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Intro “Björk in cuffia” di Tiziana Scaciga pag
INTRO Björk in cuffia
di Tiziana Scaciga
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“Noi vogliamo, per quel fuoco che ci arde nel cervello, tuffarci nell'abisso, Inferno o Cielo, non importa. Giù nell'Ignoto per trovarvi del nuovo.” Charles Baudelaire, I fiori del male
Ascolta una traccia di Björk. Dimmi: in quali orizzonti arrivi? E dimmi - come ti senti? Ascoltare Björk (betulla in islandese) per me, da sempre, è un po’ come ascoltare intimamente la vita in dinamica trasformazione. Il primo album l’ho scoperto a quindici anni, lo ascoltavo in cuffia. Erano gli anni di “Debut”. In copertina lei, con le mani giunte, avvolta in un colore seppia che rimanda alle sfumature del cielo quando le nuvole sono ovattate e non hanno la minima intenzione di alzarsi. Lì, appoggiate al ventre della montagna. Le nuvole. E la voce di Björk. La sua voce, in costante esplorazione ed evoluzione, estremamente femminile, sempre simile e mai identica, è ciò che ha alimentato la mia curiosità e la voglia di ascoltarla nel corso del tempo. Preferibilmente in cuffia. In Björk la motivazione biologica che spiega la riproduzione del suono oltrepassa il confine fisico, biologico orientandosi in una dimensione in cui la carne e il respiro, il pensiero e la parola lasciano emergere un immaginario collettivo (archetipo) e narrativo (biografico). E la sua voce diventa metafora di un viaggio emotivo sostanziale capace di evocare ampi orizzonti e spazi visceralmente intimi. L’estetica della sua voce rimanda ad un substrato culturale in cui la natura della vita, la natura dell’ambiente (inscindibili le radici islandesi dalla musica di Björk) tramanda storie ataviche e futuristiche, librandosi in una dimensione in cui l’aspro e il delicato, il ruvido e il morbido si uniscono in un principio di non dualità. In musica - la voce è considerata uno strumento musicale, primo e imprescindibile. Sì, se la sai esplorare. E Björk, in questo processo di esplorazione, è una speleologa, capace di rendere manifesti suoni sommersi e di curare le sfumature vocali in modo microscopico, unendo precisione esecutiva alla capacità di esprimere emozioni dense. La sua voce, dalla versatilità istintiva, è talento naturale e racchiude studio, disciplina, ricerca, ampia sperimentazione. Fin da bambina riproduce canzoni sui tasti del pianoforte così, a orecchio, memorizzando le melodie con facilità sorprendente. In età precoce studia solfeggio, flauto e pianoforte. La sua educazione musicale è molto varia e la sua curiosità sull’argomento è senza limiti. A dodici anni è introdotta dal suo insegnante di musica all’ascolto della musica elettronica di Stockhausen. Con i Kukl, band che precede gli Sugarcubes, Björk inizia a mostrare le indicazioni di ciò che sarebbe diventato il suo caratteristico stile canoro, punteggiato da ululati - a tratti graffianti a tratti delicati - e caratterizzato da picchi improvvisi. L’artista, come un filo rosso che si dipana di album in album, fa ricorso a differenti tecniche vocali - scat singing, belting, whistle register - che intreccia come ordito e trama in modo sapiente e imprevedibile. Lo scat singing (nato nella musica jazz con l'imitazione vocale di strumenti musicali tramite la riproduzione di fraseggi simili a quelli strumentali) prevede la sostituzione del testo con sillabe improvvisate con puro valore sonoro. In Björk - non immaginiamoci lo scat singing di “One Note Samba” di Ella Fitzgerald - teniamo in considerazione che stiamo parlando di un’artista che dalla realtà che osserva ne rielabora una sua traccia personale, singolare, caratteriz-
