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“Il dolore nella voce di Billie Eilish” di Michele Griggi pag
di Michele Griggi
Tutto ha inizio da una voce, la voce di una ragazzina di 13 anni che assieme al fratello si diverte a comporre canzoni in cameretta e a registrarle, la loro prima canzone a circolare in rete, ma ce n’era stata già una precedentemente, poi fatta sparire perché considerata “veramente brutta” dalla ragazzina, è “Ocean Eyes”, che come si usa dire oggi, diventa virale su youtube e procura alla ragazza, Billie, la possibilità di incidere musica e pubblicare i primi singoli, tutto questo succede nel 2016, ed è l’inizio della popolarità di Billie Eilish. In realtà Billie nasce ballerina, prima dei 12 anni la sua passione è ballare, balla tutto il tempo, lo sogna per il suo futuro, interrompe solo dopo un grave infortunio che la obbliga appunto a smettere di danzare e la condiziona fisicamente, costringendola spesso a dolorose cure, a tenere concerti sotto effetto di antidolorifici, con tutori alle ginocchia e la proibizione di saltare e ballare sul palco, cosa che puntualmente disattende, perché Billie on stage è una forza della natura, salta di qua e di là senza sosta, da tutto per il suo pubblico perché se il suo pubblico sta bene, sta bene anche lei. Billie ama cantare, ama avere canzoni da cantare, ma non sopporta la fase compositiva, in questo per fortuna c’è il fratello ad aiutarla, infatti se parliamo di Billie Eilish in realtà parliamo di un duo, o di una band di quattro persone, due delle quali vanno sul palco e due restano dietro le quinte, “it’s a family affair”, perché gli O’ Connell sono un team. Billie Eilish Pirate Baird O’Connell nasce a Los Angeles nel 2001, figlia di Maggie Baird e Patrick O’Connell , la madre insegnante e sceneggiatrice, il padre operaio edile con qualche particina come attore, peraltro in film anche conosciuti come “Iron Man”, sono musicisti, dilettanti, anche i genitori e crescono i due figli, Billie e suo fratello Finneas all’insegna delle arti, Billie sa suonare ukulele e pianoforte e da autodidatta la chitarra, Finneas sa suonare un po’ di tutto, destreggiandosi benissimo tra apparecchiature elettroniche sia per suonare che per registrare. Famiglia moderna a proprio agio con telefonini e Webcam documentano la crescita dei figli e cosi vediamo, mi riferisco come fonte al bellissimo docufilm “The World’s A Little Blurry” relativo al periodo immediatamente precedente e successivo alla pubblicazione dell’album “When We All Fall Asleep Where Do We Go?” , una neonata Billie fatta danzare sulla tastiera di un pianoforte, partecipare a contest musicali con il fratello e anche tutta la famiglia al completo performare sul palco. Billie non frequenta la scuola, ma studia a casa, l’home schooling, ovvero l’istruzione domiciliare, è una pratica tutto sommato abbastanza diffusa in America, e così la ragazza ottiene il suo diploma di scuola superiore prima di avere inciso il suo primo album. Come dicevo, la prima passione di Billie è la danza, arte che si inizia già in tenera età, danza classica e moderna, è una passione, un modo di esprimersi che la coinvolge totalmente finché non deve smettere perché il suo fisico non regge. La salvezza arriva dalla musica, già presentissima nella sua vita. Il suo primo brano è “Ocean Eyes” , scritto per una coreografia e presentato al suo insegnante di danza, finirà poi in un video. I primi passi nel mondo della musica e l’attenzione procuratasi con “Ocean Eyes” valgono un contratto con l’etichetta discografica Darkroom, che fa parte della Interscope records, escono quindi il singolo “Six Feet Under” e una serie di remix di “Ocean Eyes”, “Six Feet Under” è una bella canzone melodica e romantica dove le qualità compositive del duo Billie/Finneas si sposano con i testi mai banali della ragazza che privilegia sempre accostamenti in rima, assonanze, cambi di tempo e molta ironia, “ Photo by Gianluca Moro our love is six feet under, I can’t help but wonder, if
