L'Industria delle Carni e dei Salumi - 10/22

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Poste ItalianeSpedizione in abbonamento postale DL 353/2003 (conv. in L.27/02/2004 n°46) art.1, comma 1, DCB Milano € 1,81 NOVEMBRE-DICEMBRE 2022 N°10 NUOVA LEGISLATURA: AL VIA CON TANTE NOVITÀ A LEZIONE DI SOSTENIBILITÀ CON IL PROF. MARCO FREY, PRESIDENTE DEL GLOBAL COMPACT NETWORK ITALIA L’industria delle Carni e dei SalumiTradizioneeinnovazione, qualit à e sicurezza: saperfareitaliano

L’industria delle

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Chiuso in tipografia il 1 dicembre 2022

SOMMARIO

primo piano

Nuova Legislatura: al via con tante novità 3

Le richieste di ASSICA al nuovo governo 3 sostenibilità

A lezione di sostenibilità con il Prof. Marco Frey, Presidente del Global Compact Network Italia 6 Europa

Legge sui servizi digitali: entrano in vigore le regole UE per le piattaforme online 7 economia

DOP economy “italiana”: record da 19,1 miliardi nel 2021 9 libro del mese

La merenda italiana 9 export

Accordi commerciali dell’UE: 2a Relazione della Commissione 10 attualità

Siamo “ciò che mangiamo” ma non siamo “dove viviamo” 5 Superare le difficoltà lungo la filiera, facendo sistema 12 Dichiarazione di Dublino: scienziati di tutto il mondo riconoscono l’importanza di carne e zootecnia 14 normativa

Confindustria su regolamento imballaggi: non buttare tutto al vento 15 comunicazione

IVSI alla prima edizione di “C’è più Gusto a Bologna” e la salumeria italiana è subito protagonista 17

“DO YOU SPEAK SALUMESE?” al Festival della Scienza un laboratorio permanente sui salumi italiani 18 prodotti tutelati

Il web e la capitale hanno festeggiato la x edizione del Mortadella Day 21 Il mondo meat si tinge di rosa 23 aziende informano

Soluzioni NIR BUCHI per la produzione ed il controllo qualità 11

A lezione di sostenibilità con il Prof. Marco Frey

Legge sui servizi digitali: entrano in vigore le regole UE per le piattaforme online Auguri

“DO YOU SPEAK SALUMESE?” al Festival della Scienza

18
6 NOVEMBRE-DICEMBRE 2022 N°10 7
di buone
di
2023
feste e
un sereno

Nuova Legislatura: al via con tante novità

Dopo le elezioni del 25 settembre scorso, le istituzioni nazionali hanno avviato il proprio percorso di formazione, il più celermente possibile per permette re al Paese di avere un governo stabile e un parlamento pienamente operativo fin da subito in un frangente eco nomico, sociale e geopolitico particolarmente compli cato.

Così, dopo l’incarico di governo all’on.le Giorgia Melo ni, prima donna premier della nostra storia costituziona le, la formazione dei dicasteri e l’assegnazione dei mini stri ha richiesto solo poche ore, grazie all’alacre lavoro svolto dalle parti politiche già all’indomani dell’esito elettorale. Il nuovo governo porta con sé alcune novità organizzative e di assetto istituzionale che vanno ben al di là dei nomi di alcuni dicasteri. Tra i dicasteri che “rin novano” il proprio nome, troviamo così il Ministero per le Imprese e il Made in italy (MIMIT, già Mise) affidato all’on.le Urso, il Ministero dell’Agricoltura, della Sovra nità Alimentare e delle Foreste (MASAF, già Mipaaf) affidato all’on.le Francesco Lollobrigida e il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE, già Mite) affidato all’on.le Gilberto Pichetto Fratin.

Da notare che il nuovo assetto dei dicasteri nazionali prevede la creazione di due importanti nuovi comitati interministeriali: il primo dedicato alla promozione del

Made in Italy nel mondo e composto da MIMIT, Farnesi na, MEF e MASAF e avrà il compito di coordinare le ri sorse e le iniziative per il sostegno concreto alle impre se nazionali affinché rimangano competitive sui mercati internazionali. Il secondo comitato è invece composto da MASE, MIMIT, MEF, Min Turismo, Min Trasporti, MASAF, Min Lavoro ed ha il compito di coordinare, de finire e programmare le scelte di transizione ecologica del Paese. La possibilità che tale comitato sia presiedu to di volta in volta dal MASE o dal MIMIT, quest’ultimo quando le decisioni da prendere riguardano le politiche industriali o impattano sulle imprese, assicurerà l’attua zione di politiche di transizione energetica sostenibili e attuabili con tempestiva progressione.

Ma le novità non mancano nemmeno in parlamento: le commissioni parlamentari di Camera e Senato si tro vano in questa legislatura a muoversi con geometria variabile quanto a materie e competenze assegnate. Mentre alla Camera si conferma l’assetto consueto delle commissioni che dunque mantengono numero e competenze, al Senato le commissioni si riducono di numero e accorpano dunque materie e competenze. In particolare, dunque, la commissione agricoltura della camera si congiunge a quella industria, attività produt tive e commercio, unificando in un’unica istituzione le competenze in materia imprenditoriale, a prescindere dal settore. La commissione salute, invece, acquisisce anche le competenze in materia di ambiente e costitu isce dunque un’unica sede istituzionale per affrontare queste tematiche nella camera più alta del Parlamento. Se la scelta del Senato aiuterà i senatori ad affrontare le molte tematiche di analisi in maniera più organica e potendo sfruttare le potenziali sinergie tra competen ze diverse di settori differenti o se invece l’assetto più conservativo della Camera aiuterà a meglio organizzare i lavori per i deputati di Montecitorio lo scopriremo solo con l’avanzare della legislatura, ma in tempi tutto som mato probabilmente brevi: i lavori della legge di bilancio incombono e sarà il primo intenso banco di prova per verificare l’efficienza e l’efficacia dei diversi assetti.

Le richieste di ASSICA al nuovo governo

Nell’esprimere le più sentite congratulazio ni al nuovo governo in carica, desidero porgere al primo ministro Giorgia Meloni e a tutta la compagine di gover no un sincero augurio di buon lavoro. Saranno settima ne decisive per tanti dossier e cruciali per la tenuta del Paese.

Per questo sarà fondamentale il confronto e il coinvol gimento con le parti sociali sui temi di messa in sicurez za e rilancio dei settori strategici della nostra nazione.

La filiera carni suine e salumi, all’interno del settore agroalimentare, è pronta a svolgere il proprio ruolo fino in fondo e per questo offriamo al neoministro dell’A gricoltura e ai suoi colleghi di governo una prima nota di temi chiave che sono di interesse cruciale per le oltre 200 aziende e 29.000 addetti del comparto carni suine e salumi, fiore all’occhiello del Made in Italy e ca pace di sviluppare 1,8 miliardi di euro all’export e oltre 8 miliardi complessivi di volume d’affari.

Priorità della filiera carni suine e salumi

• Sicurezza Energetica : nello scenario attuale in cui l’energia sta diventando un bene a difficile accesso, le aziende della catena agroalimentare non possono correre il rischio di subire distacchi , razionamenti o vedersi costrette a spegnere, anche solo tempora neamente i macchinari che consentono la produzione e la conservabilità del cibo. I settori come il nostro, che lavorano cibi altamente deperibili devono poter lavorare con la garanzia della continuità delle forni ture, sapendo di essere esclusi da razionamenti o distacchi programmati, pena la perdita di considere voli quantità di preziosi alimenti con danni economici

e sociali incalcolabili. Per questo è opportuno che le aziende della nostra filiera siano dichiaratamen te riconosciute come strategiche nei piani energetici nazionali.

• Lotta alla PSA: continuare a contenere l’emergenza veterinaria ed eradicare la malattia dal suolo continen tale. Scongiurare che il problema tocchi il bacino pro duttivo base delle DOP e riaprire i canali di export nei Paesi Terzi.

• Meat Sounding: una battaglia culturale. Un nome che identifica tradizionalmente un prodotto di carne o un salume non può essere usato per un ricostituito a base vegetale. Basta “filetto di seitan” o “bistecca di quinoa” o ancora “bresaola vegana”. I nomi asso ciati alla carne sono associati anche ad un metodo pro duttivo ad alta intensità di lavoro: il loro uso corretto

è rispetto per le capacità e competenze di una filiera intera.

• Zootecnia nazionale e sostenibilità: l’impegno più oneroso è promuovere in Europa il valore di sostenibi lità delle nostre produzioni, spesso meglio posizionate rispetto agli altri Stati UE, ma cionondimeno ugualmen te penalizzate dall’approccio preconcetto di questa Commissione europea che vorrebbe ridurre il consumo di carne e limitarne l’allevamento per legge. Non accet tiamo nessuna discriminazione a priori in quanto non esistono settori sostenibili o non sostenibili di per sé. Sono i metodi di produzione che possono essere più o meno sostenibili. Assistiamo a continui ostracismi – immotivati e senza solide basi scientifiche – su più fronti da parte della burocrazia di Bruxelles che non manca occasione, solo per fare un esempio, di com plicare l’attuazione dei programmi di promozione del food europeo laddove siano presenti carni o prodotti a base di carne

• Rilanciamo l’export: con circa 20 milioni di euro persi ogni mese da gennaio 2022 per mancato export verso oriente a causa della PSA sul territorio continentale, è importante contribuire alla ripartenza dell’export di car ni suine e salumi. Per esportare, le aziende della salu meria devono spesso investire in strutture e stabili menti dedicati per soddisfare i requisiti di abilitazione dei Paesi Terzi, spesso più stringenti delle norme UE. Sostenere tali investimenti è una leva dall’efficacia esponenziale per imprimere slancio all’export di sa lumi nazionali

3 Novembre-Dicembre 2022 primo piano di Giovanni Pallavicini
Continua a pag. 5
Formate le camere, le commissioni e il nuovo governo a tempo di record

• Nutrinform/Nutriscore : la grande battaglia europea del food si gioca anche sull’etichettatura nutrizionale fronte confezione. L’Europa sta valutando un modello armonizzato e pare si stia orientando su Nutriscore. Dobbiamo consolidare azioni nazionali e alleanze inter nazionali europee perché Nutrinform sia un’alterna tiva concreta e a cui la Commissione europea non possa rifiutarsi di guardare

• Pratiche sleali : l’implementazione e l’attuazione del la direttiva richiede ancora una parte di lavoro e sforzo per definire in maniera univoca, chiara e trasparente i perimetri del comportamento lecito tra le parti dei con tratti di compravendita nell’agrifood. Si può ipotizzare la costituzione di un tavolo permanente tra gli attori della filiera agrifood con funzioni di osservatorio e co ordinato presso ICQRF. Altrettanto utile potrebbe es sere l’emanazione di indicazioni puntuali operative e

applicative, magari previa consultazione e ascolto degli operatori per cogliere appieno le loro esigenze.

• Ripristino dei dialoghi di filiera : ampliandone il con cetto a tutti i portatori di interessi coinvolti anche col lateralmente. Tavoli di filiera allargati a cominciare da quella suinicola , la più esposta oltre che alla crisi anche alla PSA, coinvolgendo tutti gli attori in senso “esteso” dunque mangimisti, distributori, horeca, lo gistica.

• Sburocratizzare : attuare forme di snellimento buro cratico per l’accesso alle risorse disponibili come aiuto agli investimenti privati, prevedendo automatismi e ve rifiche digitali di quanto già depositato per obbligo do cumentale. Favorirebbe la partecipazione e lo sviluppo di quel tessuto imprenditoriale fatto di medie aziende con poco personale, prevalentemente impegnato nella

delicata fase di produzione del cibo e che poco tempo ha per dedicarsi alla predisposizione di progetti e rac colta documenti.