zando la tecnica appresa con sfumature eclettiche, espressive della sua personalità musicale poliedrica. In “Gling Gló” (album che raccoglie brani jazz famosi e lavori originali) emerge il virtuosismo canoro in cui i fonemi o le sillabe sostituiscono le parole per costruire improvvisazioni ritmico melodiche. E, volendo fare un passo in avanti, lo scat singing penso sia stato per Björk humus fertile nella creazione e/o approfondimento dei suoi inconfondibili e sinuosi vocalizzi che caratterizzano praticamente ogni suo brano - costanti come un mantra per un buddista. Il belting (risuonare e rimbombare) - è una tecnica di canto, sviluppatasi prima dei microfoni, che consente di generare ed emettere un suono molto potente e di grande intensità drammatica. Il meccanismo che sta alla base è quello di indirizzare il suono, ben in pressione, verso l’alto, facendolo risuonare il più possibile nelle zone delle cavità nasali - ad esempio in “All Is Full Of Love”, “Pluto” , “Oceania”. Il whistle register (registro di fischio) è una tecnica vocale che permette di raggiungere il range tonale più acuto dell'estensione umana (“It’s All So Quiet”, “Big Time Sensuality”, “Human Behavior”, “So Broken”, “Who Is It ?” ...). Un altro aspetto di imprescindibile importanza nella musica di Björk è la lingua (per i linguisti code choice, ovvero la scelta del codice). La sua prima lingua è l’islandese. La seconda è l’inglese, studiato dalle scuole elementari, e, nella realtà dei fatti, lo metterà in pratica realmente con le prime tournée in giro per il mondo con i Kukl e gli Sugarcubes. La prima lingua corrisponde all’identità e la seconda lingua (così come per molti artisti non madrelingua inglesi) delinea la necessità di esprimersi e raccontarsi attraverso un codice che risulta essere comune denominatore internazionale. Seguendo le osservazioni di Jón Friðrik Jónatansson emerse nella tesi ‘Björk Guðmundsdóttir - A Phonological, Phonetic and Sociolinguistic approach’ - l’uso delle due lingue in Björk assume un senso del compromesso tra l’abbandono alla natura selvatica e l’inseguimento del futuro - come dire, da un lato l’islandese / radici / valore simbolico afferente: Natura /Ambiente, e l’inglese / apertura al mondo / valore simbolico afferente: tecnologia-progresso. Ed è interessante notare, più facilmente catturabile nelle interviste rilasciate in inglese, come l’artista decida o meno di enfatizzare il suo accento islandese attraverso la modulazione dell’intensità della pronuncia di alcuni fonemi (glottal stop): come la r, la p, la k - volendo rimarcare la sua appartenenza. Sicuramente evocativa anche la sua capacità di creare, dal punto di vista linguistico, una sua cosmogonia personale, alternando negli album l’uso delle due lingue, creando nuove parole (Vulnicura) o suoni che sembrano arrivare da una terra non ben identificata (Öll Birtan). La tessitura della sua voce - ovvero quell'intervallo di note in cui si canta più agevolmente, senza sforzo e con agio rientra nella categoria vocale del soprano, con estensione vocale da Mi3 a Si6. In sostanza, è una viaggiatrice di differenti registri vocali con un timbro singolare dalle ampie potenzialità espressive. La cantante islandese adatta il contenuto del racconto alla voce e viceversa, rivolgendosi all’ascoltatore in modo delicato o dirompente, provocatorio o riservato - frenetico o estremamente lento - alternando emissioni eteree o materiche. E la voce diventa espediente per esprimere traumi, segreti (attraverso suoni più gutturali) o sensualità, dolcezza, amore (tratteggiando sussurri calmi). Björk non cerca conferme, ma esprime modi di essere e di stare. Nel 2010, in riconoscimento della "sua musica e i suoi testi profondamente personali, i suoi accurati arrangiamenti e la sua voce unica" le viene assegnato il Polar Music Prize dall'Accademia Reale di Musica Svedese. Emblematico, in termini di ricerca vocale, è l’album “Medulla”. Björk dichiara, durante una intervista a Alex Ross per la rivista New Yorker “Voglio stare lontana dagli strumenti e dall’elettronica, voglio vedere cosa si riesce a ricavare dall’intero spettro emotivo della voce umana: una voce sola, un coro, voci impostate, voci pop, voci folk, voci strane. Non soltanto melodie ma qualsiasi rumore venga prodotto da una gola”. Un album in cui sollecita ed amplifica una riflessione di natura shakespeariana: quanti personaggi possono vivere ed essere rivelati nella stessa voce e nella stessa persona? Seppur non sia sempre semplice seguirla (e ascoltarla) sicuramente vale la pena conoscerla per quel fuoco che arde nella sua ricerca artistica. ti.
Bibliografia audiofollia.it/bjork knikitashina.wixsite.com regoon.com/artist/bjork storiadellamusica.it
Baptiste Mondino Photo by Jean