questo, potrebbero essere affrontate e risolte anche in fretta. Mi riferisco alla certezza dei tempi di pagamento; peraltro già esistono norme in tal senso ma prive di efficacia quindi, di fatto inutili. E poi occorre rispristinare i valori di riferimento per stabilire i costi minimi. Questa lunga e pesantissima emergenza ha dimostrato che la struttura di molte nostre aziende è fragile, si è rivelata del tutto impreparata a reggere uno choc di questo genere, per quanto del tutto imprevedibile, roba che si credeva solo nei film di fantascienza. E sulla base di quanto avvenuto, il settore dovrebbe imparare la lezione. Le imprese devono crescere in qualità ed efficienza e quindi anche in termini dimensionali. Il nostro lavoro non può più essere inteso attraverso vecchi schemi, cioè qualcosa di semplice, tradizionale. Francamente ritengo non sia più il tempo di elemosinare risorse, magari per fare pagare meno imposte, penso per esempio al riconoscimento delle spese non documentate. È una logica da abbandonare, bisogna smettere di difendere posizioni ormai superate. Piuttosto le risorse devono essere indirizzate alla crescita delle aziende, per favorire la loro capacità di competere all’interno di scenari sempre più ampi e complessi, nei quali tecnologia e digitalizzazione fanno, e faranno, sempre più la differenza. In questo ambito, già nell’ultimo miglio si sono fatti importanti passi avanti, penso alla geolocalizzazione delle consegne. C’è un mondo che va avanti da poter e dover esplorare. Anche noi guardiamo avanti.
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