• DOP e IGP pioniere dello sviluppo : le produzioni DOP e IGP rappresentano un’importante chiave per lo sviluppo del settore in Italia e all’estero. I Consorzi che ne raggruppano i produttori sono un riferimento fondamentale per la crescita delle produzioni che rap presentano e per la tutela sul mercato delle stesse. L’esperienza italiana è sempre stata all’avanguardia in questo ambito, specie nel settore dei salumi. È ora di costruire un nuovo slancio per i Consorzi, favorendo l’ammodernamento della loro disciplina e delle fun zioni loro riconosciute dalla normativa comunitaria ampliandone l’ambito di azione e contribuendo a un loro ruolo più centrale nella tutela legale e commercia le delle produzioni.

attualità

Siamo “ciò che mangiamo” ma non siamo “dove viviamo”

Gli studi genetici degli ultimi 20 anni han no ampiamente dimostrato che, tra le popolazioni di tutto il mondo, la maggior parte delle differenze genetiche si riscontrano a livello individuale piut tosto che a livello di popolazione . Due individui presi a caso nella stessa popolazione tendono infat ti a essere geneticamente più diversi l’uno dall’altro rispetto alla differenza media fra due popolazioni distinte. Si può dire la stessa cosa anche se si parla di stile di vita e cultura?

In un recente articolo pubblica to sulla rivista scientifica PNAS (Proceedings of the National Academy of Sciences) da ricer catori delle Università di Torino, Trieste e Padova , gli autori han no indagato la questione utiliz zando le abitudini alimentari come una possibile fonte di differenze culturali fra indivi dui . In particolare, hanno esa minato le preferenze alimentari relative a 79 diversi alimenti in sei popolazioni lungo la Via della seta, l’antica rotta commerciale che si estende attraverso tutta l’Asia centrale.

Abbiamo scoperto che la pre ferenza per alcuni cibi era in formativa della preferenza per altri cibi, o che, in altre parole, le preferenze alimentari pos sono essere descritte combi nando un numero discreto di ‘profili alimentari ’”, ha afferma to il Prof. Luca Pagani , autore senior dello studio, professore associato in Antropologia Mo lecolare presso l’Università di Padova.

Inaspettatamente, i profili così individuati non sono tipici di un determinato villaggio o nazione, ma sono invece legati ad altre caratteristiche degli individui partecipanti come la loro età, il sesso e altre scelte culturali. Questo naturalmente con qualche eccezio ne, rappresentata da alcuni alimenti disponibili solo in determinati Paesi: tra questi spiccano alcuni pro dotti locali, come il “sulguni”, un formaggio in sala moia tipico della Georgia ed il “kurut”, un alimento diffuso tra le popolazioni nomadi dell’Asia centrale a base di yogurt essiccato.

I ricercatori hanno verificato che solo il 20% delle abitudini alimentari sono legate al Paese di origine, un valore piuttosto alto se confrontato con la sua controparte genetica (1%) ma ancora non sufficien te a spiegare le differenze osservate, nonostante le migliaia di chilometri che separano le aree geografi che oggetto di studio.

I ricercatori hanno poi condensato le differen ze nella composizione genetica e nelle preferen ze alimentari tra i Paesi in distanze “genetiche” e “alimentari”, e le hanno confrontate con le distanze geografiche reali tra i luoghi di campionamento, rappre sentandole insieme in una mappa.

Da essa emerge che la “ lo calizzazione culturale ” è leggermente più simile a quella geografica, rispetto a quella “genetica” per i gruppi analizzati ( Figura 1 ), coerentemente con quanto emerso dal resto dei risul tati.

Figura 1: mappa geografica delle sei popolazioni della via della seta analiz zate nello studio. I puntini colorati si riferiscono alle reali posizioni geogra fiche, mentre le carote e le immagini del DNA rappresentano le coordinate “alimentari” e “genetiche” dedotte dallo studio delle preferenze alimentari e dei genomi degli individui analizzati.

“ Non importa dove viviamo o dove siamo nati. Le no stre scelte (almeno quelle legate all’alimentazione) di pendono maggiormente dal sesso biologico, dall’età e da altri fattori culturali ”, ha concluso la dott.ssa Serena Aneli , prima autrice dello studio, ricercatrice del Di partimento di Scienze della Sanità Pubblica e Pediatri che dell’Università di Torino.

5 Novembre-Dicembre 2022 primo piano Segue da pag. 3
a cura della redazione

A lezione di sostenibilità con il Prof. Marco Frey, Presidente del Global Compact Network Italia

Il pittore Robert Gonsalves è stato un bril lante esponente del surrealismo moderno e ha fon dato la sua arte, su di una idea, fra le altre, in parti colare: “è tutto una questione di prospettiva” Questo concetto non ha a che fare solo con il mondo dell’arte ma, al contrario, è intriso di pragmatismo e, oggi più che mai, di un profondo legame con l’attua lità e le dinamiche che questa riverbera sul mondo delle imprese. In altre parole, l’odierno scenario am bientale e socioeconomico richiede di cambiare la prospettiva e l’approccio attraverso cui produrre va lore. Difatti, l’ attuale modello di produzione e con sumo non è più considerabile sostenibile in quanto esso genera una erosione del capitale ambientale, economico e sociale ben maggiore rispetto al valore che è in grado di produrre. Questo concetto – che è in realtà un fatto, bisognoso di contromisure urgenti e sostanziose – richiede di raggiungere una mag giore efficienza nel consumo delle risorse e nell’au toproduzione: crescere di più impiegando meno ri sorse

Ma facciamo un passo indietro. La considerazione sui nuovi modelli produttivi sopracitata fa infatti parte del significativo intervento del Prof. Frey – Presiden te del Global Compact Network Italia , organismo dell’ONU, Professore di economia e Direttore del Master sull’economia circolare alla Scuola univer sitaria Sant’Anna di Pisa – durante l’incontro orga nizzato lo scorso 26 ottobre dall’Istituto Valorizza zione Salumi Italiani e intitolato “SOSTENIBILIT À

DEL SETTORE CARNI SUINE E SALUMI: Attività realizzate, scenari futuri e riflessioni per un piano strategico condiviso” . Come il titolo suggerisce con chiarezza, l’incontro è stato animato dalla stringente volontà di promuovere e dare impulso concreto ad un piano di sviluppo sostenibile in grado di coinvol gere efficacemente l’intera filiera dei salumi . Pro prio per questo, l’evento ha visto la partecipazione – oltre che di IVSI – di ASSICA e ISIT. E sempre per questo è stato coinvolto il Prof. Frey, economista di lunga esperienza e competenza nella materia.

“Fare sistema come parola d’ordine per il futuro”. Questo il concetto su cui ritorna a più riprese il Presi dente IVSI Francesco Pizzagalli durante l’introduzio ne dei lavori – svoltisi a Milano – per porre l’accento sin dal principio sullo spirito necessario ad affrontare una sfida decisiva per tutti i player del settore della salumeria: quella della sostenibilità. Del resto, sem pre Pizzagalli ha tenuto a ribadire il ruolo dell’Istituto in questo articolato percorso, sottolineando come a partire dal 2018 con la creazione del “Manifesto IVSI”, abbia avviato diversi percorsi di formazione mirati a fare cultura sulla sostenibilità e a dare alle imprese strumenti concreti per affrontare adeguata mente quanto richiesto dai vari stakeholder, incluse le Istituzioni europee, e garantirsi così un futuro. Proprio le sfide dell’immediato e prossimo futuro han no dato corpo all’intervento del Prof. Frey il quale ha con vigore evidenziato la necessità del cambiamento a vantaggio di una nuova visione “filierocentrica” . Ma da dove si origina questo bisogno? A questo interro gativo sottointeso il Presidente del Global Compact Italia risponde dicendo che “ un maggiore efficien

tamento delle risorse impiegate nella produzione genera un conse guente migliora mento dell’impron ta ambientale e sociale. Ciò porta maggiore qualità dell’offerta e una maggiore attrattivi tà dei prodotti per il consumatore non ché un accesso al credito più agile ”. L’esperto aggiunge poi che, in virtù di tali elementi: “ la sostenibilità deve essere considera ta come modello di sviluppo, da se guire e alimentare in un’ottica di lun go periodo ”. Da dove arriva invece l’urgenza degli interventi in questo ambito? Anche a questo quesito Frey risponde con argomenti concreti spiegando che le imprese che investono in green esportano e innovano di più e meglio e creano mi gliore occupazione . Ciò si spiega in virtù del fatto che la politica europea ha deciso di esprimere la pro pria leadership nel campo della sostenibilità (Next Generation EU). Tale volontà è del resto comprovata da numerosi interventi normativi di carattere comu nitario quale ad esempio, la nuova Direttiva Europea – CSRD (Corporate Sustainability Reporting Direc tive) che prevede l’obbligo di Bilancio integrato di sostenibilità per le aziende e i gruppi UE al di sopra dei 250 dipendenti, a partire dal 2023. Del resto, l’indirizzo europeo è già apprezzabile in forma evi dente anche nell’apparato normativo nazionale. Ne sono un esempio cristallino il PNRR (Piano Nazio nale di Ripresa e Resilienza. Il piano approvato nel

2021 dall’Italia per rilanciarne l’economia dopo la pandemia di COVID-19, al fine di permettere lo sviluppo verde e digitale del Paese) e le storiche modifiche degli articoli 9 e 41 della Costituzione, in virtù delle quali le tutele dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi sono entrati for malmente nella Costituzione.

Per le aziende questo si traduce nella necessità di partecipare alla transizione sostenibile, gene rando prospettive durature in grado di attrarre risorse e capitali. In buona sostanza: risulta sem pre più vincente costruire piani industriali di lungo periodo impostati sulle logiche della sostenibilità. Come riassumere tutti questi complessi spunti? Prendendo sempre a riferimento le parole del Prof. Frey è possibile sintetizzare la mission, la sfida appunto, che oggi si para innanzi ai fautori delle strategie aziendali con questo assunto, ergi bile a mantra: “ sviluppare una necessaria azione collettiva – in una logica di filiera – per raggiun gere l’obiettivo della catena di fornitura soste nibile: costruire filiere di qualità oggi significa costruire filiere sostenibili ”.

IVSI con le aziende, verso la sostenibilità L’Istituto, ha spiegato Monica Malavasi, Direttore IVSI, dal 2018 ha allargato la propria mis sion – e con essa anche lo spet tro delle azioni messe in campo per le aziende – includendo la so stenibilità fra i pillar da promuo vere. Tale volontà, condivisa e concretizzata assieme ad ASSI CA, si è tradotta in un vero e pro prio percorso di formazione co struito con partner super partes, accreditati a livello internazionale e con grande expertise in mate ria quali NATIVA, esponenti di Fondazione O.I.B.R. (Organismo Italiano di Business Reporting) e EFRAG (dell’ European Financial Reporting Advisory Group ). At traverso questi momenti struttu rati di valutazione, misurazione e – in generale – di sviluppo di consapevolezza, è stato possibile passare all’assunzione di impegni tangibili ma anche alla valo rizzazione delle best practice aziendali promosse dalle imprese del comparto. Tali elementi sono stati orga nizzati all’interno di una pubblicazione, il “Programma Sostenibilità ASSICA” (selezionato a novembre 2022 dalla Commissione Europea e incluso nella lista de gli European Code of Conduct on responsible food business and marketing practices ), oggi valido stru mento per affermare innanzi agli stakeholder istitu zionali e privati che il settore è attivo nella promo zione della sostenibilità . Il lavoro di affiancamento alle aziende proseguirà anche nel 2023 con sempre maggiore puntualità e il prossimo Corso IVSI incentra to sulla nuova Direttiva relativa al Bilancio Integrato di Sostenibilità e lo sviluppo di tool dedicati a migliorare il profilo di sostenibilità delle aziende.

6 Novembre-Dicembre 2022
sostenibilità di Giovanni Facchini
La strategia per lo sviluppo sostenibile dell’intera filiera al centro dell’incontro organizzato da IVSI

Legge sui servizi digitali: entrano in vigore le regole UE per le piattaforme online

La legge sui servizi digitali (Di gital Services Act - DSA) disciplina gli ob blighi dei servizi digitali che fungono da intermediari e collegano i consumatori a merci, servizi e contenuti. Si tratta di un provvedimento che, insieme al Digital market Act, forma il Digital Services Package, che entrerà in applicazione dal 2024 ed è stato definito dalla Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen come un accordo storico “in termini sia di rapidità che di sostanza”. Per promuovere il corretto funzionamento del mercato interno dei servizi digitali UE, il Digital Services Act ha modificato le nor me esistenti secondo il principio: “ciò che è illegale offline dovrebbe essere illegale anche online”.

Il DSA stabilisce le norme orizzontali che coprono tutti i servizi e tutti i tipi di contenuti illegali, tra cui merci e servizi. Non sostituisce né modifica, bensì integra le normative settoriali quali la direttiva sui servizi di media audiovisivi, la direttiva sul diritto d’autore nel mercato unico digitale, l’acquis relativo alla tutela dei consumatori o la proposta di regolamen to relativo alla prevenzione della diffusione di contenu ti terroristici online.

Le norme si applicano nel mercato unico dell’UE, sen za discriminazioni, anche agli intermediari online stabi liti al di fuori dell’Unione europea che offrono i propri servizi nel mercato unico. Se non sono stabiliti nell’UE, tali intermediari dovranno nominare un rappresentante legale, come già fanno molte imprese nell’ambito degli obblighi previsti da altri strumenti giuridici.

Il regolamento riguarda varie tipologie di servizi digitali: • mercati online;

• social network;

• piattaforme di condivisione dei contenuti;

• piattaforme di viaggio online e di alloggio;

• app store;

• servizi di intermediazione (es. provider Internet e re gister di domini);

• servizi di cloud e hosting web;

• piattaforme di economia collaborativa.

Il DSA si applica infatti ai “servizi delle società dell’in formazione”, cioè a tutti gli intermediari che offrono servizi a distanza, per via elettronica/telematica, su richiesta, solitamente retribuita, di un destinatario. Ha imposto trasparenza sulla profilazione e il funzio namento delle piattaforme online, con obbligo per i fornitori di collaborare con le autorità e sottoporsi ad audit indipendenti.

Ventidue anni dopo l’entrata in vigore dell’E-Commerce Directive, il nuovo quadro normativo UE sui servizi di gitali ha stabilito una nuova cultura di prevenzione dei rischi sistemici, con un nuovo sistema di governance

interstatale e sanzioni fino al 6% del fatturato annuale delle piattaforme. Infatti, la direttiva sul commercio elet tronico, adottata nel 2000, ha costituito il quadro giuri dico principale per la fornitura di servizi digitali nell’UE. Tale quadro giuridico orizzontale ha gettato le basi per la regolamentazione dei servizi digitali nel mercato unico europeo. In 20 anni, però, sono cambiate molte cose ed è opportuno aggiornare la normativa. Le piattaforme onli ne hanno portato vantaggi notevoli ai consumatori e han no promosso l’innovazione, hanno agevolato gli scambi transfrontalieri entro e oltre i confini dell’Unione e offerto nuove opportunità a molteplici imprese e operatori com merciali europei. Allo stesso tempo sono usate in modo improprio per diffondere contenuti illegali o per vendere merci o servizi illegali online. Alcuni operatori di grandis sime dimensioni, che sono diventati spazi quasi pubblici per la condivisione di informazioni e per la vendita online, comportano rischi particolari per i diritti degli utenti, per i flussi di informazioni e per la partecipazione del pubblico. Inoltre, la direttiva sul commercio elettronico non preve deva alcun meccanismo di cooperazione tra le autorità. Il principio del “paese di origine” ha fatto sì che la vigi lanza fosse affidata al paese di stabilimento. La legge sui servizi digitali si basa sulle norme della direttiva sul com mercio elettronico e affronta le problematiche specifiche che emergono nell’ambito dei servizi di intermediazione online. Gli Stati membri hanno regolamentato tali servi zi in modo eterogeneo, il che ha creato ostacoli per le piccole imprese desiderose di espandersi e crescere in tutta l’UE e ha generato livelli di tutela disomogenei per i cittadini europei. Con il DSA saranno eliminati gli oneri giuridici superflui dovuti a differenze tra le legislazioni e ciò promuoverà un ambiente più fertile per l’innovazio ne, la crescita e la competitività e favorirà l’espansione delle piattaforme più piccole, delle PMI e delle start-up. Allo stesso tempo la nuova legge proteggerà in misura eguale tutti gli utenti dell’UE, per quanto riguarda sia la loro sicurezza rispetto ai contenuti, alle merci e ai servizi illegali, sia i loro diritti fondamentali.

OBIETTIVI

Il nuovo regolamento velocizza le procedure per la rimozione dei contenuti illegali e migliora il controllo pubblico sulle piattaforme online, soprattutto su quel le più diffuse, che raggiungono oltre il 10% della po polazione europea.

Nello specifico, tra gli obiettivi del Digital Services Act troviamo:

• proteggere i diritti dei consuma tori garantendo loro maggiore si curezza;

• contrastare la diffusione di con tenuti illegali, la manipolazione delle informazioni, la disinforma zione online;

• offrire al consumatore e agli utenti commerciali di servizi digi tali scelta più ampia e costi più contenuti;

• istituire un quadro normativo chiaro, efficace e di immediata applicazione nell’ambito della tra sparenza e della responsabilità delle piattaforme online;

• promuovere l’innovazione e la competitività nel mer cato, facilitando l’avvio di startup e lo sviluppo delle PMI;

• fornire accesso ai mercati europei per gli utenti commerciali di servizi digitali;

• favorire un maggiore controllo democratico e una migliore vigilanza sulle piattaforme;

• potenziare tracciabilità e controlli sugli operatori commerciali nei mercati online (anche attraverso controlli casuali per verificare l’eventuale ripubblica zione di contenuti illegali).

OBBLIGHI

Il DSA ha mantenuto le linee guida dell’E-commerce Directive ma ha introdotto nuove norme in materia di trasparenza, obblighi informativi e accountability (re sponsabilità). Gli obblighi del regolamento sono pro porzionati al tipo di servizio offerto e al numero di frui tori. Per questo, le piattaforme intermediarie di servizi vengono suddivise in quattro categorie:

• intermediary services;

• hosting (es.cloud);

• online platform (es. social media);

• very large platform.

Ogni categoria comporta obblighi specifici. Gli obbli ghi principali, comuni a tutte le tipologie, sono:

• indicare in modo chiaro le condizioni di servizio e i relativi requisiti;

• fornire informazioni esplicite sulla moderazione dei contenuti e sull’uso degli algoritmi per i sistemi di raccomandazione dei contenuti, che potranno co munque essere contestati dagli utenti;

• adottare trasparenza nei sistemi di suggerimento e nelle pubblicità online rivolte agli utenti;

• non utilizzare pubblicità mirata rivolta ai bambini o basata su dati sensibili degli utenti; Continua a pag. 8

7 Novembre-Dicembre 2022 Europa di Michele Spangaro

• non utilizzare pratiche ingannevoli volte a manipolare le scelte degli utenti, compresi i dark pattern;

• collaborare con le autorità nazionali se richiesto;

• denunciare i reati;

• creare un meccanismo di reclamo e ricorso e risoluzio ne extragiudiziale delle controversie;

• adottare misure contro le segnalazioni e le repliche abu sive;

• controllare le credenziali di fornitori terzi, secondo il principio del “conosci il tuo cliente commerciale” (KYBC), anche attraverso controlli a campione.

Le piattaforme online e i motori di ricerca di grandi dimen sioni, a partire da 45 milioni di utenti al mese, presentano rischi più elevati, quindi devono rispettare obblighi più ri gorosi. Tra questi:

• codici di condotta specifici;

• prevenzione dei rischi sistemici come la diffusione di contenuti illegali o con effetto negativo su diritti fonda mentali, processi elettorali, violenza di genere, salute mentale;

• obbligo di sottoporsi ad audit indipendenti, cioè alla ve rifica della correttezza dei dati di bilancio e delle proce dure adottate;

• abilitazione degli utenti al blocco delle “raccomandazio ni” basate sulla profilazione.

Le sanzioni per le violazioni del DSA possono arrivare al 6% del fatturato annuo totale e i destinatari dei servizi digi tali possono chiedere un risarcimento per danni o perdite subite a seguito di violazioni ad opere dalle piattaforme.

Altri motivi di sanzione per le piattaforme sono:

• presentazione di informazioni scorrette, incomplete o

LA GOVERNANCE

Il Digital Services Act ha previsto due nuove figure:

• il Compliance officer, designato dalle “very large onli ne platforms” con il compito di monitorare l’osservan za del regolamento da parte delle aziende. Una figura interna all’impresa, con precise competenze profes sionali indicate dal DSA e l’obbligo di imparzialità e trasparenza nel giudizio;

• il Digital Services Coordinator, nuova autorità nazio nale indipendente che deve vigilare sull’applicazione del regolamento con obblighi di trasparenza, imparzia lità, tempestività di azione e report annuale sulle pro prie attività. Come previsto dall’art.38, ha il compito di garantire il coordinamento nazionale sulle norme, nonché di gestire i reclami contro i provider e di inda gare sulla presenza di illeciti con potere di ispezione. Accertato l’illecito, ha il compito di imporre la cessa zione della violazione con sanzioni e penalità di mora, fino a chiedere alle autorità giudiziarie di Stato la re strizione temporanea dell’accesso dei destinatari al

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DOP economy “italiana”: record da 19,1 miliardi nel 2021

Dopo la tenuta

del 2020 il settore

IG cresce del +16,1% e l’export vola a 10,7 miliardi

Presentato in data 22 novembre 2022, con l’intervento del Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste On. Francesco Lollobrigida e le relazioni dei rappresentanti delle istituzioni di settore il Rapporto Ismea-Qualivita 2022, l’analisi della DOP eco nomy italiana sui valori economici e produttivi dei settori agroalimentare e vitivinicolo DOP/IGP. È molto più di una semplice ripresa della DOP economy italiana quella descritta dai dati del XX Rapporto IsmeaQualivita: dopo un 2020 segnato dalla pandemia, nel quale il settore aveva comunque mostrato una buona capacità di tenuta e continuità produttiva, il comparto del cibo e del vino DOP/IGP nel 2021 raggiunge un valore complessi vo alla produzione pari a 19,1 miliardi di euro (+16,1% su base annua) e un export da 10,7 miliardi di euro (+12,8%). Sono risultati record che portano a quota 21% il contribu to del comparto DOP/IGP al fatturato complessivo del settore agroalimentare nazionale, un quadro che delinea una grande forza propulsiva da parte delle filiere dei pro dotti DOP/IGP, da sempre espressione di un patrimonio economico per sua natura non delocalizzabile, frutto del lavoro coeso di un sistema complesso e organizzato che in tutto il territorio nazionale coinvolge 198.842 operatori e 291 Consorzi di tutela autorizzati dal Ministero.

10 cibi DOP e IGP per valore alla produzione. Il Prosciut to di Parma, la Mortadella Bologna e il Prosciutto di San Daniele sono le indicazioni geografiche in grado di svi luppare il maggior valore nel comparto salumi tutelati. Insieme a questi, Bresaola della Valtellina e Speck Alto Adige completano la top five di un comparto che con ferma il proprio ruolo strategico nella filiera, contribuen do per poco meno del 24% alla valore della produzione complessiva del settore salumi italiani e per circa un ter zo alle esportazioni totali nel mondo.

Export DOP/IGP: superata la soglia dei 10 miliardi grazie al recupero nei Paesi Extra-UE Sul fronte delle esportazioni, le DOP/ IGP agroalimentari e vitivinicole nel 2021 raggiungono i 10,7 miliardi di euro, per un peso del 21% nell’export agroalimentare italiano com plessivo, un risultato che è somma di un “doppio record” con il cibo a 4,41 miliardi di euro e un +12,5% su base an nua e il vino a 6,29 miliardi di euro (+13,0%). In particolare si registrano crescite a due cifre per le principali categorie, dai formaggi (+15%) agli aceti balsamici (+11%) ai prodotti a base di carne (+13%). Il vitivinicolo è trainato dai vini DOP (+16%), con in testa gli spumanti (+25%).

perando per la prima volta complessivamente i 10 mi liardi di euro. Salgono anche Nord-Ovest (+10,8%) e Centro (+15,5%). Particolarmente significativo il dato per “Sud e Isole”, unica area in crescita nel 2020 (del +7,5%), nel 2021 segna un ulteriore +13,2%.

Cibo DOP/IGP/STG: agroalimentare IG risponde al post-pandemia con cre scita al +10%

L’agroalimentare italiano DOP/IGP/STG coinvolge 85.601 operatori, 167 Consorzi autorizzati e 43 orga nismi di controllo. Nel 2021 raggiunge i 7,97 miliardi di euro di valore alla produzione mettendo a segno un incre mento del +9,7% in un anno e del +26% nel decennio. Al consumo il comparto tocca quota 15,82 miliardi di euro per un +4,5% su base annua. Prosegue anche nel 2021 la corsa dell’export con 4,41 miliardi di euro (+12,5% sul 2020), un valore raddoppiato dal 2011 (+99,6%). I mercati principali si confermano gli USA (832 mln euro), la Germania (791 mln euro), la Francia (601 mln euro), il Regno Unito (210 mln euro) e la Spagna (205 mln euro).

Vino DOP/IGP: 2021 anno dei record per il vino italiano DOP IGP

DOP economy: contributo del 21% all’economia

agroalimentare nazionale

La produzione certificata DOP/IGP agroalimentare e vinicola nel 2021 raggiunge un valore di 19,1 miliardi di euro un dato che, dopo il segnale di stop del 2020 (-2,0% su base annua), riprende con un +16,1% il trend di crescita degli ultimi dieci anni. Il comparto cibo DOP/ IGP sfiora gli 8 miliardi di euro (+9,7%), mentre il settore vitivinicolo supera gli 11 miliardi di euro (+21,2%), valori record che portano per la prima volta a quota 21% il contributo della DOP economy al fatturato complessivo del settore agro alimentare nazionale: più di un euro su cinque del cibo e del vino italiano è ge nerato da prodotti DOP/IGP. All’interno delle produzioni DOP e IGP del Paese, i salumi giocano un ruolo significativo: tre prodotti di salumeria figurano tra i primi

Impatto territoriale: cresce da Nord a Sud la Dop economy italiana

Relativamente agli impatti economici delle filiere DOP/ IGP, il 2021 fa registrare una crescita per 18 regioni su 20, con oltre la metà dei casi che segnano varia zioni percentuali a doppia cifra. Le quattro regioni del Nord-Est rafforzano il ruolo di traino economico, su

Il settore vitivinicolo italiano DOP IGP coinvolge 113.241 operatori, 124 Consorzi autorizzati e 12 organismi di con trollo. Nel 2021 si registrano 27 milioni di ettolitri di vino imbottigliato (+10,9% in un anno), il valore della produ zione sfusa raggiunge i 3,85 miliardi di euro e segna un +19,1% sul 2020, mentre il valore del vino imbottigliato DOP e IGP nel 2021 supera gli 11,16 miliardi di euro per un +21,2% su base annua. L’incremento del valore è at tribuibile principalmente ai vini DOP (+22%) rispetto alle IGP (+16%) e sono soprattutto le grandi denominazioni che trainano la cre scita del settore. L’export raggiunge 6,29 miliardi di euro, per un +13,0% su base an nua e un trend del +74% dal 2011, con un recupero dei Paesi Extra-UE a partire dagli USA (+17,6%), primo mercato di destina zione con 1,58 miliardi di euro, a cui seguo no Germania (940 mln euro), Regno Unito (707 mln euro), Svizzera (376 mln euro) e Canada (362 mln euro).

libro del mese

La merenda italiana

Nessun Paese al mondo può vantare una proposta così variegata di merende come l’Italia, con oltre 400 pani e 700 salumi in dispensa, la bottega alimentare di quartiere resta l’indi rizzo pop dove cercare quella preferita.

Torta fritta con culatta di Busseto, pane toscano e finocchiona, soppressata campana e pane cafone, mafalda e salumi sicilia ni… sono solo alcuni esempi di un lusso gastronomico plebisci tario, e molte volte con il valore aggiunto di una produzione arti gianale a gestione familiare che ancora resiste nel retrobottega nazionale.

A monte di quest’opera di Sabatino Sorrentino ci sono dieci anni di lavoro sul campo grazie alla Guida Salumi d’Italia che ho voluto fortemente a partire dalla primavera 2012 quando con un grup po di amici (sommelier; chef; norcini; critici gastronomici; scuole alberghiere) iniziaronole prime degustazioni e visite alle azien

de, un progetto audace che in cinque edizioni ha saputo censire e catalogare gran parte della salumeria nazionale portando alla luce un comparto unico al mondo per quantità, tipicità e qualità. Dunque, questo libro nasce con il pretesto di alimentare i riflet tori a favore della salumeria italiana stretta tra due fette di pane da nord a sud con le sue tipicità, e implica anche in questo com parto una diversità culturale e produttiva tutta nostrana da salva guardare. Insomma: merenda che vai, cultura che trovi.

La merenda nazionale è farcita di storie e aneddoti da raccontare ed è proprio al Culatello di Zibello DOP il Re della Salumeria Ita liana adagiato sulla torta fritta con un ricciolo di burro (come da tradizione) che è dedicata la copertina, un abbinamento raffinato. L’iconografia di questo progetto è un’istantanea in movimento che nel tempo da necessità si è trasformata in desiderio, in pieno stile italiano.

9 Novembre-Dicembre 2022 economia a cura della redazione
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Accordi commerciali dell’UE: 2 a Relazione della Commissione

L’11 novembre 2022 la Commissione euro pea ha presentato la seconda Relazione annuale consoli data sull’attuazione e sull’applicazione degli Accordi com merciali dell’UE, secondo la quale si conferma che la loro applicazione porta ad un aumento delle esportazioni, ad avere relazioni economiche più stabili e un accesso più facile alle risorse.

La Relazione fornisce una panoramica delle principali attività svolte a garantire l’effettiva attuazione e appli cazione degli Accordi e dei regimi commerciali dell’UE nell’arco di tempo che include l’anno 2021 ed il primo trimestre del 2022.

Il documento si suddivide in quattro aree di interesse pri oritarie:

A) Garantire che le opportunità offerte dagli Accor di commerciali dell’UE siano sfruttate appieno: nel 2021 gli scambi commerciali dell’UE con i suoi 74 part ner preferenziali sono ammontati a euro1.891 miliardi, ossia il 44% del commercio estero dell’UE (esclusi gli scambi tra Stati membri).

Il Regno Unito è il principale partner preferenziale dell’UE, visto che rappresenta il 22,8% degli scam bi commerciali dell’UE con i 74 partner preferenziali, seguito da Svizzera (14,8%), Turchia (8,3%), Norvegia (6,9%) e Giappone (6,6%). Nel 2021 questi cinque part ner hanno rappresentato quasi il 60% degli scambi pre ferenziali dell’UE. Il Regno Unito è il terzo partner com merciale più importante dell’UE in assoluto, subito dopo Cina e Stati Uniti, mentre la Svizzera occupa il quarto posto. La Turchia, la Norvegia, il Giappone e la Corea del Sud occupano dal sesto al nono posto dopo la Rus sia e prima dell’India.

Gli scambi di prodotti agroalimentari tra l’UE e i 74 partner preferenziali sono cresciuti del 4,7%, quindi più moderata mente di quelli tra l’UE e tutti i partner commerciali (che sono cresciuti del 7,2%), sebbene le esportazioni dell’UE abbiano registrato un aumento leggermente più consistente (8,2%) rispetto alle esportazioni di prodotti agroalimentari dell’UE verso tutti i partner commerciali, che sono aumentate del 7,3%: tra i possibili motivi vi sono l’introduzione di controlli sanitari e fitosanitari applicati dall’UE, ma anche le difficoltà incontrate dagli operatori del Regno Unito nel passaggio dal regime del mercato unico al regime commerciale di Paese terzo per ampie quote delle loro esportazioni.

La Commissione è sempre impegnata in attività volte a garantire che gli Accordi commerciali dell’UE diano ri sultati concreti, con l’obiettivo di migliorare l’attuazione delle disposizioni in materia di commercio e sviluppo sostenibile in modo da sostenere le imprese interes sate all’ internazionalizzazione

Il quadro istituzionale degli Accordi di libero scambio

dell’UE deve essere utilizzato per ottenere l’accesso ai mercati, risolvere i problemi e promuovere la co operazione attuare gli impegni e per trasformare i contratti scritti in vantaggi pratici per i portatori di interesse di entrambe le parti. I lavori si svolgono in modo proattivo per aumentare l’accesso al mercato, dare seguito agli impegni in materia di commercio e svi luppo sostenibile a parità di condizioni, evitare o elimi nare gli ostacoli agli scambi e rafforzare la cooperazio ne, offrendo allo stesso tempo anche una piattaforma per il dialogo con i portatori di interesse e la società civile. Contatti regolari con i Paesi partner rafforzano la fiducia tra le parti, contribuendo a prevenire e/o a rimuovere ostacoli esistenti nei Paesi partner: l’elimi nazione degli ostacoli esistenti è spesso difficile, anche da un punto di vista politico infatti una volta revocata, la legislazione restrittiva può continuare a influenzare le pratiche delle Autorità locali.

La Commissione ha anche illustrato come la UE rafforze rà ulteriormente il contributo degli Accordi commerciali allo sviluppo sostenibile. Nel giugno 2022 la Commis sione ha pubblicato la comunicazione “Il potere dei par tenariati commerciali: insieme per una crescita econo mica verde e giusta” nella quale viene indicato come le parti sociali hanno presentato numerosi contributi che rappresentano una vasta gamma di interessi economi ci, sociali e ambientali. Sulla base dei contributi e delle raccomandazioni ricevuti, la Commissione ha individuato una serie di priorità politiche e punti d’azione chiave che, considerati insieme, pongono l’attenzione sulla garanzia di un’efficace attuazione delle disposizioni in materia di commercio e sviluppo sostenibile negli Accordi com merciali dell’UE rafforzando il ruolo della società civile e concentrandosi su un’applicazione più rigorosa degli impegni in materia di commercio e sviluppo sostenibile, ove necessario. La Commissione ha inoltre migliorato il meccanismo di denuncia delle violazioni degli impegni in materia di commercio e sviluppo sostenibile, con la re visione dei propri orientamenti operativi per lo sportello unico in risposta a preoccupazioni e richieste particolari espresse dai portatori di interesse.

