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Anna Vita Manigrasso Assotir
Anna Vita Manigrasso
Assotir
Durante il periodo più buio del lockdown le aziende e gli autisti non hanno mollato un attimo, nonostante le mille diffi coltà da affrontare: tutti i giorni, di ogni tipo. Una dimostrazione di attaccamento al lavoro, di passione, di senso civico, di responsabilità. E pensare che, all’inizio, erano state addirittura chiuse le aree di servizio situate lungo le autostrade con gli autotrasportatori impossibilitati ad avere la minima forma di ristoro: un’area attrezzata, un bagno, un pasto caldo. Ma si è andati avanti, tutti hanno saputo tenere duro senza arrendersi. Rischiando pure. Nessuno, per esempio, si è rifi utato di andare nelle zone più calde, penso ad alcune province della Lombardia. Non è stato semplice. Ma oggi possiamo dirlo: per le imprese, per il settore è stato un motivo di grande orgoglio di fronte a tutto il Paese costretto ad affrontare un passaggio durissimo.
Ora però, con il trascorrere delle settimane, le conseguenze economiche si fanno sentire nella loro drammaticità. Nel corso dell’emergenza infatti le aziende hanno garantito i servizi senza poter contare sui carichi di rientro attraverso i quali ammortizzare i costi fi ssi. Si è quindi lavorato sottocosto, sostanzialmente in perdita. A questo vanno aggiunti i mancati pagamenti dei servizi, da tempo una piaga per il settore, aggravata dal fatto che alcuni committenti non erano realmente in grado di farlo mentre altri invece hanno usato la situazione pretestuosamente per non rispettare gli impegni. Sta di fatto che gli effetti sono stati disastrosi per le aziende rimaste senza liquidità, ridotte quasi sul lastrico. Per questo motivo è sempre più urgente una norma che regoli tassativamente i tempi di pagamento. La ministra De Micheli lo sa bene e si è attivata.
Altrettanto fondamentale è arrivare al più presto alla ridefi nizione dei costi di riferimento. Le aziende di autotrasporto hanno assoluta
mente bisogno di un punto di riferimento al quale agganciare le tariffe di base. Purtroppo oggi le imprese non hanno potere contrattuale, il prezzo è fatto solo dai committenti e spesso si tratta di valori che non coprono i costi sostenuti per garantire i servizi. O ti adegui, o perdi il lavoro. Questa purtroppo è diventata la regola, ma così non può più andare.
Nei vari decreti varati in questi mesi il Governo ha inserito l’autotrasporto tra i settori benefi ciari degli interventi di sostegno, come per esempio la cassa integrazione in deroga o la possibilità di ottenere prestiti agevolati dagli istituti di credito. Un fatto positivo, indubbiamente. Il problema è che alla norma talvolta non sono seguiti i fatti concreti, cioè è mancata la fase dell’applicazione e quindi i benefi ci non si sono materializzati. In genere perché, ancora una volta, la macchina burocratica si è inceppata vanifi cando il sostegno. E purtroppo per le aziende è stato un motivo di ulteriore, grave disagio.
Per il settore dell’autotrasporto il futuro è indubbiamente incerto. Va detto, va ribadito: già prima dell’inizio dell’emergenza sanitaria il settore arrancava e così quello che è successo in questi mesi non è stato altro che un ulteriore colpo inferto a un sistema sofferente. Ma sono convinta che, con grande volontà e impegno, si potrà uscire dal tunnel e guardare di nuovo avanti. Ammesso si arrivi a un impianto normativo chiaro a difesa e a sostegno delle imprese. Ripeto: tempi di pagamento certi e costi di riferimento. Partiamo, in fretta, da qui. Nell’interesse delle aziende, nell’interesse di tutto il Paese.