anno numero agosto/settembre 202 Fino al 25 settembre nella Fondazione Biscozzi Rimbaud le opere dello scultore a capu de santu ronzu Fuori le mura della città sorge la chiesa dedicata al Santo Patrono di Lecce che si festeggia il 26 agosto luigi de giovanni Ritorno alle origini il ritmo colore della taranta approda al Museo Cavoti di Galatina 173 8 9 2 A n n o X V I I n 2 3 a g o s t o / s e s t t e m b r e 2 0 2 2 a catania In programma dal 23 settembre il Bellini Festival nei luoghi della città natale del compositore salvatore sava maurizio martina
primo piano l e n o v i t à d e l l a c as a IL RAGGIO VERDE EDIZIONI ilraggiov erdesrl.it
Festival 22 ! luoghi|eventi| itinerari: girovagando | itinerarte 63 | arte: maurizio martina 4|luigi de giovanni. ritorno alle origini 16 | nel ritmo segno 21|salvatore sava. l’altra scultura 34 edipo re. lo sguardo in sè 49 interventi letterari|luoghi del mistero: a capu de santu ronzu 44 | salento segreto 68 teatro|danza|moda il rever d’oro pino cordella 38 libri | luoghi del sapere 64 67 | l’arte della parola 12 | Bookolica 14 | #ladevotalettrice 66 SOMMARIO Numero 8 9 anno XVII agosto settembre 2022 EDITORIALE i luoghi nella rete|interviste| musei sui passi dei gagini il museo diffuso 26| accordi@disaccordi 62
Direttore responsabile Antonietta Fulvio progetto grafico Pierpaolo Gaballo impaginazione effegraphic Redazione Antonietta Fulvio, Sara Di Caprio, Mario Cazzato, Nico Maggi, Giusy Petracca, Raffaele Polo Hanno collaborato a questo numero: Lucia Accoto, Ambra Biscuso, Dario Bottaro, Mario Cazzato, Luciano De Marianis, Sara Di Caprio, Salvatore Luperto, Davide Miceli, Rebecca Pascalis, Francesca Pastore, Raffaele Polo, Alice Stella Redazione: via del Luppolo, 6 73100 Lecce e mail: info@arteeluoghi it www arteeluoghi it
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Maurizio Martina, Roccia come testimonianza, 100x100 cm, foto Alice Stella Proprietà editoriale Il Raggio Verde S r l
In copertina abbiamo anticipato un’opera di Normale fragilità, la mostra di Maurizio Martina in programma il prossimo 3 settembre alla Biblioteca Bernardini che indaga il sottile rapporto tra Uomo e Natu ra secondo la particolarissima cifra stilistica dell’artista salentino.
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Ma gli eventi d’arte che vogliamo segnalarvi, a parte le news di Iti nerArte, sono ancora a Lecce ala Fondazione Biscozzi Rimbaud dove si chiude il 25 settembre la mostra di Salvatore Sava e ancora un’an ticipazione questa volta al Museo Pietro Cavoti di Galatina dove saranno presentate le opere di Luigi De Giovanni in una ricerca che ritorna alle origini e al ritmo colore della taranta nella città che custodisce la tradizione e la storia come ben sottolineano gli inter venti del curatore Salvatore Luperto, direttore artistico del Museo, e del critico d’arte Davide Miceli Ma c’è ancora tanta arte da vedere, ancora più a Sud, nella Sicilia raccontata attraverso lo sguardo di Dario Bottaro che è andato per noi a visitare la mostra dedicata a Edipo Re e poi la bellezza del “Museo diffuso dei Gagini” che unisce Calabria e Sicilia Grazie al reportage della giornalista Francesca Pastore, con le foto di Luciano De Marianis e Rebecca Pascali, vi proponiamo un momento di magia, quella della moda firmata dai nuovi talenti della Interna tional Fashion School di Lecce e Roma nel segno di Pino Cordella evento clou del Rever d’Oro ad un anno dalla scompara del noto sti lista leccese Grazie ai consigli della devota lettrice Lucia Accoto e alla rubrica luoghi del sapere che ci porta anche in Sardegna con Bookolica il festival del lettori ai nastri di partenza raccontato da Sara Di Caprio. Una menzione a parte va al nostro Santo Patrono Oronzo, che sarà celebrato il prossimo 26 agosto, grazie agli inter venti del giornalista Raffaele Polo e dello storico Mario Cazzato. Che altro dirvi? ci congediamo per una breve pausa per ritornare ad otto bre con tante altre novità tra cui il festival del cortometraggio Accor di@disaccordi in programma dal 7 al 13 novembre 2022 (all’interno della rivista troverete info utili per il bando di partecipazione che si chiude il 23 settembre 2022), e di cui siamo onorati di essere tra i Media Partner. Buone vacanze e...buona lettura! (an.fu.)
Antonietta Fulvio maurizio martina normale Fragilità
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Il poeta Ovidio asseriva che «La bellezza è un bene fragile». Un aforisma che sembra calzare a pennello per i nuovi lavori dell’artista Maurizio Martina che torna ad esporre a Lecce, a distanza di sei anni, con una sua mostra per sonale negli spazi museali dell’ex C o n v i t t o P a l m i e r i s e d e d e l l a Biblioteca Bernardini. Con una tecnica, che è una sua c i f r a s t i l i s t i c a , u n e n d o g e s t o , segno e arte digitale, Maurizio Martina lavora su fogli di carta, prediligendo le cartine geografiche, scegliendo con cura vedute satellitari di paesaggi naturali, in particolare di montagne. Monta gne, simbolo di forza e di potenza, che si sgretolano per colpa dei Dal 3 al 10 settembre le opere dell’artita vestiranno le sale della Biblioteca Bernardini. In occasione della mostra esce il catalogo edito da Il Raggio Verde che organizza l’evento con le associazioni Fondo Verri e Le Ali di Pandora “ ”
5 Maurizio Martina, Roccia come testimonianza, 100x100 cm, foto Alice Stella
6 c a m b i a m e n t i c l imatici, per l’incuria ancora una volta dell’uomo – come t e s t i m o n i a i l r e c e n t e d i s a s t r o d e l l a M a r m o l a d a p o n e n d o l ’ a ccento da un lato s u l l a f r a g i l i t à d i Madre Terra e dal l’altra sull’Umanità c h e p r e n d e v i t a dai fogli di carta. Ne viene fuori una galleria di volti e s a g o m e c h e d i v e n t a n o e m b l ematiche figurazioni, l’artista traccia contorni e profili, stende il colore, i blu, i bianchi e tra segni e campiture descrive l’ansia e la diversità, ci racconta del dolore, di solitudini, delinea figure sospese nel tempo. Già, il tempo che passa i n e s o r a b i l e r e n dendo irreversibili i suoi effetti cosa siamo? cosa stia mo facendo? dove s t i a m o a n d a n d o ? questi interroMaurizio Martina, Ora è un limite mobile ammettere che la terra è una madre, come un’impressione di gran forza, più del tempo, che la vuole distruggere, 100x100 cm, foto Alice Stella
gativi sembrano suggerirci le nuove opere d i M a u r i z i o M a r t i n a che ci presentano la “normale fragilità” che è essenza stessa dell a n o s t r a v i t a , d e l n o s t r o e s s e r e n e l mondo ma poi anche lo stesso mondo lo è. E quei lavori digitalizzati e trasferiti su carta poi accartocciata non s o n o f o r s e i l s e g n o tangibile della “normale fragilità” che è non solo forma ma anche s o s t a n z a ? C o m e l o sono i sogni, i pensieri. Siamo un’umanità
7 Maurizio Martina, Viso ragione di roccia,100x140 cm, foto Alice Stella
8 Maurrizio Martina, Roccia troppo avanti, 100x100 cm , foto Alice Stella
9 Maurizio Martina, Il fiato disegnato, 100x140 cm, foto Alice Stella
10 foto Alice Stella f r a g i l e c o m e c i h a brutalmente rivelato il “virus”, il Covid 19, che ancora “infuria” come belva invisibile c o s t r i n g e n d o c i a misurare la distanza di un abbraccio. Di u n b a c i o . Tu t t o d a v a n t i a i n o s t r i o c c h i s c o r r e c o m e n o r m a l e f r a g i l i t à : i l f u o c o d o l o s o c h e incendia e distrugge i boschi che sono il nostro respiro men tre altrove e non tan to lontano da noi la terra brucia sotto un fuoco nemico. Siamo diventati numeri, ma non siamo numeri. F o r s e c ’ è a n c o r a una possibilità di salv e z z a s e l a s c i a m o c h e l a b e l l e z z a diventi la nostra norm a l e f r a g i l i t à e s e impariamo a considerare che la vera forza è accogliere le fragilità. Fisiche ed emotive. A guardare e guar darci. Tra le pieghe della carta che disvela le forme. E oltre.
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Maurizio Martina, pittore, scultore e poeta, nasce a Monteroni il 23 maggio del 1964 e vive e lavora ad Arnesano. Diplomatosi all'Accademia di Belle Arti di Roma nel 1989, ini zia la sua attività artistica nella capitale. Nello stesso anno espone a Palazzo Valentini, all'Expo Arte di Bari ed è presente alla Constituyente, arte y tradiction Pabellon de Uruguay a Sevilla in Spagna Tiene mostre personali a Palermo dove nel 1990 presenta Timidi cinguetti alla Galleria D'Arte Flacovio; nel 1992 espone a Roma al Centro d'Arte Polmone Pulsante le opere di Stoffe animate mostra con testo critico di Lorenza Trucchi Ancora una mostra romana nel 1994 alla Galleria D'Arte Dè Serpenti con Argilla stoffa e colore presentato da Lorenza Trucchi. L’anno seguente espone i suoi lavori alla A.R.G.A.M.(Ass. Romana Gallerie D'Ar te Moderna), alla Ca’ d’ORO e all’Accademia di Egitto. Nel 1996 è presente all'Esposizione Nazionale Quadriennale D'Arte di Roma “1956 - 1990 Ultime Generazioni, sempre con testo critici di Lorenza Trucchi Gli anni romani sono molto importanti sia per l’evoluzione della sua ricerca pittorica sia per le sue significative esperienze lavorative nel mondo dello spettacolo e del teatro. Trasferitosi da Roma ad Arnesano sperimenta e lavora su nuove forme espressive Nel maggio 2004 tiene al Palazzo Marchesale di Arnesano la mostra Osservando metamorfosi abbiamo visto appollaiarsi l'arte sui muri e successivamente a Lecce, nella sede dell’associazione Raggio Verde, la personale intitolata La finestra è un occhio scelto da Dio. Nel luglio del 2005 ancora ad Arnesano la mostra personale Il Signore è il mio Dio Progetti ipotetici per il Calvario di Arnesano Nell’ottobre 2005 partecipa e vince il concorso “Kon temporanea” annesso alla selezione della VI biennale del “CIAC” di Roma esponendo pri ma a Lecce nel Castello Carlo V e poi a Roma nelle Sale del Bramante nel febbraio 2006. Nel 2007 espone a Copertino nella manifestazione Arte in convento Si dedica alla ricerca e sperimentazione e si fanno più rare le sue uscite artistiche fino al 2015 quando parteci pa alla mostra collettiva E tutti arriveremo. In aprile del 2016 con artisti di fama, prende par te alla collettiva d'arte “Fragilità e leggerezza” presso Palazzo Vernazza Castromediano organizzata dall’associazione Le Ali di Pandora e presenta un suo nuovo lavoro Gesù alla ITCA (Istituto Terziari Cappuccini dell’Addolorata) Nel settembre dello stesso anno, nelle sale dello stesso Palazzo Vernazza, è allestita la mostra personale Visioni. L'arte ha occhi ben aperti più del giorno organizza ta dalla casa editrice Il Raggio Verde e l’associazione Le Ali di Pando ra. In quella occasione esce un numero monografico della rivista “Arte e Luoghi” dedicata all’evento espositivo Nell'aprile 2017 parteci pa alla collettiva L’orto dei ricordi presso Palazzo Vernazza Castro mediano a Lecce ed esce per i tipi de Il Raggio Verde edizioni il libro di poesie “Un addio è un infinito fanta sma”
. Nel settembre 2020 partecipa alla collettiva Flash' Exhibition #1 “Πῦρ E venne il fuoco Tra il 2018 e il 2020 scrive e lavora per la mostra “Normale Fragilità” rimanda ta nel 2022 a causa della pandemia.
