Lorenzo Merendi
strade&autostrade
SICUREZZA DELLE INFRASTRUTTURE:
UN OBIETTIVO IMPRESCINDIBILE! - SECONDA PARTE -
I PRESUPPOSTI FONDAMENTALI PER COME AFFRONTARE IL POST-LOCKDOWN E LA URGENTE NECESSITÀ DI ASSUMERE UN NUOVO PARADIGMA NELLA PROGRAMMAZIONE DELLE OPERE NEL NOSTRO PAESE
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ella prima parte dell’articolo, proposta sul fascicolo n° 143 Settembre/Ottobre 2020, si è descritto l’attuale scenario di intervento (post-lockdown) e i più recenti provvedimenti di programmazione tecnica ed economica dalla pubblicazione del Decreto “Genova” (Settembre 2018) ad oggi, facendo anche riferimento a quelle che sono state le principali “cause” che - da sempre o quasi - non hanno consentito un adeguato sviluppo infrastrutturale nel nostro Paese. In questa seconda parte proseguiamo l’analisi della programmazione tecnica ed economica sino al DL “Semplificazioni” del 16 Luglio 2020 che ha introdotto importanti modificazioni. Tale seconda parte avrebbe dovuto essere la conclusione dell’articolo ma, nel frattempo, sono sopraggiunte ulteriori novità che meritano una adeguata evidenza, pertanto pubblicheremo le conclusioni proponendo la terza e ultima parte sul fascicolo n° 145 Gennaio/Febbraio 2021.
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150 MILIARDI: NEL 2018 ESISTEVA UN PICCOLO TESORO ITALIANO MAI UTILIZZATO Dalla documentazione disponibile emerge che - a pochi giorni dalla tragedia del viadotto sul Polcevera - il Ministro Giovanni Tria lanciò un allarme caduto nel vuoto: “… I soldi ci sono, ma non sono mai stati spesi”. Secondo l’allora Ministro dell’Economia, i vari Governi avevano accantonato 150 miliardi in 15 anni, già defalcati dal deficit. Di questi, per Tria 118 miliardi erano “considerabili immediatamente attivabili”, ma bloccati da procedure complesse e da una insufficiente capacità progettuale, con il risultato che, per la messa in pratica di opere di impatto minimo, dal valore di 100.000 Euro, ci vorrebbero almeno due anni, che diventano 15 per le grandi opere (sopra i 100 milioni). La conseguenza? Gran parte degli annunci riguardavano somme già stanziate ma mai utilizzate, tesoretti solo su carta, successivamente destinati ad altre finalità a seconda dell’emergenza del momento. Per fare un esempio, secondo l’ultimo Consuntivo finale del bilancio dello Stato, nel 2018 circa 6 miliardi di Euro per le infrastrutture (per la precisione, 5,7 miliardi) non sono stati spesi dall’apposito Dicastero, col risultato di venire cancellati dal bilancio. Il 28 Settembre 2018 è stato promulgato il cosiddetto Decreto “Morandi” che tra le altre cose impone il monitoraggio delle opere pubbliche prevedendo anche l’AINOP (Archivio Informatico Nazionale Opere Pubbliche) che favorisce una nuova cultura della sicurezza delle infrastrutture (esistenti e di futura realizzazione) e che presuppone sistemi di monitoraggio utili all’analisi e alla valutazione degli interventi necessari a prevenire disagi ed eventi nefasti. Il problema è complesso a causa della vulnerabilità delle opere rispetto a catastrofi sismiche o idrologiche ma anche di una serie di fattori legati al valore storico, architettonico, artistico e ambientale. Ne consegue una
6-2020 STRADE & AUTOSTRADE
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