Poste Italiane s.p.a. -spedizione in a.p. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art.1, comma 1 DCB Torino.
Numero speciale 2007
D.A.ITALIA - IL PERIODICO DELLA DISTRIBUZIONE AUTOMATICA
www.daitalia.it
Numero Speciale EUROvending 2007
ph. A. Lottero
Anteprima Madrid: Tupinamba – Hausbrandt Novità nel Vending: VendingMiser – Brita Intervista a: Cross Border – Panino Center – Perfetti – Pronto Coffee EurOps 2007
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EDITORIALE
Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi... Siamo anche noi tra gli operatori del mondo del vending rimasti molto stupiti della sorpresa che AIDI (Associazione Industrie Dolciarie Italiane) ha voluto inserire quest’anno nell’uovo di Pasqua. Anche se molte aziende associate all’AIDI fanno parte da anni di Confida e conoscono molto bene tutto il lungo lavoro svolto dall’associazione del vending per dare una corretta informazione sulle tematiche legate all’obesità infantile, proprio in occasione delle feste pasquali, hanno anticipato alla stampa il loro impegno a non commercializzare prodotti dolciari tramite distributori automatici nelle scuole elementari e medie inferiori. Il paradosso è che tutti sono pienamente consapevoli che se il nobile scopo da perseguire era quello di non rendere disponibili alimenti fuori controllo a bambini in età scolare, allora l’azione intrapresa ha un effetto pari a zero. I distributori “incriminati” sono lo 0,00x percento del parco macchine installato e personalmente non ho alcuna notizia che ci sia un solo distributore in una scuola elementare o media inferiore, in luoghi non presidiati dal corpo docente o dai bidelli. Oltretutto non spetta certamente ai produttori il ruolo di distribuire all’utente finale il prodotto. Le aziende dolciarie si limitano a vendere il loro prodotto alle imprese di gestione e non si riesce a capire con quali strumenti intendano stabilire dove specificatamente le “merendine” verranno posizionate. Se però l’effetto pratico dell’operazione vale 0, l’effetto mediatico vale 100. La rassegna stampa dell’iniziativa è ridondante di giudizi positivi, che esaltano ed elogiano il grande senso di responsabilità e la sensibilità dimostrata dalle aziende dolciarie per risolvere il problema dell’obesità infantile. Non sta certamente a noi giudicare i tentativi delle varie lobbies di difendersi dai rischi potenziali presenti nel loro mercato e di impostare delle strategie comunicative che mettano nella migliore luce possibile determinati gruppi di aziende agli occhi dell’opinione pubblica. Semplicemente è poco corretto farlo a discapito di un altro settore che, non solo non è responsabile di questo problema, ma che sta da anni combattendo questa battaglia e che ha al proprio interno anche le numerose aziende contemporaneamente iscritte all’AIDI. Queste aziende non si possono non rendere conto che è inevitabile che nell’opinione pubblica un’uscita di questo tipo riproponga l’equazione obesità infantile/vending, che ha purtroppo creato grandi danni nei mercati di tutto il mondo e che è stata combattuta in ogni modo dalla nostra Associazione. Insomma non è molto bello sedersi a Natale al nostro tavolo e a Pasqua scendere in campo contro il vending, anche perché probabilmente c’era tutto il tempo per un confronto che poteva risultare utile ad entrambe le parti. Anche quest’anno D.A. Italia ha deciso di organizzare un torneo di calcio dedicato alle aziende del Vending. Dopo il grande successo della Vending Champions League, che ha avuto il suo atto finale durante Venditalia 2006, otto squadre si contenderanno l’ambita D.A. Italia 7CUP, il trofeo che premierà la vincente di un Torneo di calcio a sette. L’attesissima finale è prevista in ottobre, in concomitanza con l’appuntamento fieristico SIC-HOST. Alessandro Fontana
Numero Speciale sommario 3
EDITORIALE Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi...
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EUROvending 2007 - ANTEPRIMA MADRID Hausbrandt e Tupinamba alla ricerca dell’espresso perfetto
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I L M E R C AT O D E L V E N D I N G – P R O D U T T O R I Panino Center consolida la sua posizione nel canale vending
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I L M E R C AT O D E L V E N D I N G – G E S T O R I Il progetto globale di Prontocoffee: un servizio attento, completo e sicuro
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CROSS BORDER – MERGERS & ACQUISITION Il ruolo dell’advisor nelle operazioni di finanza straordinaria
34 Numero Speciale Supplemento al Numero 18 – Marzo - Aprile - 2007 Direttore Responsabile Renzo Gabriel Bonizzi Condirettore Alessandro Fontana Ha collaborato Orsola Mallozzi Progetto grafico Andrea Lottero Foto Alizia Lottero Stampa Diffusioni Grafiche Spa D.A.Italia – Il periodico della distribuzione automatica Pubblicazione iscritta al Tribunale di Milano, numero di registrazione 177 del 22 marzo 2004 Iscrizione al R.O.C.: 11412 Periodicità: bimestrale Editore: ART&WORKS Srl Via Garian 49 - 20146 Milano - P.IVA 04234310961 Tel +39 02 48958566 Fax +39 02 36521641 Ufficio commerciale: commerciale@daitalia.it Web: www.daitalia.it Posta elettronica: info@daitalia.it Abbonamenti: abbonamenti@daitalia.it Pubblicità inferiore al 45% La riproduzione totale o parziale delle illustrazioni e degli articoli pubblicati su D.A. Italia è permessa solo se autorizzata dalla Direzione. La Direzione non assume responsabilità per le opinioni espresse dagli autori dei testi redazionali e pubblicitari.
LE NOVITÀ NEL VENDING VendingMiser e PlugMiser: due sistemi per il risparmio energetico MEI ad EUROvending 2007 festeggia il primo anno dal cambio di proprietà BRITA AquaAroma CREMA
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D . A . I TA L I A 7 C U P Al via il secondo Torneo di calcio delle aziende del Vending
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MONDO ASSOCIAZIONE Confida prende posizione nei confronti dell’iniziativa dell’AIDI
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E VA N E W S DAREA joins the EVA EUROPS© 2007 -Si è svolta ad Atene la terza Conferenza paneuropea dei gestori
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AMBIENTE E SICUREZZA Il trattamento e il recupero dei materiali elettrici ed elettronici di fine vita (RAEE)
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A P P U N TA M E N T O I N F I E R A Eu´Vend 2007: la prima edizione del “Premio delle innovazioni per il vending” Tutti gli appuntamenti fieristici del 2007
N.B.
L'intervista con Perfetti Van Melle (presente nel sommario di copertina) sarà pubblicata nel prossimo numero di D.A. Italia
Anteprima Madrid EUROVending2007 Hausbrandt e Tupinamba alla ricerca dell’espresso perfetto Hausbrandt e Tupinamba, due delle più prestigiose Torrefazioni europee, entrambe fondate alla fine del 1800, si sono unite in un importante progetto che si svilupperà nel mercato spagnolo. Queste due storiche realtà del mondo del caffè hanno perseguito per anni lo stesso grande obiettivo, quello della qualità senza compromessi e della ricerca continua nell’eccellenza del prodotto e non è un caso che siano tra le poche torrefazioni con un marchio molto forte e conosciuto, a non essere mai entrate nella grande distribuzione e di essersi sempre concentrati principalmente nel segmento dell’Ho.Re.Ca. Oggi Tupinamba ha deciso di entrare anche nel segmento OCS e di trasmettere tutti i valori acquisiti in oltre un secolo di storia attraverso un prodotto di altissima qualità. Grazie ad un importante accordo con Hausbrandt, che fornirà il suo sistema “Hausbrandt Espresso” (con una chiave appositamente studiata per il mercato spagnolo), le due torrefazioni saranno in grado di presentare in anteprima questo progetto alla Fiera di Madrid. D.A. Italia ha ottenuto la notizia in esclusiva e, per conoscere più nei dettagli questa operazione, ha intervistato Toni Riera (Tupinamba) e Martino Zanetti (Hausbrandt).
Intervista a Toni Riera - Tupinamba Tupinamba è una delle più antiche Torrefazioni spagnole. Quando è stata fondata? Tupinamba è stata fondata a Barcellona nel 1897, in un periodo storico in cui il caffè consumato al di fuori della casa era un’assoluta novità. Siamo stati i primi a introdurre una miscela dei migliori caffè, di differenti origini in un contenitore personalizzato con il nostro marchio, quando ancora il caffè si vendeva sfuso. Oggi, dopo più di cento anni, Tupinamba continua ad essere una marca pioniere nel settore dell’Ho.Re.Ca, per i suoi avanzati sistemi di controllo di qualità e per la creazione di caffè porzionato (con alcune caratteristiche in grado D.A.ITALIA 6
di andare incontro alle nuove abitudini di consumo). La vostra filosofia è sempre stata molto chiara e identificata nel motto: “La Calidad y no la Cantidad, nos diferencia”. La filosofia di Tupinamba è stata, e sarà sempre: "La Qualità e non la Quantità". La costante ricerca dall'eccellenza è la prima garanzia che niente venga lasciato al caso, il nostro sistema dieci su dieci è la garanzia di tutto il processo. L'obiettivo non è la quantità, bensì la qualità e tutta l'impresa è fortemente orientata all’obiettivo finale e cioè che il consumatore goda di un Espresso Perfetto.
Questo significa non preoccuparsi di vendere chili di caffè bensì impegnarsi per offrire un caffè espresso di assoluto valore e quindi di occuparsi di tutto quello che deve essere fatto per raggiungere lo scopo: selezione delle origini, prodotto pulito dai residui, miscele sempre uniformi, tostatura a fuoco lento e senza cambiamenti di temperatura, confezionatura ottimale in modo che mantenga l'aroma di caffè appena tostato e distribuzione rapida ed efficace. Tupinamba è da sempre uno dei marchi di caffè più conosciuti in Catalogna. Siete presenti in tutto il mercato spagnolo?
Inizialmente la distribuzione del nostro caffè si è limitata alla Catalogna e alle Baleari, per poi ampliarsi al resto della Spagna e al Portogallo. Oggi siamo presenti in tutta la penisola iberica, sempre a fianco degli operatori che consideriamo degli autentici partner e che appoggiamo costantemente tramite formazione, assistenza tecnica e un’idonea gamma di prodotti. Più di cento anni di esperienza ci permettono di seguire un processo tradizionale, ma perfezionato con i più avanzati sistemi informatici e di garantire che le nostre miscele siano sempre perfette e con i più alti standard di qualità. Questa filosofia ci ha permesso di
Anteprima Madrid EUROVending2007 arrivare a distribuire prodotti di alta gamma, come Top Quality e Millenium (100% arabica), il Naturale Delicatessen e, più recentemente l'ampia gamma di Infusioni e di caffè porzionato in capsule. Come siete arrivati ad un accordo con una torrefazione italiana? Quando abbiamo deciso di approcciare il segmento OCS, ci siamo resi conto che per perseguire i nostri obiettivi di qualità avevamo bisogno di un partner forte e che condividesse con noi i principali obiettivi strategici.
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Volevamo trovare un altro operatore che avesse una storia simile a noi e che seguisse la nostra stessa filosofia di business e dobbiamo dire che sotto tutti i punti di vista l’accordo con Hausbrandt soddisfa a pieno tutte le nostre aspettative. Hausbrandt è come noi una torrefazione storica che vanta più di un secolo di vita. Si è sempre distinta nel mondo dell’Ho.Re.Ca. per essere un marchio alla continua ricerca dell’eccellenza. È un marchio italiano (la patria del caffè espresso) e può portare un ulteriore valore aggiunto per il raggiungimento del nostro obiettivo: l’espresso perfetto.
Presenterete il progetto a Madrid? Saremo presenti ad EuroVending 2007 e in quella sede presenteremo l’intero progetto. Hausbrandt in questi ultimi anni ha maturato una grande esperienza nel settore OCS, tramite il suo innovativo sistema chiuso “Hausbrandt Espresso”. L’accordo prevede che distribuiremo per tutto il mercato spagnolo una versione a chiave della loro macchina e che usufruiremo della loro tecnologia per la realizzazione delle cialde con l’ormai conosciuta e rivoluzionaria metodologia di estrazione del prodotto.
Quali sono i vostri obiettivi strategici nel segmento OCS? Puntiamo a diventare il punto di riferimento nel segmento di alta qualità nel mercato OCS spagnolo. Saremo in grado di offrire un sistema realmente chiuso e che consentirà a tutti gli operatori di investire in questo progetto con tranquillità, senza la preoccupazione di trovarsi poco tutelati sul fronte dei prodotti cloni. La grande esperienza e la storia maturata da entrambe le Torrefazioni sarà la prima garanzia di un prodotto di eccellenza e di un servizio di prima qualità.