La p a r o l a « F r a g i l i t à » ha la stessa r a d i c e d i frangere, che significa rompere, Maur i z i o M a r t i n a R e i nella silloge «Normale fragilità» rompe gli schemi asserendo che la fragilità sia un atto di for za, non di debolez za dando corpo a q u a n t o s o s t e n u t o da Vittorino Andreo li: «( ) Io sono fra gile e, paradossalmente, sono portato a parlare di forza della fragilità: di forza, anche se lontan o d a l l a s t a b i l i t à , d a l l a i n f r a n g i b i l i t à (…) Il contrario di fragile è resistente, tetragono, indistruttibile. Si pensa agli o g g e t t i i n a c c i a i o , a l l e r o c c e d i u n a montagna. All'uomo d i r o c c i a , n o n d i v e t r o , a l l ' u o m o potente, non fragile: 12 In occasione della mostra esce il catalogo edito da Il Raggio Verde che contiene anche la sua ultima raccolta poetica sotto il titolo “Normale Fragilità” “ ”
Ambra Biscuso l’arte della parola i versi liBeri di maurizio martina
13 Nelle foto, Maurizio Martina (ph Alice Stella)
c'è e tra un attimo potrebbe svanire, pezzi di un'unità defunta, come non fos se mai stato. » La poetica di Maurizio Martina non cerca risposte, usa la parola per rappre sentare la contemporaneità in forma scenica. Protagonista è il tempo, i luo ghi, l'uomo e la sua fragilità La forza distrugge l'uomo, la fragilità, forse, lo ricrea. In Esistenza scrive La fragilità esiste / fino a / spaventare il rumore. / E questo, / deve / bastare a tutti. Usa le parole come un pennello dando colori a volte sfumati e/o malinconici a volte violenti, le parole come rocce guardano dritto negli occhi l’altro, lo spettatore, il lettore, e gli parla di Normale Fragilità e di come nella fragilità si nascondono i valori che distinguono un UOMO. Maurizio mette in scena la fragilità dei rapporti umani, empatia una parola larga. La fragilità degli amori, della famiglia, sempre più disfunzionale. La Fragilità dei luoghi, in abbandono, con la storia che svanisce sotto i colpi dell'incuria, sotto i colpi dei mortai, sotto i colpi del radicalismo. Fragili le frontiere dove uomini, donne e bambini sono resi vulnerabili e fragili dalle guerre, costretti all'esilio, spezzando le loro storie, annichilendo le speranze. Tutto è parte di una «Normale fragilità»
Sara Di Caprio in sardegna, Bookolica il Festival dei lettori creativi
Fervono i preparativi per la quinta edizione di “Bookolica il festival dei lettori creativi”, che si svolgerà in Sardegna dal 30 agosto al 4 settembre 2022 Scano di Montiferro, Torralba, La Maddalena e Tempio Pausa nia, saranno i comuni che ospiteranno il programma sempre più variegato e multidisciplinare che quest’anno ospiterà importanti nomi del panorama culturale tra i quali lo scrittore Walter Siti, il giornalista Sacha Biazzo e la reporter delle Iene Roberta Rei Tradizionalmente legato al territorio, da quest’anno Bookolica diventa “phygital”, per diventare accessibile a tutte e tutti attraverso la rete internet con l’intento di connettere la parte "fisica" dei luoghi e lo spazio virtuale, attraendo una community sempre più ampia che impari, conosca e cresca insieme. Da qui prende vita RetroBottega, il primo pre-festival orientato in questa direzione, in diretta su Twitch, la piattaforma streaming più frequentata al mondo, dal 26 luglio al 25 agosto, per tre dirette a settimana. In programma 15 dirette con importanti ospiti che indagheranno vari temi legati al mondo della letteratura, che verranno poi approfonditi al festival in presenza Dall’urgenza ambientale al giornalismo d’inchiesta, dai fumetti fino alle questioni di genere: numerosi saranno gli argomenti di attualità e cultura che verranno affrontati durante il festival da più angolature attraverso momenti di dialogo tra intellettuali, autrici e autori, giornalisti e giornaliste, ma anche con un ricco programma di presentazioni di libri, laboratori per bambini e bambine, performance teatrali, spettacoli partecipati Tra gli ospiti già confermati Angelo Cavallaro (Sommobuta), Riccardo Mastini, Laura Centemeri, Mara Cerri e Maurizio Iorio (kirio1984) Bookolica è organizzato dall’Associazione Culturale Bottega No-Made, con il sostegno della Regione Autonoma della Sardegna, della Camera di commercio di Sassari all’interno del programma Salude&Trigu, dei Comuni di Torralba, Scano di Montiferro, La Maddalena, Tempio Pausania e sotto gli auspici del CEPELL (Centro per il libro e la lettura). In collaborazione con l’Aeroporto di Olbia, l’Università di Bolo-
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Dal 30 agosto al 4 settembre a Scano di Montiferro, Torralba, La Maddalena e Tempio Pausania. E con Retrobottega il prefestival va in diretta su Twich “ ”
gna, l’Università di Firenze, Nati per leggere (Patto per la lettura nazionale) e Patto per la Lettura della città di Tempio Pausania e Palabanda. L’edizione 2022 di Bookolica segnerà l’inizio di un lavoro pluriennale di indagine sulla violenza. L'incipit del viaggio di studio e scoperta trova ispirazione nel carteggio tra Albert Einstein e Sigmund Freud, in cui viene analizzata l’origine della violenza e le sue molteplici declinazioni. Da qui la volontà e l’urgenza di affrontare nella quinta edizione del festival la figura di Pier Paolo Pasolini, nel cen tenario della sua nascita, per approfondirla da diverse angolature: dal cinema alla letteratura, dal teatro all’in chiesta. Il linguaggio artistico di Pasolini sarà infatti trattato sotto molteplici aspetti, tanti quanti la complessità del suo lavoro, con particolare attenzione al modo in cui i corpi diventano parte integrante del discorso pasoliniano. E di corpi che si fanno stru menti di comunicazione, diventando luoghi di lotta, se ne affronterà il ruolo e l’im portanza culturale, sociale e politico nella prospettiva di genere, nuova tematica di indagine del festival. Dall’in fanzia alla vecchiaia, i corpi femminili sono oggetto di controllo, giudizi e contese, tutt’oggi al centro del dibatti to nazionale. A dare un volto alla quinta edizione di Bookolica è Mara Cerri, tra le più apprezzate illustratrici italiane contem poranee. I suoi lavori sono stati pubblicati da Einaudi, Mondadori, Coconino, Orec chio Acerbo, Else edizioni e sono apparsi su riviste come Lo Straniero, Il Manifesto e Internazionale. Nel 2022 ha collaborato con la dramma turga Chiara Lagani alla rea lizzazione della graphic novel L’amica geniale (Coco ninopress), e ha vinto, assie me alla scrittrice Nadia Ter ranova, il premio Andersen, per l’opera Il segreto (Mon dadori, 2021) da lei illustrata Nell’immagine guida di que sta edizione di Bookolica Cerri ha immortalato, con il suo talento, un corpo libero e sovrano, come dovrebbe continuare a essere per tutto il tempo della sua esistenza Il programma è disponibile su www bookolica it
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Accordi saltellati, cm 25x25, olio su tela, 2019 16
Salvatore Luperto *
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ritorno alle origini il ritmo colore della taranta
Èil frammento a rivelare il pensiero sot teso ad un’immagine; ad alludere all’essenza di antichi sentimenti condivisi collettivamente Il dettaglio diventa protagonista, simbolo di suggestioni, di sin cronie, del volteggiare di donne vestite con drappi, scialle, calze nere e fazzoletto bianco L’artista Luigi De Giovanni nella rappresen tazione del tarantismo predilige lo scatto dei corpi, lo slancio del gesto, la linea spezza ta, i toni cupi e sommessi. Sono questi ele menti che caratterizzano la sua pittura, immediata ed essenziale come il ritmo e il timbro dei suoni degli strumenti musicali della taranta. Suoni sincopati e ritmi martel lanti sono riprodotti nelle tinte opache, nei colori smorzati, mai sgargianti, per meglio evocare le crisi convulsive delle tarantolate simili ad attacchi epilettici, crisi sospinte anche dall’incalzante ritmo dei tamburelli, sostenute dalle note penetranti del violino e dal suono ruvido della fisarmonica. L’artista oltre a dipingere la visione d’insieme di una scena, circoscrive il dettaglio per significare sorprendentemente le suggestioni delle tarantolate che ballano, simulando contorsioni, indotte dalla stessa frenetica musica Nel particolare di un guizzo, di un gesto rapido, di un indumento si ritrova il senso di un’idea, di un’espressione che affiora attraverso il colore, il segno, la macchia. Le opere della mostra Ritorno alle origini il ritmo colore della taranta si caratterizzano nel tratto incisivo del segno e nelle cupe tonalità cromatiche che esprimono sensa zioni interiori, suggestioni intime attraverso l’apparenza esteriore di una visione sedu cente del tarantismo, narrata con lirico espressionismo. Il taglio dei dipinti dà l’idea d e l f r a m m e n t o d i u n ’ u n i c a g r a n d e t e l a tagliata in tante parti, mentre la striatura del la pennellata e l’energia del segno rievoca no la vitalità del gesto nel convulso ballo della taranta Le tonalità cromatiche opache dei bruni, che degradano nei pallidi incarnati delle figure dipinte sullo sfondo di antichi ulivi salentini, richiamano alla mente la poetica e le tecniche pittoriche degli artisti della scuo la romana della prima metà del Novecento tra cui il salentino Carlo Barbieri le cui ope re si distinguono per l’immediatezza esecu tiva, le tonalità cromatiche spente, ma Il nuovo progetto espositivo dell’artista specchiese Luigi De Giovanni in mostra al Museo Pietro Cavoti a Galatina “ ”
18 soprattutto per il c o i n v o l g i m e n t o p o e t i c o d e g l i a m b i e n t i e d e i p e r s o n a g g i r a ff igurati I soggetti di De G i o v a n n i e s p r imono l’animazio ne del ballo attra verso i suoi detta gli: il tamburello, lo scialle, i piedi s c a l z i . I l m o v i mento delle mani, c h e t e n g o n o u n lembo delle vesti o protese in avanti, emulano i gesti d e l t a m b u r e l l i s t a m e n t r e p e r c u o t e in alto il tamburell o c o n s o n a g l i , segnando il tem po della danza in un vorticoso cres c e n d o . E s o n o p r o p r i o q u e s t i dettagli a esercitare il fascino del tempo cadenzato d e g l i s t r u m e n t i musicali, accom pagnato dai suoni c i r c o s t a n t i e d a q u e l l e m o v e n z e ormai sedimenta t e n e l l a n o s t r a mente. L’obiettivo dell’au tore è il trasporto e m o t i v o c h e i m p l i c h i o c c h i e mente del fruito re, per indurlo alle “origini”, all’andam e n t o f r e n e t i c o della taranta; per c o i n v o l g e r l o i n quel ritmo incalzante nel quale le tarantolate anne gavano il disagio p s i c o l o g i c o c a u sato da situazioni a n s i o g e n e m a l v i s s u t e , d a i s o p r u s i p a t i t i e d a l l e i n s i s t e n t i m o l e s t i e . E s p erienze tutte difficili che causano tur bamenti dello stato psichico dell’ind i v i d u o Tr a u m i irrisolti che veni vano storditi nella frenesia del ballo fino allo sfinimen t o c o m e p u r e a n s i e e p a u r e c o m u n i , i n d o t t e d a s i t u a z i o n i familiari, ambientali ed esistenzia li, particolarmente difficili, che davano luogo a incon t r o l l a t e r e a z i o n i inconsce in cui la donna (raramente l’uomo) si abban donava a un for sennato ballo nel quale dimenando si mimava, spes so stesa a terra, un combattimento contro la tarantola per ucciderla.
