanti. Quello che è stato fatto ieri presto viene dimenticato, bisogna pensare a fare bene oggi e domani. Bisogna avere gli obiettivi ben focalizzati davanti, ma le ragazze devono avere anche dei sogni, divertirsi, perché senza sognare e senza divertirsi non si può giocare a calcio.
L’oratorio per me è stato una casa per tanti anni, ci torno volentieri, ho dei ricordi bellissimi lì
![](https://assets.isu.pub/document-structure/231005125032-d06d6eeed5ba57fc33e34ab79a9df347/v1/b736ce864f1597cf88681c553ff2f9e5.jpeg?width=2160&quality=85%2C50)
![](https://assets.isu.pub/document-structure/231005125032-d06d6eeed5ba57fc33e34ab79a9df347/v1/0e91e9f82aaa37cc9dd35ae86eafaf77.jpeg?width=2160&quality=85%2C50)
![](https://assets.isu.pub/document-structure/231005125032-d06d6eeed5ba57fc33e34ab79a9df347/v1/508241c3557d98e2b1651e20908d753f.jpeg?width=2160&quality=85%2C50)
Chi è Annamaria Serturini
Annamaria Serturini, 25enne di Alzano Lombardo (BG), è una calciatrice della AS Roma, centrocampista-attaccante anche della Nazionale Italiana femminile di calcio.
Due scudetti in bacheca, cui va aggiunto anche un titolo primavera, tre Coppe Italia, tre Supercoppe. Alta 160 cm, indossa la maglia numero 15 sia in Nazionale sia nella squadra di club.
Dopo i primi gol in oratorio, inizia a giocare a calcio nella squadra del Brescia: qui gioca il campionato Primavera e viene regolarmente convocata, pur giovanissima, in prima squadra dall’allenatrice Milena Bertolini (divenuta poi CT azzurra nella spedizione di Francia 2019). In quell’anno il Brescia vince il campionato e l’anno successivo partecipa alla Champions League femminile.
La sua carriera prosegue alla Pink Sport Time di Bari, con cui gioca sia in Primavera che in prima squadra fino al 2018, quando passa alla AS Roma femminile. Con la maglia giallorossa ha segnato complessivamente 41 reti in 143 presenze fra campionato e coppe.
Un gol in Nazionale nel 3-0 dell’Italia all’Ungheria. Appassionata di tennis, è una grande fan della serie Breaking Bad.
Il calcio femminile, secondo me, sta cambiando. Siamo tanto indietro rispetto ad altri Paesi e non lo nego; dobbiamo fare tutti la nostra parte, giocatrici, società, istituzioni: un insieme di nuclei che, se crescono insieme, possono fare tanto
![](https://assets.isu.pub/document-structure/231005125032-d06d6eeed5ba57fc33e34ab79a9df347/v1/053e3507420aa5492d436f10dfc145f8.jpeg?width=2160&quality=85%2C50)
Le ragazze devono avere sogni, divertirsi, perché senza sognare e senza divertimento non si può giocare a calcio
![](https://assets.isu.pub/document-structure/231005125032-d06d6eeed5ba57fc33e34ab79a9df347/v1/46c13499f3badafa586450cdfebfed5c.jpeg?width=2160&quality=85%2C50)