Presentación Preliminar Madrid EUROVending2007 Hausbrandt y Tupinamba en búsqueda del café exprés perfecto Hausbrandt y Tupinamba, dos de las más prestigiosas empresas tostadoras europeas, ambas fundadas a fines del siglo XIX, se han unido en un importante proyecto que se desarrollará en el mercado español. Estas dos históricas realidades del mundo del café han perseguido durante años el mismo gran objetivo: la calidad sin compromisos y la búsqueda constante de la excelencia del producto. No es casualidad que estén entre las pocas empresas tostadoras que poseen una marca muy fuerte y conocida, y que nunca hayan entrado en la gran distribución, concentrándose siempre principalmente en el segmento Ho.Re.Ca. Hoy, Tupinamba ha decidido ingresar al segmento OCS y transmitir todos los valores adquiridos en más de un siglo de historia a través de un producto de altísima calidad. Gracias a un importante acuerdo con Hausbrandt, que proporcionará su sistema “Hausbrandt Espresso” (con una llave especialmente estudiada para el mercado español), las dos empresas tostadoras estarán prontas para la presentación preliminar de este proyecto en la Feria de Madrid. D.A. Italia obtuvo la noticia en exclusividad y, para conocer más detalladamente esta operación, entrevistó a Toni Riera (Tupinamba) y Martino Zanetti (Hausbrandt).
Entrervista a Toni Riera - Tupinamba Tupinamba es uno de las más antiguos empresas tostadoras españolas. ¿Cuándo ha sido fundada? Tupinamba ha sido fundada en Barcelona en 1897, en un período histórico en el que tomar café fuera de la casa era una absoluta novedad. Fuimos los primeros que introdujimos una mezcla de los mejores cafés, de diferentes orígenes, en un contenedor personalizado con nuestra marca, cuando el café aún se vendía a granel. Hoy, después de más de cien años, Tupinamba continúa siendo una marca pionera en el sector Ho.Re.Ca, por sus avanzados sistemas de control de calidad y la creación de un café monodosis
(con algunas características estudiadas para satisfacer los nuevos hábitos de consumo). Su filosofía siempre fue muy clara e identificada con el lema: “La Calidad y no la Cantidad, nos diferencia”. La filosofía de Tupinamba fue y será siempre: "La Calidad y no la Cantidad". La constante búsqueda de la excelencia es la primera garantía de que nada es dejado al azar, nuestro sistema diez en diez es la garantía de todo el proceso. El objetivo no es la cantidad sino la calidad, toda la empresa está absolutamente orientada hacia el objetivo final, o sea, que el consumidor goce de un café exprés per-
fecto. Esto significa no preocuparse por vender kilos de café sino esforzarse para ofrecer un café exprés de valor absoluto y, por lo tanto, ocuparse de todo lo que es necesario para alcanzar la meta: selección de los orígenes, producto libre de residuos, mezclas siempre uniformes, tostadura a fuego lento y sin cambios de temperatura, envasado optimizado para mantener el aroma del café recién tostado, distribución rápida y eficaz. Tupinamba desde siempre es una de las marcas de café más conocidas de Cataluña. ¿Están presentes en todo el mercado español?
Inicialmente, la distribución de nuestro café se limitaba a Cataluña y las Baleares, después se amplió al resto de España y Portugal. Hoy estamos presentes en toda la península ibérica, siempre junto a los operadores, que consideramos auténticos socios y que apoyamos constantemente mediante formación, asistencia técnica y una idónea gama de productos. Más de cien años de experiencia nos permiten realizar un proceso tradicional -aunque perfeccionado con los más avanzados sistemas informáticos- y garantizar que nuestras mezclas sean siempre perfectas, con los más altos estándares de calidad. Esta filosofía nos permitió llegar a D.A.ITALIA 9
Presentación Preliminar Madrid EUROVending2007 distribuir productos de alta gama, como Top Quality y Millenium (100% arábica), el Natural Delicatessen y, más recientemente, la amplia gama de Infusiones y Café Tupinamba en cápsulas. ¿Cómo llegaron a un acuerdo con una empresa tostadora italiana? Cuando decidimos abordar el segmento OCS, descubrimos que para alcanzar nuestros objetivos de calidad necesitábamos a un socio fuerte, que compartiera con nosotros los principales objetivos estratégicos. Deseábamos encontrar otro opera-
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dor que tuviera una historia similar a la nuestra y siguiera la misma filosofía de negocios. Debemos afirmar que bajo todo punto de vista el acuerdo con Hausbrandt satisface completamente todas nuestras expectativas. Hausbrandt es como nosotros una empresa tostadora histórica que cuenta con más de un siglo de vida. Siempre se ha distinguido en el mundo de la Ho.Re.Ca. por ser una marca en búsqueda continua de la excelencia. Es una marca italiana (la cuna del café exprés) y puede aportar un ulterior valor agregado al alcance de nuestro objetivo: el café exprés perfecto.
¿Presentarán el proyecto en Madrid? Estaremos presentes en EuroVending 2007 y en esa sede vamos a presentar la totalidad del proyecto. Hausbrandt, en estos últimos años, ha madurado una gran experiencia en el sector OCS, con su innovador sistema cerrado “Hausbrandt Espresso”. El acuerdo prevé que distribuyamos, para todo el mercado español, una versión con llave de su máquina y que utilicemos su tecnología para producir las obleas con la ya conocida y revolucionaria metodología de extracción del producto.
¿Cuáles son sus objetivos estratégicos en el segmento OCS? Apuntamos a ser el punto de referencia del segmento de alta calidad en el mercado OCS español. Seremos capaces de ofrecer un sistema realmente cerrado, que permitirá a todos los operadores invertir en este proyecto con tranquilidad, sin la preocupación de no estar tutelados sobre el frente de los productos clones. La gran experiencia y la historia de ambas empresas tostadoras será la primera garantía de un producto de excelencia y un servicio de primera calidad.
Anteprima Madrid EUROVending2007
Intervista a Martino Zanetti - Hausbrandt Quali sono le ragioni strategiche che vi hanno portato all’accordo con Tupinamba? Hausbrandt Espresso è stato brevettato ormai da due anni e si sta affermando con successo in molti mercati. Sul mercato spagnolo abbiamo avuto la fortuna di incontrare una torrefazione che per storia, filosofia e strategia, inseguiva i nostri stessi obiettivi e abbiamo deciso di collaborare ad un progetto comune. Per entrambi il risultato finale del nostro lavoro è la possibilità di offrire al consumatore un prodotto di altissima qualità. Come si arriva a creare un caffè di qualità, quello che viene definito dal vostro progetto “l’espresso perfetto”? Il punto di arrivo di tutto il nostro progetto è stato raggiunto grazie ad un sistema assolutamente innovativo: Hausbrandt Espresso. D.A.ITALIA 12
Con Hausbrandt Espresso siamo riusciti a superare uno dei limiti dei sistemi tradizionali di erogazione del caffè che è sempre stato l’accumulo dei residui nei punti di contatto tra le parti metalliche del portafiltro ed il caffè. Questo comportava la possibilità che l’acqua, durante l’erogazione della bevanda, venisse a contatto con i residui di espressi precedenti, causando degli obiettivi problemi al prodotto in tazza. Nel nostro sistema invece, in ogni singola capsula è incorporato sia il contenitore del caffè che il beccuccio erogatore e questo consente di ottenere una qualità perfettamente ripetibile, non soggetta a fastidiose alterazioni di gusto. Ogni volta un espresso perfetto. Il progetto che presenterete a Madrid vedrà qualche modifica rispetto ai sistemi che vendete in altri mercati?
In Spagna entreremo con un sistema realmente chiuso e questo sarà possibile grazie ad una particolare chiave che abbiamo appositamente studiato per “blindare” ancora di più Hausbrandt Espresso. Quando avete immesso sul mercato “Hausbrandt Espresso” avevate già considerato una vostra espansione nei mercati esteri? Assolutamente sì. Anche perché ci siamo fortemente impegnati per realizzare una macchina che potesse ambire alla certificazione internazionale VDE. Il VDE Testing and Certification Istitute è una istituzione neutra e indipendente che utilizza standard elettronici e norme tecniche molto severe. Tutti i prodotti che ottengono questo marchio di certificazione hanno i più elevati standard in termini di sicurezza della macchina.
Questo importante riconoscimento internazionale dimostra quanto questo sistema sia stato concepito già in fase progettuale per affrontare tutti i mercati. Vedete la possibilità in futuro di collaborare con altri partner in altri contesti internazionali? Ovviamente non ci precludiamo nessuna strada, ma non sarà facile trovare un partner che come Tupinamba si avvicina così tanto alla nostra filosofia e alla nostra storia. Entrambe le società sono nate alla fine del 1800 ed entrambe si sono concentrate per più di un secolo sul segmento dell’alta qualità senza compromessi. Il proseguimento dell’eccellenza è l’unica strada che ci interessa e su questo argomento abbiamo trovato un partner che parla il nostro stesso linguaggio.
Martino Zanetti
Entrevista a Martino Zanetti - Hausbrandt ¿Cuáles son las razones estratégicas que han determinado este acuerdo con Tupinamba? Hausbrandt Espresso fue patentado hace ya dos años y se está afirmando con éxito en muchos mercados. En el mercado español tuvimos la suerte de encontrar una empresa tostadora que por historia, filosofía y estrategia, persigue los mismos objetivos y decidimos colaborar en un proyecto común. Para ambos, el resultado final del mismo es la posibilidad de ofrecer al consumidor un producto de altísima calidad. ¿Cómo se llega a crear un café de calidad, el que definen en su proyecto “el café exprés perfecto”? El punto de llegada de todo nuestro proyecto ha sido alcanzado gracias a un sistema absolutamente innovador: el Hausbrandt D.A.ITALIA 14
Espresso. Con Hausbrandt Espresso hemos logrado superar uno de los límites de los sistemas tradicionales de erogación de café, que siempre ha sido la acumulación de los residuos en los puntos de contacto entre las partes metálicas del portafiltro y el café. Esto comportaba la posibilidad de que el agua, durante la erogación de la bebida, entrara en contacto con los residuos de cafés precedentes, causando objetivos problemas para el producto en taza. En nuestro sistema, por el contrario, en cada cápsula está incorporado tanto el contenedor de café como el pico de erogación, lo que permite obtener una calidad perfectamente repetible, no sujeta a fastidiosas alteraciones de gusto. Cada vez un café exprés perfecto. ¿El proyecto que presentarán en Madrid muestra alguna
modificación con respecto a los sistemas que venden en otros mercados? En España entraremos con un sistema realmente cerrado y esto es posible gracias a una particular llave que hemos estudiado específicamente para “blindar” aún más el Hausbrandt Espresso. ¿Cuando introdujeron en el mercado el “Hausbrandt Espresso”, ya habían considerado su expansión en los mercados extranjeros? Absolutamente sí. También por eso nos hemos esforzado al máximo para realizar una máquina que pueda obtener la certificación internacional VDE. El VDE Testing and Certification Istitute es una institución imparcial e independiente que utiliza estándares electrónicos y normas técnicas muy severas. Todos los productos que obtienen esta certificación poseen
los más altos estándares en términos de seguridad de la máquina. Este importante reconocimiento internacional demuestra cómo este sistema ha sido concebido, ya en fase de proyecto, para afrontar todos los mercados. ¿Ven la posibilidad, en el futuro, de colaborar con otros socios en otros contextos internacionales? Obviamente no excluimos ningún camino, pero no es fácil encontrar un socio que, como Tupinamba, se acerque tanto a nuestra filosofía y nuestra historia. Ambas empresas nacieron a fines del siglo XIX y se concentraron durante más de un siglo en el segmento de la alta calidad sin compromisos. El proseguimiento de la excelencia es el único camino que nos interesa y, sobre este argumento, hemos encontrado un socio que habla nuestro mismo idioma.
IL MERCATO DEL VENDING Panino Center consolida la posizione nel canale vending
sua
[ produttori ]
+++ Panino Center è una importante realtà industriale trentina che da più di 20 anni ha costruito, con costanza e passione, una solida posizione di mercato nella produzione di panini e tramezzini. Sviluppatasi in origine nel settore dell’Ho.Re.CA e del catering, è da quattro anni impegnata anche nel settore del vending e, grazie ad un prodotto studiato appositamente per andare incontro alle esigenze della distribuzione automatica, si sta sempre più affermando anche in questo canale. Oggi Panino Center ha un modernissimo stabilimento di produzione a Lavis (in via di completamento proprio in questi giorni) in grado di garantire una produzione di ben 120mila panini al giorno. D.A. Italia si è recata presso la sede di Panino Center e ha intervistato il management dell’azienda: Berni Politzki – Amministratore, Alvise Brugnera Responsabile Commerciale e Monica Tavelli – Responsabile di Prodotto.