Pizzica Dolore dissimulato, cm 62x115, olio su tela, 2020 direttore artistico Museo Pietro Cavoti ecritico d’arte
19 Pizzica Danza all’imbrunire, cm 70x 60, olio su tela, 2018
20 Pizzica Danza prima della notte, cm 62x115, olio su tela, 2020
N o n s o l o p e r c h é t e a t r o n a t u r a l e d e l p e l l e g r i n a g g i o d e l l e “ t a r a n t a t e ” p e r n u m e r o s i l u s t r i m a p e r c h é p e r i l s u o P a t r i m o n i o s t o r i c o a r c h i t e t t o n i c o q u e s t a c o m u n i t à è t e s t i m o n e d i u n m o m e n t o f o n d a m e n t a l e d e l l a tradizione che lega questo Sud a molti altri Sud, iscrivendosi di diritto come crocevia nella koinè mediterranea. C o n i m p a t t o s e g n i c o i m m e d i a t o , t r a d o t t o i n u n t r a t t o d e c i s o m a n o n o s s e s s i v a m e n t e d e f i n i t o f r u t t o d i i s t i n t o c h e d e l i n e a u n a v o l o n t à pittorica ben espressa. E c c o L u i g i D e G i o v a n n i m o s t r a r c i i corpi immersi nel ritmo, protesi nella d a n z a d i ff e r i r e i l i n e a m e n t i n e l m o v i m e n t o d e l c o l o r e c h e t a l v o l t a a c c e n n a n e l g e s t o u n d e s i d e r i o d i a s t r a z i o n e ( s i v e d a n o l e o p e r e “ P e r d e r s i n e l t e m p o ” e “ A l l o n t a n a r s i n e l p r e s e n t e ” ) d o v e l a t r a d i z i o n e s f u m a i n u n a d i m e n s i o n e t e m p o r a l e sospesa che dall’ancestrale riconduce a l c o n t e m p o r a n e o , s e n z a p e r d e r s i nella tentazione retorica.
21 nel ritmo segno un invito alla danza Davide Miceli Che relazione esiste tra la pittura e la tradizione? In che modo può l’arte tradurre una storia popolare locale? Sono questi alcuni dei molti interrogativi che affiorano alla mente di chi si accosta al tema del Tarantismo, elemento distintivo di Galatina per la consustanzialità con la storia della Città.
La tavolozza spazia, richiamando alla m e n t e S c h i e l e m a p u r e G a u g u i n e Cezanne L a f e l i c e i n t u i z i o n e d e l D e G i o v a n n i sta nell’accompagnare, attraverso la consistenza del colore e la dinamicità d e l s e g n o , i l f r u i t o r e d e n t r o l a dimensione fisica del ballo, un invito a l l a d a n z a , u n a d d e n t r a r s i n e l l a t r a d i z i o n e c h e m e n t r e r e s t i t u i s c e u n tratto significativo di storia locale invita a d a t t u a l i z z a r l a e d i s m e t t e r e i p a n n i dello spettatore per farsi parte attiva del processo storico-artistico. L a C i t t à d i G a l a t i n a è l i e t a d i accogliere questa mostra come segno di un tempo attento alle proprie radici che sa riconoscere nel ritmo segno un m o m e n t o o r i g i n a r i o a p e r t o a l l a contingenza del presente.
foto di Domenick Giliberto
22 il Bellini Festival arte e musica a catania
CATANIA Torna a Catania il Bellini Festival che dal 2009 rende omaggio a Vin cenzo Bellini nella sua città natale, coinvolgendo i luo ghi storici dove lo stesso grande compositore mosse i suoi primi passi. Si inizierà come sempre nel giorno in cui ricorre l’anniversario della sua morte, il 23 Settembre, per poi concludersi il 3 Novembre, nel giorno dell’anniversario della sua nascita, con il tradizionale Concerto al Duomo, dove a Catania riposano le sue spoglie mortali. In contem poranea con la prima sera ta del Bellini Festival sarà inaugurata la mostra “Sulle sacre pietre: la "Norma" al Teatro Antico di Taormina”, che vestirà le sale di Palazzo Biscari fino al 3 novembre, giorno conclusivo della XIV edizione della prestigiosa manifestazione dedicata a Vincenzo Bellini. Curata da Domenick Gili berto, la mostra presenta le più belle immagini tratte dalla messa in scena dell'o pera Norma di Vincenzo Bellini realizzata nel 2012 al Teatro Antico di Taormina con la regia di Enrico Castiglione nell'ambito della quarta edizione del “Bellini Festival”, trasmessa in diretta dalla RAI quale inaugurazione delle tra smissioni in digitale di RAI 5 in Sicilia, oltre che in diretta via satellite in mon dovisione in oltre 700 sale cinematografiche in tutta Europa. La XIV edizione del Bellini Festival, promosso dalla Fondazione Festival Belli niano insieme al portale t e l e v i s i v o www.musicalia.tv, prenderà Dal 23 settembre al 3 novembre nei luoghi della città natale del compositore siciliano. “ ”
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24 foto di Domenick Giliberto il via dal Teatro Metropolitan con una nuova produzione de La Sonnambula, opera considerata tra i capolavori assoluti di Vincenzo Bellini, mes sa in scena con un cast di prim’ordine, tra cui Laura Esposito e Matteo Falcier, con la regia, le scene e i costumi di Enrico Castiglione Si tratta di un nuovo attesissimo allestimento operistico che verrà messo in scena il 23 e 25 Settembre 2022 Tra i numerosi appuntamenti del Bellini Festival, particolarmente nutrito sarà il calendario dei Concerti presso la Badia di Sant’Agata, prose guendo il 24 Settembre, sempre alle ore 20 00, con Roberto Abbondanza e Angela Nisi nel Con certo dal titolo “Dolente immagine”, poi il 29 Set tembre con il Concerto “Allegretto” con il pianista Ruben Micieli alla scoperta della musica per pia noforte di Bellini, il 13 Ottobre con il Concerto “Vaga luna” con il soprano Gonca Dogan e il tenore Filippo Micale in omaggio a Giovanni Pacini, il 20 Ottobre con l’Orchestra da Camera La Scala nel Concerto “Lo splendore del Belcanto”, alternati con i concerti alla scoperta della musica sacra di Bellini “Laudamus Te” e “Virgam Virtutis” in varie chiese di Catania, con la partecipazione dell’organista Silvano Frontalini. L’opera torna in scena con Bianca e Fernando al Teatro Metropolinan il 29 Ottobre, con il Coro e l’Orchestra del Festival Belliniano, allestimento e regia a sorpresa e i vincitori del Concorso Inter nazionale per Voci Liriche “Vincenzo Bellini”, quest’anno in programma a Catania nello stesso mese di Ottobre con una giuria di prestigio inter nazionale Come da tradizione il Concerto dei vincitori si svolgerà poi a Parigi, a Puteaux, al Theatre des Hautes de Seine per la sezione “Bellini International” Il 3 Novembre 2022, giorno del 221° anniversario della nascita di Vincenzo Bellini, doppio appuntamento: alle ore 17 30 il Concerto “Belli niana” alla Badia di Sant’Agata, e gran finale in serata alle ore 20.00 con il tradizionale Concer to Straordinario per il 221° anniversario della nascita di Vincenzo Bellini al Duomo, con ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibi li: ad esibirsi il Coro e l’Orchestra del Festival Belliniano con in programma musiche belliniane e come da tradizione star internazionali che saranno annunciate come sempre il giorno pri ma del Concerto www.bellini festival.org festivalbelliniano org
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26 Fig 1, Gruppo scultoreo dell'Annunziata, Santuario dell'Annunziata, Bronte (CT)
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sui passi dei gagini il museo diFFuso La riscoperta dell’arte rinascimentale in Sicilia e Calabria “ ”
Sono belle, delicate e pulsanti di vita le opere degli artisti scultori di una fami glia ben nota in Sicilia, ma originaria di Bissone nel Canton Ticino Sono le opere di Domenico Gagini, capostipite della fami glia di artisti che ha disseminato di meravigliose statue il sud Italia e in modo particolare la Calabria e soprattutto la Sicilia Fra i nomi più importanti della famiglia che pla smava vita dal marmo bianco di Carrara, spicca senza alcun dubbio quello di Anto nello, figlio palermitano di Domenico, che proprio nel capoluogo siciliano aveva aperto la sua prolifera bottega Domenico insie me ad altri importanti artisti del Rinascimen to era stato chiamato a Napoli per lavorare al grande arco di trionfo in onore di re Alfon so I che purtroppo non vide mai completa la monumentale opera in suo onore a causa della morte Dalla città di Napoli, Domenico Gagini così come altri artisti decise di spostarsi e rag giungere Palermo, la città della Conca d’Oro, crocevia di popoli e fucina di arti che in quel periodo accoglieva numerose figure di spicco nei diversi ambiti artistici. Inizia così
nasceranno
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Fig 2, gruppo scultoreo dell'Annunziata, Chiesa S Teodoro Martire, Bagaladi (RC) Fig 3, Madonna del Pilerio o delle Nevi, Chiesa Madonna delle Grazie, Sinopoli Superiore (RC) Fig 4 Madonna delle Grazie, Santuario Madonna della Grotta, Bombile (RC) un percorso fatto di una immensa produzione artistica che fa della bottega dei Gagini, il centro propulsore dell’arte della scultura, il luogo per eccellenza in cui nascevano e poi con i figli Antonello e Giovanni, capolavori importanti che ancora oggi si trovano conservati nei loro luoghi di origine. Antonello e il fratello Giovanni sono abili maestri che imprimono nuova vita alle cono scenze acquisite grazie alla maestria del padre È soprattutto Antonello ad apportare nel linguaggio artistico una ventata di fre schezza e di umanità che stentava a venire fuori dal quello, più rigido paterno. Opere di straordinaria bellezza vengono commissio nate da privati e da importanti rappresen tanti dell’aristocrazia e degli ordini religiosi. Comincia una lunga produzione di sculture la cui espressività non ha mai visto prima una luce così intensa e delicata che dona alle sculture la reale morbidezza delle vesti, l’armonia della gestualità e la soave espres sività che sono il fulcro principale delle opere di Antonello Il marmo diventa vivo Il marmo bianco di Carrara diventa espressio ne di una nuova bellezza fatta di proporzioni delicate e di linee sinuose che tutto lasciano immaginare fuorché il duro ele mento lapideo estratto dalle cave e fatto arrivare a Palermo La scia della fama dei Gagini si diffonde in poco tempo ed è così che i maggiori luoghi di culto fanno a gara per accaparrarsi una scultura, sia essa una Madonna o un santo, l’importante è avere un’opera del grande maestro Antonello Gagini Panormitano - cui collaborano anche altri artisti come è Fig 2 Fig 3
29 ovvio che sia nel lavoro di bottega. Questa vasta e importante produzione, a ben riflettere, è una delle tante peculiarità siciliane. Una delle linee guida da seguire nel nostro territorio, per imparare a valorizzarlo e ad approfondirlo ed è per questo che agli inizi del 2022 è stata presentata la seconda edi zione di questo importante progetto del “Museo diffuso dei Gagini” che ha visto coinvolte, oltre alla Regione Siciliana e numerosi enti tra facoltà universitarie, Acca demie, Istituzioni Scolastiche ed Associazioni culturali, anche la Regione Calabria e l a s o p r i n t e n d e n z a a i B e n i C u l t u r a l i e Ambientali del capoluogo al di là dello Stretto Il mare divide sì, ma i Gagini costituiscono un ponte ideale fra le due sponde, un ponte di storia e di cultura che ancora una volta avvicina due regioni, che ne accomuna i caratteri e ne porta alla luce quelle congruenze che non sono soltanto frammenti di storia locale, bensì rientrano in un quadro più ampio della storia dell’arte del Sud Italia Le sculture gaginiane narrano la bellezza del Rinascimento, spesso sottovalutato al Sud e in modo particolare permettetemi di dirlo nel territorio della Sicilia orientale, dove tutti sappiamo del disastroso sisma della notte del 9 e 11 gennaio 1693 che distrusse il Val di Noto causando migliaia di vittime e facendo scomparire numerosissi me opere d’arte, quasi a cancellare, ma non del tutto, la memoria antecedente all’infausto evento Questa memoria, oggi si ripresenta a noi e a chi vorrà conoscerla attraverso tante iniziative e il progetto del “Museo diffuso dei Fig 4 Fig 5 Fig 6 Fig 5, S Nicola in trono, Chiesa di S Martino, Randazzo (CT) Fig 6, Madonna dela Catena, Basilica S Maria della Catena, Castiglione di Sicilia (CT)
