5 minute read

Nutriscore: secondo l’AGCM è fuorviante per il consumatore

Nutriscore: secondo l’AGCM è fuorviante per il consumatore

La valutazione di alcuni casi concreti evidenzia come le mancanze del Nutriscore e la sua parzialità inducano facilmente in errore il consumatore sulle proprie scelte alimentari

Advertisement

L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha reso noto nel bollettino n.29/2022 del 01/08/2022 gli sviluppi delle istruttorie aperte lo scorso novembre a carico di alcune società, che riportavano sulla parte frontale della confezione il sistema di etichettatura volontaria Nutriscore, per prodotti commercializzati in Italia. Anche il Ministero dello Sviluppo Economico ha prodotto la documentazione inerente alle interlocuzioni tra la Commissione e gli Stati membri in occasione delle “notifiche” relative all’etichetta Nutriscore effettuate da alcuni Paesi.

Il MISE ha sostenuto che il sistema Nutriscore orienta la scelta del consumatore verso l’assunzione di alimenti ritenuti favorevoli alla salute sulla base di una espressione eccessivamente sintetica, in quanto condensa un giudizio complessivo sul prodotto alimentare, senza soffermarsi sul suo contenuto specifico di energia e di nutrienti. Così strutturata, l’etichetta Nutriscore non

offre alcun supporto nell’individuazione di un corretto regime alimentare, inducendo il consumatore a credere che, indipendentemente dalle proprie necessità dietetiche, il prodotto verde è preferibile rispetto ad altri della stessa categoria merceologica. Pertanto, il consumatore è incoraggiato a consumarne (senza limiti) sul presupposto che il colore verde contraddistingua un alimento che certamente non fa male alla salute.

L’AGMC aveva infatti avviato cinque istruttorie sull’uso del Nutriscore da parte di alcune società italiane attive nel campo della distribuzione al dettaglio di prodotti alimentari, di società francesi, di una società inglese e di una società tedesca produttrici di alimenti. stato sviluppato in base ad un algoritmo e a valutazioni scientifiche non universalmente riconosciute e condivise. Il sistema non tiene conto del fabbisogno e del profilo nutrizionale individuale ed il punteggio Nutriscore non rappresenta un giudizio assoluto di salubrità di un alimento ma è relativo alla composizione nutrizionale dello stesso riferito a 100 g di prodotto e non ad una porzione di consumo. Tutti gli alimenti in commercio devono essere presi in considerazione nell’ambito di una normale dieta varia e equilibrata”.

Come noto, il Nutriscore giudica la qualità nutrizionale dell’alimento con un sistema di colori e lettere su 5 livelli da A-verde (il più alto) ad E-rosso (il più basso). I prodotti alimentari vengono suddivisi in queste cinque categorie sulla base di un punteggio calcolato mediante un algoritmo che sottrae dal valore totale degli elementi ritenuti “sfavorevoli” (energia/calorie, acidi grassi saturi, zuccheri semplici, sodio) quello degli elementi ritenuti “favorevoli”

L’oggetto del procedimento era di verificare se la condotta poteva configurare una violazione del Codice del Consumo, in quanto contraria alla diligenza professionale e idonea, in assenza di adeguate avvertenze, a indurre in errore il consumatore medio con riguardo alla valutazione assoluta sulla salubrità di un determinato prodotto, prescindendo dalle esigenze complessive di un individuo (dieta e stile di vita), dalla quantità e dalla frequenza di assunzione all’interno di un regime alimentare variegato ed equilibrato. L’Autorità ha ritenuto gli impegni assunti idonei a rimuovere i possibili profili di scorrettezza della pratica commerciale contestati. Le comunicazioni proposte infatti, rendono il consumatore edotto delle reali caratteristiche del bollino Nutriscore e del valore relativo dell’indicazione nutrizionale da esso ricavabile. Pertanto, ha deliberato di chiudere il procedimento senza accertare l’infrazione.