Alvise Brugnera
Monica Tavelli
Berni Politzki
Intervista al management di Panino Center Quando avete deciso di fondare Panino Center? Panino Center nasce, come ditta individuale, nel 1984, con l’idea di offrire ai bar un servizio basato in prevalenza sui tramezzini, visto che all’epoca non era presente sul mercato il prodotto confezionato. Vendevamo ai nostri clienti dei prodotti che avevano una durata di due giorni e le consegne erano effettuate quotidianamente. All’inizio il lavoro è stato particolarmente impegnativo perché in quegli anni i bar della nostra zona non trattavano i panini e solo in pochi era possibile trovare questa tipologia di prodotto. Abbiamo incominciato l’attività con un profilo volutamente basso e non avevamo ancora l’intenzione di farne la nostra professione, però in pochi anni ci siamo dovuti ricredere. La nostra idea funzionava e l’impegno e la passione che riuscivamo a mettere in questo lavoro incominciavano a dare i primi risultati concreti. D.A.ITALIA 16
Nel 1989 abbiamo costituito una società, abbiamo iniziato a sviluppare il prodotto e ad intraprendere una serie d’iniziative che sono poi risultate decisive per la nostra successiva crescita. Vi siete affermati subito sul mercato o siete cresciuti progressivamente? La nostra crescita è sempre stata costante e non c’è mai stato un vero e proprio salto di fatturato. Nei primi anni l’attività era svolta in modo quasi occasionale, ma da quando abbiamo iniziato a lavorare in questo settore seriamente e quindi come unico impiego, l’azienda ha iniziato a crescere a ritmi costanti e questo trend è continuato fino ad oggi. Fino al 1993 la vendita ai bar era diretta, poi ci siamo dedicati solo alla distribuzione all’ingrosso, lasciando il dettaglio a dei professionisti del settore catering. La nostra volontà è stata di non lasciare mai che l’azienda cre-
scesse più di quanto fossimo in grado di guidarla con le nostre capacità. È facile ottenere più numeri ma è altrettanto semplice perdere di vista il controllo, la qualità e tutto ciò che ne consegue. Nel 1998 abbiamo acquistato l’area dove siamo situati e abbiamo costruito la prima parte dello stabilimento, siamo andati avanti per diversi anni e poi, nel 2006, abbiamo incominciato a fabbricare la parte nuova, dove è collocato un innovativo magazzino automatico e sono previste delle sale bianche ancora più evolute di quelle di cui usufruiamo adesso. Quando avete deciso di entrare nel Vending? Il nostro ingresso in questo mercato è avvenuto più o meno quattro anni fa. Abbiamo fatto una prima importante esperienza con Dolomatic Srl, un’importante azienda di gestione del gruppo Buon Ristoro operante nelle province di Trento e Bolzano, che ha la
sede vicina al nostro stabilimento produttivo. Anche grazie al suo aiuto, abbiamo deciso di entrare in un settore per noi nuovo come quello della distribuzione automatica. Abbiamo mosso i primi passi valutando come poter realizzare dei prodotti di misura idonea alla modalità distributiva di questo settore e che quindi potessero essere inseriti senza problemi nelle vending machines. Poi abbiamo fatto molti sforzi per studiare dei prodotti che potevano essere gustati freddi e risultare al contempo graditi al consumatore. Il settore del vending è un segmento strategico per Panino Center? Il Vending è un settore che sviluppa una parte del nostro fatturato, Siamo convinti che abbia delle possibilità di crescita importanti. Nel mercato sono presenti molti prodotti ma non altrettanta qualità ed è per questo che abbiamo
Babybel & vending?
Pronto da mettere al fresco! Babybel fa il suo ingresso nel vending Da oggi è possibile portare tutta la genuinità e bontà di Babybel, il formaggio tondo fuori e buono dentro, anche nei distributori automatici grazie alla pratica confezione snack. Siete pronti per Babybel 2Go?
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IL MERCATO DEL VENDING
deciso di fornire un prodotto di alto profilo che rappresentasse il massimo che oggi si può produrre. Attuando questa politica stiamo ottenendo molte soddisfazioni. Ritenete possibile che il vending diventi un giorno il vostro canale preferenziale? Il nostro lavoro è quello di produrre panini e tramezzini nel miglior modo possibile è il mercato che deciderà quale spazio ritagliarci. Nel Vending i gestori iniziano solo ora a chiedere e apprezzare un prodotto qualitativamente valido. Nel catering invece è ormai consolidato da anni e gli operatori sono molto esigenti. Quindi è più semplice affermarsi nel vending in quanto c’è tutt’ora una caccia al prezzo nel catering ed è molto più complesso fidelizzare il cliente con la leva prezzo. Ciò non toglie che abbiamo acquiD.A.ITALIA 18
stato macchinari specifici e vogliamo continuare ad espanderci in questo mercato in quanto crediamo che la partita in futuro si giochi sul miglior rapporto qualità/prezzo. Molti prodotti che vendete nel catering non sono adatti per il Vending. Che sforzi avete compiuto per adattare la vostra gamma produttiva a questo nuovo settore? Siamo partiti dal nostro punto di forza che è produrre internamente tutto ciò che ci serve. Questo ci consente di personalizzare il prodotto e di renderlo mirato per gli obiettivi che ci siamo posti. Il nostro lavoro è quindi iniziato dal pane; avevamo bisogno di un prodotto che durasse nel tempo, che si mantenesse sempre morbido, anche dopo essere rimasto nella confezione per oltre un mese, e che per il gusto si abbinasse
bene ai nostri salumi. Siamo partiti da prodotti semplici monogusto e abbiamo ora sette diverse varietà di focaccine. Studiando bene gli ingombri abbiamo prodotto due tipologie di tramezzini un 80g e un 140g con 7 gusti. Per finire abbiamo rivoluzionato la confezione ora più accattivante rigida e con apertura facilitata per tutti i prodotti. Oggi siamo in grado di contare su 15 referenze oltre alla collaborazione con la Bel Italia per distribuire il loro prodotto “Babybel two go” in esclusiva per il canale Vending. La varietà nel vending è importante? Bisogna poter cambiare e presentare sempre delle novità? Il gestore può cambiare i prodotti esposti con una certa facilità, semplicemente alternando i gusti. Oggi gli spazi dedicati al fresco all’in-
terno delle macchine sono abbastanza ridotti, e quindi devono fatturare. Non ci sono spazi per esperimenti, Panino Center cerca di curare al massimo la qualità ottenendo in tutti i suoi prodotti uno standard molto alto, in modo tale che l’intera gamma produttiva possa ottenere un alto gradimento dai consumatori. Ritenete il vending recettivo nei confronti della qualità? La strada è obbligata in quanto nel vending, come in altri settori, non è sempre immediato per gli operatori andare alla ricerca di un prodotto di qualità, ma alla fine molte aziende virtuose si decidono a fidelizzare i propri clienti attraverso prodotti di alta qualità. Noi comunque non abbiamo mai avuto fretta di imporci sul mercato e questo ci ha sempre premiato, perché con il tempo i risultati arri-
Intervista a Panino Center
vano. Le vostre farciture sono semplici. Manterrete questa linea o incomincerete a inserire a listino dei prodotti con farciture particolari? La nostra attuale gamma produttiva risponde alle richieste del mercato attuale. Cominceremo però presto a lanciare nella focaccia dei prodotti che possono contenere anche formaggio o altri ingredienti mantenendo comunque la semplicità del prodotto. Qual è la vostra capacità produttiva? Con la nuova parte di stabilimento che entra in produzione riusciamo a superare i 120-130 mila pezzi al giorno, senza ricorrere a turni supplementari. Il nostro stabilimento è all’avanguardia dal punto di vista della capacità produttiva, ma non pen-
siamo solo a produrre e fatturare di più. Ci consideriamo un po’ una famiglia, tutto quello che è stato costruito è frutto del nostro lavoro e per questo abbiamo la passione di voler svolgere il lavoro in una determinata maniera. Realizzare 1 euro in più non è importante, se non avviene nel modo che abbiamo scelto, perché non abbiamo certo la volontà di aumentare la produzione e il fatturato a qualunque costo. La fretta di crescere è una costante di molti settori. Come mai siete decisi a seguire un’altra strada? La fretta di crescere porta troppo spesso a grossi problemi dal punto di vista industriale e finanziario. Riteniamo che lo sviluppo debba essere graduale e che si debba consolidare nel tempo. Intendiamo aggregarci a questa crescita e contiamo di farlo con la collaborazione
e i consigli dei nostri clienti. Un vostro panino per quanti giorni riesce a mantenere intatte le sue caratteristiche? Qual è la vostra shelf life? La shelf life dei nostri prodotti è di circa 50/60 giorni. Questo dato rappresenta un’ulteriore garanzia per il gestore, anche se non abbiamo clienti che ci fanno ordini ogni due mesi. Il prodotto ha una “turnazione” molto più rapida e viene normalmente riordinato ogni due settimane. Se dovesse comunque succedere che il prodotto, per qualsiasi problema, rimanga all’interno delle macchine o nei magazzini un po’ più a lungo, una shelf life alta consente ai gestori un margine di manovra molto più ampio. Come fate a garantire una vita così lunga al prodotto? Ci riusciamo grazie a molti impor-
tanti dettagli, tra cui: l’atmosfera modificata, la qualità delle materie prime e il loro utilizzo quando sono più fresche possibili. Non avendo scorte in casa, giacenza di prodotti e soprattutto curando accuratamente l’igiene nei locali di produzione, questi fattori diventano decisivi per garantire una lunga vita al prodotto finito. Il controllo di processo è un elemento a cui teniamo particolarmente. Essendo nati all’interno dell’azienda, conosciamo i macchinari molto bene, quindi sappiamo come farli lavorare, come fare la manutenzione e ne conosciamo i punti di forza e di debolezza. I panini possono essere prodotti in modo simile in altre realtà aziendali, ma la cura dei dettagli in tutte le fasi di produzione può realmente fare una grande differenza a livello di qualità del prodotto finito.
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IL MERCATO DEL VENDING Il progetto globale di Prontocoffee: un servizio attento, completo e sicuro
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[ gestori ]
Prontocoffee è un’importante gestione di distributori automatici della provincia di Bologna che, dopo anni di attività come concessionaria della Nestlé con il marchio Nespresso, ha progressivamente ampliato il suo raggio d'azione nel settore del vending. L'azienda, sempre molto attenta ai cambiamenti ed alle esigenze dei clienti, si è evoluta all'interno del concetto di servizio di caffetteria per le imprese, dando vita ad un progetto globale. Oggi la gamma di prodotti è completa e Prontocoffee è in grado di offrire ed installare distributori su misura per ogni esigenza. D.A.ITALIA si è recata presso la sede di Lippo di Calderaia (BO) dove ha visitato gli uffici e lo stabilimento di questa efficiente gestione emiliana e ha intervistato Enrico Rondoni.