Fig 7 Madonna della Catena chiesa S Maria di Gesu Caltagirone (CT) Fig 8, Madonna col Bambino, Siracusa, Galleria Regionale di Palazzo Bellomo Fig 9, Madonna del Cardillo, Siracusa, Galleria Regionale di Palazzo Bellomo Gagini” è l’ultima di una lunga serie Sono tanti gli storici che lavorano nei diversi territori e che con il loro impegno cercano di mantenere viva la memoria di que sti secoli lontani, attraverso percorsi specifici e portando alla luce opere d’arte e luo ghi che sembrano vivere in un mondo parallelo, eppure sono storia anch’essi Ma non è questa la sede per addentrarsi in questo argo mento, perdonate la riflessione Il progetto del “Museo diffu so dei Gagini” è l’occasione per scoprire e riscoprire il nostro territorio (siciliano e calabrese), alla luce di ope re che fino ad oggi non han no potuto manifestare tutto il loro potenziale, perché poco conosciute e poco diffuse. Ecco, il progetto in questione se vogliamo, ha strappa to quel velo di silenzio in cui molte di queste opere erano a v v o l t e p e r r i d o n a r e l o r o dignità e autorevolezza La dignità della bellezza che merita di essere conosciuta e divulgata; l’autorevolezza di ciò che esse rappresenta no per il luogo in cui esistono e per la storia dell’arte in genere Altro non può esserci che un arricchimento culturale per tutti, se si volge lo sguardo alla produzione artistica dei Gagini. Forse, permettetemi di dirlo, abbiamo anche il bisogno di riabituarci alla bellezza, di ritrovare il sapo re autentico della riscoperta, di immergerci in esperienze uniche di cui solo l’arte può essere veicolo. Da sempre l’arte chiama gli uomini all’es p e r i e n z a d e l b e l l o , q u e l bello oggettivo ma, anche soggettivo che si può vivere Fig 7 Fig 8 Fig 9
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Fig 10, Madonna della Catena, Siracusa, Chiesa S Maria di Gesu ̀ Fig 11, S Lucia, Siracusa, Cattedrale Fig 12, Madonna della Neve, Siracusa, Cattedrale solo attraverso l’esperienza personale davanti ad un’opera d’arte. Il “Museo diffuso dei Gagini” oltre ad essere un modo scientifico per preservare e dare valore a questa bellez za, diventa strumento per tutti per poter sperimentare il bello, per porre noi stessi, i nostri occhi e i nostri sensi, d a v a n t i a d u n ’ e s p e r i e n z a unica perché ciascuno di noi vive attraverso le proprie corde dell’anima certi incont r i P e r s o n a l m e n t e c r e d o che già la sola idea di met terci in cammino per ammirare capolavori come l’Annunziata di Bronte (fig. 1) o quella di Bagaladi (fig. 2) in Calabria, possa essere l’inizio di questa esperienza del bello, che si compie con il viaggio, con l’andare verso un qualcosa di nuovo e lì, davanti all’opera d’arte, si esprime al meglio nelle sen sazioni che ciascuno di noi può vivere L’itinerario di questo percor so a cielo aperto, che attraversa anche il mare, altro non è che questo viaggio nella storia, nei luoghi, nei paesaggi, nell’arte, che può p o r t a r e s o l o a d e l e v a r c i m a g g i o r m e n t e p r e n d e n d o coscienza e consapevolezza di quanto bello e impor tante sia il nostro patrimonio a r t i s t i c o . L’ a v e r p e n s a t o questa seconda edizione ha prodotto l’interscambio cul turale non soltanto fra due regioni, Sicilia e Calabria, ma anche fra i diversi enti e i comuni che hanno realiz zato un vero e proprio dialogo nel e per il territorio Un motivo in più per vantare
Fig 10 Fig 11 Fig 12
Certamente questo percorso è un invi to alla conoscenza del territorio, uno stimolo ad osservare meglio ciò che è intorno a noi, un monito anche alla responsabilità verso la memoria anti ca che fa parte della nostra storia e ci chiama alla consapevolezza dei beni preziosi voluti dai nostri avi Le opere dei Gagini facenti parte del “Museo diffuso” dicevamo prima interessano la provincia di Catania e volendo far sì di rendere più agile l’e ventuale voglia di avventura che han no suscitato queste righe, le presento di seguito permettendomi non me ne vogliate di aggiungere qualche sug gerimento su altre opere di paternità gaginiana nella provincia di Siracusa, presentate nel mio libro pubblicato i primi del mese di aprile scorso e pre sentato presso la Galleria Regionale di Palazzo Bellomo di Siracusa, igna ro all’epoca dell’importante progetto di cui ho ampiamente scritto. La prima presentazione del progetto è stata fatta a Bronte, cittadina adagiata sul versante nord dell’Etna, che ha visto innanzi tutto la presentazione di un importante restauro, quello del gruppo statuario dell’Annunciazione, custodito presso l’omonimo santuario e oggetto di grande venerazione dal popolo. Un evento importante che ha visto relazionare gli studiosi e gli addetti al restauro, sull’opera compiuta, ponendola in continuità con lo stes so lavoro svolto in Calabria per l’An
32 in senso buono la propria bellezza e condividerla per portarla a conoscenza di molti, esperti del settore o sem plici viandanti, turisti e perché no, cit tadini di quei luoghi che magari non hanno mai fatto caso a questo genere di cose. Questo itinerario sui passi dei Gagini diventa altresì una maniera nuova per scoprire il territorio, per entrare in quelle chiese che magari sono fuori dai canonici circuiti turistici È l’itinerario del Rinascimento sicilia no, fatto di opere ben conosciute e custodite in bella mostra nei musei della nostra Regione, ma è anche fat to di opere poco conosciute che ripo sano in luoghi lontani dai classici itinerari per il turismo di massa E questo altro non è che un dato di fatto, viste anche le località coinvolte in questa valorizzazione e che in Sicilia fanno parte del territorio calatino e del com prensorio jonico etneo se mettiamo in fila i luoghi facenti parte di questo progetto: Militello Val di Catania, Bronte, Castiglione di Sicilia, Linguaglossa, Vizzini, Randazzo e Caltagirone per quanto riguarda la Sicilia, mentre in Calabria nel Parco Nazionale d’Aspro monte, fanno parte le località di Baga ladi, Sinopoli Superiore (fig. 3) , Arasì, Gerace e Bombile di Ardore (fig 4) A primo avviso l’elenco potrebbe sem brare poco corposo, ma è necessario considerare anche un altro fattore, ovvero che molte delle opere esistenti nei due ambiti regionali, non hanno ancora una paternità certa o, più semplicemente, vivono nel loro oblio per chissà quale ragione e sono conosciu te probabilmente a poche persone. Di fatto l’importanza di questo progetto consiste, come detto precedentemen te, nel dare dignità e autorevolezza a quelle opere già conosciute e catalogate, quindi manufatti per cui sono state effettuate ricerche non soltanto da un punto di vista artistico, bensì anche storico/locale, attraverso l’acquisizione di documenti storici che ne c o n f e r m a n o l a r e a l i z z a z i o n e e n e spiegano l’origine.
Nel territorio aretuseo altre opere testimoniano l’importanza della fiorente bottega dei Gagini, pensiamo ad esempio alla scultura della Vergine col Bambino nella chiesa claustrale di S. Chiara a Noto (fig 13), attribuita proprio ad Antonello Gagi ni. Come si può evincere da questo breve elenco che comprende due territori, la produzione della famiglia Gagini - possiamo affermarlo con certezza fu una delle più importanti per il Rinascimen to dell’intera isola. Ringrazio lo Storico dell’Arte Pasquale Faenza per la gentile concessione delle fotografie relative alle opere dei Gagini nelle località della Regione Calabria Fig
Fig 13, Madonna col Bambino, Noto, Chiesa di S Chiara nunciazione di Bagaladi. Da Bronte dunque a Randazzo, dov’è custodita una pregevole statua di S. Nicola in trono nella chiesa di S. Martino (fig. 5) e poi ancora a Militello Val di Catania, a Casti glione di Sicilia con la venerata statua marmorea della Madonna della Catena (fig 6), e poi ancora a Linguaglossa, a Vizzini e Caltagirone nella chiesa di S. Maria di Gesù, dove si custodisce una statua della Vergine col Bambino venerata col tito lo della Catena (fig. 7), elemento per altro ben visi bile nella scultura e realizzato con lo stesso mate riale Nella provincia di Siracusa altre opere parlano dei Gagini e della loro importante produzione, basti pensare alla Vergine col Bambino (fig. 8) e alla Madonna del Cardillo (fig 9), nella Galleria Bello mo, la prima proveniente dal convento di san Domenico attribuita ad Antonello e Antonino Gagini, la seconda attribuita invece a Domenico Presso la chiesa di S Maria di Gesù uno dei primi luoghi che videro la presenza dell’Ordine dei Francescani Minori – è conservata la Madonna della Catena (fig 10), proseguendo per la Catte drale dove oltre alla Madonna col Bambino di pro babile ambito gaginiano sono presenti altre due sculture di Antonello Gagini, una santa Lucia (fig 11) e una Madonna della Grazia comunemente detta della Neve (fig. 12).
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34 Un particolare dell’allestimento alla Fondazione Biscozzi Rimbaud (foto: a f )
Nella Fondazione Biscozzi Rimbaud di Lecce in mostra fino al 25 settembre trenta opere dello scultore Salvatore Sava “ ”
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Antonietta Fulvio LECCE Si potrà visitare fino al 25 settembre “L’altra scultura” la mostra dell’artista salentino Salvatore Sava, tra i più significativi scultori della propria generazione. Nelle sale della Fondazione Biscozzi Rimbaud sono presentate circa trenta opere, alcune delle quali inedite, scelte dal critico d’arte Paolo Bolpagni curatore dell’e vento espositivo che svela aspetti e ricerche dello scultore attraverso la visione di opere realizzate tra il 1995 e il 2021, in particolare per la prima volta sono esposti i cicli dei “neri” polimaterici, dei lavori in legno, in resina, in fibra di vetro e smalto, e alcuni collages metallici su cartone. Salvatore Sava utilizza per le sue opere i materiali più diversi, dalla pie tra leccese a quella di Trani, dal ferro all’accaio, dalle resine al legno, alle fibrre di vetro e i colori fluo che pla sma e reinventa seguendo un filo conduttore il tema della natura checome scrive lo stesso Bolpagni «non è rappresentata, ma emblema tizzata in forme pure e talora rudi, vissuta con la coscienza appassionata di chi ha le proprie radici in una terra profondamente “sentita”, quella del Salento, cui Sava è voluto rimanere fedele Perciò anche il dramma della Xylella, il batterio che ha distrut to una grande parte dei secolari ulivi, non è evocato in termini retorici, né tanto meno politici, bensì vissuto per così dire, dal di dentro, in maniera autentica e sofferta, interiorizzata » Negli spazi della Fondazione è pos sibile ripercorrere l’evoluzione di una ricerca artistica che partendo da archetipi si addentra nei territori del mito vestendo di metafore le sue opere che rimandano alla dimensione naturale e ai cicli della Natura A cominciare dalla magica Luna, alla serie dei Fiori di pietra passando dall’ironico Fiore del Salento fino 35 Fulvia Mendini, “Madonnina delle nuvole”
36 all’ultimo Xalento che concen tra molti dei temi trattati compresa la terribile esperienza del coronavirus che ha scon volto le nostre vite. Tra i lavori in mostra, da segnalare Indiadolcenera omaggio a Fabrizio De Andrè, le !5 lettere di rameargento doe le sottli lamelle metalliche ,alla stregua di ideogrammi antichi, «tessono un discorso articolato, ritmico, cadenzato, che parla a chi sa porsi in ascolto».
