Il ruolo dello speaker in una Radio universitaria, tra storia, network ed esperienze personali Partiamo da un assunto di base: io amo la Radio da quando ero adolescente, amo il microfono, amo parlare alla gente, amo trasmettere emozioni agli ascoltatori. Da ragazzo infatti ero solito studiare le materie del mio liceo e ripetere a voce alta simulando una sorta di trasmissione radiofonica tematica. Poi sono stato fortunato e questa mia grande passione è diventata il mio lavoro. In quasi 33 anni di carriera ho avuto l’opportunità di fare lo speaker e il giornalista in tante radio italiane: da Tirradio Network alla Rai, da RDS Radio Dimensione Suono a Ecoradio, passando per tante realtà locali come la mitica Radio Luna che fece parlare di sé soprattutto negli anni ‘70 e ‘80. Nel 2011 sono approdato in quelle che furono le prime avventure radiofoniche prodotte dall’Università Niccolò Cusano: Radio Manà Manà e Radio Manà Manà Sport. Due splendide realtà locali che l’8 settembre 2014 portarono alla nascita di Radio Cusano Campus. Rispetto alle altre mie tante esperienze passate, ricordo che mi approcciai a Radio Cusano Campus con un pizzico di ansia perché bisognava realizzare un prodotto che fosse accattivante ma al tempo stesso didattico. La mission era diventare il biglietto da visita dell’Ateneo che ha un nome importante come quello di Niccolò Cusano: cardinale, teologo, filosofo, umanista, giurista, matematico e astronomo tedesco. Uno dei primi sostenitori dell’umanesimo rinascimentale. Inoltre, come obiettivo ci venne chiesto di far sì che Radio Cusano Campus diventasse una ‘radio di potere’, una radio prestigiosa agli occhi,
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o per meglio dire alle orecchie, del mondo politico, economico, scientifico e accademico. All’epoca trasmettevamo in FM soltanto a Roma e nel Lazio, oggi siamo un piccolo grande network conosciuto in tutta Italia grazie alle tante notizie e ai numerosi scoop prodotti in questi 7 anni. Radio Cusano Campus è stata ed è ancora l’unica radio universitaria a trasmettere in FM; le altre radio universitarie infatti trasmettono solo sul web. C’è una bella differenza. Prima ho scritto che mi approcciai al progetto con un pizzico di ansia, frutto del fatto che mi venne affidata una trasmissione in cui avrei dovuto parlare di storia antica, medievale, moderna e contemporanea. Ma anche di storia del crimine e della criminologia. La storia, la cronaca nera e la cronaca giudiziaria, altre mie grandi passioni. Questo di fatto è da più di 7 anni il programma che curo e conduco: La Storia Oscura (in onda dal lunedì al venerdì dalle ore 16.00 alle 17.30). Oggi, per la sua unicità, un autentico punto di riferimento nel mondo dell’etere. Aspetto da non sottovalutare: c’è grande differenza tra gli speaker delle cosiddette radio di flusso, cioè le emittenti che fanno solo intrattenimento e musica, e quelli di una talk radio come Radio Cusano Campus. In entrambi i casi c’è bisogno di grande preparazione e di una cultura personale di base ma, nello specifico, la voce di una ‘radio universitaria’ deve essere molto di più. Deve saper parlare in modo fluido anche di temi difficili e delicati da trattare davanti a un microfono, deve avere una cultura vasta e soprattutto deve saper esporre certe tematiche in modo semplice e comprensivo per tutti.
Deve essere sempre aggiornato su ciò che succede nel mondo, su cosa è accaduto nella storia dell’uomo e sugli argomenti principali di cui la radio d’appartenenza si occupa. Insomma, nel caso di un’emittente universitaria, deve essere una sorta di docente ON AIR. Oggi più che mai lo speaker radiofonico in generale, ma in particolare quello di una radio universitaria, deve essere bravo a catturare il target che l’emittente si è prefissata. Tre termini esprimono quello che è necessario avere davanti a un microfono: carisma, personalità e versatilità. Bisogna poi essere bravi a tenere un preciso equilibrio tra la propria personalità e l’identità dell’emittente, punto fondamentale per la fidelizzazione dell’ascoltatore di tutte le fasce d’età. Questa figura rappresenta non solo la voce radiofonica, bensì soprattutto la fisionomia dell’emittente, per tornare al fatto che Radio Cusano Campus è diventata il biglietto da visita dell’Università Niccolò Cusano; in sintesi, deve incarnare tutte le componenti della propria azienda e della relativa linea editoriale.
Voglio chiudere con qualche consiglio per i giovani che sognano di diventare speaker radiofonici. Nessun libro o manuale può insegnarti come diventarlo, perché questo lavoro si realizza facendolo. Cioè servono tanta gavetta sul campo e tanta passione. È normale avere paura di parlare davanti a un microfono quando si comincia ma bisogna vincerla; ammetto che dopo più di 32 anni di carriera, ancora oggi anche io prima di andare in onda ho sempre la giusta tensione, quella tensione che ti fa rimanere concentrato al punto giusto. Per riuscire è fondamentale credere nelle proprie capacità, coltivarle, affinarle, studiare sempre prima l’argomento di cui parlerai in onda. E soprattutto, come nel giornalismo, non sentirsi mai arrivati. Perché c’è sempre da imparare per crescere e crescere imparando. Fabio Camillacci
Altri aspetti importanti. Il ruolo dello speaker radiofonico funge da collante per la collettività: non si ferma solo a parlare per il semplice piacere di farlo, bensì occorre che sappia trasmettere un messaggio ai suoi interlocutori, e perciò occorrerà che sia capace di attirare una platea che lo individui. In aggiunta, deve essere in grado di fornire le news, in talune occasioni spiegarle al fine di accendere un dibattito, confronto e spunti affinché rendano complice via via sempre più chi sta seguendo; deve saperle raccontare. Deve restare sempre aggiornato su ciò che accade nel mondo, e sugli argomenti principali di cui la radio si occupa. Certo, esistono le specializzazioni anche nel giornalismo e nel modo degli speaker ma sostanzialmente devi saper parlare di tutto.
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