Giancarlo Canale(1)
ponti&viadotti
IL PUNTO SULL’AFFIDABILITÀ DELLE INFRASTRUTTURE
REGOLAMENTARE CON UN APPROCCIO MODERNO I TEMI DELLA PROGETTAZIONE ORIENTATA ALL’ISPEZIONE, DEL MONITORAGGIO, DELLA VALUTAZIONE DEL RISCHIO E DELL’AFFIDABILITÀ IN SERVIZIO DELLE INFRASTRUTTURE: SIAMO A UN PUNTO DI SVOLTA?
L
a determinazione dell’affidabilità di ponti e viadotti mai come oggi è all’attenzione non solo di tutti gli addetti ai lavori - Istituzioni, Progettisti, Gestori, Costruttori - ma anche dell’opinione pubblica. Analizzando la situazione odierna da un punto di osservazione non confinato entro il settore delle infrastrutture, forse possiamo dire di essere arrivati a un punto di svolta. Ci si sta avviando a regolamentare, per la prima volta con un approccio moderno, i temi del monitoraggio, della valutazione del rischio di incidente e dell’affidabilità in servizio, che in altri settori industriali è strettamente regolamentato da più di un secolo in tutti i Paesi industrializzati.
1. La fase di montaggio di un viadotto autostradale in costruzione
www.stradeeautostrade.it
UN RITARDO DI UN SECOLO Prendiamo il caso ad esempio degli impianti e dei sistemi a pressione. Nel mondo dei sistemi a pressione non c’è spazio per la fantasia. Un Progettista di un sistema a pressione non ha in pratica alcuno spazio decisionale per la scelta dei materiali, delle forme, dei criteri di dimensionamento dei componenti, e sono rigidamente vincolate anche le tecnologie di fabbricazione e di controllo utilizzabili. E strettissime sono le Norme per il controllo, il collaudo e l’installazione dei componenti. I codici applicabili portano per mano il Progettista e il Costruttore e obbligano all’applicazione di soluzioni e criteri scaturiti da decenni di esperienza industriale fatti, purtroppo, anche di incidenti molto gravi alcuni dei quali hanno lasciato traccia nel sentire comune. Regole chiare, consolidate e armonizzate a livello internazionale, disciplinano la qualificazione delle figure professionali addette alla costruzione e al controllo. Infine i Gestori di attrezzature, impianti e sistemi a pressione debbono osservare Normative che ciascuna realtà nazionale impone per quanto concerne la vita di esercizio in sicurezza dei componenti. In Italia ad esempio il primo organo di controllo statale sull’esercizio dei sistemi a pressione fu istituito nel 1926 (si chiamava ANCC, Associazione Nazionale per il Controllo della Combustione). Da allora ISPESL, poi ASL e INAIL e oggi anche altri Soggetti Preposti sorvegliano, in qualità di Organi di Controllo, sulla vita di esercizio dei sistemi a pressione, applicando Norme in vigore da molto tempo che prevedono, per Legge, verifiche cogenti di funzionamento biennali, verifiche di integrità decennali e tutta una serie di controlli e accertamenti, l’effettuazione dei quali ricade all’interno delle responsabilità in capo all’Utilizzatore o Gestore dell’impianto.
1-2020 STRADE & AUTOSTRADE
103