Nato a Surbo, nel 1966, si è formato a Roma e all’estero Ha all’attivo numerose mostre collettive e personali, e dal 1990 insegna all’Accademia di Belle Arti di Lecce. Tra le partecipazioni si annoverano nel 2005 la XIV Quadriennale di Roma, nel 2006 la mostra “Scultura Internazionale ad Agliè (Torino) Vincitore del Premio internazionale di Scul tura “Terzo Millennio” a Erbusco (Brescia) e del Premio Mastroianni nell’ambito della sesta Biennale Internaziona le di Scultura della Regione Piemonte, e il Prmeio Limen Arte per la scultra a Vibo Valentia. Sue opere si trovano in collezioni pubbliche e private di importanti istituzioni italiane come l’Universtà Cattolica del sacro Cuore di Milano, il Musma di Matera, il Mic Museo internazionale della Grafica di Castronovo di Sant’Andrea, la Fondazione Ragghianti di Lucca, e la Fondazione Biscozzi Rimbaud dove sono presenti nel Ritratto di Salvatore Sava; in basso: Salvatore Sava, Sorbole, 2016, acciaio inox e ferro, 139 x 71 x 36 cm (2); (crediti: ufficio stampa)
37 l’allestimento permanente della sede museale leccese due sue opere Sentieri interrotti del 1998 e Rosa selvatica del 1999. Visitando la mostra di Salvatore Sava è possibile sco prire la collezione permanente della Fondazione Biscozzi | Rimbaud, aperta dal marzo del 2021 in piazzetta Baglivi che annovera, tra gli altri, opere di Filippo de Pisis, Arturo Martini, Enrico Prampolini, Josef Albers, Alberto Magnelli, Luigi Veronesi, con partico lare riferimento agli anni Cinquanta, Sessan ta e Settanta: Fausto Melotti, Alberto Burri, Piero Dorazio, Renato Birolli, Tancredi, Emilio Scanavino, Pietro Consagra, Kengiro Azuma, Dadamaino, Agostino Bonalumi, Angelo Savelli, Mario Schifano. Accompagna la mostra il catalogo realizzato dalla Fondazione Biscozzi Rimbaud per i tipi di Silvana editoriale Orario di apertura tutti i pomeriggi, escluso il lunedì dalle ore 16.00 alle 19.00, la domenica dalle 10.00 alle 13 00 e dalle 16 00 alle 19 00 Biglietto d’ingresso: 5 euro (comprensivo anche di visita dell’esposizione permanente della Fondazione) tel 0832 1994743 www.fondazionebiscozzirimbaud.it Salvatore Sava, Fiore del Salento, 2019, cemento, pietra leccese, ferro zincato e smalto, diametro 52 cm, (crediti: ufficio stampa)
L’incanto della pietra leccese e le stelle La luce che abbraccia una notte magica, la notte della moda, la notte dell’eleganza Un dipinto firmato Cordella, un quadro che è cornice e futuro per designer dell’arte sartoriale per eccellenza Tra quelle stelle nel cielo leccese di fine luglio, una speciale indica va la via “A voi giovani dico, rin novatevi continuamente, formatevi e studiate senza avere mai paura del futuro” A un anno dal la scomparsa dall’amato e indi menticabile maestro Pino Cor della, le sue parole risuonano come un invito a continuare a sognare, a creare, a dipingere sogni su pezzi di stoffa, cucire magia e speranza nel proprio futuro E proprio questo è lo spi rito che ha accompagnato i giovani stilisti e designer dell’Inter national Fashion School di Lec ce e Roma in questo anno di studio e formazione, aggiornamen to e creatività sartoria e alta Un momento della sfilata ritratto dal fotografo Luciano De Marianis
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rever d’oro pino cordella la magia della moda Ad un anno dalla scomparsa dello stilista, la sfilata degli allievi dell’International Fashion School di Lecce e Roma “ ”
Francesca Pastore
39 moda. Il traguardo finale il tradizionale appuntamento che si è svolto venerdì 22 luglio nella magica cornice dell’Ex Convento degli Agostiniani a Lecce alla prsenza delll'assessore del Comune di Lecce Paolo Foresio e dell'assessore regionale Alessan dro Delli Noci. La XXV edizione dell’evento “Rever d’Oro Pino Cordella”, patrocinata dal Comune di Lecce e da Confindustria, ha ogni anno lo scopo di offrire spazio e voce ai futuri addet ti del settore Moda. Due collezioni, due costellazioni di abiti meravigliosi, curati nei dettagli, che trasfor mano i tessuti e i colori in emozioni da vivere, da condividere insieme. “Shapes of
Alcuni momenti della sfilata ritratti dal fotografo Luciano De Marianis Music” è una dedica alla musica, compa gna di viaggi, ricordi e desideri. E’ l’amica che ogni ragazzo porta sempre con sè ovunque, un bagaglio di paure e con quiste che ogni don na, ogni uomo conserva nel cuore. In passerella un omag gio ai re del pop Elton John e Michael Jackson Due icone di stile e musicali immortali, che sono la colonna sonora di tante generazioni. Gli abiti sono stati realizzati con il metodo di taglio e sartoriale creato da Pino e Manuel Cordella, che raccontano, tra sfumature e uniche creazioni personalizzate in bronzo dell’orafo Carlo Tricarico, il mondo del glam rock e pop. La collezione “Legends Never Die”, percorre l’evo luzione stilistica del re del pop Michael Jackson, attraverso un set fotografico a Parigi, realizzato dall’occhio puntuale di Mauro Lorenzo e coordinato da Carol Cordella. "Voglio fare il mio ringraziamento per questo XXV sogno realizzato com menta Carol Cordella - un’ora e mezzo per raccontare un anno di intenso
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Luciano De Marianis
Alcuni momenti
Nel corso del la serata, che ha visto la p a r t e c i p a z i o ne di centinaia di perso ne, insieme a r a p p r e s e ntanti del p a n o r a m a della moda e del mondo politico e sociale loca le, è stato presentato il brand “JERI CO”, nato tra i banchi della scuola di Moda Cordella. Il Premio Rever D’oro Pino Cordella 2022 è stato invece assegnato all’atto re e condutto re RAI Lorenzo Branchetti, che racconta l’Italia e la sua arte attraver so il program ma Camper in onda su Rai Uno. Branchetti ha della sfilata ritratti dal fotografo
42 lavoro, di percorsi iniziati e terminati, di collaborazioni solide e vere. Un’ora e mezza in cui tutti abbiamo dato il nostro meglio, nessuno si è risparmiato e tutti si sono emozionati!".
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accompagnato l’infanzia dei Millenails con il Programma la Melevisione "Sono stato pre miato, come artista che dedica la sua arte alla formazione della nuova generazione di attori Grazie, sono onorato di questo bel riconoscimento! Una serata bellissima, mi sono emozionato tanto. La famiglia Cordella e la scuola di moda sono eccellenze nel mondo Maestri d'arte sartoriale per tanti giovani stilisti e designer che stanno costruendo con passione il loro futuro" Fashion partner anche per questa edizione il team The Best Club Wella e Makeup art pro. Gli abiti sono stati indossati da 20 bellez ze salentine, new faces del mondo della moda, coordinate da Visual Tag Fashion Agency. Hanno presentato l’evento Stefania della Tomasa e Pino Lagalle
L’Istituto di moda Cordella nasce da una lun ga esperienza familiare di oltre 350 anni nel campo della sartoria e della confezione. Dal 1783, anno in cui è nata la sartoria Cordella, l’obiettivo primario è stato sempre quello di tramandare i propri metodi di taglio e confezione a chiunque volesse intraprendere la professione di sarto e stilista
I corsi attualmente presenti sono: Corso di Progettazione Moda, Corso Fotografia della Moda e Styling, Corso Stylist e Consulente Immagine. L’istituto è diretto da Carol e Manuel Cordel la, con la partecipazione di Christian Cordella.
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Raffaele Polo a capu de santu ronzu la chiesa Fuori le mura
Sul nostro Santo protettore, Oronzo, le leggende e gli approfondimenti non mancano certo E si aggiungono in un interessante evolversi di ricer che para- storiche che, sovente, sono più fantasiose che realistiche Quello che, comunque, pare mettere d'accordo tutti, è la tradi zione relativa al Martirio e al luogo dove Oronzo venne decapita to. A Lecce, in periferia procedendo verso il vicino mare, si nota la chiesa denominata 'Capu de santu Ronzu' e l'atmosfera, la dislocazione, lo stato di semiabbandono, fanno di questo luo go un vero e proprio 'mistero' soprattutto perché la sua storia viene tacitamente collegata a quella, ancor più fantasiosa, rela tiva al 'Tesoro di Sant'Oronzo' che non manca di affascinare e che trova ancor oggi novelli Indiana Jones pronti a calarsi negli sconfinati sottosuoli della città, alla ricerca dell'inestimabile tesoro che sarebbe stato nasco sto durante le invasioni dei bar bari e del quale non se n'è saputo più nulla Ma tutto parte proprio dalla tradizione che ci narra come già in epoca molto antica in questo luogo sorgesse una piccola cappella in ricordo del martirio del santo. Nel 1655 fu edificato, probabilmente su una cappella preesistente, un più grande edificio poi caduto in rovi na e sostituito nel 1912 dall'at tuale chiesa, voluta dal vescovo Gennaro Trama e progettata dal l'architetto Gaetano Capozza. La chiesa ha poi subito un notevole restauro nel 1968 su iniziativa del vescovo Francesco Minerva ma rimase comunque chiusa per molti anni e solo nel 2007 è stata riaperta al culto In anni recenti èi L u o g h i d e l m i s t e r o
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46 stata sottoposta ad un secondo restauro soprattutto esterno ed oggi è visitabile in alcune occasioni speciali, come le festività in onore del santo. Nel recinto sacro del santuario, intitolato al patrono di Lecce, si crede sia avvenuto appunto il martirio di sant'Oronzo assieme a san Giusto, decapitati all'alba del 26 agosto del 68 d.C..