B) Aiutare le piccole e medie imprese a inserirsi nel commercio globale:

Le PMI e le imprese a conduzione familiare, che rap presentano il 93% degli esportatori dell’UE, continua no ad essere al centro delle attività della Commissione

volte a promuovere i vantaggi degli Accordi commerciali dell’UE.

La piattaforma Access2Markets, varata nell’ottobre 2020, contiene informazioni pratiche dettagliate relative a 135 mercati di esportazione, disponibili gratuitamente in tutte le lingue ufficiali dell’UE, destinate alle imprese che desiderano importare o esportare merci. Informazio ni analoghe sono disponibili per le importazioni nell’UE, in particolare per quanto riguarda le tariffe, i dazi, le pre scrizioni in materia di importazione e norme di origine.

C) Affrontare gli ostacoli agli scambi e risolvere le con troversie in via informale:

Nel 2021 i lavori della Commissione per individuare, evi denziare e risolvere gli ostacoli agli scambi sono prose guiti nonostante gli effetti persistenti della pandemia di COVID-19, concretizzatisi in un aumento delle pratiche protezionistiche da parte di diversi partner commerciali dell’UE. Tale situazione ha creato varie difficoltà nell’am bito della logistica e delle catene di approvvigionamento, accresciute dagli aumenti dei prezzi dei trasporti, delle materie prime e dell’energia, che nel corso dell’anno han no contribuito alla crescita dell’inflazione. Queste difficili condizioni sono state ulteriormente aggravate dall’insta bilità della situazione geopolitica derivante dalla guerra tra Russia e Ucraina. Ciononostante, l’UE ha proseguito il lavoro volto a individuare ed eliminare gli ostacoli agli scambi. La prevenzione è rimasta al centro del suo lavoro di individuazione dei potenziali ostacoli agli scambi prima che essi si concretizzino.

Per quanto riguarda i nuovi ostacoli e le nuove denuce, il 2021 è stato il primo anno completo di attività dello Sportello unico: accessibile dalla piattaforma Acces s2Markets permette di presentare denunce riguardanti gli ostacoli agli scambi (potenziali), il mancato rispetto degli impegni in materia di commercio e sviluppo sostenibile o l’inosservanza del regolamento SPG - sistema di pre ferenze generalizzate, dell’UE. Con lo sportello unico, i portatori di interesse dispongono di un punto di contatto unico che consente inoltre alla Commissione di valutare in modo più efficiente nuove questioni e di accelerare le decisioni sul processo di follow-up.

Alla fine del 2021 nella banca dati Access2Markets fi guravano 455 ostacoli attivi agli scambi e agli investi menti in 65 Paesi terzi.

Le imprese dell’UE che esportano beni e servizi si trova

10 Novembre-Dicembre 2022 export di Francesca Senna

no ad affrontare ostacoli commerciali in tutto il mondo Nel 2021 le misure sanitarie e fitosanitarie sono rima ste la categoria che include il maggior numero di ostacoli agli scambi (102) e rappresentano quasi un quarto di tutti gli ostacoli registrati. A seguire gli ostacoli tecnici (81), le misure ta riffarie e le restrizioni quantitative (78 ostacoli). Queste tre catego rie, considerate complessivamen te, rappresentano quasi il 60% di tutti gli ostacoli attivi nel 2021. Nel 2021 sono stati eliminati 39 ostacoli agli scambi, sei in più rispetto al 2020: 16 sono stati completamente rimossi, mentre

23 sono stati parzialmente risolti. Dall’analisi degli ostacoli risolti in base al tipo di ostacolo, si evince che le misure sanitarie e fitosanita rie hanno rappresentato la catego ria maggiore con 15 ostacoli risolti; l’eliminazione di questi ostacoli ha nuovamente avuto un effetto posi tivo diretto, anche sugli esporta tori dell’UE in molti settori, in par ticolare in quello alimentare

Nel complesso, è possibile indi care che, grazie all’eliminazio ne di una serie di ostacoli, nel 2021 il valore delle esportazioni dall’UE è stato di euro7,2 miliardi superiore a quello che si sareb be ottenuto se gli ostacoli non fossero stati eliminati. Si tratta di euro1,8 miliardi in più rispetto al 2020 ed è una chiara indicazione dei benefici diretti derivanti dagli sforzi della Commissione, degli Stati membri e delle imprese per l’attuazione e l’applicazione degli Accordi commerciali nell’ambito del partenariato per l’accesso ai mercati.

D) Ricorrere a meccanismi di risoluzione delle contro

versie bilaterali o multilaterali per far valere i diritti dell’UE.

L’approccio della Commissione all’attuazione e all’appli cazione degli Accordi commerciali si basa su un’opera di concretizzazione, di prevenzione di potenziali ostaco li e di eliminazione degli ostacoli esistenti prima che questi si radichino. Affinché sia il più efficace possibile, questo lavoro a monte è sostenuto anche adendo le vie legali, ove necessario.

Nel 2021 l’UE non ha dato inizio ad alcuna controver sia bilaterale, ma ha continuato a sollecitare l’avan zamento delle cause in corso a livello di procedura o sostanziale

La recente guerra tra Russia e Ucraina viola gravemente il diritto internazionale e ha compromesso la sicurezza e la stabilità internazionali, incidendo sulle attività di ap plicazione degli Accordi commerciali dell’UE. Coeren temente con l’approccio generale dell’UE nei confron ti della Russia nelle sedi internazionali, i contatti con il Paese sono cessati nelle controversie bilaterali in seno all’OMC. In particolare, è stato sospeso il procedimento dinanzi al panel relativo alla controversia aperta dall’UE in merito a varie misure che favoriscono prodotti e ser vizi russi e nella controversia avviata dalla Russia in merito alle misure antidumping dell’UE su determinati prodotti originari della Russia.

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Superare le difficoltà lungo la filiera, facendo sistema

Si è tenuto l’11 novembre alle Fiere di Parma l’evento La filiera suinicola alla prova del dia logo , quello che molti hanno commentato come uno degli appuntamenti più inclusivi ed efficaci dell’ultimo periodo per il settore. Alla chiamata di CLAL, orga nizzatore del workshop, hanno infatti partecipato moltissimi attori e protagonisti della filiera delle carni suine e dei salumi , in rappresentanza dei vari comparti della filiera stessa, dall’allevamento alla grande distribuzione.

La sfida era quella di portare la pluralità di voci e di obiettivi al tavolo del confronto, per affrontare con un progetto comune le tante problematiche che af fliggono il settore, a vari livelli: dall’economia, con i consumi in sofferenza a causa di un’in flazione mai così alta dal 1984 e al fortissimo rincaro dei co sti energetici, al capitolo clima e ambiente , fino alle vicende in materia veterinaria come la peste suina africana, che ha impattato sull’export di un set tore già provato, limitandone lo sbocco naturale verso i Pa esi esteri. In questo contesto, è stato tracciato uno scenario molto dettagliato sul mercato suinicolo dagli analisti di CLAL, che hanno condiviso con la platea di oltre 110 operatori (fra man gimisti, allevatori, ma cellatori, trasformatori e rappresentanti di al cune sigle della grande distribuzione) un focus sul clima e l’impatto sull’allevamento in Ita lia nell’ultimo periodo, segnato dalla forte sic cità; sull’andamento dei mercati internazionali, sia dei mangimi che dei prodotti, illustrando il ri siko agricolo europeo e internazionale; sul ruolo gio cato dalla Cina negli equilibri mondiali e sull’impatto che il conflitto in Ucraina ha avuto sulle dinamiche commerciali; sull’autosufficienza di materie prime dell’Italia e di tutti i principali Paesi a livello mondiale, che influenzeranno il futuro del settore carni e salu mi sempre di più.

A seguire, sono stati coinvolti molti protagonisti della filiera, dal comparto dei mangimi fino alla distribuzio ne, per commentare i dati illustrati e dare il proprio contributo al dibattito. Fra gli interventi da segnalare, quello del presidente ASSICA Ruggero Lenti , che alla luce della situazione di difficoltà che il settore attraversa, ha sottolineato l’importanza di guardare con costante attenzione al ruolo della Cina e al cam biamento climatico come due fattori determinanti nel processo decisionale. Lenti ha poi proposto l’i stituzione di un tavolo di confronto permanente fra i diversi anelli della filiera, dai mangimisti alla distri buzione, proprio per spingere i protagonisti a fare sistema e proponendosi come promotore attivo di

un maggiore confronto: “ solo così - ha affermato - si può costruire un dialogo positivo per tutto il setto re ”.

Hanno poi preso parte al confronto anche i presi denti di due fra i più importanti Consorzi di tutela del settore salumi, Giuseppe Villani (prosciutto di San Daniele DOP) e Alessandro Utini (prosciutto di Parma DOP), per portare la voce di produzioni par ticolarmente legate al territorio, bisognose di un so stegno specifico e di una maggiore valorizzazione del patrimonio suinicolo italiano. In particolare, Villani ha rimarcato la necessità di un lavoro al fianco delle Isti tuzioni per riaprire rapidamente i mercati chiusi a

nad e Metro hanno portato la loro visione della si tuazione attuale. Fra i messaggi lanciati, il sostegno al ruolo che i prodotti private label possono giocare nella valorizzazione della filiera italiana e la necessità di un maggior dialogo sui parametri comuni richiesti ad allevatori e trasformatori. Collegato a questo pun to, l’intervento di Alessandro Poli di IRI, che ha con diviso un focus sui consumi di carni suine e salumi: mentre il carrello della spesa in generale risente della congiuntura economica e sociale, l’impatto registra to nei prodotti nel settore è stato meno forte, ma le prospettive per il 2023 non sono positive.

Le conclusioni della giornata di lavori sono state affi date a Francesco Pizzagalli , presidente dell’I stituto Valorizzazione Salumi Italiani (IVSI). Nel suo intervento, Pizzagalli ha sottolineato la necessità di trovare un punto di equilibrio del sistema, superando le logiche del pas sato per le quali la crescita di un segmento poteva essere ottenuta solo a scapito della prosperità di altri anelli della filiera. “ È arriva to il momento che la filiera non sia solo una parola ma condivisione vera. Il benessere di ciascun anello della filiera è garantito dal benessere della filiera stessa ” afferma con forza Pizzagalli.

causa della peste suina africana , evidenziando come l’export sia fondamentale per il settore e la battuta di arresto di questi mesi stia facendo sentire il suo peso sulle aziende. Il tema dell’export è stato anche lo spunto per ragionare su come valorizzare tagli di carne meno pregiati rispetto alla coscia, sia in Euro pa che nei Paesi Terzi.

Molto sentiti anche gli interventi degli allevatori, che hanno ricordato le difficoltà del comparto nel fissare un prezzo equo per i suini, a causa dell’aumento dei costi di produzione. Particolarmente interessanti le parole di Sergio Visini (suinicoltore alla guida di Pig gly), che ha sottolineato la necessità e l’importanza strategica di un miglioramento della sostenibilità ne gli allevamenti , come leva per avviare la creazione di valore aggiunto lungo tutta la filiera, fino al prodotto finito. Un miglioramento richiesto dal consumatore e, quando reale, spesso riconosciuto dal mercato.