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our grave was watered by the rain, would roses
bloom?” Una storia un po’ tarantiniana fa invece da sfondo a “Bellyhache”, una canzone scandita da una bella ritmica di chitarra, “where is my mind? Maybe is in
the gutter, where I left my lover, what an expensive fate, my V is for vendetta, thought that I’d feel better,
but now I got a bellyhache”. Nel frattempo, i singoli di Billie trovano posto nelle colonne sonore dei telefilm maggiormente seguiti dai teenagers americani e di tutto il mondo, come “Tredici” ed “Euphoria”, per “Tredici” incide il brano “Bored”, altro pezzo melodico e dolce con accelerazioni che lo rendono irresistibile e cantabile
“what makes you sure you’re all I need, forget about it, when you walked out the door and leave torn you’re teaching me to live without it”
Con il suo immediato successo in rete e il contratto discografico arrivano in primi concerti e subito si stabilisce tra Billie e i suoi sempre più numerosi fans un rapporto speciale, Billie non perde occasione di abbracciarli salu-
tarli, incontrarli, preoccuparsi per loro durante i concerti, più che interessarle il successo non sopporta l’idea di deludere chi la ascolta, non è interessata a pubblicare singoli di successo se questo significa svendere le sue idee musicali, sul palco vuole dare tutto, ama cantare, ballare e saltare continuamente, il morale le va a terra se non è in grado di dare il massimo o se pensa di non averlo dato. Fin dagli esordi prende gli spunti per le canzoni da quaderni che riempie di disegni e idee per i testi, che poi discute con il fratello, mentre nella di lui camera provano e registrano le canzoni. La gran parte dei primi singoli sono raccolti nell’ep “Don’t Smile At Me”, tra il giugno del 2017 e il successivo agosto Billie aggiunge un brano ogni venerdì finché poi la Interscope non pubblica tutto il progetto. “Don’t Smile At Me” non viene considerato il primo album di Billie, ma con le sue 9 canzoni, senza punti deboli, con la presenza della ormai famosissima “Ocean Eyes” e di una manciata di canzoni irresistibili destinate ad essere tra i momenti più entusiasmanti dei concerti, è considerato da chi scrive un vero e proprio album, un pezzo da avere nella propria discoteca casalinga. Spiccano in particolare “My Boy”, un pezzo molto ballabile che parla di un ragazzo poco partecipe e forse infedele “my boy my boy
my boy, don’t love me like I promised, my boy, he ain’t a
man and sure as hell ain’t honest”, “Watch”, una delle canzoni più melodiche con uno dei testi più romantici “go ahead
and watch my heart burn, with the fire that you started in
me” che viene replicata a fine disco con il titolo “&burn” e la partecipazione di un rapper, Vince Staples, ma tutte le canzoni, cosi come i singoli che non hanno trovato posto nell’ep , sono degni di nota. Un po’ tutte le prime canzoni incise da Billie riportano con grande fantasia e freschezza le tematiche d’amore tipiche della giovinezza e dell’adolescenza, con qualche momento anche più maturo, altre canzoni invece denotano una certa cultura e predilezione per generi cinematografici e letterari che definirei pulp, come ho scritto prima, “Tarantiniani” se non altro nell’atteggiamento e nell’ironia, sono comunque ancora testi abbastanza classici, non eccessivamente personali od originali, Billie scrive e canta, meglio di tanti altri, cose già scritte e cantate, aggiungendoci la freschezza e la modernità di una ragazza nata nel 2001. Va detto che oltre ai problemi fisici dati dall’aver chiesto troppo al suo fisico durante gli anni di danza, Billie soffre della sindrome di Tourette, per la quale prende farmaci e che a volte si impadronisce di lei al punto che lei stessa ne fa una sua prerogativa introducendo nei suoi video e sul palco, quando non avviene senza volerlo