
5 minute read
SPORT CHIAMA DONNA
from Stadium n. 13/2025
by Stadium
UNA SPECIALE CAMPAGNA VIENE LANCIATA NEL 1987, "SPORT CHIAMA DONNA", ALLO SCOPO DI FAVORIRE L'ESPANDERSI E IL CONSOLIDAMENTO DELLA PRESENZA FEMMINILE SIA NELLA PRATICA SPORTIVA, SIA NELL'AZIONE ASSOCIATIVA E POLITICA
"Sport chiama donna" ha vissuto il suo momento di ufficialità con la presentazione della Campagna a Fiuggi in occasione della Festa nazionale di pallavolo del CSI, seguita dal trasferimento di tutti i partecipanti alla Festa nazionale nel cuore di Roma, a Piazza Navona, dove si sono svolte alcune gare di pallavolo femminile seguite da un folto pubblico. Un gesto provocatorio che ha voluto rendere le donne veramente protagoniste di un grande avvenimento di sport.
La filosofia di fondo di tale Campagna era chiaramente quella indicata nel Progetto associativo del CSI, di considerare lo sport femminile non come un fenomeno separato, ma come un elemento fondante sia dello sport in quanto tale sia dell'Associazione nel suo complesso. Non si trattava quindi di propagandare "lo sport delle donne", ma di ricercare, rivendicare e promuovere le motivazioni della presenza e responsabilità femminile nella pratica sportiva e nei meccanismi della vita associativa. L'obiettivo è stato raggiunto attraverso: la riflessione, insieme alle società sportive, sull'effettiva presenza femminile nelle attività sportive e associative, valutando motivazioni, difficoltà, ostacoli e proposte; l'analisi dei cammini della presenza femminile nelle singole realtà, individuando le occasioni più significative e le esperienze più valide, per una proposta di rinnovata presenza femminile nel CSI e nello sport; il confronto con altre realtà associative, circa la condizione femminile sul territorio e i collegamenti fra tale condizione e la pratica sportiva in generale e nello specifico associativo; la promozione di iniziative pubbliche che, a partire dall'esperienza vissuta dal CSI, hanno fatto conoscere i temi connessi con la pratica sportiva delle donne e con il suo valore sociale e culturale; il favorire un'adesione più massiccia delle donne dentro l'Associazione, assicurando un'effettiva pari dignità di presenza, a tutti i livelli, tra uomini e donne.
Una tappa della Campagna "Sport chiama donna" è stata il Seminario nazionale sulla presenza femminile nello sport, svoltosi a Roma nel 1987. Il Seminario, riservato a duecento donne impegnate ai vari livelli dell'Associazione, posto al giro di boa della Campagna, era finalizzato al passaggio dalla fase di riflessione a quella della diffusione e delle realizzazioni concrete.
Si trattava di creare, inventare, cercare le strade concrete perché la presenza delle donne nelle società sportive e negli organi territoriali acquistasse spessore e significato preciso sul piano dell'identità e dell'autonomia.
La situazione della donna, al momento, presentava segni positivi, anche se incerti, di evoluzione per una maggiore considerazione del suo ruolo nella società, nella famiglia e nello sport. Nello sport, nonostante il perdurare di pregiudizi maschilisti, si assisteva all'esplodere della domanda di espressione da parte delle donne: vissuta come liberazione del corpo.
"Donna, sport, Europa. Il Centro Sportivo Italiano dall'esperienza alla proposta": all'insegna di questa impegnativa tematica e con il patrocinio dell'UNESCO, il CSI ha proposto a Roma, nel 1989, un Seminario internazionale quale degna conclusione alla Campagna "Sport chiama donna".
Tante le donne, anche di Paesi diversi, che hanno contribuito al dibattito, arricchendolo con la loro esperienza e creando un clima di generosa disponibilità. Il problema emerso è stato quello di rendere evidenti i disagi, le domande, le urgenze sociali "all'altra metà" del mondo, che ha impostato regole cui le donne mal si adattano. Questa situazione, comune in molti Paesi, è aggravata soprattutto in quelli del Terzo Mondo dove esistono primarie urgenze di pane e lavoro.
Dagli interventi nel Seminario, veniva comunque rilevata una nuova visione della pratica sociale che sembrava delinearsi: quella di donne capaci di un atteggiamento attivo e non passivo verso il loro ambiente, capaci di prendere in mano la propria evoluzione, rispettando se stesse e gli altri. Attorno al valore guida parità di opportunità e di dignità tra uomini e donne anche nello sport, come progetto educativo aperto a tutti, si articola la "Carta sportiva delle donne: l'altra metà dello sport", proclamata al termine del Seminario. La "Carta sportiva delle donne" è stato il risultato di un momento di ampio confronto internazionale sui problemi che nascono dal rapporto tra lo sport e il mondo femminile nella unificazione europea. Il principio base della "Carta" è costituito dall'affermazione che le donne hanno diritto di partecipare alle attività sportive e alla gestione dello sport in condizioni di pari dignità e pari opportunità rispetto agli uomini. Per realizzare questa parità di diritti è necessaria la diffusione di una cultura sportiva aperta, diversa, che si faccia promotrice di maggiori contenuti etici e che interpreti lo sport come momento di comprensione, di occasione, di solidarietà e di impegno finalizzato al miglioramento della società.
Lo sport, dunque, per salvaguardare le sue qualità autentiche e per sviluppare positivi processi umani, culturali e sociali ha bisogno della presenza autonoma, creativa e corresponsabile del mondo femminile. Per raggiungere questi obiettivi risulta fondamentale il contributo di tutti, a cominciare dai massmedia, che possono farsi portatori di una corretta informazione sulle problematiche femminili legate al mondo dello sport, come hanno sottolineato le giornaliste Angela Buttiglione, Carmen La Sorella e Mariolina Sattanino, che hanno coordinato i contributi forniti nel Seminario.
I partecipanti al Seminario internazionale si sono impegnati a diffondere la "Carta sportiva delle donne" e ad operare per la piena attuazione dei suoi contenuti e dei suoi obiettivi, sul piano nazionale e internazionale. Si sono impegnati altresì a mantenere fra loro rapporti per un collegamento e una collaborazione sul piano informativo e per ogni possibile scambio di aiuti e strumenti operativi. È stato anche auspicato un particolare collegamento a livello europeo per un progetto di "Forum Europeo di Sport Femminile", che da un lato svolga opera di sensibilizzazione e proposta presso le istituzioni comunitarie, dall'altro promuova iniziative atte a rappresentare e divulgare uno sport per tutti in cui il ruolo delle donne sia paritario, creativo e corresponsabile.

"Sport chiama donna"
In occasione della campagna nazionale "Sport chiama donna", esibizione di pallavolo CSI in Piazza Navona a Roma.
