ambie n t e e s i c u r e z z a a cura di Orsola Mallozzi Il trattamento e il recupero dei materiali elettrici ed elettronici di fine vita (RAEE) Dopo aver approfondito il complesso argomento del trattamento e il recupero dei materiali elettrici ed elettronici di fine vita, con un’intervista al Ministro dell’Ambiente Pecoraro Scanio e a Stefano Apuzzo (Direttore del Consorzio Ecoqual’It), D.A. Italia ha ritenuto molto utile, per completare l’informazione sui RAEE, interpellare Ecoltecnica: uno smaltitore. Ecoltecnica Italiana s.p.a. è autorizzata a ritirare tutti i tipi di RAEE ed inoltre può recuperare giornalmente due tonnellate di questo materiale. È un’azienda certificata EMAS e questo permette, attraverso le verifiche, di tracciare tutto il percorso del rifiuto, dichiarazione che già viene fatta per altre tipologie di prodotti.
L’Ing. Rino Martini, Direttore di Ecoltecnica Italiana s.p.a., piattaforma situata alla periferia nord della città di Milano che si occupa del trattamento dei rifiuti e autorizzata al trattamento e al recupero dei materiali elettrici ed elettronici di fine vita (RAEE), spiega come produttori e utenti di questa tipologia di prodotti devono comportarsi per il loro smaltimento. Le Direttive Comunitarie di settore hanno fissato dei punti importanti, dal 1 luglio 2006 sono stati sanciti il divieto di utilizzare metalli pericolosi, come piombo, mercurio, cadmio, cromo ed altri, nella costruzione di apparecchiature elettroniche, l’obbligo della messa in commercio di apparecchiature che non utilizzino più sostanze pericolose per D.A.ITALIA 48
l’ambiente e l’obbligo di ricerca di materiali biocompatibili con l’ambiente. Si è però evidenziata una grande carenza legislativa perché, pur enunciando questo ultimo principio, non sono state stabilite le forme di finanziamento per la ricerca. Scadenza importante è stata fissata al 31 dicembre 2006, data dalla quale i produttori avrebbero dovuto recuperare almeno il 75%, in termini di peso, delle apparecchiature prodotte. A questo punto si inserisce il Decreto di proroga, che ha effetto fino al 30 giugno 2007 e stabilisce che entro 90 giorni dalla data della scadenza dovrà essere attuata la Direttiva. Non è chiaro se faccia riferimento a tutta la Direttiva Comunitaria o se gli obblighi sopra
enunciati siano già in vigore. Altro obbligo dei produttori e dei rivenditori è che, insieme o singolarmente, entro un anno dall’entrata in vigore del decreto, devono allestire dei centri di raccolta. I grandi distributori devono creare dei sistemi di raccolta situati su aree impermeabilizzate, i RAEE devono essere deposti in contenitori chiusi e a tenuta, possibilmente all’interno di strutture chiuse o coperte. Per lo smaltimento l’attrezzatura di fine vita, che deve poter essere consegnata gratuitamente al rivenditore, viene posta nei centri raccolta, a cui faranno riferimento per il ritiro di queste apparecchiature gli impianti autorizzati e passare infine al centro di riciclaggio. Il privato può rivolgersi alle piazzo-
le comunali per la raccolta differenziata, gestite in genere dalle municipalizzate, queste però non per lo smaltimento di grandi quantità. Ora produttori, rivenditori, soggetti privati e municipalizzate si rivolgono ai centri di raccolta che già ricevono questi tipi di apparecchiature e che in seguito dovranno essere conferite ad impianti autorizzati al recupero delle stesse. Pur essendo già presenti sul territorio italiano numerose aziende che si sono strutturate per le attività di riciclaggio e recupero, il 90% dei RAEE attualmente finisce in discarica o all’incenerimento. Entro il 31 dicembre 2008 la Direttiva Comunitaria impone che dobbiamo recuperare almeno 4 kg di attrezzatura di RAEE pro-capite.