Non sono mancati gli interventi dei rappresentanti della grande distribuzione: in particolare Coop , Co

La proposta del presidente IVSI, che ben si abbina a quella di Lenti, è quella di lavorare a un progetto pi lota che metta allo stesso tavolo tutti i componenti del la filiera, valorizzi le buone pratiche già implementate e fissi parametri comuni, per rag giungere un nuovo ‘equilibrio diffu so’ in cui si tenga conto di quello che il consumatore (oltre alle Istituzioni nazionali ed eu ropee) richiedono con sempre maggiore chiarezza: non più solo prodotti buoni per il palato, ma anche per l’ambiente e per la società, attenti al benessere animale, con un impatto ambientale minore e miglio ri sotto il profilo etico e di sostenibilità. Si tratta di un cambio culturale necessario , che può assicura re alle imprese di essere ancora attive sul mercato nel prossimo futuro. Il lavoro svolto dall’IVSI negli ultimi anni - e sempre più insieme ad ASSICA e ISIT (Istituto Salumi Italiani Tutelati) - va già in questa di rezione. L’appello di Pizzagalli, poi commentato po sitivamente da gran parte dei partecipanti è quello ad una maggiore collaborazione, perché “nessuno si salva da solo” , ha concluso.

Al termine dell’evento che ha chiamato a raccolta tutti gli operatori della filiera, si ha la consapevo lezza che c’è ancora molto lavoro da fare ma che la strada è tracciata e tutti, in un modo o nell’altro, riconoscono che il percorso intrapreso è quello giusto.

12 Novembre-Dicembre 2022
Grande partecipazione a Parma per l’evento organizzato da CLAL
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Dichiarazione di Dublino: scienziati di tutto il mondo riconoscono l’importanza di carne e zootecnia

Finalmente qualcosa si muove per tutelare il settore zootecnico dalla di sinformazione e far sì che il dibattito sulla produzione e il consumo di carne avvenga sulla base dell’evidenza scientifica. Per troppo tempo la zootecnia è stata vittima di semplificazioni, contornate da un ap proccio ideologico più che scientifico, mettendo a rischio un settore troppo pre zioso per la società.

In particolare, oggi è chiamato ad affron tare una doppia sfida senza precedenti: quella da un lato di aumentare la disponi bilità di alimenti ad alto valore nutrizionale derivati dal bestiame, come carne latticini e uova, che siano sani e sicuri, per aiutare a sfamare e soddisfare le esigenze nutrizionali della popolazione in crescita; dall’altro, i sistemi di produzione animale de vono essere anche sostenibili per l’ambiente, contra stare i cambiamenti climatici, tutelare la biodiversità, la salute e il benessere degli animali nell’ambito di un approccio One Health.

per la salute umana, per l’e conomia e la società, sotto scrivendo la Dichiarazione di Dublino, un documento che dà finalmente voce alla scienza.

Scienziati esperti di fama internazionale, che studia no e fanno ricerca in modo onesto, con professionalità e successo, raccoglieran no evidenze scientifiche dei benefici nutrizionali e sanitari della carne e dei prodotti di origine animale, della sostenibilità ambientale dell’allevamento, e dei suoi valori socio-culturali ed economici al fine di rag giungere una visione equilibrata e veritiera del futuro della zootecnia, proponendo soluzioni per i numerosi miglioramenti possibili.

Dalle evidenze raccolte sta emergendo senza più ombra di dubbio che il bestiame è insostituibile per

un punto di ingresso verso l’emancipazione femminile, soprattutto laddove le condizioni sociali la rendono più difficile da raggiungere.

I ruminanti sono anche in grado di valorizzare terreni marginali che non sono adatti alla produzione diretta di cibo umano. Inoltre, i sistemi di allevamento ben gestiti che applicano principi agro-ecologici possono generare molti benefici, come il sequestro del carbo nio, il miglioramento del suolo, la tutela della biodiver sità, la protezione degli spartiacque e la fornitura di importanti servizi ecosistemici.

I progressi nelle scienze animali e nelle tecnologie stanno attualmente migliorando le prestazioni del be stiame, riducendone le emissioni di gas serra, molto più velocemente che in qualsiasi altro momento sto rico. Il bestiame sostenibile rappresenta una soluzio ne per le importanti sfide odierne, al fine comune di tutelare l’unica Terra che abbiamo. Molte di queste evidenze sono state discusse in un importante evento internazionale tenutosi recentemente a Dublino: “The Societal Role of Meat – What the Science Says”, (Il ruolo sociale della carne - Cosa dice la scienza), or ganizzato dal Teagasc, l’Autorità irlandese per l’agri coltura e lo sviluppo alimentare. Nella capitale irlande se, diversi esperti internazionali hanno dato vita ad un dibattito scientifico sull’importanza della carne nella società di oggi.

Tutti i partecipanti in possesso di credenziali acca demiche e scientifiche sono stati invitati a sostenere e firmare la Dichiarazione di Dublino e tutte le pre sentazioni dei relatori verranno pubblicate in edizione peer-reviewed di Animal Frontiers a marzo 2023. Non possiamo che invitare anche gli scienziati italiani che lavorano a contatto con il settore zootecnico di fare lo stesso, sottoscrivendo appunto la Dichiarazione. Cosa che può essere fatta semplicemente attraverso questo link: https://www.dublin-declaration.org/sign.

La Dichiarazione di Dublino

Visto quindi il ruolo fondamentale dei sistemi zootec nici, è doveroso proteggerli e far sì che progrediscano sulla base dei più elevati standard scientifici. A que sto proposito, gli scienziati di tutto il mondo si sono riuniti per fornire prove affidabili sull’importanza del ruolo dell’allevamento del bestiame per l’ambiente,

mantenere un flusso circolare dei materiali in agri coltura, riciclando le grandi quantità di biomassa non commestibile, generate come sottoprodotti durante la produzione di alimenti per l’uomo. Il bestiame è indi spensabile per convertire questi materiali e produrre alimenti che forniscono proteine di alta qualità e una varietà di nutrienti essenziali e composti che promuovono la salute.

Le evidenze bio-evolutive, antropologiche, fisiologiche ed epidemiologiche sottolineano che il consumo regolare di carne, latticini e uova, come parte di una dieta equilibrata è vantaggioso per gli esseri umani, specialmen te nelle fasce di popolazione con fabbisogni più elevati, come bambini e adolescenti, don ne in gravidanza e in allattamento, e anziani. Per millenni l’allevamento del bestiame ha for nito all’umanità cibo, abbigliamento, energia, letame, occupazione e reddito, creando un’ali mentazione sana e mezzi di sussistenza sicuri. Quella di bestiame è anche la forma più fre quente di proprietà privata di beni nel mondo e costituisce la base del capitale finanziario di numerose comunità rurali. In alcune di esse, il bestiame è uno dei pochi beni che le donne possono possedere, rappresentando dunque

I sistemi zootecnici devono progredire sul la base dei più elevati standard scientifici. Sono troppo preziosi per la società per di ventare vittime della semplificazione, del ri duzionismo o del fanatismo. Questi sistemi devono continuare a essere integrati e avere un’ampia approvazione da parte della socie tà. Per questo, agli scienziati viene chiesto di fornire prove affidabili dei loro benefici nutrizionali e per la salute, sostenibilità am bientale, valori socio-culturali ed economici, nonché soluzioni per i numerosi migliora menti necessari. Questa dichiarazione mira a dare voce ai tanti scienziati nel mondo che ricercano diligentemente, onestamente e con successo nelle varie discipline al fine di raggiungere una visione equilibrata del futuro dell’allevamento.

14 Novembre-Dicembre 2022
attualità
Andrea Bertaglio, giornalista ambientale
di

Confindustria su regolamento imballaggi: non buttare tutto al vento

L’appello della Vice Presidente da Ros per non bruciare anni e miliardi di efficienti investimenti nel riciclo in nome dell’ideologia del riuso

Nella prestigiosa cornice della Sala della Stampa Estera a Roma, lo scorso 10 novembre la vice Presidente di Confindustria Katia da Ros ha incontrato i giornalisti per fare il punto sulla riforma degli imballaggi in atto in Europa ed esprimere con preoccupazione il punto di vista delle imprese italiane.

Come noto, la nuova bozza di regolamento europeo per la gestione degli imballaggi, punta con forza sul riuso degli stessi, al fine di limitare l’impiego e la produzione special mente di quelli in plastica. Una linea che fa una vera e pro pria “inversione a U” rispetto al passato quando l’Europa incentivava con obiettivi ambiziosi la ricerca, lo sviluppo e l’installazione di sistemi per la raccolta e tecnologie per il riciclo di plastiche e imballaggi.

La certezza delle regole è davvero cruciale. - ha com mentato la vice Presidente Da Ros - Mi spiego: l’Europa per prima ci ha incoraggiato a puntare sul riciclo, e lo ab biamo fatto, con investimenti massicci. Ora ci dice che non va più bene e dobbiamo puntare sul riuso. Questo cambio di rotta stupisce e spaventa tutti. Si rischia di bloccare gli investimenti che necessitano di politiche in dustriali chiare e di lungo periodo”. Una scelta, dunque, quella Europea, che rischia di impattare negativamente sugli investimenti degli Stati Membri e delle loro impre se, con discutibili ritorni in termini di efficacia e soste nibilità che, ancora una volta, la Commissione europea sembra aver trascurato di sottoporre a valutazione preli minare. Precisa la vice presidente Da Ros: “Tra l’altro, si tratta di una posizione ideologica che, secondo noi, non

ha alcun fondamento, oltre a non avere una valutazione di impatto complessiva”. Un atteggiamento che questa Commissione Europea ha già dimostrato su numerosi al tri dossier. È chiaro che l’obiettivo comune è quello di ridurre, in generale e nello specifico, l’impatto ambientale del sistema produttivo europeo, ma occorre prestare at tenzione a non compiere affrettate scelte tecnologiche. “L’industria italiana è d’accordo sull’obiettivo - ha ricorda to la Vice Presidente di Confindustria - ma siamo convinti che il riuso possa affiancare e completare il riciclo, senza sostituirlo. Anche perché ci sono dei limiti per la salute da considerare. Senza contare gli effetti sull’occupazione: si mettono a rischio 800 mila imprese e 7 milioni di posti di lavoro. Non si può perseguire la sensibilità ambientale a rischio di quella sociale ed economica”.

La sostenibilità va infatti sempre valutata in tutte le sue dimensioni e non solo in quella ambientale. Oltre agli aspetti economici, più facilmente sotto gli occhi di tut ti, la Vice presidente di Confindustria ha ricordato che ci sono aspetti di sicurezza e lotta agli sprechi, legati all’uso degli attuali imballaggi riciclabili: si pensi ad esempio alla sicurezza alimentare garantita dagli im ballaggi per il food e alla maggiore e migliore durabili tà dei cibi che contribuisce a ridurne gli sprechi proprio grazie alle nuove tecnologie applicabili agli imballaggi riciclabili.

La transizione deve essere uno sforzo di tutti. E non può essere fatta soltanto dall’Europa che è responsabile solo del 9% delle emissioni. Lo deve fare tutto il mondo,

altrimenti non risolviamo molto. E noi europei paghiamo doppio”, così ha proseguito la Vicepresidente per Am biente, Sostenibilità e Cultura, Katia Da Ros.

