Voci - Numero 2 Anno 3 - Amnesty International in Sicilia

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Responsabilità d'impresa

LE PERIFERIE ITALIANE E IL RUOLO DELLE IMPRESE NEL RECUPERO DEL DEGRADO di Marta D’Alia di relazione. 2 Qualunque progetto di riqualificazione contemporaneo non può limitarsi alla riqualificazione fisica dei luoghi, ma deve puntare a mettere in atto meccanismi che introducano nuove funzioni ed attività in relazione tra loro, cosicché attraverso le identità che compongono una determinata zona urbana si possano creare attività culturali e sociali di forte impatto e opportunità economiche per i residenti.

La teoria urbanistica e antropologica che si è affermata negli ultimi anni afferma che ci sia bisogno di ripensare le periferie delle città. Il tema è stato oggetto di studi del Gruppo di Lavoro istituito presso il Senato, voluto da Renzo Piano, con l’obiettivo di ripensare al ruolo che queste zone della città rivestono nonostante la discriminazione sociale, culturale ed economica di cui sono vittime. Alla fine degli anni ’70, quando il problema principale era la riqualificazione dei centri storici italiani, si svilupparono delle esperienze proficue per il risanamento di questi con la nascita dei “Laboratori di Quartiere” ideati da Renzo Piano e con il sostegno dell’UNESCO, in favore del restauro, del recupero conservativo e della manutenzione dei centri storici. L’idea fu di coinvolgere gli abitanti dei centri storici in un processo partecipato di riqualificazione delle zone urbane. Questo fu possibile grazie all’adozione di tecnologie innovative di restauro e recupero degli immobili che non essendo molto invasive e traumatiche, permisero la convivenza tra i due interessi: da un lato, la permanenza degli abitanti nelle zone coinvolte e dall’altro, gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria necessari. Successivamente, si susseguirono altre esperienze di questo tipo, in cui con questo metodo della mediazione tra i due interessi coinvolti, si elaborarono prassi di interventi di riqualificazione che non fossero solo incentrati sugli aspetti architettonici ma anche sociali e urbani. Ai giorni nostri, la teoria prevalente per il recupero delle periferie prevede che queste debbano essere “rammendate” 1, o addirittura che sia l’idea stessa di periferia a dover essere cancellata a vantaggio di un approccio che ricollochi al cuore della città non uno spazio geografico ma l’uomo e le sue pratiche  1  -  Renzo Piano

Voci - APRILE 2017 N. 2 / A.3

In questo contesto, una branca della teoria urbanistica sostiene che le aziende private debbano avere un ruolo attivo nel recuperare e vivificare i contesti urbani disagiati. Le aziende e le istituzioni imprenditoriali del nostro paese, infatti, ognuna con il loro know-how e le proprie competenze, hanno la responsabilità di organizzare le attività per diffondere e trasferire il sapere. In questo processo di recupero urbano e sociale delle periferie, le fondazioni che mirano alla diffusione della cultura dovrebbero assumere un ruolo fondamentale nel trainare questa rinascita. In passato, attività di questo tipo sono già state realizzate, per esempio l’adozione a Bari nel 1986 da parte dell’Impresa Dioguardi della scuola Lombardi situata in una zona disagiata della città, o la sponsorizzazione del restauro del Colosseo da parte di Tod’s Spa degli ultimi anni. In un contesto in cui le tecnologie digitali hanno invaso tutti i settori economici e culturali, le imprese di media, di tecnologie digitali e di informatica sono forse quelle più adatte a rivestire il ruolo di imprese per la città. Se i rappresentanti del sapere e della cultura hanno l’obbligo morale di impegnarsi in questo processo di recupero delle periferie del nostro paese, la classe politica ha l’obbligo di favorire questo processo in un rapporto di complementarietà, attraverso una de-burocratizzazione delle azioni. L’obiettivo è importante: il contrasto del degrado materiale e urbano strettamente legato ad degrado sociale e culturale. Senza una presa di coscienza del ruolo che le imprese devono avere in questa lotta, non ci potrà essere innovazione e non ci potranno essere nuove opportunità per i giovani. Marta D’Alia Esperta di Diritto Internazionale Umanitario. Assistente giuridico nella promozione degli investimenti di imprese italiane nell’Africa dell’Ovest

2  -  Franco La Cecla, Contro l’Urbanistica, Einaudi, 2016

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