Enrico Rondoni
Intervista a Enrico Rondoni - Prontocoffee Quando nasce Prontocoffee e quali sono le sue principali caratteristiche? Prontocoffee è una società indipendente, che non ha nessun legame con altre realtà del mondo del vending. In passato abbiamo avuto dei rapporti abbastanza stretti con un grande gruppo di gestione con il quale abbiamo collaborato per circa un anno, ma oggi siamo liberi da qualsiasi vincolo e operiamo da soli. L’azienda nasce nel 1992, con l’unico obiettivo di commercializzare le macchine a marchio Nespresso. Questo è stato possibile grazie all’incontro con la società Nespresso Svizzera, che era alla ricerca di un concessionario al di fuori del settore del vending che potesse crescere e ottenere dei risultati nel mercato famiglia. Oggi Nespresso cura direttamente il mercato della famiglia. Come si è evoluta la
vostra collaborazione con questo importante marchio? Le intenzioni di Nespresso, agli inizi della nostra collaborazione, erano che un concessionario si dedicasse in forma pro tempore al mercato office, per poi, dopo qualche anno, affidargli il progetto del mercato famiglia. Oggi invece questo settore viene portato avanti direttamente da loro. Questi programmi non sono stati realizzati a causa dei cambiamenti delle linee politiche avvenuti nel corso degli anni. Ci siamo trovati quindi a gestire un’azienda solo nel mercato office col marchio Nespresso, ma con politiche commerciali non proprie del vending: eravamo infatti costretti a vendere le macchine all’interno delle aziende anziché darle in comodato. Per cinque anni, dal 1992 al 1997, abbiamo curato solo lo sviluppo del marchio Nespresso e dal 1998
abbiamo iniziato ad installare i primi distributori. Questa decisione è stata presa perché le risorse generate da Nespresso non erano sufficienti a garantire la sopravvivenza dell’azienda, quindi si prospettavano due possibilità: la chiusura di quel mercato o l’apertura al vending puro. Fino al 1997 i nostri numeri erano relativamente bassi, facevamo circa 100-150 mila erogazioni e con queste quantità abbiamo considerato quasi obbligato il passaggio al vending, anche perché il nostro mercato era già focalizzato sul segmento office e ritenevamo di avere qualche possibilità di sviluppo. Per scelta avremmo voluto rimanere sul segmento OCS, però (obbligati dai numeri) siamo passati anche al vending tradizionale e questo ci ha ricompensato perché sul territorio locale, dopo due grandi gruppi di gestione, in ter-
mini di numero di battute, ci siamo noi, tutto il resto del mercato è frazionato. Siete riusciti in un mercato molto competitivo a raggiungere una dimensione più che discreta. Quante “battute” riuscite a realizzare? Oggi siamo su un consolidato di 1.100.000 battute al mese. Prontocoffee è una realtà dinamica che ha anche commesso qualche errore di gioventù e d’inesperienza e che li ha pagati, ma che ha ottime prospettive di crescita e sviluppo in tutti i mercati di riferimento. Com’è possibile riuscire ancora a svilupparsi in un’area così fortemente concorrenziale come Bologna e realizzare questi numeri? È possibile cercando di capire quello che gli altri non vogliono o D.A.ITALIA 21
IL MERCATO DEL VENDING
non sono in grado di offrire. Prontocoffee è riuscito a cogliere questo aspetto, abbiamo capito che il mercato richiedeva qualcosa di diverso e siamo stati la prima azienda che si è specializzata sul fresco. Già dal 2000 abbiamo installato una cella frigorifera all’interno della nostra struttura, abbiamo comprato il primo furgone refrigerato e le prime macchine dedicate allo sviluppo di questo mercato. I nostri principali concorrenti non si dedicavano a quest’attività e noi siamo riusciti a farne il nostro cavallo di battaglia e a presentarci sul mercato con l’importante riconoscimento di saper fornire un servizio che il resto del mercato non offriva. La catena del freddo non è così semplice da gestire ed è senz’altro costosa, ma oggi ci premia perché siamo la prima azienda distributrice nelle scuole di frutta fresca e D.A.ITALIA 22
insalate lavate a marchio DimmiDiSi. Stiamo inoltre collaborando con dei fornitori locali per il prodotto giornaliero, come ad esempio i panini freschi farciti e i prodotti di pasticceria. Non sempre la frutta e la verdura riescono a dare una corretta marginalità al gestore. Come riuscite ad ottenere dei risultati soddisfacenti in questo difficile segmento? Siamo soddisfatti dei risultati che stiamo ottenendo in questo particolare segmento, anche se la gestione è costosa. È fondamentale strutturarsi adeguatamente e, fin dall’inizio, impostare correttamente i percorsi. La nostra struttura prevede una persona dedicata solo al servizio fresco, che col suo automezzo, il suo percorso ed una scheda di controllo molto articolata ha la possibilità di consegnare un prodotto il più lontano possibile
dalla data di scadenza in alcune locazioni e di collocare i prodotti con una scadenza più breve nelle strutture che hanno una grande rotazione. Questo tipo di organizzazione ci permette di limitare al massimo i rischi di resa, che effettivamente sono molto bassi. Raggiungere questa ottimizzazione di processo è stato complesso? Ovviamente all’inizio è stato abbastanza faticoso e ci abbiamo messo un po’ per ottenere dei risultati ottimali, ma ora possiamo dimostrare che in cella non rimane quasi niente di reso. Investire in questo segmento è forse difficile e impegnativo, però d’altronde il rischio imprenditoriale consiste proprio in questo. La vostra area d’insistenza quale zone comprende? Siamo molto ben presenti sul terri-
torio locale quindi serviamo complessivamente tutta la città di Bologna e la sua provincia, arrivando poi fino a Rimini. Nel gennaio 2005 abbiamo rilevato un piccolo gestore a Forlì, dove ci siamo strutturati con tre mezzi ed un tecnico presente tutti i giorni, che ci permette così di coprire interamente quella zona. Qual è il livello d’assistenza che riuscite a garantire ai vostri clienti e come siete strutturati con i tecnici? Prontocoffee cura con particolare attenzione l'assistenza tecnica ed il pronto intervento, dalla formazione del personale, alla tempestività degli interventi. Dalle piccole automatiche ai grandi distributori, tutti gli impianti provengono dalle principali case costruttrici. Questo costituisce un'ulteriore garanzia per i clienti che usufruiscono così di apparecchiature sempre di
Intervista a Prontocoffee
ultima generazione. In un settore altamente tecnologico come quello della distribuzione automatica è di fondamentale importanza poter offrire un’assistenza costante e qualificata. Prontocoffee ha un eccellente rapporto fra tecnici e operatori (circa 1 a 3). Il tecnico è una sorta di responsabile degli operatori e il suo apporto è fondamentale. Il rapporto d’assistenza è oggi l’elemento determinante per il risparmio economico e per la visibilità sul cliente per cui abbiamo investito in una struttura che comprende: tre tecnici interni e quattro esterni, più un riscaldatore che fa sempre parte della struttura tecnica. Usate qualche software gestionale? Prontofood ha integrato Vega dal 2003. Vega non rappresenta solo un software gestionale, ma un vero
e proprio modello organizzativo per gli operatori del vending e la nostra filosofia aziendale si basa sul fatto che il nostro direttore generale all’interno dell’azienda è lui, quindi tutte le procedure vanno applicate su questo sistema gestionale che di rimando ci dà le indicazioni per come lavorare sul mercato. Quindi per noi rappresenta un modo univoco di operare e applichiamo l’impostazione e le metodologie che sono state studiate dal software. Il fatto di essere supportati da un software gestionale si è rilevato importante anche a livello di marginalità acquisita? Aumenta l’efficienza e ottimizza le risorse? L’apporto che un sistema gestionale può dare ad una impresa si riflette evidentemente anche sulla marginalità. Poi è uno stimolo quotidiano, tutti i giorni lo approfon-
diamo e cerchiamo di sfruttarlo al meglio. Il nostro lavoro è un mestiere affascinante, il bello è che abbiamo sempre sfide nuove, è un’attività non completamente pianificabile e anche il più bravo dei gestori o il più organizzato, non riesce a programmare adeguatamente la propria giornata per sé e per gli altri. Nonostante questo, anche grazie a Vega, noi riusciamo a migliorare. Con quali strategie cercate di fidelizzare i vostri clienti? Noi cerchiamo quotidianamente di far capire che non vendiamo solo il prodotto, ma anche e soprattutto un servizio. Vogliamo sempre dialogare con il nostro cliente e se siamo costretti a ritornare sui nostri passi sui prezzi, proviamo a spiegare che questa è una scelta che prendiamo solo per mantenere il rapporto di lavoro, non certo perché in precedenza non avevamo
impostato un listino corretto o volevamo approfittarne. Il costo nel vending non è un elemento determinato dai volumi, ma dal servizio. Sta al cliente valutare se per lui è più importante il prezzo o tutta quella serie di fattori che concorrono a determinare il livello di servizio. Il cliente è generalmente più sensibile al servizio o al prezzo? Crediamo che il servizio sia la parte preminente del nostro lavoro, ciò non toglie che in alcuni ambiti il prezzo faccia la differenza. È ovvio che se la valutazione verte solo sull’effetto finale del prezzo, vincerà chi offre il costo inferiore; ma poi sarà sempre il tempo che darà ragione a chi ha avuto il coraggio di fare delle scelte diverse. Servite solo uffici privati o avete anche una posizione nel D.A.ITALIA 23
Intervista a Prontocoffee
vending pubblico? Non abbiamo nessuna locazione nel vending pubblico. Avevamo un contratto con l’USL, ma poi in una nuova gara è stato decisivo il prezzo proposto da un concorrente. Le nostre scelte di mercato si basano sulla piccola e media azienda e sul servizio, non sulla grande impresa o sulle aziende pubbliche. Le numerose acquisizioni che hanno caratterizzato in questo periodo il mercato del vending, hanno in qualche modo influito sulla Prontocoffee? No, noi non siamo stati toccati da questi avvenimenti. Di acquisizioni ve ne sono state tante, sono passate di mano aziende storiche che negli anni non hanno voluto o saputo mantenere il passo con i tempi e tutto sommato hanno fatto bene a cedere, poiché il mercato è stato disposto a pagare cifre molto interessanti. Il vending comunque può consentire ancora margini di crescita per quelle gestioni (grandi o piccole) che riescono ad essere sempre più strutturate e che impostano validi programmi per lo sviluppo futuro. Solo in questa logica vi sarà spazio sia per il piccolo, per il medio e per D.A.ITALIA 24
il grande. Questo è dimostrato dal fatto che una gestione come Prontocoffee continui a crescere. Nelle varie acquisizioni ci sono dei momenti critici nel passaggio fra la nuova gestione e quella vecchia e quindi ci sono addirittura delle opportunità, per chi è in grado di coglierle. Prontocoffee è uno dei primi concessionari Nespresso in Italia? Servite tutta l’Emilia Romagna? Se consideriamo le società tuttora operanti, siamo il secondo concessionario storico di Nespresso. Prima di noi c’è soltanto una società di Roma. Inizialmente avevamo in concessione tutto il territorio dell’Emilia Romagna (incluso San Marino), poi per rispetto a Nespresso, abbiamo constatato che la zona era troppo ampia per poter dare il giusto grado di soddisfazione anche a loro e abbiamo accettato di ridurla. Sia il nord che il sud dell’Emilia sono state quindi date a due società del gruppo Argenta. Non avete mai chiesto a Nespresso di potervi occupare anche del segmento famiglia o le strategie della multinazionale svizzera in questo
mercato non coinvolgono i gestori? Nespresso è stata molto corretta fin dal primo giorno. Da quando abbiamo iniziato il rapporto di concessione, non ci hanno mai dato delle false aspettative o illusioni di sorta e ci hanno sempre comunicato che il mercato famiglia avremmo potuto gestirlo fin che non fossero arrivati a farlo direttamente loro. Ci hanno prospettato da subito quindi una data di scadenza per questo impegno e oggi non possiamo recriminare nulla. Quando questo mercato non sarà più di nicchia (e tendenzialmente ormai Nespresso famiglia ha superato questa fase) trarremo anche noi i nostri benefici. Nespresso, pur essendo un leader mondiale del caffè porzionato, ha dato l’impressione di non volere mai investire seriamente in Italia. Vi siete fatti un’idea del perché? L’Italia notoriamente è la patria del caffè ed ha un mercato OCS molto sviluppato e redditizio. Evidentemente dal punto di vista commerciale non era nei loro obiettivi. Adesso le cose stanno cambiando? Sì, sostanzialmente adesso le cose
stanno cambiando, la grande differenza di Nespresso consiste nell’essere l’unica azienda nel mercato OCS che investe tantissimo in macchine rispetto ai principali concorrenti e questo sarà probabilmente uno dei fattori vincenti per il futuro. Nel 1995 ho visto per la prima volta la linea di produzione del progetto Professional. Nespresso ha fatto un gran lavoro di ricerca e reso perfette macchine e prodotti. Nespresso ha caratteristiche particolari, che tipo di azioni intraprendete per vendere questo prodotto? Nespresso è un’azienda elegante che ha un suo mercato e il prodotto non va venduto, va argomentato, perché trasmette sensazioni, emozioni e non può essere banalizzato. Bisogna spiegare al cliente che beve un prodotto che ha caratteristiche uniche. La concessione Nespresso ha una scadenza? No, la concessione non ha una data di scadenza. Nespresso si tutela all’origine cercando sempre delle aziende che gli possano garantire dei risultati non solo in termini di vendite ma anche in termini d’immagine.
o s s e c c u s i d k c a n s lo
La linea “Chily” è composta da una varietà di snack dolci e salati, piccanti e tostati, che soddisfano anche i palati più esigenti. Il prodotto viene confezionato in lattine sottovuoto che ne mantengono il gusto e la fragranza. La veste grafica colorata ed accattivante è ideale per proporre un prodotto di successo all’interno di un distributore automatico. L’accurata selezione della materia prima e il controllo di tutte le fasi di lavorazione, dalla raccolta al confezionamento, fanno di Chily un prodotto di altissima qualità, perfetto per una pausa stuzzicante. PRO.GE.CA. Srl - Via Delle Rose, 5/A - 24040 Lallio (BG) Tel. +39 035 201488 - Fax. +39 035 203608 - www.gustosetentazioni.it - info@gustosetentazioni.it
Cross Border
Il ruolo dell’advisor nelle operazioni di finanza straordinaria
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[ mergers & acquisition ]
Cross Border è un’organizzazione indipendente di consulenza, specializzata in cessioni e acquisizioni societarie, che ha maturato una grande esperienza nel settore del vending partecipando attivamente alle più importanti transazioni degli ultimi anni (Bianchi Vending Group - Coges Spa - Gruppo Argenta - Vending System Italia). Le aziende operanti nel settore della distribuzione automatica mostrano chiaramente di essere sempre più coinvolte in operazioni di finanza straordinaria e D.A.Italia ha ritenuto molto interessante poter conoscere nei dettagli quale importante ruolo svolge in questi casi un advisor, intervistando l’Ing. Lorenzo Scaravelli -Managing Partner di Cross Border.
