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Patrizio Ricci FIT A-CNA
Patrizio Ricci
FITA-CNAFITA-
Durante il lockdown il mondo dell’autotrasporto ha garantito un serDurante il lockdown il mondo dell’autotrasporto ha garantito un servizio essenziale per il Paese: in quel periodo ha operato il 35-40% delle imprese, spesso senza riuscire a coprire i costi, in generale in condizioni molto diffi cili. Pensiamo ai viaggi di ritorno senza carichi su e giù per la penisola, ai sacrifi ci degli autisti e delle aziende. E questo, mi pare, è stato ben percepito dall’opinione pubblica, abbiamo ricevuto importanti attestazioni di stima, di noi ha parlato addirittura il Papa. Certamente ci sono state, e tuttora persistono, grosse differenze al nostro interno. Alcune fi liere, quella alimentare e farmaceutica, non si sono mai fermate, altre si sono rimesse in moto dopo il fermo, altre ancora devono ripartire, penso a certi settori legati all’edilizia: e non dimentichiamo anche le attività che ruotano attorno al mondo della scuola.
Ritengo che il Governo abbia adottato i provvedimenti giusti, penso alla sospensione di alcuni pagamenti, ai contributi concessi a fondo perduto. L’Albo Nazionale degli Autotrasportatori ha agito con tempestività accelerando i rimborsi dei pedaggi autostradali, bene ha fatto il Ministero a sospendere i divieti domenicali sulle autostrade. Certo ora occorre spingere verso altri obiettivi importanti per dare fi ato alle aziende. In primis, la questione dei tempi di pagamento per garantire liquidità alle imprese, fi nalmente ci stiamo arrivando. Come, dopo tanto tempo, si vanno ridefi nendo i costi indicativi di riferimento. È una questione centrale. E attenzione. Non può essere inteso come un semplice fatto economico. Di mezzo ci sono due concetti fondamentali. Da una parte la sicurezza e la qualità dei servizi, dall’altra la legalità. È inutile girarci attorno. Anche verso il nostro settore, tanto più in questo momento, si allungano i tentacoli delle organizzazioni mafi ose. Se un’azienda può proporre tariffe completamente fuori mercato, evidentemente c’è qualcosa che non torna, che bisogna andare a vedere….
Sui fondi a sostegno dell’intermodalità, in particolare sul Marebonus, deve cambiare il meccanismo che assegna gli incentivi agli armatori: invece devono arrivare direttamente agli autotrasportatori. E poi si faccia in fretta ad autorizzare le offi cine private ad eseguire le revisioni dei mezzi pesanti. Oggi circolano veicoli che da un anno non sono stati sottoposti a revisione perché le Motorizzazioni non sono in grado di garantire i tempi prestabiliti. È assurdo, pericoloso. Vale il discorso di prima: in ballo c’è la sicurezza. E la sicurezza non può essere “derogata”.
Cosa ci ha insegnato questa emergenza e come è destinata a cambiare il nostro mondo? Ritengo che la lezione da imparare in fretta riguardi la necessità, ormai non più derogabile, di eliminare tutti quei lacci normativi e burocratici del tutto inutili che in questi anni hanno stretto l’intero settore della logistica, compromettendone lo sviluppo. Per esempio, oggi nei porti e negli interporti vengono applicate regole vecchie e assurde. Contemporaneamente occorre investire in politiche infrastrutturali. Ma, più in generale, deve cambiare la mentalità da parte di certi committenti e di certe aziende che mirano esclusivamente a tenere basse le tariffe senza pensare a favorire l’innovazione, la qualità dei servizi. Si abbia il coraggio e la responsabilità di guardare un po’ più avanti e non badare solo alla mera convenienza immediata. Proprio questo è il momento giusto per promuovere tutti insieme un sistema logistico fl uido, effi ciente a sostegno dell’interesse dell’intero Paese. Facciamo un gioco di squadra.