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di Lewis Tollani pag

TRIP-HOP ovvero il Bristol Sound che invade il mondo con l’aiuto delle ragazze

di Lewis Tollani

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Per il trentennale dell’uscita di “Blue Lines” dei Massive Attack, non potevamo ignorare il cosiddetto genere Trip-Hop. Genere che Bjork ha preso a braccetto all’inizio della sua carriera solista e che, fra i pezzi che lo caratterizzano, ne ha un buon numero interpretato da donne.

La cittadina portuale di Bristol, nel sud-ovest della Gran Bretagna, si è sviluppata ed evoluta fin dai primissimi anni del 1700 come uno dei porti principali di collegamento per le rotte navali transoceaniche, soprattutto Canada e Stati Uniti, con la ditta armatrice Britstol City Line a farla da padrone. Questo continuo scambio con il "Nuovo Mondo" subisce un brusco arresto nei primi anni '70 del secolo scorso, ma ormai la città è un autentico "melting pot" umano e culturale, secondo solo a quello della capitale Londra; e quindi "il dado era ormai tratto" e il miscuglio multicolore di influenze musicali è la base per la nascita di una nuova fusione di generi, apparentemente inconciliabili fra loro, ed il propulsore per portare la cittadina alla ribalta mondiale. Il nucleo che genera tutto questo risponde al nome di “Wild Bunch”, una sorta di posse dedicata alle arti tipiche dell'hip hop americano, “writing” (la leggenda metropolitana Bansky fa la sue prime apparizioni nella cittadina e si narra sia proprio di Bristol, alcuni si spingono anche ad identificarlo con Robert Del Naja, deus ex-machina del “Wild Bunch” prima e dei Massive Attack poi), “djing” completamente fuori dal comune, che frullano funk, house, r&b, reggae, dub, rap, elettronica, jazzy in un miscuglio mai sentito prima (ed il soundsystem del “Wild Bunch” presto si prende la leadership della scena cittadina), “rapping” con gli MC che declamano liriche infuocate, come nelle strade di New York facevano i pionieri dell'hip hop nei primi anni '70, ma a Bristol aggiun-

“Wild Bunch”

gono anche il “toasting”, cantilene e soprattutto vocalizzi, sussurri e melodie di matrice wave e post-punk rendendo il tutto ancor più incredibile. Anche in questo campo, presto il “Wild Bunch” inizia a risplendere di una luce particolarmente abbagliante, tanto forte da riuscire a mettere in ombra tutti gli altri collettivi... certo se al tuo interno puoi vantare dei fuoriclasse come, il suddetto Del Naja a.k.a 3D, Tricky Kid, Nellie Hopper, Daddy G, Dj Milo e Mushroom tutto risulta più "facile". Fra il 1983 ed il 1989 il collettivo sale alla ribalta cittadina e pian piano comincia a diffondere il proprio verbo in tutta la nazione, ma i rapporti fra i vari membri sono sempre più tesi, difficili, sia per quanto riguarda la gestione quotidiana di un numero esteso di persone, che soprattutto per la convivenza di personalità fortissime che iniziano ad avere idee diverse nella direzione artisti-

ca del gruppo. Al momento dello scioglimento "ufficiale" 3D, Daddy G e Mushroom avevano già formato un nuovo progetto, chiamato Massive Attack, con Tricky Kid (ora divenuto grande e quindi solo Tricky) che andava e veniva a suo piacimento (come aveva sempre fatto anche prima nel “Wild Bunch”). La storia (della musica ma non solo) prende, a questo punto, decisamente un'altra direzione, partorendo ufficialmente il cosiddetto Bristol Sound. Nel 1991 i Massive Attack pubblicano il loro disco di esordio "Blue Lines" e grazie al traino del singolo "Unfinished Sympathy" con la splendida voce di Shara Nelson (ottima cantante soul ed r&b, già famosa nel cir-

Massive Attack

cuito underground londinese, con la sua voce calda e morbida) il brano diviene presto un successo planetario, prodotto dall'amico e sodale Nellie Hopper ed è una vera e propria ventata di aria nuova tanto che anche i media dedicati se ne accorgono, "il disco più elegante, letale ed urbano mai sentito" scriveva Dele Fadele sulle colonne del NME ed Andrew Harrison gli faceva eco su Secret definendolo "Un disco che trascende ogni confine. Il termine "trip-hop" vede la luce solamente qualche anno dopo, nel numero di giugno del 1994 del magazine Mixmag, nel quale il giornalista Andy Pemberton descrive in questo modo il mix "In/Flux" dell'artista americano Dj Shadow, un vero e proprio "taglia e cuci" di breaks, bassi pulsanti, litanie di spoken words, rumori bizzarri e beats rallentati "che danno all'ascoltatore l'impressione di essere in un trip musicale" aggiunge Pemberton; e da quel momento il termine che definisce un genere viene applicato istantaneamente ai Massive Attack che di lì a poco pubblicano il loro secondo lavoro su lunga distanza "Protection". Nello stesso anno esce anche il disco di esordio dei Portishead, "Dummy" per cui il genere viene subito esteso a tutta la musica della città, che presto si prende prepotentemente la ribalta nazionale, prima, ed internazionale poi. I Porti-

shead si formano attorno alle figure del produttore e dj Geoff Barrow, del chitarrista Adrian Utley e soprattutto della cantante Beth Gibbons, dotata di uno stile molto particolare, molte volte accostato a quello di Billie Holiday, anche se lei molto spesso ha dichiarato Nina Simone, Edith Piaf e Bono fra le sue maggiori influenze/ispirazioni, nonché Liz Fraser dei Cocteau Twins. Simultaneamente si sviluppano altre realtà in tutta la Gran Bretagna, come l'etichetta Mo'Wax di James Lavelle (che nel proprio rooster ha proprio quel Dj Shadow "responsabile" della nascita del termine) o la Ninja Tunes di Matt Black e Jonathan Moore che vanta artisti come Funki Porcini, The Herbalaiser e Dj Wadim, entrambe realtà londinesi famosissime nel sottosuolo della "club-culture" cittadina, ma che presto diverranno anche loro fenomeni internazionali. Millenovecentonovantacinque l'anno della svolta, definitiva. Tricky Kid diventa grande e prende coscienza di se, elimina il ragazzino dal suo nome, si stacca definitivamente dal cordone ombelicale del “Wild Bunch” (la collaborazione in "Karmacoma" dei Massive Attack dell'anno prima resta uno dei punti più alti del genere, a mio avviso, che nasce, narra sempre la leggenda, da una serata al centro sociale Forte Prenestino di Roma durante la festa del raccolto "Karmacoma, what? Jamaica a Roma") e rilascia il suo debutto "Maxinquaye" dove tenta di esorcizzare tutti i suoi demoni (il titolo nasce dalla fusione de nome e del cognome della madre Maxine Quaye, morta suicida), con l'aiuto del produttore Howie B (Madonna, U2, Soul II Soul, Björk, Siouxie And The Banshees, Santana, fra gli altri) e della

compagna Martina Topley-Bird, che con la sua voce riesce a mitigare gli incubi sonori di Tricky, ascoltare la sola "Hell Is Around The Corner" per credere... anche se penso che tutti l'abbiano sentita almeno una volta nella pubblicità di un noto marchio di lavatrici, fatto che da solo testimonia la diffusione del Bristol Sound nel mondo, qui non solo prettamente musicale. Sempre nello stesso anno, ma a Londra, esordisce un’altra band destinata da subito a diventare una vera superstar del genere, formata qualche tempo prima dai fratelli Paul e Ross Godfrey e dalla cantante funk/soul Skye Edwards che propongono una miscela meno spigolosa di quella proveniente da Bristol, con una maggiore venatura “pop”… “Who Can You Trust?” dei Morcheeba, trascinata dal singolo “Trigger Hippie”, è un successo clamoroso, tanto da guadagnare il disco d’oro in patria e quello di platino in una nazione “ostica” per certe sonorità, come l’Italia. Fuori dall'asse Bristol-Londra prontamente si sviluppano

Martina e Tricky

Portishead

una sacco di nuove realtà e molte già esistenti virano artisticamente verso la "next big thing", nel 1993 Björk si immerge totalmente nella "scena" e con il suo albun "Debut" strizza l'occhiolino alle nuove sonorità inglesi, grazie anche (o soprattutto) alla produzione di quel Nellee Hopper che chiusa l'esperienza “Wild Bunch” si era trasferito a Londra ed aveva fondato e costruito il proprio studio di registrazione, alzando ancora di più il livello con i successivi "Post" (1995) e "Homogenic" (1997) entrambi con la produzione/ collaborazione di Tricky e Howie B, artista e produttore scozzese