Lorenzo Scaravelli
Intervista all’Ing. Lorenzo Scaravelli – Cross Border Quando è stata fondata Cross Border? Cross Border è stata fondata nel 1990 ed è fra i più importanti advisor per operazioni di finanza straordinaria italiani indipendenti, specializzati nella consulenza per cessioni e acquisizioni societarie. Si avvale di un team di 27 professionisti d’estrazione finanziaria e industriale, sia nazionale che internazionale e di una rete di esperti e consulenti esterni con specifiche conoscenze settoriali, legali e fiscali che collaborano a progetti specifici. In quali campi opera e a chi si rivolge specificatamente? Opera in tutti i campi dell’industria e dei servizi, anche se in alcuni settori, tra cui senz’altro il vending, ha accumulato competenze di particolare rilievo. Il nostro obiettivo principale è quello di fornire sup-
porto e opportunità per tutti coloro che vogliono finalizzare acquisizioni, vendite di società o rami aziendali e altre operazioni straordinarie, fornendo informazioni, ricerche di settore, nomi di possibili acquirenti o venditori e assistenza legale o fiscale Cross Border si rivolge alle medie aziende private italiane ed ai gruppi multinazionali (il cosiddetto middle market). Qual è la filosofia aziendale di Cross Border? Cross Border fornisce un’assistenza completa e su misura per le esigenze del cliente. È di proprietà esclusiva dei soci operativi, non è coinvolta nella gestione di titoli o partecipazioni e, grazie alla sua totale indipendenza da banche e istituzioni finanziarie, può dedicarsi completamente all’interesse dei suoi clienti.
Cross Border ha contribuito alla fondazione di Global M&A. Qual è l’importanza di avere anche una presenza internazionale? Cross Border è uno dei membri fondatori di Global M&A, la più grande partnership internazionale di operatori indipendenti specializzati in cessioni ed acquisizioni, pertanto dispone di capacità operativa in tutto il mondo. Ogni membro di Global M&A occupa una posizione preminente nel proprio paese ed opera secondo i migliori standard internazionali: Global M&A è focalizzata sulla fascia media del mercato, rappresentato da transazioni di valori compresi fra i 10 e i 500 milioni di euro. Carlo Montenovesi (fondatore di Cross Border) è stato eletto presidente di Global M&A dal 2003 al 2005. Dal 2000 ad oggi i partner di
Global M&A hanno chiuso complessivamente più di 700 transazioni, per un valore aggregato che supera i 15 miliardi di euro. Quali servizi professionali offre un advisor come Cross Border? Cross Border offre a imprenditori, azionisti, manager e investitori finanziari un servizio di assistenza completa per: cessioni, acquisizioni e fusioni, management buy-out e buy-in e ricerca di partner finanziari. Nel caso di una cessione che ruolo svolgete? Cross Border identifica il percorso di dismissione più appropriato per gli obiettivi e le necessità dei clienti e si occupa di individuare i clienti potenziali, ottimizzando il prezzo e le condizioni di cessione. Normalmente si parte dalla definizione di una strategia negoziale, in D.A.ITALIA 29
Intervista a Cross Border
base alle esigenze e alle aspettative degli azionisti, poi si passa all’analisi delle alternative possibili per la cessione e all’individuazione della modalità più appropriata. È nostro compito redigere un articolato documento informativo (definito information memorandum) che descrive l’azienda e sottolinea i punti di forza per i potenziali acquirenti secondo gli standard internazionali; l’identificazione e la selezione degli acquirenti più promettenti; il coordinamento della due diligence e degli aspetti legali e fiscali; la negoziazione del contratto e la procedura di esecuzione. Quale tipo di assistenza è invece necessaria per ottimizzare operazioni di acquisizione? Per ottimizzare questo tipo di operazioni finanziarie, Cross Border individua le società ottimali non D.A.ITALIA 30
solo dal punto di vista del valore, ma anche per affinità in termini di storia, cultura aziendale e obbiettivi strategici di crescita. Una fase essenziale è quindi quella di definizione del profilo ideale del target e della conseguente ricerca di venditori italiani e internazionali, attraverso l’analisi del mercato e la raccolta di informazioni da fonti specializzate pubbliche e privilegiate. La consulenza riguarda anche la negoziazione del prezzo e delle condizioni di vendita e il coordinamento per la stesura del contratto finale. Tra i vostri servizi professionali c’è anche l’assistenza per operazioni di management buy-out e buy-in. In che cosa consiste esattamente? La nostra organizzazione può assistere i manager nell’acquisizione dell’azienda in cui lavorano, i pro-
prietari di un’azienda nell’acquisizione delle quote non in loro possesso e gli investitori finanziari nelle operazioni di acquisizione o dismissione. Tutte queste transazioni implicano spesso l’utilizzo della leva finanziaria sia per reperire i capitali necessari al finanziamento dell’acquisizione, la cessione, la liquidazione dei soci uscenti e lo sviluppo, sia per sfruttare i vantaggi di natura fiscale. Cross Border è anche in grado di reperire partner finanziari. Come avviene in questo caso la selezione? La selezione degli investitori tiene conto dei loro criteri di investimento, delle loro aspettative e tempi di ritorno; dell’affinità culturale all’azienda e all’imprenditore. La consulenza non riguarda solo la mera individuazione dei potenziali investitori, ma anche la definizione
della struttura della transazione, la negoziazione del prezzo, la definizione delle condizioni contrattuali, del pacchetto di opzioni per gli imprenditori e i manager e dei patti parasociali. Come siete entrati nel settore del vending? Cross Border ha fatto il primo deal nel vending collaborando con il Gruppo Argenta. Il suo azionista di riferimento, Epaminonda Scaltriti, perseguiva degli obiettivi di crescita molto ambiziosi all’interno del settore e stava valutando l’ingresso di un partner finanziario di minoranza che potesse sostenerlo in questa fase di espansione. Abbiamo selezionato una serie di investitori disposti a rilevare una quota di minoranza, ma anche altri interessati ad acquisire una quota superiore al 50%. Alla fine abbiamo ovviamente lasciato al committente la deci-
Intervista a Cross Border
sione finale, ma è apparso chiaro che la scelta migliore era rappresentata dall’ingresso di un socio di maggioranza che fosse legato da precisi patti parasociali. Come mai gli imprenditori partono quasi sempre con l’idea di cedere una piccola quota della propria società e alla fine scelgono invece di vendere una quota di maggioranza? Questo è effettivamente un comportamento ricorrente, ma è fortemente motivato dalle condizioni di vendita. La cessione di una quota superiore al 50% ha una quotazione senz’altro più interessante, visto che il premio di maggioranza può far salire il prezzo del 20-30% e l’imprenditore, se i patti parasociali sono stabiliti con attenzione e professionalità, si trova comunque molto ben tutelato. Viceversa se sceglie di cedere una quota di
minoranza riesce a realizzare una somma sensibilmente inferiore e deve comunque sottostare a dei patti parasociali che tutelano l’altra parte. Alla fine la vera decisione è quella di aprire il capitale a terzi al fine di supportare i piani di sviluppo e sostenere la creazione di valore attraverso nuovi mezzi finanziari e competenze manageriali. In una operazione come quella realizzata da Argenta, qual è il valore aggiunto che può apportare alla transazione un advisor come Cross Border? Sono molti gli aspetti in cui il valore aggiunto di dare un mandato ad un advisor diviene evidente, a partire dalla selezione degli inventori potenziali, alla definizione dei patti parasociali, alla consulenza in tutte le fasi della transazione, alla valutazione del-
l’impatto fiscale dell’operazione di finanza straordinaria e a tanti altri dettagli che solo un operatore esperto in questo campo può realmente analizzare e comprendere a fondo. Siamo così in grado di consigliare al committente la corretta linea d’azione, di metterlo al riparo da eventuali rischi ed essere utili per massimizzare i suoi benefici economici. Come selezionate i potenziali investitori? Questo è un compito molto delicato e che comporta una certa dose di esperienza nel settore. In fondo niente impedisce ad un imprenditore di prelevare una lista dei 150-200 partner finanziari disponibili ad operazioni di questo tipo e provare a contattarli. Però in questo vasto panorama c’è un po’ di tutto, da Fondi d’investimento di lunga esperienza e professionalità,
ad operatori meno esperti che lasciano molto spazio all’improvvisazione. Io ho lavorato per 20 anni nei Fondi e in Cross Border ci sono molti altri professionisti che hanno una conoscenza molto approfondita di questo mercato e sappiamo molto bene chi conviene selezionare per creare una griglia ristretta di partecipanti che si rilevi ideale per ogni specifico deal. Ci sono Fondi molto attenti alla gestione delle società e che collaborano attivamente alle strategie dell’azienda, mentre altri che sono più interessati all’acquisto e alla successiva fase di exit e che lasciano all’imprenditore il compito di continuare a gestire l’impresa senza interferenze, ma anche senza contributi. La scelta di chi “invitare” a prendere visone del deal, dipende quindi anche dal tipo di investitore che il nostro committente preferisce incontrare. D.A.ITALIA 31
Intervista a Cross Border Il nostro valore aggiunto permette di selezionare all’origine e mettere in relazioni due realtà che hanno ottime probabilità di arrivare ad un accordo soddisfacente per entrambe le parti. In breve tempo avete partecipato ad altri importanti deal nel settore del vending. Dopo aver realizzato l’operazione con Argenta abbiamo esaminato la possibilità di fare altri deal all’interno del settore e già pochi mesi dopo abbiamo partecipato come advisor alla cessione di Vending System Italia Spa a MCC Sofipa Spa. L’operazione è stata concepita con modalità molto simili a quella di Argenta. Oltre che con i gruppi di gestione avete poi partecipato anche alla cessione di fabbricanti come Bianchi Vending Spa e Coges Spa. Come ci siete arrivati? Durante l’asta per la vendita di Necta, siamo entrati in relazione sia con ABN Amro che con Bianchi. Quando è apparso chiaro che i prezzi di quell’operazione stavano superando i livelli compatibili con la loro visione del mercato, hanno deciso di ritirarsi dall’asta. A quel punto abbiamo fatto incon-
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trare ABN con Bianchi per valutare la possibilità di una cessione di una quota del gruppo bergamasco. Anche in questo caso, gli imprenditori di riferimento hanno ritenuto più vantaggioso cedere una quota di maggioranza. Nel caso di Coges invece, l’accordo è stato siglato con un partner industriale e non con un Fondo. Quali considerazioni hanno portato a questa decisione? Coges era un’azienda molto ben posizionata nel suo mercato di riferimento e con grandi potenzialità. Molti fondi erano interessati all’acquisto, ma Azkoyen era un gruppo che poteva esaminare e accettare un prezzo stabilito con dei multipli compatibili con la sua quotazione in borsa. Ha potuto quindi formulare un offerta più alta, fissare per Coges delle condizioni che garantivano una continuità del management e proporre delle interessanti sinergie a livello industriale. Dopo aver partecipato a così tante operazioni in questo settore, che valutazione date del mondo del vending? Il vending è un settore che possiede le caratteristiche ideali per il
tipo di operazioni di finanza straordinaria che attraggono l’attenzione dei fondi d’investimento. Basti pensare ai grandi gruppi di gestione che possono generare un flusso di cassa molto interessante, hanno un’estrema frammentazione della clientela e devono sostenere dei costi e degli investimenti non particolarmente elevati e comunque molto ben finanziati. Questo potrà perfino comportare un ulteriore aumento dei prezzi di vendita, visto che in altri settori ci sono prezzi simili, ma caratteristiche sicuramente meno favorevoli per fare operazioni a leva, strumento preferenziale dei fondi d’investimento. Quindi è probabile che i processi di acquisizione e fusione continuino nel vending. Non si deve anche dimenticare che ci sarà un progressivo allontanamento dal settore della prima generazione di imprenditori che hanno sostanzialmente fondato la distribuzione automatica in Italia e che non sempre hanno l’interesse o le condizioni familiari per continuare. Quindi siete ottimisti sulla possibilità di poter completare altri deal nel settore? Ovviamente siamo interessati a
concludere molti altri deal in questi settore e riteniamo che ci siano tutte le condizioni per realizzarli. Poter svolgere il ruolo di advisor e concludere degli accordi di esclusiva con gli imprenditori del vending, ci dà la possibilità di offrire un grande valore aggiunto. Mettere in campo tutta la nostra professionalità ed esperienza in tutte le complesse fasi delle operazioni di finanza straordinaria, ci consente di massimizzare il nostro apporto e la nostra utilità per il committente, che in questo settore non è particolarmente abituato a questo tipo di iniziative e può essere realmente interessato ad avere al proprio fianco un consulente qualificato. In tutte le operazioni che finora ci hanno visto coinvolti è apparso evidente che ricorrere ad un advisor non è stato un costo in più all’interno del deal, ma piuttosto si è rilevata come la corretta scelta di un partner professionale che tramite tutta una serie di consulenze specifiche è stato in grado di consigliare una linea di azione ottimale, che aveva come fine quello di apportare dei vantaggi altresì difficilmente raggiungibili e quindi assicurare maggior valore che è l’obiettivo fondamentale di tutti i clienti.
