ambiente&territorio
Gabriella Gherardi(1)
I GRANDI RISCHI DI MASSA, I PESANTI COMPITI DELLE IMPRESE DI BONIFICA E L’INSOSTENIBILE LEGGEREZZA DELLA POLITICA
IN QUESTO ARTICOLO CERCHEREMO DI RISOLVERE IL TRINOMIO IMPOSSIBILE FRA DURA REALTÀ, INDUSTRIA E ATTIVITÀ DI GOVERNO I GRANDI RISCHI DI MASSA In Italia ne abbiamo principalmente due naturali - quello sismico e idrogeologico - e due provocati dall’uomo - quello ambientale e la circolazione stradale. Il rischio stradale è il più normato per quanto riguarda l’utente della strada, ma non lo è affatto sul versante dei Gestori (vedi art. 14 del Codice della Strada che lascia ad essi assoluta autonomia di gestione) con gli esiti catastrofici cui abbiamo di recente assistito per crolli di ponti e viadotti. Su questa carenza occorre porre rimedio, modificando il citato art. 14 o, quanto meno, imponendo ai Gestori la certificazione obbligatoria dell’esercizio, anno per anno. Quanto al rischio ambientale, il legislatore sta tardivamente correndo ai ripari, anche sospinto da forti spinte internazionali. Restano i due maggiori rischi “di casa”: il rischio sismico e idrogeologico.
È stato anche varato dal Ministro Costa un disegno di Legge sul contrasto al rischio idrogeologico, i cui possibili vantaggi si vedranno in futuro. Ma il ritardo al riguardo persiste anche a livello industriale in quanto, in assenza da decenni di domanda, non si è conseguentemente sviluppata una adeguata offerta di progettualità, know-how e connessione fra i vari settori delle azioni di contrasto al rischio idrogeologico (dotazioni di gestione in sicurezza delle acque meteoriche, difesa del suolo, acque correnti, laghi e dighe, acquedotti e canali per utenze domestiche, industriali e agricole). Tutti questi settori di intervento non si parlano fra di loro e, addirittura, manca sovente la connessione anche fra le Imprese di diverse specialità all’interno dei quattro grandi raggruppamenti del governo delle acque.
IL RISCHIO SISMICO E IDROGEOLOGICO Su entrambi molto si è promesso da parte dei Governanti di turno, ma poco si è fatto, con qualche lodevole eccezione, per lo più attribuibile all’indomita volontà di ricostruzione delle popolazioni colpite. In particolare, il rischio idrogeologico costituisce la Cenerentola di questo inventario dell’Italia delle disgrazie. Lo affermiamo non già perché lo Stato non abbia stanziato finanziamenti per il rischio idrogeologico (da una nostra ricerca da varie leggi risultano stanziati la bellezza di 22 miliardi), ma perché quasi sempre non si riesce a coordinare tali finanziamenti fra di loro né il rapporto fra centro ed Enti Locali, né fra questi ultimi e la progettualità industriale delle lavorazioni di bonifica. Per ovviare a questa carenza, il primo Governo Conte ha approvato presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri una Cabina di Regia che, tuttavia, a causa dei noti rivolgimenti politici, non ci risulta abbia ancora funzionato.
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STRADE & AUTOSTRADE 6-2019
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