Tale luogo è oggi contrassegnato da una colonnina in pietra leccese che riporta un'iscrizione in ricordo del l'avvenimento all'origine della chiesa salentina Pochi metri più distante si nota una cisterna dove tradizione narra che la testa del primo san to vescovo leccese rotolò una volta tagliata. Una particolarità riguarda la via che conduce al santuario (la stessa che conduce alla marina di Torre Chianca), caratterizzata dalla presenza ogni circa 500 metri di 9 piccole cappelle a ricordo del percorso che Sant'Oronzo fece, scortato dai soldati romani, fino al luogo dove avvenne la decapitazione Ma quello che non viene riportato è che proprio nel pozzo sia stata costruita una stanza, a metà del tratto ascendente, dove si rifugia rono spesso i perseguitati, mettendo in salvo la vita e dove il Tesoro è stato celato, per poi essere nascosto in un luogo più sicuro Addirittura c'è chi sostiene che il tesoro sia ancora lì e che un'accurata ricerca archeologica potrebbe rivela re molti segreti.... Nei numerosi lavori di restau ro e rifacimento della Chiesa, però, pare che il pozzo non sia stato mai interessato da ispezioni o lavori: e la stessa colonna, con la iscrizione semi cancellata dal tdi cempo, starebbe ad indicare mol to più che il semplice luogo del martirio... Ma, poi, leggende e confu sioni si alternano sino a far apparire la testa del Santo in Dalmazia e a scoprirne varie sepolture in luoghi distanti e senza evidenti riferimenti di conferma. Niente di certo, insomma, nonostante gli sforzi di storici e studiosi che, peraltro, siI L u o g h i d e l m i s t e r o
Per chi oggi arriva a Lecce in piazza Sant’Oronzo vede solo la colonna (anch’essa oggetto di restauro) senza la statura del santo Patrono che invece è custodita all’interno di Palazzo Carafa. Come è noto, dopo analisi e pareri scientifici acquisiti durante gli ultimi lavori di restauro del simulacro del Santo Patrono, lo stato della struttura lignea interna e del rivestimento in rame esterno è risultato compromesso tanto da escludere il suo riposizionamento sulla colonna perché l'ulteriore prolungata esposizione agli agenti atmosferici avrebbe causato danni irreparabili all'opera d'arte. La Soprinten denza ha dato, quindi, parere positivo alla realizzazione di una copia e alla musealizzazione dell'originale, in un luogo che sarà individuato sulla base delle migliori condizioni di conservazione, di comune accordo fra tutti gli enti coinvolti (Comune, Curia e Soprintendenza). Copia che sarà effettuata grazie alla raccolta fondi attivata con lo strumento dell'Art Bonus. La copia sarà realizzata in bronzo con la tecnica della fusione a cera persa, sulla base della proposta progettuale presentata dalla Fonderia Nolana sant’oronzo sulla colonna
47 soffermano sulla figura del Santo, senza far alcun riferimento al tesoro. C'è una favola, che viene tra mandata ai bambini: ebbene, anche in questa simpatica storia si accenna ad un teso ro. Ma, anche qui, non si sa che fine abbia fatto C'era una volta, tanto tempo fa, un bimbo di nome Oron zo Viveva nella città di Lecce insieme ai suoi genitori Il suo papà, un uomo saggio e simpatico, custodiva gelosamente e con cura il tesoro dell’Imperatore. “Un lavoro importante” pensava il piccolo Oronzo, così ricco di fascino da voler continuare lui stesso il lavoro del papà una volta divenuto grande Quel bimbo crebbe tra giochi, sag gezza, cari amici e cose bel le. Ed era buono, così buono da aiutare chiunque si trovasse in difficoltà. “Come quella volta”, ricordava di tanto in tanto con il cuore ricolmo d’affetto, “quando aiutai un signore che stava per affondare insieme alla sua barca”
Accompagnato dal suo amato nipote Fortu nato, lo raccolse tra le bian che onde del mare di maestrale, mettendolo in salvo sulla battigia umida e appic cicosa. Lo dissetò dandogli da bere, lo sfamò con un buon boccone da mangiare, e lo ascoltò. Tanto. Il ragazzo messo in salvo si chiamava Giusto. “Che nome buffo! Eppure era così gentile da volerlo seguire ovunque, anche in capo al mondo!” Oronzo e Giusto divennero grandi amici, e nonostante Giusto abitasse lontano, a Roma, l’amicizia era così for te che i tre si raggiungevano e viaggiavano insieme appena possibile Trascorrevano le giornate passeggiando tra le viuzze dei paesi che visitavano, parlando con tante persone curiose appena incontrate, spiegando loro il potere dell’amore fraterno e della feli cità. Purtroppo non tutti li apprezzavano, e alcuni non seguirono i loro insegnamenti Uno fra tutti l’Imperatore Nerone, che si infuriò tal mente tanto per le chiacchiere dei due da volerne il loro martirio. Questa è la storia di un bambino divenuto santo, un piccolo grande uomo che ha cambiato un pezzo di mondo, e del suo amico Giu sto, rimastogli accanto fino alla fine Durante il mese di agosto, da allora, il popolo leccese ricorda proprio lui, Sant’Oronzo, il bambino e l’uomo, la sua bontà, i suoi insegnamenti, il suo sacrificio Giochi, fuochi d’artificio, musica, allegria, balli, cele brazioni. Un inestimabile tesoro che brilla scintillante durante una delle feste più belle del Salento. I L u o g h i d e l m i s t e r o
48 In questa pagine e le seguenti: foto di Dario Bottaro Alfredo Romano, Icone 20092019, encausto su tela, ferro, lino bianco, pelle, lino nero, raso oro,
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Dario Bottaro SIRACUSA Nella 57esima edizione della rassegna classica al Teatro Greco di Siracusa, il 2022 vede prota goniste non solo le tragedie portate in scena, ma anche altri eventi collaterali che, da alcuni anni a questa parte arricchiscono l’offerta culturale per un pubblico sempre più interessato e assetato di cultura e confronto Tanti gli appuntamenti che hanno visto personaggi della cultura dialogare nella suggestiva cornice del Parco della Nea polis, quell’antico luogo in cui i Greci svolgevano le attività della vita comunitaria. Que st’anno in scena le tragedie dell’Agamennone di Eschilo e Edipo Re di Sofocle, per proseguire con Ifigenia in Tauride di Euripide e la trilo gia dell’Orestea che conclude la grande rassegna culturale. Nell’ambito degli appuntamenti in programma c’è anche una importante mostra d’arte contemporanea a cui hanno partecipato artisti di riconosciuto livello nazionale ed internazionale Una mostra dedicata proprio a Edipo ed alla ricerca del sé Come indicato sul titolo di questo scritto “Edipo. Lo sguardo in sé” è il titolo della mostra che racconta il dram ma della ricerca spasmodica della verità cui Edipo richiama tutti noi All’interno del prestigioso scrigno di cultura aretusea che è la Galleria Regionale di Palazzo Bello mo, le opere moderne e con temporanee dedicate al tema dell’esposizione, dialo gano con la collezione In mostra fino al 6 Novembre 2022 nella Galleria Regionale di Palazzo Bellomo “ ” edipo. lo sguardo in sè siracusa e il mito
50 museale creando un gioco di suggestioni, rimandi e riflessioni che aiutano il visitatore ad approfondire il suo sguardo, oltre che alle opere, anche dentro di sé Curata da Antonio Calbi, sovrintendente della Fon dazione Inda, con la consulenza scientifica del prof. Michele Romano e della prof ssa Ornella Fazzina entrambi docenti presso l’Accademia di Belle Arti di Catania e curatori di numerose mostre in Sicilia e non solo, supportata dalla direttrice della Galleria dott ssa Rita Insolia, la mostra dedicata ad Edipo non è semplicemente un percorso visivo E’ un’esperienza che con duce il visitatore negli spazi intimi degli artisti che hanno voluto dialoga re con il proprio “Edipo interiore”, che hanno svi scerato da se stessi le riflessioni verso la ricerca Una ricerca dedicata alla bellezza, alla verità, al contesto storico e sociale in cui essi sono immersi, ma anche un tributo alla natura umana, così come lo stesso Edipo la rappre senta Attraversare le sale della Galleria Bellomo in occa sione di questa mostra significa ammirare opere antiche che narrano la storia della città di Siracu sa, al fianco di opere di espressione moderna firmate da grandi artisti in un continuo scambio tra forma e significato Tutto ciò che è stato realizzato, ogni singola opera d’arte tra cui troviamo anche una sezione dedicata ai costumi di alcune rappre sentazioni della tragedia di Edipo trova il suo rilievo e la sua unicità non soltanto come produzione unica e irripetibile, ma anche per il contesto in cui è inserita e dal quale nasce questo dialogo con lo spettatore, indicando in maniera chiara o pragmatica il senso stesso della sua presenza. Per comprendere meglio l’operazione culturale che celebra Edipo verranno presentate di seguito alcune opere di questa esposizione ed il loro scambio culturale con il luogo che le ospita e con le opere d’arte della collezione museale cui sono state affiancate. Il percorso ha inizio dal primo cortile del palazzo dove è stata collocata l’o pera di Giuseppe Pulvirenti “Ionica”, una grande trave bronzea scanalata sulla superficie superiore realizzata nel 1996, che sembra voler idealmente unificare due mondi lonta ni, quello greco e quello siciliano, separati dal mare, lo Ionio, luogo di lotte e di trionfi, di croce via di popoli e di storia che compone uno dei tas selli più importanti della nostra cultura che arriva per mano dei Greci nel 734 a.C., anno in cui Archia fondò Siracusa Ma c’è di più perché que sto incontro è anche il Antonio Calbi, Memoria dello spettacolo Edipo Tragedia dei sensi per uno spettatore, regia Massimo Munaro, Teatro del Lemming, 1997
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Antonio Marras, Costumi di Edipo e Giocasta, 2022, spettacolo Edipo Re Una favola nera, di Ferdinando Bruni e Francesco Frongia, produzione Teatro Elfo Puccini, Milano simbolo di due culture differenti, l’Oriente e l’Occidente, mescolati dalla migrazione di popoli verso la Sicilia. Ne sono una testimonianza alcune lastre ebraiche che in questo cortile sono state collocate e che ci parlano di una forte presenza ebraica a Siracusa fino alla fine del Quattrocento quando i reali spagnoli ne decisero l’espulsione dalle loro terre Nel secondo cortile, quello degli stemmi, ai piedi della scala catalana che conduce al piano superiore del palazzo, appaiono le opere di Mimmo Paladino “Il sonno di Edipo” raffigurazione di un uomo in posizione fetale sulla cenere realizzata in vetrore sina e di Nicola Toce, “Peccato originale” raffigu rante una piccola testa d’uo mo barbuto coperto da una maschera e sul cui capo campeggiano due corna. L’una dinanzi all’altra, quasi a voler ricordare la miseria umana che è insita nell’uo mo, lo accompagna lungo il corso di tutta la sua vita come essere imperfetto. Le sale al pian terreno offro no le opere di Arnaldo Pomodoro “Porte dell’Edipo” e “Costume di Edipo” che dialogano con reperti dell’ar chitettura antica tra cui i frammenti di un grande por tale con figure antropomor fe, poi ancora l’opera concettuale di Paolo Scirpa “Ludoscopio pozzo espansione” che sembra voler mettere in evidenza quella continua ricerca di se stessi nell’infinito spazio della nostra coscienza e accanto a questo, incorniciato da paraste e trabeazione del XIII secolo, l’opera di Vassi lis Vassiliades “Rosso notturno” che appare quasi come una finestra spalancata nel tumulto dell’animo umano, da un lato quindi l’infinito ripetersi delle luci del ludoscopio che sprofon dano all’infinito, dall’altro la dimensione finita dell’opera circoscritta in un quadrato che intende però andare oltre lo spazio che la circonda.
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Seguono le opere di Stefania Pennacchio “Figlio di Giocasta” e Vettor Pisani “Viaggio nell’eternità” che nella sala della pittura quat trocentesca dialogano con i grandi retrabli delle Madonne col Bambino ed il monu mento funebre di Eleonora Branciforte Aragona
La terracotta della Pennac chio ricorda il tema della madre e del dolore del par to, quello stesso dolore pro vato da Giocasta che fu prima madre, poi anche moglie inconsapevole dell’incesto con il figlio Edipo, mentre Pisani affascina per la com binazione di figure del reper torio classico rielaborate che fanno parte di una dimensio ne extra umana, che sem bra a sua volta dissolversi in un viaggio nell’eternità, così come indica la scritta al neon azzurro inserita nell’o pera. C’è ancora un’altra sala prima di percorrere i gradini che ci porteranno al piano superiore: è quella dove oltre alle opere di Andrea Chisesi “Edipo fanciullo” ed “Edipo a Colono” ovvero le due età di Edipo, della coscienza umana e del suo dramma sono presenti anche alcuni costumi di sce na realizzati in occasioni e luoghi diversi Paola Mariani e il suo “Costume di Edipo”
Arnaldo Pomodoro, Costume di Edipo le l'oratorio Oedipus Rex di Igor Strvinskij, tessuto e fiberglass patinato, 1988; Arnaldo Pomodoro, Porte dell'Edipo, bronzo, 1988
54 per la regia di Yannis Kokkos al Teatro greco di Siracusa, Nicola Luccarini “Costumi di Antigone e Ismene” per lo spettacolo dell’Edipo a Colono con la regia di Daniele Salvo, e Antonio Marras “Costumi di Edipo e Gioca sta” per lo spettacolo Edipo Re. Una favola nera, di Ferdinando Bruni e Francesco Fron gia, messo in scena al Teatro Elfo Puccini di Milano Questa prima parte del percorso espositivo dunque, oltre ad indagare l’animo umano rende un omaggio anche al teatro, presentando come oggetti d’arte quei costumi idea ti e realizzati per riproporre il racconto di Edipo, della sua umanità, del suo essere re e poi scoprirsi perseguitato da un destino cru dele, da una verità che ne sconvolge i sensi a tal punto di commettere il gesto estremo di accecarsi per non vedere più il frantumarsi della sua esistenza e viverlo nella sua coscienza. Questa cecità viene riproposta in modo particolare al piano superiore, e proprio durante la serata di inaugurazione della mostra è stato pensato un gesto simbolico dal forte impatto, che ha interrogato ancora una volta i presenti. Tutte le opere scultoree della collezione sono state bendate di nero. Tutte, nessuna esclusa. E via via che il percorso espositivo andava consumandosi nei passi dei visitatori che avanzavano, Giovanni Sartori - protagonista dell’Edipo di questa stagione 2022 al cenno del curatore liberava le opere da que sta cecità Un gesto semplice, ma carico di significato. Così l’angelo annunziante, il volto di Cristo, le Madonne col Bambino, il Cristo flagellato e i busti lignei dei santi venivano liberati dal le loro bende e dai veli neri per aprire simbolicamente gli occhi e posare il loro sguardo sulle opere contemporanee lì presenti. Le une con le altre, per uno scambio silenzioso di emozioni intercettate dai visitatori a trat ti ammutoliti da quelle presenze ricche di mistero, quel mistero svelato agli occhi, ma incomprensibile alla mente e al cuore.
Corrado Bonicatti, Nel profondo del mitreo, 2015, olio su tela
Quel mistero che asseconda e accompagna ciascuno di noi, il mistero della vita Le nostre domande, i nostri perché, la ricer ca di noi stessi e del senso della vita è come se in quegli istanti e durante tutto l’iter della mostra, avessero preso forma e adesso fos
55 Matteo Basile ́ , REdipo Re, fotografia digitale, stampa a pigmenti su carta barita, 2022 Domenico Gagini (attr ), XV sec , Madonna del Cardillo; alle spalle Silvia Giambrone, Mirror n 11, ottone, polistirolo, spina di acacia, cera, 2019 Emilio Isgro ̀ , Tiresia, 197172, china su libro tipografico in box di legno e plexiglass
56 Vettor Pisani, Viaggio nell'Eternita ̀ , 1996 2004 Mimmo Paladino, Eschilo, Sofocle, Euripide, tecnica mista su legno, (2005 2018 2018)
Mimmo Paladino, Il sonno di Edipo, vetroresina, 2008 sero davanti a noi. A porre questi interrogativi, ancora una volta, le opere degli artisti come quella di Alfredo Pirri “Facce di gomma”, esposte le une a fianco delle altre fino a riempire la parete al fian co della scultura marmorea di un grande angelo, o di Giovanni Miglia ra “Visione enigmatica” e Michele Ciacciofera “L’èvènement revelatèur, Tenebra mia luce”, installazione com posta dal calco in gesso di due piedi infilzati e poco distante un semplice tavolo in legno con una scatola in metallo su cui spiccano – retroilluminate le parole Tenebra mia luce Tenebre e luce, un binomio che appartiene all’umanità come il giorno e la notte appartengono al Creato Tenebre e luce, elementi simbolici in cui l’animo umano sperimenta e trova dubbi, risposte, finzioni e verità. Di grande impatto anche l’opera fotografica di Matteo Basilé “Edipo Re”, le cui bende sono i suoi stessi lunghi capelli intrecciati. L’abito dai decori eleganti e ricchi, nelle tonalità oppo ste del bianco e del nero creano un netto contrasto con il frammento di figura di cavaliere per un sarcofago, giacente ai piedi di questo Edipo che nell’aspetto ricorda una figura della mitologia nord europea. Seguono le maschere di “Eschilo, Sofocle ed Euripide” realizzate da Mimmo Paladino in periodi differenti, ma aventi come comune denominatore l’essenzialità delle forme Nelle altre sale ancora altre opere come ad esempio il “Tondo saturnino” di Gianfranco Notargiacomo, che con la potenza della sua superficie circolare rossa dialoga con il seicentesco dipinto del Martirio di S. Lucia di Mario Minniti, caratterizzato a sua volta dalla vorticosità del mantello rosso dell’aguzzino che con la forza del suo movimento sferra il colpo mortale alla giovinetta siracusana Ci sono poi le opere di Silvia Giam brone “Mirror” uno specchio da cui
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58 escono fuori spine di acacia - evocante quella corona di spine che cingerà il capo di Cristo, qui accanto raffigurato fanciullo e in braccio alla Madre nella scultura della Madonna del Cardillo e poi Emilio Isgrò con la sua “Tiresia”, un libro tipografico le cui parole sono cancellate con la china, per sottolineare la potenza della visione oltre ciò che riusciamo a vedere con le nostre facoltà umane; Leo Kalbinsky con la sua “Natura morta con tenebra. Omaggio a Bunuel, Dalì, Nitsch” ripropone la cecità umana in una serie di quattro teste di moro elemento tipi co della ceramica siciliana interamente bianche, ma violate da filo spinato, pugnali bende insanguinate, elementi che in un certo modo riprendono un’altra opera ovvero “Edipo Re” di Hermann Nitsch che a sua vol ta dialoga con l’Annunciazione di Antonello da Messina, l’opera più importante della col lezione.
I segni grafici di Nitsch propongono un volto di Edipo dai grandi occhi da cui scendono linee di sangue, ma questi schizzi imbratta no e segnano tutta la superficie dell’opera nella figurazione di un dolore taciuto che esplode nel gesto violento di cui Edipo è carnefice e vittima al tempo stesso Molte altre opere ci narrano della vicenda di Edipo e dei suoi molteplici significati.
Nicola Toce, Peccato originale, terracotta refrattaria nera con smalti, 2011; Nicola Luccarini, Costumi di Antigone e Ismene, spettacolo Edipo a Colono 2009, Fondazione INDA, regia Daniele Salvo; Paola Mariani, Costume di Edipo, spettaco Edipo a Colono, Fondazione INDA, regia Yannis Kokkos
Leo Kalbinsky, Natura morta con tenebra, Omaggio a Bunuel, Dali ̀ , Nitsch, 2022, ceramica, metalli e stoffe; Hermann Nitsch, Edipo Re, 1981 2017, serigrafia su tela con sangue
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Giovanni Migliara, Visione enigmatica, legno, metallo, cartapesta, 1994
Stefania Pennacchio, Figlio di giocasta, argilla semirefrattaria bianca e cera rossa, 2022
La riflessione sulla condizio ne umana, la ricerca del sé, della verità, del proprio posto nel mondo, l’introspe zione e l’auto analisi sono tutte tematiche che da mil lenni condizionano la vita dell’uomo, lo invitano e talvolta lo obbligano a farsi domande a rendersi disponibile verso quella forza misteriosa della vita che vuole responsabilità e impone scelte in alcuni casi anche dolorose. In questo turbinio di emozioni che è il racconto antico dell’uomo, non resta che farsi interpellare dagli artisti che hanno espresso una riflessione sul tema con il loro personale linguaggio e perché no, pensare di com piere un viaggio a Siracusa
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61 Michele Ciacciofera, L'e ̀ ve ̀ nement revelate ̀ ur, Tenebra mia luce, 2022 Vassilis Vassiliades, Rosso notturno, acrilico su legno MDF, 2022
I L U O G h I N E L L A R E T E
Sarà consonanze e dissonanze dei nostri tempi il tema della XIX edizione di accordi @ DISACCORDI il Festival Internazionale del Cortometraggio in programma a Napoli dal 7 al 13 novembre 2022 Online il regolamento e il modulo di parteci pazione, ricordiamo che il festival è aperto ad autori maggiorenni di qualsiasi nazionalità con iscrizione gratuita. I cortometraggi in gara dovranno essere stati realizzati a partire dal 1° gennaio 2019.
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Il Concorso è aperto a cortometraggi di fic tion, di animazione, di video musicali e sperimentali, a documentari, a backstage/making of; le opere non devono superare la durata di 25 minuti (titoli inclusi); per i documentari è ammessa la durata massima di 35 minuti.
Sono ammesse alla selezione fino a tre opere per autore. Scadenza del bando: 23 Settembre 2022. Tutti i dettagli scaricabilil dal sito: https://accordiedisaccordi it/concorso2022/#.
Accordi @dissacordi festival 2021, immagini d’archivio
www.museotaranto.beniculturali.it santaFrika di Sant’Era
www.fondazionebiscozzirimbaud.it marta museo archeologico nazionale Taranto, Corso Umberto n 41 Tel. +39 099 4532112
e Sabrina Poli Dal 30 settembre al 4 ottobre 2022 Radio Trastevere Gallery Roma Via Natale del Grande 21 lorenzo marini atrium arte 2022. un percorso tra le lettere Atrium Parma (via Paradigna 38/A) 14 16 settembre 2022 Ingresso libero Orari: 9.00 21.00 www atrium parma com isgrÒ cancella BriXia 23 giugno 2022 8 gennaio 2023 Brescia, Parco archeologico di Brescia romana e Museo di Santa Giulia Fondazione Brescia Musei tel. 030.2977833 834 cup@bresciamusei.com i colori della serenissima. pittura veneta del settecento in trentino 23 Ottobre 2022 Trento, Castello del Buonconsiglio www.buonconsiglio.it info@buonconsiglio.it T 0461233770 vivere in alto. uomini e monta gne dai FotograFi di magnum. da robert capa a steve mccurry 09 Ottobre 2022 Val di Sole (Trento), Castello di Caldes Via al Castello 1 Caldes TN Tel 0461 492811 www.buonconsiglio.it seBastião salgado altre americhe Dal 21 maggio al 2 novembre 2022 Castello Aragonese di Otranto Tutti i giorni dalle 10 alle 24 Intero 12 Euro, Ridotto 9 Euro, Scola resche 3 Euro Gratuito (minori fino a 6 anni, guide turistiche con patentino con gruppo, e disabili e un accompagnatore) Info 0836 212745
Al cinema solo il 17, 18 e 19 gennaio 2022 il film diretto dal regista David Bickerstaff distribuito da Adler Entertainment “ I T I N E R _ A R T E . . . D O V E E Q U A N D O . . . 63 la Battaglia di due re con Finte schiere. la storia degli scacchi tra Xiii e Xviii secolo nei libri della Biblioteca Bertoliana fino al 18 Settembre 2022 Marostica (Vi), Castello Inferiore Info e prenotazioni: www.marostica scacchi.it lucca Biennale cartasia | la pagina Bianca Lucca, Palazzo Ducale, Villa Bottini, Cannoniera della casa del boia fino al 25 settembre 2022 Orari (Palazzo Ducale, Villa Bottini) 10.30 19.00 Biglietti Intero: Com prende la visita a tutte le sedi, €12,00; ridotto 8 €. Gratuito: bambi ni fino ai 10 anni, giornalisti muniti di tesserino, guide turistiche, diversa mente abili. T +39 0583 928354; +39 349 7123926 www.luccabiennalecartasia.com Fondo Franca valeri Milano, Accademia dei Filodrammati ci (via Filodrammatici 1) Tel. 02 86460849 h t t p : / / f o n d o v a l e r i . a c c a d e m i a d e i f i lodrammatici.it giacinto Bosco. doppio sogno. l’amore tra mitologia e mitografia Iseo (BS), Lungolago e L’Arsenale (vicolo Malinconia, 2) fino all’ 11 settembre 2022 Orari: giovedì e venerdì, dalle 16.00 alle 19 00; sabato dalle 10 30 alle 12 30 e dalle 16 00 alle 22 00; domenica e festivi, dalle 10 30 alle 12 30 e dalle 16 00 alle 19 00 Ingresso gratuito. maurizio martina normale Fragilità Biblioteca Bernardini Lecce ex Convitto Palmieri 3 10 settembre 2022 Ingresso gratuito www.ilraggioverdesrl.it Jean-marie appriou art cluB #35 Accademia di Francia a Roma Villa Medici Viale della Trinità dei Monti, 1 fino al 4 settembre 2022 sensorama. lo sguardo, le cose, gli inganni fino al 30 ottobre 2022 MAN Museo d’Arte Provincia di Nuoro Via Sebastiano Satta 27 08100 Nuoro tel +39.0784.252110 Orario estivo: 10:00 20:00 (Lunedi chiuso), info@museoman it si comBatteva Qui! 1914-1918 sulle orme della grande guer ra. di alessio Franconi 30 Ottobre 2022 Teglio (So), Palazzo Besta www.museilombardia.cultura.gov.it 0342 781208 salvatore sava. l’altra scultura Lecce, Fondazione Biscozzi | Rimbaud piazzetta Baglivi 25 settembre 2022 Apertura: tutti i pomeriggi, escluso il lunedì dalle ore 16 00 alle 19 00, la domenica dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 19.00. Biglietto d’in gresso: 5 euro (comprensivo anche di visita dell’esposizione permanente della Fondazione) Biglietto ridotto: 3 euro (comprensivo anche di visita dell’esposizione per manente della Fondazione) per gruppi superiori alle 15 unità, minori di 18 anni, scolaresche (della primaria e delle secondarie), studenti di università, accademie d’arte e conserva tori provvisti di tesserino, insegnanti tel. 0832 1994743
QUANDO IL CALCIO ERA BELLO DI ANDREA POLO E FRANCESCO FEDELE
ANDREA POLO FRANCESCO FEDELE Quando il calcio era bello Il Raggio Verde edizioni 2022 pp.256 €15,00 ISBN 979 12 80556 21 9
Non c’è modo migliore che festeggiare l’inizio del campionato per il Lecce, da quest’anno promosso in serie A, con il ricordare le prodezze compiute dalla squadra di calcio della città di Lecce. “Quando il calcio era bello”, il titolo di una pagina social nata da Andrea Polo e Francesco Fedele con l’intento di raccontare di quanto il calcio fosse bello e genuino quando da bambini e poi ragazzi si sono avvicinati appunto allo sport del calcio.