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novità nel vending VENDINGMISER E PLUGMISER: DUE SISTEMI PER IL RISPARMIO ENERGETICO E LA TUTELA DELL’AMBIENTE VendingMiser® e PlugMiser® sono due innovativi sistemi per il risparmio energetico e la tutela dell’ambiente distribuiti in Italia da MicroHard Srl. In particolare VendingMiser è un dispositivo di facile installazione che applicato ai distributori automatici refrigerati permette la gestione dei consumi con un notevole risparmio sull’energia elettrica. Compatibile con tutti i tipi di distributori automatici, VendigMiser usa un sensore infrarosso per spegnere o riaccendere la macchina quando nell’area circostante non è presente nessuno. Inoltre controlla la temperatura dell’ambiente e automaticamente riaccende il distributore automatico con intervalli da uno a tre ore indipendentemente dalle vendite per assicurare che i prodotti siano sempre freschi. Per conoscere più nei dettagli questi due innovativi dispositivi, abbiamo incontrato e intervistato Andrea Montanari (MicroHard Srl).
INTERVISTA AD ANDREA MONTANARI MICROHARD VendingMiser è un dispositivo studiato appositamente per il mercato del vending. Come funziona? VendingMiser è un innovativo sistema per il risparmio energetico. Il suo funzionamento è veramente semplice e geniale. Attraverso un piccolo sensore infrarosso (PIR) il software di VendingMiser è in grado di spegnere la macchina quando nell'area circostante non è presente nessuno. Indipendentemente dalle vendite, riaccende il gruppo refrigerante ad intervalli regolari assicurando comunque che i prodotti non subiscano danni. VendingMiser si installa in pochi minuti e può anche funzionare in serie. Attraverso il “Sensor Repeater” VendingMiser può controllare contemporaneamente fino a quattro distributori automatici con un solo sensore PIR. Quanta energia si può risparmiare con questo dispositivo? Se si installa VendingMiser in una vending machine il risparmio è garantito in quanto viene ridotto tempo di attività della macchina. Il risparmio è stimato tra il 35 e il 40 % per ogni macchina durante tutto l'anno. Perché i gestori dovrebbero adottare VendingMiser? Perché è un sistema rapido ed economico per D.A.ITALIA 34
risparmiare energia elettrica, aumenta la vita media delle loro macchine e consente un reale e rapido ritorno dell'investimento (ROI). Inoltre anche il settore “Vending” può così contribuire a far rispettare maggiormente l’ambiente. VendingMiser manterrà sempre e comunque le bibite fredde? Assolutamente si. Attualmente il sistema VendingMiser è testato e consigliato dai maggiori produttori di bevande statunitensi Questo dispositivo è facile da installare? VendingMiser è un prodotto da collegare all'esterno del distributore automatico attraverso un semplice sistema “plug-and-play”. Può essere installato a parete con semplici utensili oppure può essere collegato al distributore automatico attraverso il nuovo sistema Easy-Install, che permette un'installazione rapida in 5 minuti. VendingMiser è sicuro per tutte le macchine? VendingMiser è compatibile con tutti i tipi di distributori automatici di bibite fredde. Riducendo la fase di funzionamento delle macchine, VendingMiser riduce anche i costi di manutenzione. Il dispositivo è stato provato sul campo? È già stato con successo installato e testato in
Italia, ma sono gli Stati Uniti a rappresentare il nostro banco di prova più significativo, con decine di migliaia di installazioni di VendingMiser. PlugMiser invece quali dispositivi può controllare? PlugMiser è in grado di controllare fotocopiatrici, computer, monitor, stampanti, luci e in genere tutti i dispositivi elettrici od elettronici con un massimo di assorbimento di 1,2 KW. La sua logica di funzionamento è del tutto simile a VendingMiser, Il sensore infrarosso (PIR) di PlugMiser e il suo sistema di controllo basato su un chip e software integrato spengono il dispositivo quando in prossimità di questo non c'è nessuno. È possibile usare PlugMiser in un ufficio con divisori? Gli uffici con divisori rappresentano una sfida per quanto riguarda il controllo degli spegnimenti basati sulle registrazioni delle presenze; infatti questi tipi di ambienti non propriamente chiusi possono generare false segnalazioni al sensore PIR. Così il posizionamento dei sensori è importante per assicurare il migliore funzionamento di PlugMiser. Se comunque l’ufficio possiede dei divisori sufficientemente alti (oltre 1,5 m) non ci dovrebbero essere problemi.
novità nel vending MEI AD EUROVENDING 2007 FESTEGGIA IL PRIMO ANNO DAL CAMBIO DI PROPRIETÀ A un anno dal cambio di proprietà, MEI ha consolidato la propria presenza come forza indipendente nel mercato dei sistemi di pagamento, con prospettive sicure e ben delineate per il futuro. Come afferma Francisco Linares, responsabile commerciale regionale per l'area iberica: “Oggi siamo un'azienda più forte, con la capacità di essere più flessibili e più reattivi rispetto alle mutevoli esigenze dei nostri clienti.” Anche la bellissima nuova sede di MEI nel Regno Unito offre una chiara dimostrazione dei passi compiuti dall'azienda dopo Euro Vending 2005. Il trasferimento degli uffici è il terzo di una serie di importanti cambiamenti avvenuti negli ultimi due anni, dopo l'adozione del sistema SAP e la separazione da Mars Corporation. “L'aspetto più gratificante in questi cambiamenti è il fatto che non siano quasi stati percepiti dai clienti”, afferma Simon Graham, European Production Director. “Fin dall'inizio di ciascun programma ci siamo posti questo obiettivo; MEI ha sempre messo al primo posto la soddisfazione dei propri clienti.” L'acquisizione del produttore giapponese Conlux nel 2003 ha conferito all'azienda un profilo realmente globale. Attualmente, oltre a svolgere attività di vendita praticamente in tutti i paesi del mondo, MEI ha centri di sviluppo a Westchester negli Stati Uniti, a Ginevra e a Tokyo, ai quali si aggiungono i nuovi uffici nei
pressi di Reading. Allo stesso tempo, l'azienda ha continuato a espandere la presenza del marchio MEI in Europa, introducendo il sistema MEI CASHFLOW™ 7000 nei mercati emergenti dell'Europa orientale, come la Romania e la Repubblica Ceca, e il lettore di banconote VN2000™ in Russia. Il VN2000™ è montato di serie sulla maggior parte dei distributori automatici installati negli Stati Uniti, e la versione russa è la prima di una serie di varianti europee. In occasione di Euro Vending MEI svelerà al pubblico una nuova versione Euro del prodotto. Oltre a lanciare il nuovo lettore di banconote VN2000 in versione Euro, MEI intende concentrare gli sforzi sugli strumenti che offrono agli operatori un maggiore grado di controllo sul contante utilizzato nelle proprie attività. Nei mercati europei più consolidati, MEI sta puntando sul sistema MEI CASHFLOW™ 7900i, un prodotto che rispecchia il tipico approccio di MEI. La rendiresto presenta vantaggi enormi rispetto ai prodotti precedenti, inclusi i dettagliati dati di audit disponibili grazie al sistema sonar integrato e al software di gestione. Alcuni operatori, tuttavia, giudicavano inefficiente il processo di scaricamento a causa dell'audit eseguito con una stampante di tipo "plug-in". La soluzione è stata trovata aggiungendo una porta wireless a infrarossi di facile utilizzo.
MEI non perde mai d'occhio le esigenze dei propri clienti ed è costantemente impegnata nello sviluppo di soluzioni finalizzate a soddisfarle. Afferma Francisco Linares: “MEI segue la trasformazione del mercato e perfeziona la propria offerta in base alle richieste che ne provengono. Sappiamo che i clienti ci chiedono sistemi di pagamento sempre più efficienti, capaci di aumentare ulteriormente l'attività di vendita dei loro distributori automatici. Per centrare questo obiettivo stiamo già offrendo migliori tassi di accettazione e una maggiore flessibilità nella gestione del resto rispetto ai nostri concorrenti. Tuttavia siamo anche consapevoli della crescente esigenza degli operatori di ridurre i costi in modo da difendere i profitti in un settore sempre più competitivo.” È il caso, ad esempio, del problema dell'esaurimento del resto. Francisco ci tiene ad affermare: “Non vediamo l'ora di partecipare per la prima volta a Euro Vending dopo il cambio di proprietà, per dare il benvenuto ai vecchi amici e accogliere nuovi clienti potenziali. Nonostante tutti i cambiamenti che hanno interessato MEI in tempi recenti, l'innovazione dei nostri prodotti, le esigenze dei clienti e i più alti livelli di assistenza rimangono al centro della nostra offerta. Dimostreremo a tutti che la nostra gamma di prodotti ha tutte le caratteristiche per consentire agli operatori di incrementare i profitti della propria attività.”
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Al via D.A.Italia7Cup , il secondo Torneo di calcio delle aziende del Vending Errare è umano, ma perseguitare è diabolico… Nonostante tutta la redazione sia consapevole della verità nascosta in queste poche sagge parole, D.A. Italia ha deciso di organizzare un altro Torneo di calcio ad inviti, dedicato alle aziende del mondo del vending. Dopo lo straordinario successo della prima edizione della Vending Champions League, anche quest’anno otto squadre si scontreranno tra di loro per aggiudicarsi l’ambita D.A.ITALIA7CUP (calcio a sette). Le squadre sono state divise in due gironi e accederanno alla semifinale le prime due classificate. La finale si terrà ad ottobre, in concomitanza dell’importante appuntamento fieristico SIC-Host. Anche quest’anno ci saranno ricchi premi per le squadre e per i giocatori, tra cui spicca la Coppa FairPlay che Brita ha deciso di mettere in palio per premiare la squadra che avrà l’atteggiamento più corretto nel corso del Torneo.