In questi anni, il contributo delle imprese italiane alla tran sizione energetica è stato alto: “Gli ultimi dati lstat di cono che due imprese su tre si sono mosse in questa direzione, con interventi sull’efficientamento energetico o sull’utilizzo di fonti di energia rinnovabile o con il rici clo. Su quest’ultimo fronte siamo dei campioni a livello mondiale”. Ma per una ottenere una svolta sulle rinno vabili servono “semplificazioni” ha affermato Da Ros “se si vuole produrre il 40% dell’energia da fonti green: va snellita la burocrazia, rimossi i troppi blocchi ancora esi stenti, ma anche l’effetto dalla sindrome Nimby e Nimto. L’industria continuerà a fare la sua parte”.

Una parola, infine, non poteva mancare sul caro-ener gia, tema su cui la Vicepresidente di Confindustria di chiara di attendere “Una riforma Ue del mercato ener getico, con il disaccoppiamento delle rinnovabili dal prezzo del gas. Ma da parte sua l’Italia deve avere più coraggio e puntare su una politica energetica, che includa tutto, dalle rinnovabili, ai rigassificatori, fino al nucleare di quarta generazione” e sulla sfida del Pnrr “Serve crea re delle “corsie preferenziali” per i progetti per evitare che si incaglino nelle maglie della burocrazia, figure pro fessionali esperte e un coordinamento forte. Poi certo, occorre lavorare anche a livello Ue per rimodulare nei tempi alcuni aspetti del Next generation Eu e adeguarlo alla situazione attuale. I trattati lo prevedono”.

LA SETTIMANA DELLA CUCINA ITALIANA APRE CON IL RECORD DELL’EXPORT A 60 MLD (+14%)

L a settimana italiana della cucina nel mondo (14-20 novembre) si è aperta con il record dell’export del cibo Made in Italy che nel 2022 raggiunge la cifra vicino ai 60 miliardi in valore se il trend di crescita del 14% rispetto al 2021 sarà mantenuto an che negli ultimi mesi dell’anno. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi ai primi otto mesi dell’anno diffusa in occasione dell’avvio dell’appuntamento che si celebra quest’anno dal 14 al 20 novembre, dedicato al tema “Convivialità, sostenibilità e innovazione: gli ingredienti della cucina italiana per la salute delle persone e la tutela del Pianeta”.

La Germania resta il principale mercato di sbocco dell’alimentare in aumen to del 14%, davanti agli Stati Uniti, in salita del 20% mentre – sottolinea la Coldiret ti – la Francia si piazza al terzo posto ma mette a segno un tasso di crescita del 20%. Risultati positivi – precisa la Coldiretti – anche nel Regno Unito con un +19% che evidenzia come l’export tricolore si sia rivelato più forte della Brexit, dopo le difficoltà iniziali legate all’uscita dalla Ue. Balzo a doppia cifra anche nella Turchia di Erdogan (+31%) mentre è dato negativo in Cina con un calo del 24% e in Russia con un –11% fra sanzioni e guerra.

A trainare il Made in Italy nel mondo – sostiene la Coldiretti – ci sono prodotti base come il vino che guida la classifica dei prodotti Made in Italy più esportati seguito dall’ortofrutta fresca. L’andamento sui mercati internazionali potrebbe però ulteriormente migliorare – sottolinea la Coldiretti – con una più efficace tutela nei confronti della “agropirateria” internazionale il cui valore è salito a 120 miliardi, anche sulla spinta della guerra che frena gli scambi commerciali con sanzioni ed embarghi, favorisce il protezionismo e moltiplica la diffusione di alimenti taroccati che non hanno nulla a che fare con il sistema produttivo nazionale. In testa alla classifica dei prodotti più taroccati secondo la Coldiretti ci sono i formaggi a partire dal Parmigiano Reggiano e dal Grana Padano con la produzione delle copie che ha superato quella degli originali, dal parmesao brasiliano al reggianito argentino fino al parmesan diffuso in tutti i continenti. Ma ci sono anche le imitazioni di Provolone, Gorgonzola, Pecorino Romano, Asiago o Fontina. Tra i salumi sono clonati i più prestigiosi, dal Parma al San Daniele, ma anche la Mortadella Bologna o il Salame Cacciatore e gli extravergine di oliva o le conserve come il pomodoro San Marzano. Ma tra gli “orrori a tavola” non

mancano i vini, dal Chianti al Prosecco – spiega Coldiretti – che non è solo la DOP al primo posto per valore alla produzione, ma anche la più imitata. Ne sono un esem pio il Meer-secco, il Kressecco, il Semisecco, il Consecco e il Perisecco tedeschi, il Whitesecco austriaco, il Prosecco russo e il Crisecco della Moldova mentre in Bra sile nella zona del Rio Grande diversi produttori rivendicano il diritto di continuare a usare la denominazione prosecco nell’ambito dell’accordo tra Unione Europea e Paesi del Mercosur.

Una situazione destinata peraltro a peggiorare se l’Ue dovesse dare il via libera al riconoscimento del Prosek croato. Tra i maggiori taroccatori del Made in Italy ci sono paradossalmente i paesi ricchi, a partire proprio dagli Stati Uniti dove si stima che il valore dell’italiano sounding abbia raggiunto i 40 miliardi di euro. Basti pensare che il 90% dei formaggi di tipo italiano in Usa – sottoli nea Coldiretti – sono in realtà realizzati in Wisconsin, California e New York, dal Parmesan al Romano senza latte di pecora, dall’Asiago al Gorgonzola fino al Fontiago, un improbabile mix tra Asiago e Fontina. Ma l’industria del falso dilaga anche in Russia – rileva Coldiretti – per effetto delle sanzioni per l’occu pazione dell’Ucraina che hanno portato Putin a decidere l’embargo sui prodotti agroalimentari occidentali e a potenziare l’industria alimentare locale con la produzione di cibi tarocchi come il Parmesan, la mozzarella o il salame Milano che hanno preso il posto sugli scaffali delle specialità italiane originali. In molti territori, dagli Urali alla regione di Sverdlovsk, sono sorte fabbriche specializza te nella lavorazione del latte e della carne per coprire la richiesta di formaggi duri e molli così come di salumi che un tempo era soddisfatta dalle aziende agroalimentari del Belpaese.

Un fenomeno che ha colpito anche i ristoranti italiani che, dopo una rapida esplosione nel Paese ex sovietico, hanno dovuto rinunciare ai prodotti alimentari Made in Italy originali. “Il contributo della produzione agroalimentare Made in Italy a denominazione di origine alle esportazioni e alla crescita del Paese potrebbe essere nettamente superiore con un chiaro stop alla contraffazione alimentare internazionale” ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sotto lineare che “si tratta di una priorità per la nuova legislatura” poiché “ponendo un freno al dilagare dell’agropirateria a tavola si potrebbero creare ben 300mila posti di lavoro in Italia”.

15 Novembre-Dicembre 2022 normativa di Giovanni Pallavicini

IVSI alla prima edizione di “C’è più Gusto a Bologna” e la salumeria italiana è subito protagonista

“ C’È PIU GUSTO a Bologna ”. Questo il titolo scelto dalla redazione de “ Il Gusto ” per pro muovere il primo Festival della testata dedicato al cibo , andato in scena ad inizio novembre. Un fitto pa linsesto di workshop, convegni, masterclass e degu stazioni alla presenza di enti, associazioni, imprendi tori, chef e altre personalità connesse al mondo del food all’interno del quale l’Istituto Valorizzazione Sa lumi Italiani ha senz’altro recitato un ruolo significati vo. Due, infatti, gli speech che hanno visto protagoni sta – assieme ad altri relatori – il Presidente IVSI Francesco Pizzagalli, il quale ha avuto l’occasione di porre l’accento su alcuni temi fondamentali per la sa lumeria italiana: il valore dei salumi nel panorama delle eccellenze “Made in Italy” all’estero, il grande spes sore della salumeria in termini di tradizione e qualità nonché le sfide per il settore connesse allo sviluppo sostenibile e gli impegni promossi da aziende, IVSI e ASSICA verso tale traguardo.

“Palazzo Re Enzo” – residenza storica risalente al XIII secolo e nota per essere stata la dimora coatta di Re Enzo di Sardegna, figlio dell’imperatore Federico II di Svevia – ha ospitato la manifestazione portata al pub blico dalla testata che produce i contenuti food, wine & travel per il gruppo Gedi (La Repubblica, La Stam pa, Huffington Post, Radio Deejay, ecc.), donando un indiscutibile fascino alla due giorni dedicata al food

organizzata nel capoluogo emiliano. Nel primo talk dal titolo “L’Italia che scala il mondo” e svoltosi sabato 5 novembre, l’Istituto ha valorizzato il ruolo dei salumi nella gastronomia italiana e l’impor tanza delle eccellenze del “Made in Italy” all’estero. Assieme ad IVSI hanno animato il dialogo: Pier Maria Saccani, direttore del Consorzio di Tutela della Mozza rella di bufala campana dop, Roberto Paris, titolare del ristorante Il Buco di New York, Alberto Santini, direttore di sala del ristorante Dal Pescatore Santini, e il giornali sta Guido Barendson. A condurre il talk Lara De Luna, de Il Gusto.

Nella seconda tavola ro tonda, intitolata “Siamo al verde” il Presidente ha posto l’accento sul per corso legato allo svilup po sostenibile della salu meria italiana, cogliendo l’occasione per rimarcare l’importanza e il contenu to del “Programma Soste nibilità” del settore. Quest’ultimo incontro – mediato con il contributo di Maurizio Molinari, direttore de “La Repubblica” – ha visto la partecipazione di Maura Latini, AD di Coop Italia, Enrico Cerea, chef del ristorante Da Vittorio e Rodolfo Guzman, chef del ristorante Boragò.

La partecipazione al festival rientra fra le attività che l’Istituto realizza all’in terno del programma europeo Let’s EAT – European Authentic Taste, il pro gramma triennale realizzato insieme ad ASIAC (Associazione delle Cooperati ve Agricole di Imathia), la joint venture delle otto maggiori organizzazioni di produttori di frutta, ufficialmente rico nosciute dalla Grecia. La campagna mira a migliorare il livello di conoscenza dei pregi dei prodotti agroalimentari dell’Unione e ad aumentarne la competitività e il consumo, all’interno di tre paesi target scelti: Italia, Francia e Belgio Maggiori info su www.europeanauthentictaste.eu

Forte del successo della prima edi zione, con oltre 10.000 persone raggiunte, tornano le “Restaurant weeks” promosse dall’Istituto Valo rizzazione Salumi Italiani (IVSI) e da ASIAC - l’Associazione formata dal le otto più grandi organizzazioni di produttori di frutta greca, in collabo razione con l’Associazione Italiana Ambasciatori del Gusto: in 10 tra ri storanti e pizzerie in tutta Italia –dal 28 Novembre al 18 Dicembre 2022 – si potranno assaggiare i salu mi italiani a la frutta elaborati in piatti unici creati dagli “Ambasciatori del Gusto”. L’iniziativa è realizzata all’in terno del progetto Let’s EAT – Euro pean Authentic Taste

I consumatori che siederanno alle ta vole dei ristoranti aderenti riceveran no in omaggio, per tutta la durata della promozione, una gustosa foo die bag contenente alcuni dei pro dotti protagonisti della campagna, un energico mix di salumi e frutta, e l’esclusivo Album Panini con protagonisti i 4 Ambas sador scelti come testimonial di Let’s EAT: Carlo Crac co (chef e personaggio televisivo), Matteo Eydallin (Campione del Mondo di Sci Alpinismo), Paola Fra schini (Campione del Mondo nel pattinaggio artistico a rotelle), Tanya Gervasi (modella e food blogger).

