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Digital Transformation e dogane: lavori in corso per una rivoluzione annunciata

È sicuramente nell’ampio contesto della trasformazione digitale della dogana che si inserisce il passaggio ai nuovi data-set per le dichiarazioni doganali relative alle merci in arrivo o in uscita dalla UE. La transizione, avviata il 1° luglio 2021 con riferimento alle spedizioni di modico valore, è in linea con il tema del 2022 della World Customs Organization (WCO): “scaling up customs digital transformation by embracing a data culture and building a data ecosystem”. Si tratta di una trasformazione culturale e globale del trattamento dei dati connessi agli scambi transfrontalieri, conferendo ai dati medesimi una centralità che va ben oltre la semplice registrazione di eventi e di informazioni contabili. In Unione europea, tale strada era stata tracciata normativamente fin dalla decisione 70/2008/EC e a seguire dall’approvazione del Codice Doganale dell’Unione (Reg. UE 2013/952 - CDU), entrato in vigore il 1° maggio 2016.

Il processo di trasformazione digitale avviato a livello unionale nel 2017 con l’inaugurazione del Customs Decision System (CDS – Sistema delle Decisioni Doganali), riguardante il dialogo tra operatori e autorità doganali, è destinato a proseguire ben oltre il 2025, anno in cui, secondo il piano ad oggi in vigore, si arriverà al completamento della paperless customs: infatti, molte soluzioni che si collocano integralmente all’interno dell’universo digitale e che si collegano a tecnologie ancora ignote nel momento in cui fu disegnato il Codice Doganale dell’Unione (Reg. UE 952/2013), ossia blockchain, cloud computing ma anche e soprattutto metodologie concrete per l’implementazione di machine learning e intelligenza artificiale, potranno essere effettivamente impiegate su larga scala nelle attività di rilevanza doganale solo quando saranno disponibili gli strumenti giuridici e tecnici necessari.

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Proprio per tale ragione, nella piena consapevolezza che la digital transformation, in senso complessivo, ha compiuto un salto generazionale negli ultimi anni, passando dalla semplice rappresentazione di dati ad un collegamento profondo tra i dati medesimi - ispirato alla necessità di disporre di informazioni sulla prevedibilità dei comportamenti economici e sulla probabilità di comportamenti divergenti -, gli strumenti giuridici indispensabili perché tale processo giunga a compimento abbisognano di un supporto il più possibile vasto e globale. Ed è proprio questo uno dei temi portanti della Technology Conference and Exhibition organizzata dalla WCO a Maastricht dal 18 al 20 ottobre 2022, per la prima volta in presenza dopo diversi anni: l’impatto dell’evoluzione delle tecnologie IT sull’efficacia e l’efficienza delle attività di controllo e certificazioni del commercio internazionale, in una rivoluzione imposta, ormai in modo irreversibile.

In ambito UE, dove lo sviluppo della digitalizzazione è affidato al Multi Annual Strategic Plan dell’Unione (MASP), si è giunti ad un ulteriore passaggio epocale: il 9 giugno 2022 le imprese italiane si sono trovate di fronte alla smaterializzazione generalizzata delle dichiarazioni doganali di importazione, con l’introduzione, a carattere vincolante, dei set di dati denominati H1 (per l’immissione in libera pratica), da H2 a H4 (per i regimi speciali, come deposito, ammissione temporanea, perfezionamento) e H5 (per gli scambi con i territori “speciali”), mentre per le operazioni postali e per quelle relative ai beni di modico valore (H6 e H7), i set di dati erano già in vigore a partire da luglio 20211. Nel 2023, anche le dichiarazioni relative alle merci in uscita - con l’introduzione dei nuovi tracciati B1 (dichiarazione di esportazione), B2 e B4 (regimi speciali - perfezionamento passivo), C1 e C2 (dichiarazione semplificata e pre-dichiarazione di esportazione), D1, D2, D4 (transito) – giungeranno ad una completa smaterializzazione. Nella Circolare 370606/RU del 9 agosto 2022, l’Agenzia delle Accise, Dogane e Monopoli (ADM) ha infatti definito la roadmap relativa all’informatizzazione delle operazioni di esportazione e transito e ha fornito le istruzioni operative per la fase di sperimentazione in ambiente di addestramento. Il sistema AES (Automated Export System) così come NCTS Fase 5 (New Computerised Transit System) avranno effetti sicuramente di grande rilievo sui processi di sdoganamento e sulla creazione dei documenti di scorta.

È proprio tale fase della transizione digitale della dogana che è destinata ad avere maggiore effetto sulle abitudini e sulla tracciabilità delle operazioni effettuate dalle imprese del settore delle carni e dei salumi: il Rapporto annuale Assica, relativo all’anno 2021 mostra, infatti, una netta preponderanza delle esportazioni sul fatturato totale di carni suine e bovine (pari circa al 20%) rispetto alle importazioni (3%) I dati da utilizzare per le diverse tipologie di dichiarazione sono riportati dettagliatamente negli Allegati B del Regolamento Delegato (Reg. UE 2015/2446) e del Regolamento di Esecuzione (Reg. UE 2015/2447) del Codice. I data element, ossia i dati nella loro forma più elementare (classifica, origine, massa lorda, valore, etc.) si raggruppano ad un livello superiore nei data group (ad es. valuation information/taxes, goods identification) e, finalmente, il tutto confluisce nel data set, ossia la vera e propria dichiarazione doganale come rappresentata nei sistemi informatici doganali. Univocità delle informazioni e identità del soggetto che trasmette i dati sono le leve del processo di smaterializzazione: i dati verranno infatti conservati in modo tale da essere riconducibili all’operatore che li ha trasmessi, costruendone un profilo condiviso a livello UE e consentendo alle autorità doganali di controllare ogni tipologia di dati trasversalmente per tutti gli operatori. In sostanza, il documento cartaceo che accompagnava le merci in import come lo abbiamo sempre conosciuto (Documento Amministrativo Unico – DAU), la c.d. bolletta doganale, non esiste già più, mentre per l’export la bolletta svanirà il 1° marzo 2023 quando i data set per export e transito diventeranno obbligatori per tutti. Con i nuovi data set, tutto ciò di cui l’operatore necessita per gli scambi internazionali arriva e parte sotto forma dati, che non verranno più rappresentati in forma cartacea per essere giuridicamente vincolanti. La smaterializzazione dei documenti doganali favorirà, così, una più feconda relazione tra le attività tipiche delle autorità doganali, per la protezione di persone e ambiente, nonché la facilitazione degli scambi internazionali e la fluidità delle operazioni commerciali.

Non tutti gli operatori economici riescono, però, ad oggi, ad integrare le informazioni contenute nei data set all’interno dei propri processi contabili ed amministrativi: è molto sentita la necessità di disporre, sia pur nei limiti giuridici di una “copia di cortesia”, di una rappresentazione sintetica di tali dati che sia leggibile e stampabile. A tal fine, la Circolare 22 di ADM del 6 giugno 2022, ha predisposto diversi prospetti riepilogativi (sintetici, di svincolo e di riepilogo dei dati contabili), che altro non sono che le “rappresentazioni” dei data set, consultabili sul PUDM (Portale Unico Dogane e Monopoli).

La trasformazione digitale prosegue in modo inarrestabile: e sarà il nuovo Codice Doganale dell’Unione, previsto per il 2030, a costituire quello che sarà un vero proprio ponte di lancio per un futuro degli scambi internazionali ancora, ovviamente, largamente ignoto.

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