Le otto squadre partecipanti GIRONE A
GIRONE B
ADA BIANCHI VENDING GROUP GESA - VENDOMAT PERFETTI
ARGENTIA PRODOTTI - IL TUO CAFFÈ N&W PIT STOP MATIK RHEAVENDORS
Il calendario degli incontri (tutte le partite avranno inizio alle ore 21.00) GIRONE A
GIRONE B PRIMA GIORNATA
BIANCHI / ADA - lunedì 07/05/2007 GESA-VENDOMAT / PERFETTI - giovedì 10/05/2007
N&W / ARGENTIA PRODOTTI – IL TUO CAFFÈ - lunedì 14/05/2007 RHEA / PIT STOP MATIK - lunedì 25/06/2007 SECONDA GIORNATA
BIANCHI / GESA-VENDOMAT - lunedì 21/05/2007 PERFETTI / ADA - lunedì 28/05/2007
ARGENTIA PRODOTTI – IL TUO CAFFÈ / PIT STOP MATIK - giovedì 31/05/2007 N&W / RHEAVENDORS - lunedì 04/06/2007 TERZA GIORNATA
BIANCHI / PERFETTI - giovedì 07/06/2007 GESA-VENDOMAT / ADA - lunedì 11/06/2007
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RHEAVENDORS / ARGENTIA PRODOTTI – IL TUO CAFFÈ - giovedì 14/06/2007 N&W / PIT STOP MATIK - lunedì 18/06/2007
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mondo associazione
Confida prende posizione nei confronti dell’iniziativa dell’AIDI Agli inizi del mese di aprile, Confida si è trovata di fronte ad una campagna di stampa che suo malgrado la coinvolgeva. Dopo anni di lavoro e impegno per riuscire a far comprendere all’esterno quanto fosse sbagliata l’associazione di idee che cercava di mettere sullo stesso piano l’obesità infantile e il vending, AIDI (sicuramente sotto pressione su questo delicato argomento) ha pensato bene di presentare alla stampa una iniziativa di autoregolamentazione volta ad eliminare le merendine nei distributori di scuole elementari e medie inferiori. Pubblichiamo in queste pagine la sintesi della posizione presa dall’AIDI e l’immediata risposta di Confida. LA POSIZIONE DELL’AIDI L’Associazione delle industrie dolciarie italiane (AIDI) ha deciso di sospendere la vendita di dolci, merendine e biscotti nei distributori automatici dislocati nelle scuole elementari e medie inferiori. Tale iniziativa è una sorta di autoregolamentazione che le Aziende aderenti all’AIDI hanno deciso di adottare e che si inseriscono nel contesto della piattaforma sull’obesità che il Ministero della Salute è in procinto di sottoscrivere i primi di maggio con tutti gli “stakeholders”. AIDI a breve presenterà un codice di azioni volontarie che le aziende associate hanno deciso di adottare in materia di informazione, commercializzazione ed educazione come contributo responsabile per cercare di risolvere o quantomeno ridurre la dimensione del fenomeno soprappeso/obesità. Tra queste scelte, vi è quella ripresa dai media, afferente l’impegno a non commercializzare i prodotti dolciari tramite distributori automatici nelle scuole elementari e medie inferiori. CONFIDA RISPONDE ALL’AIDI “Non si risolve il problema dell’obesità infantile togliendo le merendine a insegnanti e bidelli. i distributori automatici nelle scuole elementari e medie inferiori sono solo in luoghi presidiati. che si voglia distogliere l’attenzione dai veri problemi? che si voglia scegliere la via più semplice e mediaticamente più plateale?” Dopo anni di impegno sul fronte dell’educazione verso corretti stili di vita, ora è sufficiente un annuncio che sa tanto di spot mediatico per far pensare di aver risolto il problema dell’obesità infantile. La strada – ci dispiace dirlo – è ancora molto lunga. Milano, 6 aprile 2007 – “Con sommo stupore apprendiamo il messaggio lanciato ieri dall’AIDI – afferma Vincenzo Scrigna, Presidente di CONFIDA l’Associazione italiana della distribuzione automatica – Ci sembra che si sia perso il reale punto di vista della situazione e che l’annuncio dell’AIDI sia solo un modo per distogliere
Vincenzo Scrigna - Presidente CONFIDA
i problemi da dove veramente sono. Forse che qualcuno si è chiesto quanti sono i distributori dai quali l’AIDI ha deciso di eliminare i dolci? Sono pochissimi e tutti in luoghi presidiati dal corpo docente o da personale ausiliario. Se l’intenzione quindi è quella di non rendere disponibili alimenti fuori controllo a bambini in età scolare, allora, non si capisce perché agire su un falso problema.” Considerando che ai nostri bambini nelle scuole elementari e medie inferiori non è dato libero accesso ai distributori automatici che sono presenti solo in luoghi riservati al corpo docente e al personale di servizio e di sostegno, zone quindi sempre presidiate dagli adulti, una tale azione avrebbe il solo effetto di sottrarre il diritto ad una normale pausa di ristoro agli adulti che lavorano in questi luoghi. Da una ricerca CNR Avellino in collaborazione con l’ISA - Istituto di Scienze dell’Alimentazione, che ha preso in esame gli alunni di alcune scuole elementari di Avellino per verificare le cause dell’obesità, emerge che è inesistente l’influenza che i distributori automatici hanno rispetto all’insorgere di questa malattia nei bambini di età scolare. Il luogo che risulta essere più a rischio è proprio la famiglia, che acquistando pacchi di merendine che dispongono di 6-12-24 pezzi a confezione e lasciandoli al libero arbitrio dei figli, non attua un effettivo controllo sulle quantità assunte, magari, come conferma la ricerca di Swg realizzata per il Moige, il Movimento Italiano Genitori, davanti alla tv. Il vero problema, allora è l’educazione alimentare, che deve essere in primis una responsabilità della famiglia. L’obesità infantile poi non è da attribuire ad un cibo specifico. Non esistono alimenti da demonizzare, ma impegni seri da assumere insieme. Nessun alimento di per sé è dannoso e l’AIDI dovrebbe essere la prima a testimoniarlo. Quello che è importante è l’educazione alla giusta quantità e la sensibilizzazione all’importanza del moto. “Nessun alimento deve essere quindi escluso dalla nostra alimentazione, neppure la merendina – continua ad affermare Carlo Cannella, Professore Ordinario di Scienza dell’Alimentazione all’Università La Sapienza di Roma, che collabora da diversi anni con Confida sul tema “Dieta e Nutrizione” - la regola di base è assumere poco, ma di tutto”.
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LE ALTRE INIZIATIVE CONFIDA L’IMPEGNO NELL’EDUCAZIONE ALIMENTARE E NELLA LOTTA ALL’OBESITÀ APERTURA AI MINISTRI FIORONI E TURCO Gli onorevoli Giuseppe Fioroni, ministro dell’educazione, e Livia Turco, ministro della salute, hanno recentemente espresso la necessità di intervenire con un piano di prevenzione, da mettere a punto con il ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Paolo De Castro. “Il distributore automatico di snack con prodotti agricoli di qualità - ha affermato il ministro Fioroni - rientra in un'azione integrata collegiale che, sviluppando la rete di mense-bio assicurate dai Comuni, coinvolgerà in lezioni di almeno un'ora a settimana tutti i docenti della scuola di infanzia e elementari. Obiettivi dell'iniziativa sono la promozione di comportamenti corretti a tavola e lo sviluppo della capacità critica dei giovani, anche rispetto agli spot pubblicitari delle Tv-baby sitter dove spesso passano messaggi che associano il cibo al consumismo e alla caccia al gadget. Noi puntiamo non ad una didattica di proibizionismo ma di responsabilità che coinvolgerà anche i più grandi in azioni ancora più complesse.” (26 ottobre 2006, fonte ANSA). A seguito del piano d’azione nazionale per la promozione di corrette prassi alimentari e sani stili di vita di cui sopra, CONFIDA ha formalizzato la propria disponibilità a partecipare al “tavolo di concertazione”. “Da tempo Confida – ha dichiarato Vincenzo Scrigna, Presidente di CONFIDA – ha preso in carico il problema chiedendo la collaborazione su questi temi dell’Università La Sapienza di Roma. L’educazione alimentare e a un sano stile di vita fa parte dei nostri obiettivi primari. E non potrebbe essere altrimenti, se si considera che le nostre macchine sono ovunque, utilizzate con regolarità da 20 milioni di persone ogni giorno - prosegue Scrigna - Per questo ci siamo resi conto che i distributori automatici possono diventare un veicolo importante di comunicazione per contribuire a cambiare gli
stili di vita: è già avvenuto in passato, quando siamo riusciti a imporre l’acqua minerale accanto alle bevande dolci e gassate, e adesso ci piacerebbe molto che potesse succedere anche con frutta e verdura nella scuola, e non solo”. Del resto, secondo Vincenzo Scrigna, senza uno sforzo importante da parte di tutti gli anelli della catena, si corre il rischio che questa opportunità promettente rimanga una promessa mancata. Grazie alla capillarità di diffusione dei distributori automatici (quasi un milione), ormai entrati nella vita di ogni giorno per oltre 20 milioni di persone, è possibile proporre un’offerta più variegata in linea con le indicazioni dei nutrizionisti, affiancando ai prodotti più tradizionali, anche quelli a valenza salutista. Sono quasi un milione ormai e potrebbero anche fungere da veicolo di comunicazione, fornendo informazioni e consigli sulle caratteristiche nutrizionali e sull’educazione verso sani stili di vita. Un italiano su tre li utilizza regolarmente, negli ultimi 12 mesi un italiano su due (45,3%) ha fatto uso dei distributori automatici, più di un italiano su cinque (il 20,6%) dice, inoltre, di utilizzare i distributori automatici più volte la settimana. Si tratta di veri e propri negozi aperti 24 ore su 24 e il 71,3% degli intervistati li apprezza per la comodità di utilizzo, il 39,7% dice di apprezzarne la velocità, il 26,5%, infine, apprezza la capillarità del servizio (Ricerca CRA AcNielsen 2006). COLLABORAZIONI ISTITUZIONALI Confida ha sottoscritto con Eva il piano per lo sviluppo della "Strategia globale su dieta, attività fisica e salute" dell'Oms (l'Organizzazione Mondiale della Sanità), recepito proprio dall'Unione Europea. Sul fronte della salute e della qualità dei cibi presenti nei distributori sono numerose le collaborazioni in corso con diversi soggetti interistituzionali come la Regione Lombardia, l’Ausl di Modena, Regione e Asl del Veneto oltre ad altri progetti sul territorio con le amministrazioni provinciali di Parma, Forlì-Cesena e Ravenna.
mondo associazione Le news dall’associazione Europea EVA
The EVA is proud to announce that DAREA, the newly created pan-european operator, is joining the EVA. “The EVA is extremely pleased to welcome another operator. It is indeed critical to our work that operators get more involved at European level. They are very well represented at national level but with the increasing impact of “Brussels” on the vending industry it makes much sense that operators promote their interests at European level as well. The fact that a new cross-border operators’ alliance is being set up is a sign of the willingness of independent operators to compete with multinational ones. This is very healthy and it will benefit the end-consumer.” “DAREA is there to advise and to propose vending solutions to national or European customers,” says Hubert Boyer, DAREA CEO and Member of the EVA Executive Committee,” We join the EVA because we think
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vending operators, who think Europe, must join the association which represents them. It is also a way to facilitate the contacts and the understanding of the vending culture in other European countries.” About Darea: 4 independent leading French vending operators are proposing through DAREA national and European vending service. These 4 Vending companies manage today: - 7.000 contracts - 26.000 Vending machines - 122 millions € of annual Turnover - 950 employees
mondo associazione Le news dall’associazione Europea EVA
EUROPS© 2007 - Si è svolta ad Atene la terza Conferenza paneuropea dei gestori
EurOps©2007 si è svolta ad Atene lo scorso 22 e 23 marzo, per dare – come ha affermato il Presidente EVA, Augusto Garulli - agli operatori del settore, l’opportunità di confrontarsi, di creare contatti e discutere su come incrementare le vendite e i profitti delle loro aziende. Non è semplice gestire una società che opera nel settore del Vending, partendo da questo presupposto la conferenza ha voluto fornire ai partecipanti degli strumenti e degli spunti in più per aumentare il potenziale e le vendite di ciascun operatore. Varie le tematiche trattate dagli esperti di diverse realtà del settore, in grado di soddisfare le domande sulla gestione delle risorse umane e la creazione di un team competente; su come ottenere dagli assetti finanziari il massimo profitto; su come accontentare il cliente e sulle modalità con cui si può trarre beneficio dai pagamenti cashless. D.A.Italia ha partecipato all’evento in qualità di Media Partner e proseguirà questa fruttuosa collaborazione con EVA anche nella prossima edizione, che si terrà a Berlino nel 2009. In queste pagine pubblichiamo un reportage fotografico e un approfondimento su uno dei numerosi interventi della Conferenza.
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EUROPS© 2007
Marco Sandro - Coges
Catherine Piana - Eva
Augusto Garulli - Eva
IL FENOMENO ITALIANO DEL CASHLESS MARCO SANDRO – Commercial Director (Coges SpA) Le modalità con cui si può trarre beneficio dai pagamenti cashless è incentrato sull’arte della gestione della tecnologia, che offre costantemente possibilità e modalità inedite per acquisire vantaggi, anche sulla concorrenza. Infatti i metodi di pagamento cashless, siano essi già esistenti, nuovi o in evoluzione, insieme alle ultime tecnologie del Vending, possono aiutare ad incrementare vendite e margini. Il tema è stato trattato il 23 marzo ad Atene da Marco Sandro, direttore commerciale e direttore generale vendite di Coges, dove ha iniziato a lavorare nel 2004. Precedentemente è stato direttore commerciale in tre compagnie ITC, collaborando con imprese internazionali. Nella sua relazione, “Evoluzione del cashless in Italia”, ha descritto questa tipologia di pagamento nel passato, nel presente e nel futuro, corredandola con dati statistici ed evidenziandone quindi i vantaggi. Infine ha presentato delle brevi interviste a grossi gruppi del Vending. Passato Il mercato della distribuzione automatica è nato negli Stati Uniti e si è sviluppato in Italia nel secondo dopoguerra. La tecnologia dell’epoca permise solo l’uso della moneta per i distributori automatici, quindi fu inevitabile che i prezzi fossero espressi in multipli di 50 lire. Negli anni
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’80 i progressi nel campo dell’elettronica permisero l’evoluzione dei distributori automatici elettromeccanici in macchine elettroniche; questo consentì l’introduzione di sistemi di pagamento cashless, la cui evoluzione li ha trasformati in chiavi e tessere riscrivibili e, di conseguenza, ricaricabili. Passato e presente I gestori, grazie ad una tecnologia più avanzata, possono finalmente differenziare prezzi e offerte, e qualificarsi come “fornitori di servizi“ presso l'utenza finale. Negli anni ’90, si sono prodotte chiavi, grazie alla miniaturizzazione dell’elettronica, in grado di comunicare con i sistemi di pagamento senza contatti elettrici esposti; così facendo si sono protette maggiormente le informazioni contenute nella chiave rispetto al passato. Presente e futuro La tecnologia transponder ha permesso di compiere notevoli passi avanti negli ultimi anni; le informazioni vengono trasmesse in radio frequenza, grazie alla presenza di un’antenna all’interno della chiave. Si sono potute realizzare così, oltre alle chiavi, anche le tessere. L’integrazione tra sistema cashless (lettore di chiave o tessera) e dispositivi di riconoscimento, come ad esempio gettoniere rendiresto, riconoscitori di moneta e/o banconota, hanno un grande sviluppo e permetteno una gestione flessibile del cash e del cashless. Alcuni costruttori hanno addirittura sviluppato sistemi cashless integrati a gettoniere rendiresto, questo aiuta la gestione sia di locazioni private (es. scuole, ospedali, aziende), sia di locazioni pubbliche (es. stazioni ferroviarie, metrò) con una clientela prevalentemente di passaggio.
EUROPS© 2007
Alessandro Fontana - D.A.Italia
Lo sviluppo della tecnologia arricchisce i sistemi di nuove funzioni: bonus, gestione delle fasce orarie, trasmissione dei dati contabili via SMS o e-mail o direttamente sul palmare del gestore, senza cavi e collegamenti diretti. In futuro potremmo ritenere scontato l’acquisto ad un distributore automatico tramite telefonino o carta di credito. Oggi le chiavi e le tessere cashless sono diventate semplici strumenti della vita quotidiana. Evoluzione del cashless in Italia Le statistiche dimostrano che dal 2003 al 2005 le quantità vendute di sistemi di pagamenti cashless sono aumentate del 5,71%; mentre dal 2004 al 2006 l’aumento è stato del 19,46%. I vantaggi del cashless Possiamo annoverare: l’incremento delle vendite (l’utente spende oltre il 20% in più rispetto all’uso del solo cash); l’accurata e sicura rilevazione dei dati contabili; la possibilità di gestire prezzi differenti tra cashless e cash; la fidelizzazione del cliente; le campagne di marketing attraverso la gestione di bonus, happy hours o sconti sui prodotti; la facilità di utilizzo e praticità, l’utente ricarica il supporto cashless per liberarsi delle monete che ha in tasca; la possibilità di abbinare al sistema cashless un controllo accessi e DPI; la gestione del consumo delle calorie di ogni singolo utente in base ai prodotti consumati dal distributore (questo è un brevetto esclusivo Coges); e l’incasso del denaro contante prima della vendita. INTERVISTA AL DOTT. LORIS LOCCI DI GESA D: Esiste secondo lei un reale vantaggio economico nell’utilizzo di un
Nina Poumpalova - Eva
sistema cashless? R: Storicamente abbiamo notato, inserendo un sistema cashless, un incremento delle consumazioni di oltre il 20%. Il consumatore è maggiormente portato all’acquisto, ed ha sempre con se del denaro da spendere sotto forma di “chiavetta”. INTERVISTA AL DOTT. FRANCESCO ERRICO DEL GRUPPO ARGENTA D: Qual è il motivo principale che la spinge ad utilizzare un sistema di pagamento cashless? R: Il sistema di pagamento cashless mi permette di raccogliere in maniera semplice e veloce i dati contabili da tutti i miei distributori automatici e di tenere quindi sotto controllo tutte le mie vendite. INTERVISTA AL DOTT. PAOLO BERNASCONI DEL GRUPPO BUONRISTORO D: Oltre alla gestione dei distributori automatici, cos’altro offre un sistema cashless? R: Il sistema cashless, a chiave o tessera, ci permette di gestire, ove richiesto, il controllo degli accessi all’interno delle aziende. Riusciamo anche a controllare l’erogazione di prodotti DPI (Dispositivi Protezione Individuale; es. guanti, occhiali, apparecchi protettivi) presso alcune delle aziende in cui operiamo. Tutto questo utilizzando la stesso supporto chiave che usiamo per prendere il caffè.
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ambie n t e e s i c u r e z z a a cura di Orsola Mallozzi Il trattamento e il recupero dei materiali elettrici ed elettronici di fine vita (RAEE) Dopo aver approfondito il complesso argomento del trattamento e il recupero dei materiali elettrici ed elettronici di fine vita, con un’intervista al Ministro dell’Ambiente Pecoraro Scanio e a Stefano Apuzzo (Direttore del Consorzio Ecoqual’It), D.A. Italia ha ritenuto molto utile, per completare l’informazione sui RAEE, interpellare Ecoltecnica: uno smaltitore. Ecoltecnica Italiana s.p.a. è autorizzata a ritirare tutti i tipi di RAEE ed inoltre può recuperare giornalmente due tonnellate di questo materiale. È un’azienda certificata EMAS e questo permette, attraverso le verifiche, di tracciare tutto il percorso del rifiuto, dichiarazione che già viene fatta per altre tipologie di prodotti.
L’Ing. Rino Martini, Direttore di Ecoltecnica Italiana s.p.a., piattaforma situata alla periferia nord della città di Milano che si occupa del trattamento dei rifiuti e autorizzata al trattamento e al recupero dei materiali elettrici ed elettronici di fine vita (RAEE), spiega come produttori e utenti di questa tipologia di prodotti devono comportarsi per il loro smaltimento. Le Direttive Comunitarie di settore hanno fissato dei punti importanti, dal 1 luglio 2006 sono stati sanciti il divieto di utilizzare metalli pericolosi, come piombo, mercurio, cadmio, cromo ed altri, nella costruzione di apparecchiature elettroniche, l’obbligo della messa in commercio di apparecchiature che non utilizzino più sostanze pericolose per D.A.ITALIA 48
l’ambiente e l’obbligo di ricerca di materiali biocompatibili con l’ambiente. Si è però evidenziata una grande carenza legislativa perché, pur enunciando questo ultimo principio, non sono state stabilite le forme di finanziamento per la ricerca. Scadenza importante è stata fissata al 31 dicembre 2006, data dalla quale i produttori avrebbero dovuto recuperare almeno il 75%, in termini di peso, delle apparecchiature prodotte. A questo punto si inserisce il Decreto di proroga, che ha effetto fino al 30 giugno 2007 e stabilisce che entro 90 giorni dalla data della scadenza dovrà essere attuata la Direttiva. Non è chiaro se faccia riferimento a tutta la Direttiva Comunitaria o se gli obblighi sopra
enunciati siano già in vigore. Altro obbligo dei produttori e dei rivenditori è che, insieme o singolarmente, entro un anno dall’entrata in vigore del decreto, devono allestire dei centri di raccolta. I grandi distributori devono creare dei sistemi di raccolta situati su aree impermeabilizzate, i RAEE devono essere deposti in contenitori chiusi e a tenuta, possibilmente all’interno di strutture chiuse o coperte. Per lo smaltimento l’attrezzatura di fine vita, che deve poter essere consegnata gratuitamente al rivenditore, viene posta nei centri raccolta, a cui faranno riferimento per il ritiro di queste apparecchiature gli impianti autorizzati e passare infine al centro di riciclaggio. Il privato può rivolgersi alle piazzo-
le comunali per la raccolta differenziata, gestite in genere dalle municipalizzate, queste però non per lo smaltimento di grandi quantità. Ora produttori, rivenditori, soggetti privati e municipalizzate si rivolgono ai centri di raccolta che già ricevono questi tipi di apparecchiature e che in seguito dovranno essere conferite ad impianti autorizzati al recupero delle stesse. Pur essendo già presenti sul territorio italiano numerose aziende che si sono strutturate per le attività di riciclaggio e recupero, il 90% dei RAEE attualmente finisce in discarica o all’incenerimento. Entro il 31 dicembre 2008 la Direttiva Comunitaria impone che dobbiamo recuperare almeno 4 kg di attrezzatura di RAEE pro-capite.
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Eu´Vend 2007: la prima edizione del “Premio delle innovazioni per il vending” Un concorso per stimolare nuovi sviluppi di mercato
I distributori automatici, quali canali di vendita di prodotti di uso quotidiano e in particolare alimentari, devono essere sempre al passo con lo sviluppo tecnologico, col comportamento in continuo mutamento dei consumatori e con l’esigenza delle aziende di offrire ai collaboratori, ai clienti e ai visitatori un servizio di ristorazione aperto 24 ore su 24. In occasione di Eu´Vend 2007 – dal 20 al 22 settembre 2007 – si terrà la prima edizione del concorso delle innovazioni, che mira a intensificare lo sviluppo di idee innovative in questo campo e al tempo stesso vuole fornire importanti stimoli agli operatori del settore. Il “Premio delle innovazioni per il vending” è un’iniziativa di Koelnmesse, promotrice dell’evento fieristico, e dell’Associazione Tedesca degli Operatori della Distribuzione Automatica (BDV), sotto il cui patrocinio si svolge Eu´Vend, il Salone Internazionale della Distribuzione Automatica. I lavori dei candidati potranno avere quattro profili differenti: 1. Dotazioni tecniche (distributori, sistemi di pagamento) 2. Mezzi ausiliari per ottimizzare le vendite degli apparecchi (ad es. lettori, mezzi di trasporto, soluzioni IT, pubblicità o tool efficienti) 3. Concetti (nuove idee per il vending) 4. Prodotti (presentazione di articoli particolarmente adatti alla vendita o alla preparazione tramite distributori automatici) Le aziende o le persone che desiderano partecipare al concorso dovranno far pervenire le loro proposte alla Koelnmesse / Eu´Vend entro il 1 luglio 2007. Una giuria internazionale autonoma valuterà la qualità dei lavori ed eleggerà i vincitori del concorso. I principali criteri di valutazione saranno il grado di funzionalità e il livello ergonomico, per le dotazioni tecniche e i mezzi ausiliari, e il potenziale innovativo per dotazioni tec-
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niche, mezzi ausiliari, concetti e prodotti già esistenti. La giuria nominerà cinque vincitori: uno principale più altri quattro. Alla serata del vending di Eu´Vend il vincitore principale riceverà la “Vending-Star” di Eu´Vend e verranno premiati anche gli altri vincitori. Inoltre, i lavori di tutti i vincitori saranno esposti gratuitamente alla mostra speciale “Innovazioni per il vending” di Eu´Vend 2007. I moduli d’iscrizione al concorso si possono richiedere alla Kolenmesse o all’Associazione Tedesca degli Operatori della Distribuzione Automatica. È possibile scaricarli anche dal sito www.vendinginnovation.de
I prossimi appuntamenti fieristici internazionali Maggio 18-19 - Canada (Vancouver) CAMA www.vending-cama.com
Settembre 20-22 Germania (Cologne) EU VEND www.euvend.de
Ottobre 11-13 - USA - Illinois (Chicago) NAMA Expo www.namaexpo.org
Maggio 24-26 - Spagna (Madrid) EUROVENDING www.aneda.org
Settembre 18-21 – Russia (Mosca) WORLD FOOD MOSCOW www.worldfood-moscow.com
Ottobre 19 al 23 - Milano SIC – HOST www.sic.expocts.it
D.A.ITALIA 50
elenco inserzionisti
Iª s.e.m.
1 ducale
10 biemme vending
2 water+more
11 comestero
IIª brita
4 conserve italia
IIIª n&w
7 elkey
13 spinel
15 didiesse
IVª coges
8 global
vending
17 bel italia
20 vendorplast
25 pro.ge.ca.
26 lavazza
27 lavazza
28 caffè mazzoni
32 sogeca
33 fas
35 esperia
36 ariete
39 covim
40 silplaster
43 caffè
44 gpe
49 cami
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trombetta
51 eurovending
G RAND T OUR 2007 “Invitare qualcuno vuol dire incaricarsi della sua felicità durante le ore che egli passa come vostro ospite”. A. Brillant-Savarin Regalatevi del tempo, veniteci a trovare. Nella suggestiva cornice di antiche dimore storiche italiane, presenteremo alcune interessanti novità del 2007. Godetevi cinque appuntamenti esclusivi, espressamente dedicati a voi:
Villa Castelbarco – Vaprio d’Adda (MI) 5 maggio 2007 Castello del Catajo - Battaglia Terme (PD) 12 maggio 2007 Castello di Piea - Piea (AT) 19 maggio 2007 Tenimento di San Giuseppe - Foggia 26 maggio 2007 Villa Dafne Majestic - Roma 9 giugno 2007 Se desiderate saperne di più, scriveteci all’indirizzo grandtour@nwglobalvending.com
COGES S.p.A coges@coges.it Via Luigi Dalla Via, 10 36015 SCHIO (VI) Italy Tel. +39 0445 502 811 Fax +39 0445 502 999 www.coges.it
stefanoserafini.com
il valore della tecnologia