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Presentazione del XXXVI Rapporto ICE 2021-2022 e Annuario 2021 Istat-ICE

Il 6 settembre 2022, presso il Complesso monumentale di San Lorenzo Maggiore – Napoli, è stata presentata la XXXVI edizione del Rapporto sul commercio estero di ICE e l’Annuario 2021 “L’Italia nell’economia internazionale”, con l’intervento del Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale On. Luigi Di Maio, del Viceministro dello Sviluppo Economico On. Gilberto Pichetto Fratin, del Direttore delle statistiche economiche dell’Istat Fabio Rapiti e del Presidente di ICE Agenzia Carlo Ferro.

I numeri presentati indicano chiaramente, come sottolineato nell’intervento del Presidente Ferro, che le imprese italiane proiettate sui mercati esteri hanno reagito prontamente agli eventi correlati alla pandemia, facendo registrare per l’Italia tassi di crescita dell’export più sostenuti di quelli di altre grandi economie comparabili con quella italiana. Già alla fine del 2021 l’export italiano aveva superato del 7,5% i livelli pre-pandemia e nei primi sei mesi del 2022 si è registrata un’ulteriore crescita tendenziale del 22,4%. sbocchi di mercato e l’apertura di nuove fonti di approvvigionamento di materie e componenti. Di fondamentale importanza il PNRR e la transizione digitale come opportunità per rafforzare la capacità di offerta delle imprese italiane e favorire il re-shoring. Particolare attenzione viene posta durante la presenta-

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Ciò tenendo conto anche dell’inflazione che, dopo 30 anni, è tornata ad essere una delle variabili caratterizzante l’evoluzione dell’economia globale. Le dinamiche inflazionistiche, infatti, condizionano anche l’andamento degli scambi commerciali, nonostante l’export nel periodo gen-giu 2022 sia stata comunque in crescita del +2% (in volume) e abbia raggiunto il +6,6% per i beni di consumo e la crescita dei valori medi unitari delle importazioni (+39,4%) sia stata il doppio di quella delle esportazioni (+20,1%).

Tra i principali mercati di sbocco delle esportazioni italiane nei primi sei mesi del 2022, la Germania si conferma il primo Paese con un valore, per il periodo gennaiogiugno 2022 di 39,5 mld di € ed una variazione gen-giu 2022/2021 del 18,6% e gen-giu 2022/2019 del 31,0%. Tra i mercati più dinamici troviamo ancora il Belgio, la Polonia, i Paesi Bassi e la Turchia. Solo per la Russia, a seguito del conflitto in Ucraina, si registra una sostanziale flessione con un valore per il periodo gennaio-giugno 2022 di 3,0 mld di € ed una variazione gen-giu 2022/2021 del -17,6% e gen-giu 2022/2019 del -16,8%. I principali settori dell’export italiano nei primi cinque mesi del 2022 vedono al 4° posto il settore Agroalimentare di cui i Prodotti alimentari che raggiunge un valore in milioni di € di 15.173 per il periodo - gennaio-maggio 2022 con una variazione percentuale a gennaio-maggio 2022/2019 del 22,3% e a gennaio-maggio 2022/2021 del 36,1%.

Nuove e vecchie sfide e opportunità

La pandemia ha impresso un’ulteriore accelerazione ad alcune tendenze che erano già in atto: i processi di digitalizzazione, lo spostamento della domanda mondiale verso l’Asia, salute e sostenibilità al centro dei valori di consumo delle nuove generazioni; ma ha anche messo le imprese di fronte a nuove sfide: le strozzature di alcune supply chain, la ridotta capacità della logistica internazionale e, soprattutto, l’inflazione e la conseguente stretta avviata sui mercati monetari (tapering e aumento dei tassi di interesse, con la conseguenza di frenare gli investimenti). I ritardi e le interruzioni della catena del valore globale indotti dalla pandemia, insieme all’impennata dei costi di trasporto, si sono accentuati dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. In particolare, pesa sul commercio internazionale l’aumento del prezzo dei noli marittimi in tutto il mondo: il costo di trasporto dei container è salito da 1.967 USD nel primo trimestre 2020 a 4.553 USD nel primo trimestre 2022 (dati A.P. Møller Maersk).

La guerra, inoltre, sta esasperando le spinte inflattive esogene e sta generando ulteriori tensioni nelle catene globali del valore, particolarmente per le produzioni energivore. La tendenza al rialzo dei prezzi, che ha caratterizzato il 2021, prosegue nei primi mesi del 2022 anche se per gli alimentari le quotazioni internazionali tendono a stabilizzarsi: dal rapporto si evince che l’Italia e la Germania sono tra i Paesi con la più elevata incidenza dell’aumento dell’energia sui costi della manifattura per settore. Il conflitto Ucraina - Russia ha aggiunto preoccupazione alle incertezze già presenti nello scenario del commercio internazionale: gli effetti sul commercio estero del nostro Paese riguardano prevalentemente le importazioni, essendo i due Paesi importanti fornitori di prodotti energetici, di materie prime e di componenti specifici ad alcune filiere. In questo nuovo scenario i prezzi delle materie energetiche contribuiscono al forte rialzo del valore delle importazioni e si riflettono sul deterioramento dell’avanzo commerciale. ICE Agenzia sottolinea che l’impatto sull’export, nel breve termine, di tale scenario non è particolarmente rilevante nel suo complesso ma può essere essenziale per alcune categorie di imprese e territori ed è per questo che, in collaborazione con il Maeci, sono stati messi a disposizione delle aziende italiane interessate nuovi strumenti di supporto per favorire la diversificazione degli zione allo scenario post Brexit. Il Regno Unito rimane il sesto mercato di sbocco per l’Italia nonostante il forte peso dei nuovi adempimenti burocratici e l’incertezza delle nuove disposizioni doganali relative al comparto agroalimentare, la cui entrata in vigore è stata posticipata al 2023. Tra le politiche commerciali, continuano ad avere un ruolo importante gli Accordi di Libero Scambio: rilevanti le esportazioni italiane di prodotti agroalimentari verso il Canada e il Giappone che raggiungono per il 2021 un valore in milioni di € di 1.066 e di 857 rispettivamente. Di particolare interesse la sostenibilità ambientale delle imprese esportatrici, che risultano più attive nell’adottare iniziative di sostenibilità ambientale rispetto alle non-esportatrici, in tutte le classi dimensionali. Da sottolineare che – come indicato nel Rapporto - in media le imprese esportatrici utenti dei servizi ICE risultano essere maggiormente propense ad adottare e promuovere iniziative volte alla sostenibilità ambientale: la soluzione più diffusa è quella delle “Certificazioni ambientali”, mentre l’adozione di “Nuovi modelli di produzione” rappresenta la soluzione di maggiore impatto produttivo e viene adottata da circa il 30% delle imprese osservate.

Non da ultimo il Focus sul Mezzogiorno con particolare attenzione alle esportazioni della regione Puglia, con una analisi del potenziale di export della regione.

A conclusione dell’evento il Presidente Ferro, ringraziando in particolare l’azione di sistema coordinata con il Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale torna a ribadire il ruolo di ICE Agenzia a sostegno delle aziende italiane grazie ai nuovi strumenti messi a disposizione durante e dopo la pandemia: ciò ha permesso di raggiungere un incremento di 1,55 volte delle imprese servite e di 2,79 volte dei servizi di assistenza erogati alle imprese.

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