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EDITORIALE

di Luca Barassi

Bisogno e fabbisogno

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la ricarica di un camion elettrico assorbe l’energia di circa un centinaio di abitazioni. Il conto è facile da fare: quasi tutti abbiamo appartamenti con potenze di 3 kW mentre un truck elettrico che ricaricherà con colonnine fast utilizzerà dai 200 ai 300 kW. La preoccupazione sorge spontanea quindi: al momento delle ricariche (presumibilmente quasi tutte in contemporanea) intere aree andranno in blackout!

Per Motus-E, in realtà non è così. Questo perché noi oggi pensiamo alla tecnologia a disposizione attualmente, senza considerare l’evoluzione che essa avrà da qui a quando la diffusione dei veicoli elettrici sarà massiccia. Dagli studi elaborati dall’azienda che ha come obiettivo il favorire e l’accelerare la transizione verso la mobilità elettrica, presentati in occasione degli Scania E-xperience, il parco circolante EV in Italia passerà dagli attuali 100 mila mezzi circa a quasi 6 milioni nel 2030 e il fabbisogno di elettricità di questo parco passerà da 0,22 a 13,6 TWh. Un impatto che sembra devastante letto così, ma ciò che colpisce (positivamente) è la previsione del picco di domanda, che è il dato che in teoria preoccupa di più. Ebbene oggi il picco, espresso in Gigawatt, è di 55, mentre nel 2030 la stima è di 62; quindi non molto di più dell’attuale, soprattutto se rapportato all’enorme incremento di fabbisogno.

Come è possibile? Secondo Motus-E ciò sarà dovuto agli sviluppi tecnologici come lo Smart Charging, il Vehicle to Grid e soluzioni per l’accumulo che consentiranno di gestire agevolmente eventuali picchi di consumo in alcune ore della giornata, senza rischiare nessun tipo di blackout. Saranno quindi anche i veicoli stessi, connessi alla rete, che potranno fornire flessibilità al sistema elettrico (per circa 30-40 GWh di flessibilità al 2030).

Resta, naturalmente, la preoccupazione di come questa energia sarà prodotta. Un reale effetto “zero emission”, infatti, sappiamo tutti molto bene che può essere ottenuto solo utilizzando fonti rinnovabili e non certo attraverso il ritorno al carbone, come purtroppo si sta facendo in alcuni casi in Italia. Il conflitto nell’est Europa non aiuta, naturalmente, ma la strada verso una reale decarbonizzazione deve essere percorsa con determinazione. Ricordiamoci sempre che non abbiamo un Pianeta B a disposizione. œ

Tra 15 anni si userà l’elettricità più per le auto che per la luce

Thomas Edison nel 1910

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