![](https://assets.isu.pub/document-structure/220929075658-b9040fb90c1fb1812f935b1b10e0e08b/v1/7727411db7453b2149c5fb5e7201aba0.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
3 minute read
IL DORSALE
from N.237
di Gian Paolo Pinton
siamo nella tempesta. Provo, da semplice analista, a valutare alcune situazioni che con la guerra in Ucraina sono diventate incendiarie. Primo fattore di instabilità sociale accompagnata da forti preoccupazioni e paure: rischio di default tipo Grecia. Non credo perché abbiamo 10 volte gli abitanti della Grecia, il PIL della stessa è inferiore a quello della Città di Vicenza e abbiamo in corso il P.N.R.R. che da un lato è un cappio al collo per quanto dobbiamo realizzare in termini di riforme strutturali (ben vengano) e dall’altro è un salvagente per non far affondare davvero il nostro Paese. Ma non basta. La situazione internazionale geo politica ed economica non è per niente tranquilla. Cito pareri autorevoli: per Stephen Roach, economista americano di Yale “la recessione è inevitabile. Per il motivo che non c’è nessuna delle tre grandi aree – USA, Europa, Cina che insieme fanno il 49% del PIL mondiale – in grado di fare da locomotiva. In più nessuna delle tre grandi aree è in grado di attutire il colpo dell’inflazione e dei prezzi dell’energia diventati stellari”. Per contro sentiamo cosa dice
Advertisement
Default no, recessione sì
Michael Metcalfe, capo della “macro strategy” di State Street Global Markets, con base a Londra. È uno dei pochi economisti non iscritti nel partito di quanti ritengono inevitabile e profonda la disfatta globale: “Probabilmente una recessione mondiale ci sarà ma di scarso impatto e di breve durata”. Metcalfe non parla per intuizioni: economista di Cambridge, analizza ogni giorno centinaia di grafici, statistiche, studi dei più disparati uffici di ricerca del mondo.
In Italia stiamo vivendo il più brutto periodo economico e politico del dopo guerra, senza paragonare la situazione né con gli anni del terrorismo né del Covid. Tutti i paesi europei hanno il problema dell’impennata del tutto impazzita dei prezzi del gas e a seguire dell’energia elettrica. Ma ogni Paese ha affrontato in modo diverso gli aumenti che devono sopportare Famiglie e Imprese. Noi siamo senza energia nucleare pulita, senza rigassificatori per quell’onda ecoambientalista che da anni si oppone a queste tecnologie. Alla fine del 2020 erano 14 (su 27) i paesi che avevano almeno un reattore nucleare. A fine 2020 nella UE erano presenti 122 reattori nucleari e 6 erano in costruzione. Questo la dice lunga di come siamo messi in Italia. È del tutto inutile scagliarsi contro i politici che a suo tempo si sono opposti a queste tecnologie. Non li voglio nominare, né i loro partiti. I problemi attuali li dobbiamo alla loro mancanza di vision e coraggio politico di prendere decisioni impopolari ma lungimiranti. Siamo ridotti così, dunque, per mancanza di fonti alternative e ai politici incompetenti che hanno concluso contratti di fornitura con la Russia per un ammontare di circa il 40% dei nostri fabbisogni totali (dati del 2020). Io nella vita ho fatto il manager e l’imprenditore e mi sono occupato anche di gestione di scorte e di materie prime. Sembra comodo dire adesso che non mi sarei mai legato ad un unico fornitore con un contratto pari al 40% dei consumi del nostro paese, legandoci così con una fonte energetica strategica situata in un paese del quale non è garantita la democrazia. Infatti, la storia degli ultimi 100 anni ha confermato questa tesi storica. È un paese condotto da un tiranno con i suoi oligarchi basato su una gestione antidemocratica incentrata sulla violenza e sulla paura, senza un sistema costituzionale che tuteli il popolo e senza un sistema giudiziario indipendente. Insomma l’esatto contrario dei tre principi di Montesquieu: potere legislativo, potere esecutivo e potere giudiziario del tutto separati e indipendenti. Sul piano elettorale mi auguro che tutti gli italiani che la pensano come me non siano andati a votare oppure abbiano votato scrivendo sulla scheda il nome di Draghi. Questo se non saranno state ufficialmente dimezzate le bollette prima del 25 settembre.
“America.” di Federico Rampini Ne leggerete delle belle.
![](https://assets.isu.pub/document-structure/220929075658-b9040fb90c1fb1812f935b1b10e0e08b/v1/9b8b6f2eecbed7a46ea0cf128e1a1d64.jpeg?width=720&quality=85%2C50)