nella vita normale, tic e movimenti dettati da questo disturbo. Billie ha uno stile nel vestire tipico dei ragazzi della sua età , uno stile urbano con le note marche, felpe e tute in quantità , inoltre veste molto large, anche per non dare adito ai pettegolezzi sul suo corpo, consapevole di essere osservata e potenziale vittima di bodyshaming, consapevole di aver un largo seguito tra tutti quei ragazzi e ragazze che a scuola sono ai margini, non è certo un pubblico fighetto quello che per primo si è appassionato a lei, i fans della prima ora, il suo zoccolo duro. Parte del successo lo deve al fatto di saper interpretare molto bene quello che passa nella testa, nel cuore e nell’anima dei teenagers americani, il che tra l’altro spiega il suo enorme successo in patria e il fatto che in Europa non sia ancora un nome particolarmente famoso. Nel docufilm di cui dicevo prima si vede, durante una delle sue prime tournee’, la data milanese, dove inciampa, si fa male ad una caviglia, interrompe il concerto e poi lo riprende alla faccia del dolore, dirà una cosa del tipo “mi hanno detto di stare
tranquilla e di non saltare o ballare, ma so già che non obbediro’ “
Essendo nata nell’era di youtube ed a suo agio con videocamere e social media fin da piccola, è naturale che quasi ogni sua canzone sia diventata un videoclip, e ogni videoclip è un piccolo film dove le ossessioni di Billie trovano una gratificazione visiva e forse ancor più che nei testi esce fuori qualcosa di lei, dei suoi pensieri. Due appunti che mi sembrano importanti, mi riallaccio spesso, per chi fosse curioso di saperne di più o di conoscere meglio di quel che può offrire questa lettura, il personaggio Eilish, dicevo, faccio riferimento spesso al docufilm girato per la Apple e visibile sul loro canale Apple+, nel quale mi hanno colpito appunto un paio di cose, una quando spiega, parlando con sua madre che se nei suoi testi parla di cose come il pensiero del suicidio e altri temi abbastanza oscuri e depressivi, se non scrive canzoni allegre e spensierate, è perché questi pensieri ce li ha dentro, scrive quello che sente e scrivere di suicidio è anche un efficace modo di non commetterlo. L’altra cosa è relativa appunto ai video, ad un certo punto della sua carriera, quasi subito in realtà, Billie si accorge che i vari registi, anche di grande fama, dei suoi videoclip, non riescono a fare propri i suoi suggerimenti e non colgono quello che lei vorrebbe trasmettere, decide così di diventare lei stessa regista dei propri video, e così sarà. In particolare nel film si vede lei preparare con una videocamera tutta una serie di suggerimenti per il video di “Xanny”, la vediamo utilizzare la madre come comparsa e spiegare ogni movimento e inquadratura in modo pignolo e precisissimo, cose tipo “la gamba del tavolo rimane al centro dell’inquadratura tutto il tempo finché …”, a me ha fatto
pensare ad una novella Antonioni, il regista famoso per rimanere a preparare ogni singola inquadratura e movimento macchina con una precisione maniacale. Da un certo punto in avanti i video di Billie sono ricchi di effetti speciali, la vediamo bere liquidi neri che le fuoriescono dagli occhi, cadere dal cielo sotto forma di un angelo nero, vediamo sigarette spente sulla sua pelle, camice di forza, ragni che le escono dalla bocca e serpenti che la strangolato mentre canta. Nel 2018 esce il singolo “Party Favor”, brano dove suona l’ukulele e che si apre con una segreteria telefonica dove lei inizia a registrare il suo messaggio e che prosegue sotto forma di minaccia musicale verso un ragazzo che deve averle fatto qualcosa di brutto visto che lei si vendica proprio il giorno del suo compleanno “I’ll call the cops, if you don’t stop, I’ll
call your dad, and I hate to do this to you on your bir-
thday , happy birthday ,by the way”, questa canzone rimane come una delle più allegre ed è sempre presente in “Don’t Smile At Me”.
