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Emilia Romagna: ad un anno dall'alluvione
from Stadium n. 10/2024
by Stadium
Stefano Gurioli, Presidente del Comitato territoriale CSI di Forlì, a dodici mesi dai tragici eventi dello scorso maggio, ricorda quei giorni e la solidarietà di coloro che sono intervenuti e hanno lavorato con generosità e impegno unici
di Massimiliano Dilettuso
«Non ho avvertito la sensazione dell’impotenza, ma una grande voglia di rimettersi in gioco. Ci siamo subito rimboccati le maniche e siamo ripartiti. Tutti insieme». Comincia così il racconto di Stefano Gurioli, Presidente del Comitato territoriale di Forlì del Centro Sportivo Italiano, a un anno di distanza dalla tragica alluvione che il 16 e 17 maggio 2023 ha travolto parte della Romagna causando la morte di 17 persone e oltre 20.000 sfollati. La prima fase dell’alluvione, agli inizi di maggio, interessò prevalentemente la zona di Faenza, provocando l’evacuazione di qualche centinaio di persone. Il 16 e 17 maggio, invece, furono le giornate più disastrose: si verificò l’esondazione di ben ventitré corsi d’acqua e dal cielo cadde una quantità di pioggia che, generalmente, scende in sei mesi. «Due ore prima dell’alluvione ero nel seminterrato dove stavamo progettando di trasferire la sede del nostro Comitato CSI, e, solo due ore dopo, di quel luogo non c’era più nulla – ricorda Gurioli –. A dire il vero, ci aspettavamo una piena, ma di certo non avremmo mai pensato a quelle dimensioni. È stato un evento inaspettato e di grandissima portata: qualcosa che non dimenticheremo facilmente. Nel giro di dieci minuti si è allagato tutto il seminterrato in cui mi trovavo in quei tragici momenti». È accaduto tutto così in fretta che si faceva davvero fatica a rendersene conto: «In quei frangenti non riuscivamo a pensare a nulla: è arrivato tutto all’improvviso e al dopo ci si è pensato in una seconda fase. In quegli attimi, infatti, cercavamo di capire cosa salvare dall’acqua e dal fango. Per due o tre giorni non si è potuto intervenire perché vi era ancora acqua alta. In ogni caso, la gente fin da subito si è rimboccata le maniche per ripartire: tutti hanno aiutato e sostenuto – prosegue il Presidente del CSI Forlì –. Ricordo che c’erano anche molti giovani che portavano con sé allegria e che, soprattutto, ci hanno supportato con l’estenuante lavoro fisico. Non si avvertiva impotenza, ma dovere di intervenire». I giorni immediatamente successivi alla seconda fase dell’alluvione non furono affatto semplici. Tantissimi, infatti, sono stati i volontari, provenienti da tutte le zone dell’Emilia-Romagna e dal resto d’Italia, impegnati nei territori maggiormente colpiti. Una vera e propria macchina della solidarietà, che è entrata subito in azione per provare a fronteggiare l’allarme. «Per i primi dieci giorni abbiamo ripulito tutto: cercavamo di salvare il più possibile – afferma Gurioli –. I locali della nostra sede di Comitato sono stati sott’acqua per più di una settimana. Ovviamente, i campionati sono stati tutti prontamente annullati. Ce lo chiedevano esplicitamente le società, perché tanti dirigenti e atleti erano impegnati in prima persona nel mettere a posto le proprie case e tutto questo lavoro è andato avanti per circa venti giorni. Non riuscivamo a pensare ad altro se non a riprendere in mano le nostre vite, la nostra quotidianità». Pochi giorni dopo l’alluvione, la Presidenza nazionale del Centro Sportivo Italiano ha avviato una raccolta fondi a sostegno delle popolazioni e delle società sportive residenti nelle zone colpite, aprendo un conto corrente dedicato alla causa. «Nella nostra zona sono stati danneggiati seriamente due impianti sportivi: un palazzetto e una palestra – riporta Gurioli –. C’è stato anche l’allagamento di qualche campo di calcio, ma per fortuna le strutture sono state quasi tutte risparmiate. Siamo stati il Comitato del Centro Sportivo Italiano che ha registrato più danni: dalla sede completamente impraticabile ai danni al palazzetto e alla palestra, che ci hanno arrecato seri disagi per le attività sportive della stagione in corso. Dalla raccolta fondi della Presidenza nazionale ci sono stati consegnati 30.000 euro. A questi, poi, si sono sommati contributi provenienti da altre società. Tutte le somme sono state destinate alle società sportive che avevano registrato i danni maggiori. Buona parte dei contributi raccolti è servita per ripristinare la palestra, che aveva registrato quasi 2 milioni di euro di danni –spiega il Presidente del CSI Forlì –. Merita di certo una menzione una società di Parma, che ha fatto gemellaggio con una società di Mesola, in provincia di Ferrara, che aveva il suo campo da calcio completamente allagato. Ne è nato un incontro vis à vis per condividere momenti di associazionismo sportivo. Sono ricordi molto belli, che – al di là di tutto – custodiamo gelosamente nelle nostre menti, perché sentire qualcuno vicino in quelle situazioni è davvero importante». Quest’anno le attività sportive del CSI Forlì sono riprese regolarmente. Nonostante le naturali difficoltà, il Comitato e le società hanno scelto di lasciarsi alle spalle i brutti ricordi di quelle giornate di metà maggio per tornare a popolare i campi e gli impianti sportivi. «Solo una società ha chiuso: utilizzava quella palestra che ha subìto ingenti danni – precisa Gurioli –. Tutto sommato, la fase di ripresa è stata buona. C’era grande voglia di fare, di rientrare in campo e di lasciarsi alle spalle questa brutta pagina di storia. I campionati sono ripartiti tutti, dalle giovanili agli open, e abbiamo raggiunto gli stessi numeri dello scorso anno. Ciò che ci ha realmente salvato – conclude Stefano Gurioli – è la solidarietà delle persone. Non ci siamo mai sentiti soli e questo ha lasciato un segno indelebile in tutti noi».