Howie B. e Björk che ha scandagliato gran parte della musica elettronica degli anni '90, da protagonista. I Portishead, dopo il folgorante esordio, nel '97 licenziano il loro omonimo secondo album ed estendono ancora di più la loro popolarità a livello mondiale, superando anche quella dei "pionieri" Massive Attack, immortalata perfettamente nel disco live "Roseland NYC City" dell'anno successivo, registrato durante l'esibizione dal vivo alla Roseland Ballroom della "Grande Mela" con la New York Philarmonic Orchestra di "supporto". Ma la magia sembra ormai al tramonto, sempre nel 1998 i Massive Attack realizzano il vero capolavoro del trip-hop (a mio, ma non soltanto mio, parere) che è "Mezzanine", ma come dicevamo la magia primigenia legata al dancefloor, all'hip hop delle origini, all'elettronica da ballo (house) non c'è più, la cupezza dei brani, l'oscurità dell'intero lavoro (a partire dalla grafica) lasciano presagire un nuovo millennio molto più cupo ed inquietante alle porte (e non hanno proprio sbagliato le previsioni), il brano traino del disco è quella "Teardrop" con la splendida voce “materna” di Elizabeth Fraser dei Cocteau Twins a farla da padrone (voce che ritorna più volte all’interno dell’album), dove quel senso di inquietudine tipico delle composizioni della band viene ammorbidito dalla melodia rassicurante della Fraser, ma anche brani più "aperti" come "Man Next Door" (cover del brano dei Paragons del 1968) ed interpretata dalla superstar londinese del reggae Horace Andy risulta carica delle peggiori angosce di fine millennio, ben rappresentate dal secondo disco solista di Tricky, intitolato proprio "Pre-Millennium Tension" di due anni precedente a "Mezzanine".

"There is a man that live next door In my neighborhood In my neighborhood And he gets me down"

Ma oltre a Shara Nelson, Beth Gibbons (imperdibile “Out Of Season con l’ex Talk Talk Paul Webb), Martina Topley-Bird e Shirley “Skie” Edwards tante altre ragazze hanno dato voce e caratterizzato il genere, alcune sono presenti nei dischi riportati qui sotto, Roisin Murphy dei Moloko, Nina Miranda dei Smoke City, Kelli Dayton degli Sneaker Pimps, Martha Schwendener dei Bowery Electric, Roya Arab degli Archive, Liesje Sadonius degli Hooverphonic e Alison Goldfrapp della band omonima. Senza dimenticare Lou Rhodes dei Lamb, Siobahn de Marè dei Mono, Roba ElEssawy degli Attica Blues, Anita Jarrett unica donna del terzetto vocale che caratterizza il disco dei Pressure Drop “Elusive”, cantato con Martin Finley e Constantine Weir dei Galliano, Leila collaboratrice di Bjork e sorella di Roya Arab, Alice Temple e chissà chi mi dimentico ancora. La menzione finale però la debbo al capolavoro “Nearly God” che è un parto di Tricky, che esce nel Febbraio del ‘96 e vede la collaborazione vocale, fra le donne di Björk, Neneh Cherry, Alison Moyet, Martina Topley-Bird e Cath Coffey.

Lewis Tollani

10 DISCHI "ALTRI" PER UNA MIGLIORE COMPRENSIONE MOLOKO - Do You Like My Tight Sweater? (Echo, 1995) SMITH & MIGHTY - Bass Is Maternal (More Rockers, 1995) ARCHIVE - Londinium (Island records, 1996) SNEAKER PIMPS - Becoming X (Virgin, 1997) SMOKE CITY - Flying Away (Sony, 1997) MORCHEEBA - Big Calm (China, 1998) GROOVE ARMADA - Vertigo (Pepper, 1999) BOVERY ELECTRIC - Lushlife (Beggars Banquet, 2000) HOOVERPHONIC - The Magnificent Tree (Sony, 2000) GOLDFRAPP - Felt Mountain (Mute, 2001)

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