Segue il grande successo del singolo “Lovely”, con il cantante Khalid e presente nella colonna sonora di “Tredici”. Il primo vero e proprio album di Billie Eilish è “When We All Fall Asleep, Where Do We Go?”, Il cui titolo si domanda quale sarà mai il luogo in cui finiamo quando ci addormentato e dove si ambientano i nostri sogni. L’album esce nel 2018 quando l’artista ha 17 anni e già, come abbiamo visto una dozzina di canzoni di successo alle spalle. Il disco ha la particolarità di essere stato composto e inciso pressoché totalmente in cameretta, per la precisione nella cameretta del fratello Finneas, dotata di ogni mezzo di registrazione moderno e della strumentazione base per la loro musica, tastiere, microfoni, chitarre e ukulele, tutto quello che serve al duo per mettere insieme la loro miscela di elettropop e per divertirsi ad inserire nei brani brevi spezzoni parlati che introducono alcuni brani. Il disco inizia con la brevissima “!!!” dove appunto si sentono le voci di Finneas e Billie celebrare l’aver smesso di usare l’apparecchio per i denti e l’aver inciso il disco “i have taken out my invisalign and this is the album” segue risata ed è subito “Bad Guy”, un brano veloce e ritmato il cui testo gioca su questa ragazza che prende in giro un tipo il quale si crede di essere un bad guy quando forse lei lo è più di lui ed è in grado di prendersi gioco del malcapitato. Il brano “Bad Guy” ci permette di raccontare qualcosa di più di Billie e di inserire un simpatico aneddoto o anche due. Billie è , alla fine, una normale ragazza con le sue passioni, ed una sua fissa da ragazzina era il cantante pop canadese Justin Bibier, per il quale lei aveva una adorazione totale, immaginando nella sua testa di aver con lui una relazione e pensando di non potere avere nella vita reale un ragazzo poiché era già impegnata nel suo mondo immaginario con Bieber. Ovviamente il successo ha portato Billie all’attenzione di Justin, e per quanto la differenza di età e il fatto che Bieber abbia finalmente messo la testa a posto (gioca brutti scherzi avere troppo successo troppo giovani) sposando la modella Haley Baldwin, I due si sono finalmente incontrati e hanno registrato una nuova versione di “Bad Guy” con l’inserto di un freestyle di Justin. Inoltre, nel corso della tournée seguita all’uscita del disco, Eilish ha suonato al famoso festival musicale Coachella, una sorta di Woodstock per ricchi dove a quanto pare non c’è attore o modella che si rispetti che non vi partecipi. Tra gli altri a Coachella Billie incontra Katy Perry, che le presenta il fidanzato, Orlando Bloom, che lei non riconosce, che si confessa grande fan e le dice di aver scalato montagne ascoltando “Bad Guy”. Ritorniamo al disco, che prosegue con “Xanny”, brano che si riferisce alla frequentazione di persone che fanno uso di droghe quando si è convinti di non voler fare altrettanto e si sente la pressione degli amici che cercano di tirarti dentro ai loro vizi “I’m their second hand smoke, still drinking canned coke, I don’t need a Xanny to feel better”, quarto brano dell’album è “You Should See Me In A Crown”, considerato un po’ come il pezzo potenzialmente più commerciale, adatto a sfondare le classifiche, è un bel brano aggressivo e ritmato, che cresce fino al ritornello “you should see me in a crown,
I’m gonna run this nothing town, watch me make them
bow, one by one by one”, questo e altri brani appariranno
poi nella colonna sonora del telefilm “Dickinson”, trasposizione molto moderna della vita della poetessa americana Emily Dickinson. Ancor più coinvolgente è la canzone successiva, melodicamente irresistibile, persino ballabile, “All Good Girls Go To Hell” è quella del video con l’angelo nero che cade sulla terra, “all good girls go to hell, cause even God herself has
enemies, and once the water starts to rise, and heaven is out
of sight, she’ll want the devil on her team”, uno dei testi meglio scritti e più maturi della giovane Eilish, ironico e iconoclastico nel suo alludere al sesso femminile di Dio. Nella seguente “I Wish You Were Gay”, uno dei pezzi più leggeri del disco, si parla di una strana storia d’amore dove lei non riesce ad avere le attenzioni richieste dal ragazzo, che però la fa impazzire e così lei si ritrova a quasi sperare che lui abbia gusti sessuali diversi “how am I supposed to make you fell okay? When all
you do is walk the other way? I can’t tell you how much I
wish I didn’t wanna say, I just kinda wish you were gay”. Si ritorna ad atmosfere più lente e romantiche con “When The Party Is Over”, un pezzo più classico con un testo di amore sofferto “don’t you know I’m no good for you, I’ve learned to
lose, I can’t afford to, tore my shirt to stop you bleeding, but nothing ever stops you leaving, quiet when I’m coming home
and I’m on my own, I could lie, say I like it like that”. Con la successiva “8” ecco la intro con ukulele e voce bambinesca, quasi una filastrocca d’amore ritmata e piacevole, da fischiettare o canticchiare “you said don’t treat me badly, but
you said so sadly, so I did the best I could, not thinking you
would have left me gladly” la canzone si interrompe quasi di colpo e sentiamo la voce di Finneas dire qualcosa di un ballo che non ha fatto mai e affermare come fosse una cosa importantissima che “c’è un sacco di gente la fuori che ha bisogno di sapere come si balla lo scarn” e ci troviamo proiettati in “My Strange Addiction”, uno dei brani più coinvolgenti del disco, con un intermezzo ad un certo punto con le solite voci, di Finneas e probabilmente dei genitori di Billie che discutono a proposito di un qualche film, il ritmo è travolgente e ci sono dei cambi di tempo e momenti tra il rappato e il parlato, con un bel ritornello “bad bad news, one of us is gonna lose, I’m the powder you are the fuse, just add some friction”, nella successiva “Bury A Friend”, una ritmica ipnotica che fa da base ad un altro dei pezzi forti dell’album abbiamo uno dei testi più interessanti del disco dove il tema è la morte degli amici e il desiderio di morte, di suicidio, che assieme alla depressione ed al bisogno di ascolto, al punto di andare in analisi, è qualcosa di sempre più presente nella vita degli adolescenti 2k, oltre che contenere nel testo il titolo dell’album e quindi interrogarsi sull aldilà , su dove andiamo quando non siamo coscienti, quando dormiamo o forse anche, quando moriamo, “today
I’m thinking about the things that are deadly, the way I’m
drinking you down like I wanna drown, like I wanna end me” , per molti versi la canzone migliore e più rappresentativa dellarte di Billie, neanche diciottenne. Anche in questo brano trovano posto delle parti rappate e una sorta di cantilena mentre il ritmo si fa più veloce, è inoltre in pezzi come questo che si sente più forte il contributo creativo e il talento di produttore del fratello Finneas, indispensabile braccio destro di Billie. Terminata “Bury A Friend” parte un’altra canzone dal ritmo irresistibile con una bella melodia, che parte piano per velocizzarsi, anche qui torna il tema della morte e del sogno, il testo è triste e la musica fa venire voglia di ballare “the world is
a little blurry, or maybe it’s my eyes, the friend I have had to bury, they keep me up at night, said I couldn’t love someone, cause I might break, If you’re gonna die, not by mistake, so where did you go? I should know, but it’s
cold, and I don’t wanna be lonely” canta in “Ilomilo”. Il disco si avvia alla conclusione e c’è ancora tempo per tre brani lenti e malinconici, in “Listen Before I Go” si parla di una separazione e le parole sono così tristi che non si capisce se sia una ragazza che sta lasciando il proprio innamorato o se si stia ancora parlando di suicidio, in questo ricorda un po’ “Asleep” degli Smiths, ma più triste ancora “if
you need me, wanna see me, you better hurry, I’m leaving soon, sorry can’t save me now, sorry I don’t know
how, sorry there’s no way out, but down”, la canzone termina con il suono di una sirena, forse l’ambulanza che accorre per la protagonista della canzone. Una canzone d’amore molto intensa, dove esce fuori ancora meglio che nelle altre la bravura come cantante di Billie è “I love you”, dove ci sono vari crescendo con un sottofondo musicale minimo, chitarra e poco altro, “maybe we should just try,
to tell ourselves a good lie, I didn’t mean to make you
cry, baby won’t you take it back?” Un effetto vocale che fa riverberare la voce di Billie contraddistingue il brano che fa da commiato al disco, intitolato “Goodbye”, è anche questo triste e come altre volte riprende parole già usate in altre canzoni del disco, anzi pare riassumere il disco, il brano è molto corto e si spegne quasi all’improvviso, come se le energie fossero finite. L’edizione in CD dell’album contiene tre pezzi in più, il primo è “When I Was Older”, ispirato dalla visione del film “Roma”, il film diretto da Alfonso Cuaron che narra le vicende di una famiglia messicana negli anni 70, ambientato a Città del Messico, nel quartiere Colonia Roma, è un pezzo elettronico e lento con voce effettuata e un testo molto sognante che ad un certo punto si velocizza e diventa molto intenso, anche qui una parte è rappata e il duo Billie Finneas, lei alla voce lui alla strumentazione e produzione da prova di
una evoluzione musicale molto promettente appena iniziata “youd sympathize with the bad guys, I’m still a
victim in my own right, but I’m the villain in my own
eyes, yeah”. La seconda bonus track è “Bitches Broken Heart”, ancora pop elettronico, con un bel ritornello molto dolce, un pezzo lievemente jazzato (opinione mia)
“you can pretend you don’t miss me (me) you can pretend you don’t care, all you wanna do is kiss me, oh
what a shame I’m not there”. Ultima bonus è “Everything I Wanted”, molto bella con una melodia elettronica e soft che sostiene il cantato quasi sussurrato di Billie e sfocia in qualcosa di ballabile, va detto che molte canzoni di Eilish si prestano a dei remixes da discoteca così come paiono perfette per colonne sonore, entrambe le cose spesso puntualmente avvenute, “i had
a dream, I got everything I wanted, but when I woke up, I see you with me, and you say as long I am here,
no one can hurt you”. Il successo del disco è travolgente e Billie inizia a suonare davanti a platee sempre più grandi ed entusiaste, ma senza perdere di vista il suo legame con i fans, insomma, scherzando un po’ resta umile. Billie e Finneas vincono un botto di Grammy Awards, gli Oscar della musica, quanto meno della musica pop e vengono scelti per comporre e registrare, lo faranno durante la turne, il brano guida del nuovo film di 007, brano e canzone si intitolano “No Time To Die”, al cinema non è ancora uscito causa covid. La canzone “No Time To Die” segue perfettamente la tradizione delle canzoni utilizzate per trainare questa saga fatta di spie, sparatorie e belle donne delle quali James Bond si innamora nello spazio di un film e avanti la prossima al successivo. Nel suo incedere molto coinvolgente con un ritornello facilmente memorizzabile e una orchestrazione degna di Sanremo, è si un pezzo che si discosta dalla normale produzione di Billie, ma è al contempo un magistrale pezzo pop, molto ma molto godibile, il testo parla di una ragazza che capisce di essersi innamorata della persona sbagliata, ma reagisce “was it obvious to
everybody else ? that I’d fallen for a lie, you were never on my side, fool me once, fool me twice,are you death or paradise? Now you’ll never see me cry, there’s just no time to die”