Con Dario Fiorentino ha pubblicato: "A modo nostro" (Lupo, 2004) Attualmente amministra le pagine social di "Quando il cal cio era bello" e collabora con "Il Leccese it" È sposato con Eli sa ed ha due figli: Giulio ed Emma anche loro tifosi giallorossi Francesco Fedele (Lecce, 1983) eredita dal padre il sangue giallorosso e sin da piccolo condivide gioie e dolori, calcistici e non, con l'amico Andrea. Non ama particolarmente il calcio moderno ma non potrebbe assolutamente farne a meno Tra mille hobbies come la pesca, la musica, il fantacalcio ed i videogames, amministra le pagine social di "Quando il calcio era bello". È spostato con Federica ed ha due gemellini giallo rossi: Gioia e Mattia. ll libro, con la bella copertina firmata da Loredana My, raccoglie quasi tutti i post pubblicati sulla pagina social nei suoi primi quattro anni, disposti in maniera cronologica per data di pubblicazione arricchito dalle foto di Valentina Ferri e alcuni scatti di Davide Mele, Giulio Ruschini, Luca Cavallo. Il risultato è una come una sorta di diario di bordo dove rivivere e ritrovare emo zioni legate alla squadra del Lecce consultabile in ogni momen to senza essere necessariamente connessi
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E dalle pagine social al libro omonimo, edito da Il Raggio Verde edizioni con la copertina firmata da Loredana My. “Un’avventu ra fatta di racconti, narrazioni, collaborazioni, una canzone creata ad hoc, aste di beneficenza, la partite con le leggende del passato, calendari, amore e passione. Amore per il Lecce e passione per la scrittura.” Spiegano i due autori. Andrea Polo (Galatina, 1983) ama il Lecce da quando è nato. Abitava proprio nei pressi dello Stadio e vicino all'amico Francesco con cui ha frequentato le medesime scuole Inguaribile nostalgico del calcio di una volta, anche adesso che il calcio è cambiato, vive con lo stesso batticuore tutte le imprese dei giallorossi.
Giovanna Casadio è nata a Trapani Vive a Roma, dove da anni è cro nista parlamentare e politica per “la Repubblica”. Ha pubblicato Quel che è di Cesare (con Rosy Bindi, Laterza, 2010), I doveri della libertà. Dialogo con Emma Bonino (Laterza, 2012), Non seguire il mondo come va. Rabbia, coraggio, speranza e altre emozioni politiche (con Michela Marzano, Utet, 2015), Dove si guarda è quello che siamo (Edt, 2018)
DIARIO DI BORDO DEI SINDACI. LE CITTà NELLA PANDEMIA IL LIBRO DI GIOVANNA CASADIO GIOVANNA CASADIO Diario di bordo di sindaci Le città nella pandemia Treccani 2022 p.160 €15,00 ISBN 9788812009879 Diario di bordo dei sindaci – Le città nella pandemia”è il libro della giornalista Giovanna Casadio, edito da Treccani con prefazione del presidente Anci Antonio Decaro. «Riavvolgendo il filo e scattando una fotografia di quello che è accaduto sul fronte ignoto della pandemia, sin da quando è iniziata, a “tenere” scrive Casadio sono state proprio le città, le comunità locali e chi le guida». Beppe Sala consegna il suo stato d’animo di sorpresa e sconforto alla chat dei sindaci: «Ussìgnur, per dirla alla milanese». La chat ribolle da ore la sera del 9 marzo 2020, alla vigilia della conferenza stampa in cui il presidente del Consiglio Giuseppe Conte annuncerà il lockdown «Però calma. L’importante è la catena di comando. In guerra si fa così: ci sono i generali, i colonnelli e i soldati semplici», invita a concentrarsi sul da farsi Dario Nardella «E noi ora siamo i soldati», taglia corto Antonio Decaro. «Siamo in trincea, attrezziamoci», dice Matteo Ricci. Non sono solo i sindaci di Milano, Firenze, Bari, Pesaro a sentirsi, ma è la rete intera dei primi cittadini dei 7 904 Comuni d’Italia che in poche ore si mette in movimento. Quando è cominciata, è comin ciata così. Cosa è accaduto dopo solo i sindaci possono raccontarlo dietro le quinte, città per città Come l’Italia se l’è cavata è scritto in questo sorprendente diario di bordo. Da cui emerge, tra l’altro, che un modo c’è anche per “curare” la politica.
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L U O G h I D E L S A P E R E #ladevotalettrice
L’arte non ha tempo Circoscriverla in un dato periodo è normale, eppure manifesta lungimiranza sfociando in anni senza età Per l’arte bisogna avere occhio e anima Su di essa si può abbattere l’incuria e l’indifferenza degli uomini, però appartiene a tutti, ma è cosa di pochi Chi sa fare arte tramanda la sua bellezza in una trama fitta di genialità e talento L’arte è come l’amore, più o meno All’inizio, forse, non comprendi bene entrambe le cose Anzi, sfuggi ai richiami dell’una e dell’altra meraviglia Poi tutto ti è chiaro, almeno nella sua essenza E ne sei catturato attraverso l’alito delle emozioni Guardi, ammiri, subisci ed attendi Intanto, nella mente viaggiano storie che costruisci con i sogni Pensi che tutto possa succedere, almeno quello che vorresti ardentemente Scopri, così, che le situazioni invece sono un po’ come i trafori della pietra scolpita Essenziali e vuoti In quel nulla c’è la trasparenza della conquista che passa attraverso i rifiuti per una libertà scarabocchiata in funzione di un guizzo di sole in corpo In quei momenti senti la stretta decisa del cambiamento, vedi le cose in modo diverso e comprendi che l’arte è energia pura, è il corridoio che devi attraversare per frugare nelle stagioni delle domande Le risposte le troverai strappando le condanne alla disperazione, amando In Candida rosa di Simona De Riccardis punti gli occhi su una Lecce ancora da allargare nelle maglie dell’arte È il 1619 Il giovane Cesare Penna lascia la sua famiglia per fare il garzone nella bottega di uno degli scultori più noti e stimati in Terra d’Otranto, Francescantonio Zimbalo Il maestro è un vero talento e le sue opere sono dei capolavori in bellezza e raffinatezza Accanto a Zimbalo, Cesare trascorre anni di formazione e dalla famiglia dello scultore è trattato come un figlio Qualcuno però lo vede in modo diverso come lui vede con occhi dell’amore Ponzia, una giovane di cui non è alla sua altezza per mancanza di danaro e di casato. Cesare però ha il genio dell’arte, come il maestro Zimbalo. Entrambi sentiranno addosso l’ignoranza di chi si lascia condizionare da ciò che offusca la ragione per incapacità di una libera interpretazione delle parole e quindi dell’arte stessa. Il romanzo è meraviglioso, bellissimo. La scrittrice ha il dono della narrazione che si fa seta e tramontana. Lo stile sembra una pittura, ti lascia senza parole. Sorpreso. Il lettore raccoglie ogni singola parola del racconto, a volte se le ripete tra i denti per fissarle meglio in mente. La paura che possa sfuggirgli una storia costruita ad arte è tanta, ma sa che quell’inchiostro non lo tradirà. | le recensioni di lucia accoto candida rosa di simona de riccardis
#recensione #luciaaccoto #recensore #giornalista #libri #ladevotalettric e 66 SIMONA DE RICCARDIS Candida Rosa Esperidi 2021 pp 264 €15,00 ISBN 9788855340755
OLIVIER BLEyS Il mercante di tulipani Piemme Editore 2008 pp.360 €18,50 ISBN 9788838488610 L U O G h I D E L S A P E R E 67 #ladevotalettrice |
L’avidità oscura i sentimenti. Spesso non se ne tiene conto perché fanno marcire le cose belle per quell’ambizione malata di crearsi una realtà a propria immagine e somiglianza Il tornaconto personale, per alcuni, vale più di qualsiasi assaggio di altruismo Che farse ne della gioia del bene comune quando la felicità di un successo individuale rinvigorisce anche la spavalderia. Cadere nella presunzione di essere essenziali ed insostituibili rende ciechi anche i più arguti. In un quadro del genere non si hanno amici, quelli che si defi niscono tali sono solo i lacci della scarsella che si aprono e si chiudono per stringere alleanze a proprio favore o per fare il bello ed il cattivo tempo sui propri vizi e sull’esistenza altrui L’avidità impove risce l’animo, rende brutta ogni cosa e non ci sono danari che ten gano per restituire dignità a ciò che ha perso forma in una sostanza fumosa e dorata Gli avidi hanno sempre un prezzo troppo alto da pagare per qualcosa che neanche loro immaginano. In Il mercante di tulipani di Olivier Bleys segui il destino di una famiglia in cerca di ricchezza e che finisce nella perdizione per un fiore. La sua bellezza, una volta sbocciato, è unica. Prima, però, da bulbo sembra una cipolla Molti sarebbero pronti ad uccidere per averne uno È il 1635 In Olanda pochi sono quelli che intuiscono le poten zialità dei tulipani. Coltivarli significa diventare ricchi, molto ricchi. Bisogna, però, essere scaltri, esperti, ed anche avidi. E il primogenito della famiglia Van Deruick lo impara presto ed a proprie spese senza badare a niente ed a nessuno. Il romanzo è avvincente. La scrittura è armoniosa, non difetta in nul la La narrazione scatta sempre con slancio anche quando sembra che la storia sia inquadrata nella fluidità di emozioni e contrasti le recensioni di lucia accoto il mercante di tulipani di olivier Bleys
68 Mario Cazzato foto di Mario Cazzato S a l e n t o S e g r e t o “ emigmi oronziani Quando nacQue il patrono di lecce Passeggiando nel cuore antico tra vicoli e pagine di storia 21 o 22? 66 o 68? : enigmi oronziani. Secondo una delle tante fonti, a s s a i t a r d a , i l n o s t r o p r o t e t t o r e sarebbe nato il 22 d C anche se dopo qualche pagina dice il 21. Cosi' per la morte il 66, per altri il 68.Tutti affermano che il martirio del protettore, come quello di Gius t o a v v e n n e s o t t o N e r o n e c h e , come sappiamo morì il 68 d. C. Ma gli storici avveduti da un pezzo hanno chiarito che le persecuzioni neroniane non ebbero luogo nelle regioni meridionali. Questioni da approfondire Non così per la iconologia e qui presentiamo un bel Patrocinio di Sant’ Oronzo che pro tegge dalla peste e dal terremoto ”
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70 quindi opera poster i o r e a l 1 7 4 3 d i S e r a f i n o E l m o . Opera famosa tanto che nel secolo successivo se ne fece una bella litografia. O v v i a m e n t e n e l l e d u e o p e r e n o n p o t e v a m a n c a r e , come non manca, il Campanile La tela è n e l l a c h i e s a d i Santa Chiara visita bile grazie ad ART WORK. Ad ogni modo quan do i nostri antenati r e a l i z z a r o n o l a colonna con la sta tua del protettore la collocararono nel luogo più aperto e grande della città in maniera che tutti e i n o g n i m o m e n t o d e l l a g i o r n a t a potessero rivolgervi uno sguardo o un p e n s i e r o . B e n e i l restauro della sta tua, meno la soluzione scelta perché a v r e m o , c h i s s à quando, due statue identiche... Nel frattempo la statua del S a n t o c u s t o d i t a a Palazzo Carafa e ci auguriamo non sia chiusa al pubblico, causa ferie, probabilmente proprio nei g i o r n i d e l l a s u a festa. foto di Mario Cazzato S a l e n t o S e g r e t o
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