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La parola “Sport” è oggi nella Costituzione
from Stadium n. 7/2023
by Stadium
A 75 anni dalla promulgazione della Carta e dopo lunghi anni di dibattito, il Parlamento italiano ha modificato l’articolo 33
UN PUNTO DI ARRIVO, CHE RICONOSCE L’IMPORTANZA DELLO SPORT PER LE PERSONE, PER L’ASSOCIAZIONISMO E PER LA VITA ECONOMICA E SOCIALE. UN PUNTO DI PARTENZA, VISTO CHE LA MATERIA IN QUESTIONE È L’ATTIVITÀ SPORTIVA, QUELLA PRATICA CHE, D’ORA IN AVANTI, AVRÀ VALENZA COSTITUZIONALE, CON L’OBIETTIVO DI RENDERLA UN DIRITTO PER TUTTI
di Felice Alborghetti
Il 20 settembre 2023 dovrà essere ricordato come una giornata storica per lo sport in Italia e per tutti i cittadini. Da questa data, infatti, l’articolo 33 della Carta costituzionale recita così: «La Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme». Stadium e tutto il CSI, nell’esultare per il raggiungimento di un simile traguardo e per celebrare tale momento, hanno inteso riprendere alcuni passaggi dell’intervento alla Camera dell’Onorevole Mauro Berruto, uno dei promotori della modifica dell’articolo della Costituzione. L’ex CT della Nazionale maschile di pallavolo, bronzo ai Giochi Olimpici di Londra 2012, tanti anni spesi in oratorio al San Bernardino di Torino, visibilmente emozionato ha così illustrato la svolta storica:
«Signor Presidente, Signor Ministro, Onorevoli colleghe, Onorevoli colleghi, In questi decenni lo sport ci ha dimostrato di essere un linguaggio universale, un veicolo potentissimo di comunità, pace, felicità. Oggi aggiungeremo alla Carta costituzionale queste parole. Lo faremo all’articolo 33, quello che parla di arte e di scienza, cosa che da allenatore mi entusiasma, perché lo sport è arte e scienza. Non voglio sembrare retorico o idealista; lo sport non è buono o cattivo in sé e non è un mondo ideale. È un mondo reale e, come per tutte le attività umane, ci può essere uno sport fatto bene e un altro fatto male».
La grammatica dello sport
«Anche chi va a vedere una partita di calcio lo fa per divertirsi e magari dimenticarsi di qualche problema: è possibile godere dello sport solo come fatto emotivo. Ma, quando se ne conosce la grammatica, si può godere dello sport anche come fatto tecnico, tattico, armonico, come arte e cultura. Se nelle nostre scuole si facessero due ore al giorno di educazione motoria per imparare la grammatica di uno sport, il risultato sarebbe più efficace dell’invio di tante forze di Polizia negli stadi. Ecco spiegata l’importanza del primo valore che la Repubblica riconoscerà allo sport: quello educativo. Quella “grammatica” di cui parlavo, nel caso dello sport, è fatta di rispetto degli avversari e delle regole di educazione civica, persino di educazione all’ambiente, come sanno coloro che lo sport lo praticano nelle palestre a cielo aperto, immersi nel paesaggio del nostro Paese».
Il valore sociale dello sport
«Il secondo valore che la Repubblica riconoscerà allo sport è quello sociale.
Aprite la porta di una palestra, andate in un campo sportivo, su una pista di atletica, in una piscina. Cercate in qualsiasi disciplina sportiva e vedrete un modello di società fatto di ragazzi il cui colore della pelle è diverso, il credo religioso è diverso, lo status sociale è diverso, il conto in banca dei genitori è diverso. Eppure, a loro, tutte quelle differenze non interessano. Indossano la stessa maglia, vogliono passarsi la palla nel modo migliore per fare un goal, una schiacciata, un canestro, una meta. Questo modello di società esiste, funziona, e lo si trova lì, sul campo, dove lo sport insegna la convivenza e la soluzione dei conflitti. Soprattutto insegna che le differenze sono una ricchezza».
La cultura del movimento
«Infine, la Repubblica riconoscerà il valore di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme. Questo è ciò che amo definire “cultura del movimento”, prescinde da età, genere, talento, abilità o disabilità ed è un vero investimento, perché un grande tema del futuro non sarà quello di aumentare la nostra aspettativa di vita, ma di migliorarne la qualità, specie nella sua parte finale, contribuendo a generare risparmio al Servizio Sanitario Nazionale e tutelare così il diritto alla salute e alle cure in forma universale e gratuita, proprio come scritto nell’articolo 32 della Costituzione. Come potrà, da domani, la Repubblica non considerare la “cultura del movimento” come un vero sistema di welfare?».
Oggi giorno straordinario
«Oggi, per me, è un giorno straordinario. Ho dedicato tutta la mia vita allo sport, prima sul campo, oggi in questo Parlamento.
Portare lo sport nella Costituzione era un’idea folle, quasi un’utopia, nata nella primavera del 2020, proprio nel momento più drammatico della pandemia, quando tutti noi eravamo impotenti di fronte a qualcosa che stava stravolgendo le nostre vite. Quell’idea folle sta per realizzarsi. Penso ai tanti uomini e donne che hanno tenuto in vita lo sport di questo Paese. Oggi, 20 settembre 2023, è il vostro giorno. È il giorno in cui la Repubblica riconosce, nella sua Carta più alta, il valore che avete generato per il nostro Paese.
E da domani, in quest’aula, sarà un obbligo immaginare politiche pubbliche che dovranno prendersi cura di voi e dello sport.
E da domani, in quest’aula, sarà un obbligo immaginare politiche pubbliche che dovranno prendersi cura di voi e dello sport. È un vero e proprio cambio di paradigma... perché oggi, nel nostro Paese, nasce il diritto allo sport.
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E da domani, in quest’aula, sarà un obbligo immaginare politiche pubbliche che dovranno prendersi cura di voi e dello sport. È un vero e proprio cambio di paradigma... perché oggi, nel nostro Paese, nasce il diritto allo sport
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