Solo nel caso di una società che non ha proposto impegni come quelli di cui sopra, l’Autorità ha confermato le contestazioni delle condotte e, quindi, la violazione degli articoli 20, 21, lett. b), e 22 del Codice del Consumo, in quanto contrarie alla diligenza professionale e idonee ad indurre in errore il consumatore medio con riguardo alla natura e al funzionamento dei parametri su cui si basa la valutazione espressa con il bollino Nutri-Score, ai vantaggi derivanti dal consumo dei prodotti su cui lo stesso è presente e ai risultati salutistici connessi a questa tipologia di etichettatura.

Gli elementi acquisiti nel corso del procedimento

Nel corso dell’istruttoria, le società coinvolte hanno avanzato ovviamente le proprie considerazioni a supporto della propria scelta. In particolare hanno evidenziato come le etichette riportanti il Nustriscore siano conformi all’art. 35 del Reg. n. 1169/2011 (relativo alle forme di espressioni e presentazione supplementari), e alle disposizioni normative adottate dalla Francia e dal Belgio. Essendo apposte sulla confezione di merci legalmente commercializzate nello Stato membro di origine, vale il principio del reciproco riconoscimento nello Stato membro di destinazione, cioè l’Italia. Inoltre, l’eventuale divieto di importare e distribuire prodotti contrassegnati dall’etichettatura Nutriscore potrebbe essere considerato una misura contraria ai principi comunitari. Viene sottolineato anche che la Commissione europea intende adottare, entro la fine del 2022, una proposta per l’etichettatura nutrizionale FOP obbligatoria e armonizzata e, in tal senso, sta prendendo in considerazione anche il sistema Nutriscore.

In senso contrario alla posizione espressa dalle società, è intervenuta Confagricoltura e sono stati sentiti il Presidente del Comitato Nazionale della Sicurezza Alimentare presso il Ministero della Salute e Centromarca, in qualità di associazione rappresentante dei marchi del settore dei beni di largo consumo e della GDO.

Gli impegni delle società

Per risolvere la questione rapidamente ed evitare anche le possibili sanzioni proporzionali ai fatturati aziendali, le società hanno presentato una serie di impegni, tra cui, il non utilizzo sul mercato italiano dell’etichetta Nutriscore, in particolare sui prodotti a denominazione di origine protetta (DOP), ad indicazione geografica protetta (IGP), sulle specialità tradizionali garantite (STG) e sui prodotti agroalimentari tradizionali (PAT); sui prodotti della tradizione gastronomica italiana (salumi, formaggi, olio di oliva) a prescindere dal luogo di produzione. Inoltre, verranno adottate iniziative volte a informare i consumatori sulla presenza del bollino su alcuni alimenti mediante l’esposizione in modo visibile, nei punti vendita una locandina di formato diverso a seconda del punto vendita.

Sui cartellini verrà riportato il seguente testo: “Informazioni sul bollino Nutriscore vedi QRcode e locandina in punto vendita”. Il QRcode rimanderà al sito internet aziendale dove saranno fornite le informazioni relative al sistema Nutriscore, al suo funzionamento e ai suoi limiti. Constatando inoltre, che la condotta contestata è ancora in corso, sono stati richiesti copia dell’ultimo bilancio ovvero idonea documentazione contabile attestante le condizioni economiche nell’ultimo anno, ai fini della quantificazione dell’eventuale sanzione pecuniaria prevista dall’art. 27, comma 9, del Codice del Consumo.

Insomma, con o senza sanzioni comminate, l’AGCM ha sancito un principio inequivocabile: il sistema Nutriscore è fuorviante per il consumatore, poco chiaro e facile a indurre in errore il consumatore significato nutrizionale e “salutistico” delle indicazioni che figurano in etichetta. Anche per questi motivi e per offrire un’alterativa concreta agli operatori che vogliano proporre una etichettatura nutrizionale più semplice, immediata e utile al consumatore, che sia informativa e non si sostituisca alle scelte consapevoli di ciascuno, l’Italia ha messo a punto il sistema NutrInform che consente di conoscere l’apporto di ciascuna porzione di alimento alla propria dieta in termini di nutrienti fondamentali.

Un meccanismo che favorisce l’informazione e la diffusione di una conoscenza più specifica sui nostri stili alimentari e di vita e che dopo questa precisazione di AGCM sul Nutriscore potrà rappresentare una alternativa ancora più valida.

This article is from: