Voci - Numero 3 Anno 2 - Amnesty International in Sicilia

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Biblioteca - EDU

AMALI E L’ALBERO Recensione di Daniela Conte

“Nella valle tutti sapevano dell’Albero senza foglie né radici. Con il tronco nodoso, rami lunghi e spogli come dita tese a graffiare il cielo. Vagava nelle notti scure, piangendo lente lacrime di resina, alla ricerca delle radici perdute” Così inizia il racconto scritto da Chiara Lorenzoni, un testo poetico, pieno di atmosfere lievi che incorniciano una storia attualissima. La storia di Amali, una ragazza che non ha dimenticato le sue radici e si trova in un luogo dove è riuscita a recuperare la propria vita, e la storia dell’Albero in cerca delle sue radici e di una terra dove farle nuovamente attecchire. Proprio la personificazione dell’Albero, figura cara alle più note fiabe della nostra infanzia, sembra quasi assimilare in sé la storia di Amali, in un percorso simbolico, costellato di incontri suggestivi, atmosfere incerte, in cui i pensieri e le parole della ragazza si intrecciano con le azioni e i desideri dell’Albero. La storia si dipana tra edifici di città, paesaggi notturni, ambienti marini e innevati, quasi a disegnare un viaggio nella natura incontaminata e antropica, in cui è chiara l’assonanza tra i due protagonisti, due solitudini che si incontrano e si ritrovano nella comune condizione di migranti in terra straniera. Sarà proprio la ragazza a dare risposte all’Albero, a spiegare come ogni luogo può essere e deve diventare “casa”.

Le illustrazioni di Paolo Domeniconi incorniciano gli eventi, ne danno una prospettiva concreta e fantastica allo stesso tempo, basti pensare alla scena dell’Albero che, proteso con i suoi lunghi rami ossuti verso Amali, sembra quasi proteggerla con la sua umbratile e incombente presenza sugli edifici, sul cielo carico di neve, sulla notte silenziosa e sola, mentre tutti gli altri, spinti da pregiudizi e false leggende metropolitane, hanno paura di lui e dei suoi lamenti carichi di richieste inattese. È l’incontro di due solitudini in cerca di radici e desiderose di accoglienza in luoghi sconosciuti: c’è la nostalgia di casa – “Ho perso le mie radici e non so qual è il mio posto”….dice l’Albero piangendo…. La ripetizione anaforica “Nel paese di prima”, nelle parole e nei pensieri di Amali, rievoca il senso di nostalgia per una casa ormai perduta, in cui i luoghi affettivi sono diventati solo ricordi del passato. Basta girare pagina, però, per immergersi in una nuova realtà e cambia anche lo sfondo: Amali sembra ritrovare istantaneamente, nel dialogo diretto con l’Albero, le parole di conforto che le aveva rivolto suo padre - “Guarda il cielo…. Il cielo è uno solo e abbraccia tutti i posti e tutti i paesi del mondo”…. In qualunque luogo noi siamo, sembra dire, la nostra nuova casa è sotto un cielo di stelle.

Testi di Chiara Lorenzoni Illustrazioni di Paolo Domeniconi EDT - Giralangolo, Torino, 2016 Età di lettura: dai 6 anni Pagine: 28

Voci - LUGLIO 2016 N. 3 / A.2

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