Con il successo arrivano prima le attenzioni della stampa ma anche dei fans, degli haters e degli impiccioni di varia natura, Billie si ritrova a doversi difendere da body shaming e pettegolezzi, nonché dalle critiche di una parte del suo pubblico per aver sostenuto Biden nella sua corsa alla presidenza. E, come per tutti noi, arriva anche il covid e con esso la quarantena, il lockdown, è tra le mura domestiche, spostando l’azione dalla cameretta di Finneas allo scantinato dove nasce uno vero e proprio studio di registrazione, che fratello e sorella si rinchiudono e progettano le loro nuove canzoni, la prima ad uscire è “My Future”, accompagnata da un cartone animato dove Billie viene in contatto con la natura del mondo, è una canzone lieve che diviene solo un poco più veloce nel finale, una canzone che getta lo sguardo oltre il lockdown e nella quale Billie si dichiara innamorata del proprio futuro. Nell’estate del 2020 esce “Therefore I am” che nel testo fa propria la massima cogito ergo sum , penso dunque sono, è un brano molto più ritmato e coinvolgente con l’ennesimo ritornello irresistibile, ritornano anche le parti rappate. Il testo è molto interessante, Eilish se la prende con tutti gli haters, siano essi giornalisti o scocciatori o millantatori che si fanno pubblicità usando il suo nome, il video, alla faccia del bodyshaming (è grassa o magra? Sta bene o sta male?) è girato in un centro commerciale deserto, dove una Billie vestita oversize gira indisturbata arraffando ogni sorta di junk food possibile e scappando fuori alla fine, ridendosela di quelli che vorrebbero renderle difficile la vita “I’m not your friend, or anything
damn, you think you are the man, I think therefore I am”.
È di questi giorni, Aprile 2021 mentre scrivo, l’annuncio della uscita in luglio del nuovo album di Billie che si dovrebbe intitolare “Happier Than Ever”, mentre esce un nuovo, per me bellissimo singolo intitolato “Your Power”. La musica è dolcissima, si apre con una chitarra che sostiene e accompagna il cantato di Billie, una bella base ritmica e una bellissima intensità, Finneas si conferma un talento nel costruire armonie e melodie attorno alla bellissima voce della sorella, ma soprattutto è molto bravo come produttore e chissà quando verrà ingaggiato da qualche altra star che non sia sua sorella, certo i due appaiono indivisibili. Però in “Your Power” quel che più conta è il testo, una riflessione molto toccante sui pericoli dell’abuso di potere, argomento in primissimo piano da qualche anno a partire dalle vicende del me too, nonché del movimento black lives matter e cancel culture, “she said you were a hero, you played the part, but
you ruined her in a year, don’t act like it was hard, and you swear you didn’t know…she was sleeping in your clothes, but now she’s got to get to class, how dare you?”
Billie ha dichiarato che senza il lockdown non ci sarebbe questo disco, come a sottolineare che le nostre vite sono state molto influenzate da questo ultimo anno, che forse, mentre sembra che stiamo piano piano uscendo dall’incubo, ci sta per regalare un altro gioiello, non mi sento di scomodare la parola capolavoro, in ogni caso queste prime canzoni, primi tasselli del nuovo album indicano una grande maturità nei testi e confermano le capacità compositive del duo dei fratelli O’Connell, considerando quanto Billie ama cantare e quanto poco scrivere canzoni, non speravo di avere notizie di un LP tanto presto, sono felicissimo di essere stato smentito. Prima dei saluti, una ultima bonus track, è sempre di questi tempi l’uscita di un duetto, una canzone in perfetto stile Eilish, un pop elettronico delicato e melodico nel quale divide le parti vocali con la cantante Rosalia, il pezzo è quasi tutto cantato, anche da Billie, in spagnolo e si intitola “Lo Vas A Olvidar”, che significa Lo dimenticherai. That’s all folks, spero di avervi fatto venire voglia di ascoltare Billie Eilish.