Gli ambasciatori del gusto coinvolti proporranno ai clienti la loro versione del “piatto Let’s EAT ”, elaborato con maestria secondo la propria tradizione e sensibi lità culinaria.

Ma quali sono i salumi e la frutta interpretati degli chef?

I salumi italiani scelti dagli chef sono stati la bresaola, la coppa, il co techino, il culatello, il lar do, la mortadella, la pan cetta, il prosciutto cotto, il prosciutto crudo e lo speck. Per la frutta i più hanno individuato nella mela il frutto più adatto per l’abbinamento con i salumi, nelle sue versioni più originali, dal chutney al sorbetto, dal toppin alla vinaigrette, fino al frutto al naturale.

Gli Ambasciatori del Gu sto protagonisti di que sto viaggio, provenienti da ogni angolo del Bel paese sono: Domeni co Boccuzzi, Sapore Perfetto (Conversano-Bari), ha scelto il prosciutto cotto; Vittorio Borgia, Bioesserì (Milano), il prosciutto crudo; Pasquale Caliri, Ma rina del Nettuno Yachting Club (Messina), lo speck; Giuseppe Carrus Cucina.eat (Cagliari), la bresaola; Francesca Ciucci, La Ciambella Bar à Vin con Cuci na (Roma), il cotechino; Stefano D’Onghia, Botteghe Antiche (Putignano-Bari), la pancetta; Andrea Grazia no, FUD (Catania), la coppa; Luca Marchini, L’erba del Re (Modena), la mortadella; Massimiliano Prete, Sesto gusto (Torino), il culatello; Marina Ravarotto,

Ristorante ChiaroScuro (Cagliari), il lardo. Tutte le informazioni sulle Restaurant Weeks si trovano sul sito www.europeanauthentictaste.eu e sulle pagi ne social del progetto (Facebook e Instagram).

Racconteranno l’iniziativa sui social media anche alcu ni influencer, che andranno nei ristoranti per provare i piatti Let’s EAT creati dagli chef dei ristoranti selezio nati e condividerne l’esperienza con i propri follower.

17 Novembre-Dicembre 2022
comunicazione di Giovanni Facchini
Sostenibilità e valore dei salumi tricolore sul palco del festival food organizzato da “Il Gusto” (La Repubblica) LET’S EAT – EUROPEAN AUTHENTIC TASTE: TORNANO LE RESTAURANT WEEKS PROMOSSE DALL’ISTITUTO VALORIZZAZIONE SALUMI ITALIANI CON GLI AMBASCIATORI DEL GUSTO
promozione in
Salumi e frutta protagonisti di una
dieci ristoranti e pizzerie in tutta Italia

“DO YOU SPEAK SALUMESE?” al Festival della Scienza un laboratorio permanente sui salumi italiani

L’Istituto Valorizzazione Salumi Italiani (IVSI) ha partecipato dal 21 ottobre al 1° novembre al Festival della Scienza di Genova - dal 2003 evento di riferimento a livello internazionale per diffondere la cultura scientifica - con un laboratorio permanente dal titolo “Do you speak salumese?”, presso la Piazza delle Feste, Area porto an tico di Genova.

Quello fra IVSI e il Festival è un sodalizio che dura da oltre 15 anni e ogni volta si rinnova con esperienze for mative sempre nuove. In questa edizione, dedicata ai linguaggi, l’Istituto ha voluto testare la conoscenza che le persone - di tutte le età - hanno dei salumi: alimenti antichissimi, di cui si ha traccia dal tempo degli etruschi. Prodotti della storia del nostro Paese, che affondano le loro radici nella cultura dei territori di cui sono espressio ne e che ben comunicano la grande varietà che il nostro Paese vanta in termini di produzioni agroalimentari. Basti pensare che non c’è Regione italiana che non abbia i suoi salumi tradizionali, con addirittura 666 preparazio ni salumiere diverse (di cui 91 soltanto in Lombardia, la Regione regina), che impiegano la carne suina come in grediente principale.

“Do you speak salumese?”, questo il titolo del labora torio nato dalla collaborazione con IVSI, vuole condurre il partecipante alla scoperta di tale mondo, per far co

noscere come queste lavorazioni si siano trasformate nel corso del tempo, dando vita alla grande salumeria italiana. Profumi, forme e colori che contraddistinguono queste produzioni, affrontate con l’aiuto degli animatori scientifici del Festival, accompagnano così i visitatori in un viaggio unico fra gusto e scoperta, per conoscere più a fondo parole e sensazioni di un settore colmo di storia e sapienza produttiva.

sorta di ‘mappa del suino’, si interrogano i partecipan ti sull’origine dei salumi, per scoprire se conoscono da quale parte dell’animale i vari prodotti - come ad esem pio lardo, prosciutto, pancetta o capocollo - siano rica vati; si passa poi alla loro origine geografica, alla scoper ta delle Regioni di provenienza, in cui si evidenziano le differenze produttive” ha affermato Emanuele Bargelli, Progettista eventi e relazioni con gli sponsor.

“L’Istituto Valorizzazione Salumi Italiani partecipa ormai da più di 15 anni al Festival della Scienza. Per l’Istituto è un grande onore essere presenti in un contesto così qualificato ed internazionale, nel quale c’è la possibilità di trattare gli aspetti scientifici di prodotti molto legati alla tradizione. In questi anni, attraverso le nostre iniziative, abbiamo contribuito a diffondere la conoscenza delle ca ratteristiche tipiche dei salumi italiani e dei territori cui appartengono, soprattutto fra il pubblico più giovane” ha affermato Monica Malavasi, Direttore di IVSI.

La presenza dell’Istituto si è conclusa il 1° novembre con un evento presso il Mercato Orientale di Genova, che ha visto la partecipazione di Giovanni Ballarini, Professore Emerito dell’Università di Parma e profondo conoscitore di questi prodotti: a lui è stato affidato il compito di rac contarne le origini, la storia e le tradizioni.

La struttura del laboratorio è molto semplice. Siamo partiti dal contenuto dei salumi andando ad indagare cosa c’è all’interno attraverso i sensi, in primis l’olfatto. Dopo aver sentito i vari profumi e le fragranze, dal sale al peperoncino, si passa all’assaggio finale dove i parteci panti ritroveranno quella sensazione provata attraverso l’olfatto poco prima.

Con l’aiuto di una sagoma disegnata del maiale, una

È seguito poi il gioco finale: un quiz con domande ap parentemente semplici, ma che poi si rivelano spesso difficili per molti, come per esempio, “il prosciutto crudo si ricava dalle cosce anteriori o posteriori del maiale?”

L’esperienza del passato ha evidenziato non poche sor prese, dimostrando quanto poco si conosca in realtà di questi prodotti.

Dopo il gioco è seguito la premiazione dei vincitori e un aperitivo, con la degustazione di diverse tipologie di salumi.

Fra conferme, novità e premi speciali, presentata la nuova edizione del “piccolo libro rosso” dei gourmand

La vita da cuoco è sempre stata una lunga storia d’amore, con momenti sia sublimi sia ridicoli.” Così tratteggiava la vita dello chef il famoso Anthony Bourdain, cuoco e autore sanguigno e passio nale. Sembrerebbe non essere quindi un caso che proprio il ros so, colore associato nell’immaginario collettivo indiscutibilmente all’eros e all’amore, sia identificativo anche del più prestigioso fra i riconoscimenti gastronomici: la Guida Michelin. Più precisamente l’ambita stella Michelin. Ogni anno, a partire dal 1926, avvolto da un alone immaginifico e fascinoso, si svolge puntuale la cerimonia di assegnazione delle stelle Michelin, l’oscar della cucina. Il 2022 non ha fatto eccezione e ha reso al Belpaese una nebulosa di cu cine stellate, composta da ben 385 ristoranti premiati, rimarcando con evidenza quanto l’arte del cibo sia un vero e proprio “istinto italiano”. Brillano con carattere anche le giovani stelle; ben 20 i nuovi chef sotto i 35 anni ad aver portato a casa l’ambito rico noscimento. Significativo anche il risultato ottenuto dalle piccole località di provincia: 40 infatti i premiati.

Se i nuovi due stelle sono 4, i tre stelle italiani sono ora saliti a 12 facendo entrare nell’olimpo dell’alta cucina Antonino Canavac ciuolo con il ristorante piemontese Villa Crespi, che ha convinto il team della guida Michelin “per la capacità di creare una espe rienza, di viaggio, in Italia, con il commensale che troverà i gusti della sua amata Campania, del Mediterraneo, dell’Italia intera per proiettare l’ospite in una dimensione di cucina totale, completa, di rispetto dell’ingrediente e del gusto. Una cucina che senza fron zoli vuole arrivare al cuore, al palato, e restare nei ricordi. Anche Orta San Giulio è ora una località che vale il viaggio”. Da quando i fratelli Michelin, nei primi decenni del ‘900, decise ro di reclutare una squadra di avventori misteriosi per visitare e recensire i ristoranti allo scopo di incentivare i viaggi su quattro ruote, il fascino e il desiderio legato alla preziosa stella è cresciuto fino a radicarsi nel firmamento del prestigio. Da allora il peso della Guida è cresciuto e, con esso, l’attenzione ai temi fondamentali per la ristorazione. Così, al fianco di ricerca, gusto ed estetica ha preso il suo posto a tavola anche la sostenibilità. A tal proposito, 16 sono i premiati con la stella verde, rappresentativa del ricono scimento per l’impegno nella sostenibilità. La valutazione nasce

nel 2020, anno in cui erano 13 i ristoranti green. Nel 2023 si sono colorati in 49. Ma cosa rende sostenibile un ristorante? L’atten zione alla stagionalità e l’impegno nel valorizzarla. L’innovazione e l’impegno sociale nonché l’impiego di energie rinnovabili e le azioni contro lo spreco alimentare nell’ottica di eliminare il rifiuto alimentare.

Esplorando la nuova composizione delle stelle è da annotare l’ex ploit della Lombardia che presenta ben 7 novità. Tra queste spicca il rientro in guida di Andrea Aprea a Milano e la città di Pavia, con il ristornate Lino, novità dal carattere internazionale che ri sveglia il capoluogo di provincia dopo svariati anni. La Toscana conta quest’anno 5 novità stellate, fra le quali va accentato il Chic Nonna di Vito Mollica, “praticamente un museo e la stella del Can navacciuolo Vineyard, splendido resort in una tenuta vitivinicola della campagna toscana guidato dal noto chef campano ed un giovane talento” dice la Guida.

In Sicilia sono 5 le new entry. Qui menzione di merito per le 2 stelle del St. George di Heinz Beck e per il ritorno di chef Mantarro con il suo Principe Cerami di Taormina e una nuova stella (anche verde), il Tenerumi, nell’ isola di Vulcano. Quattro le novità in Li guria dove la cucina gourmet di mare al Balzi Rossi e Casa Buono conquistano e convincono la Guida. Il Lazio aggiunge al palmares di ristoranti premiati Enoteca La Torre con lo chef Domenico Stile e Acquolina con il giovane Daniele Lippi, “due cucine di grande qualità e precisione dove il pesce è l’elemento primario ed il gusto è sempre al primo posto”, argomenta la Guida Michelin.

Ecco tutti i nuovi stellati, città per città: Amalfi - Sensi

Ameglia - Locanda Tamerici

Aosta - Paolo Griffa al Caffe Nazionale

Ariano Irpino - Maeba

Restaurant

Ariccia - Sintesi Bagheria - Līmū Capolona - Terramira

Casanova di TerricciolaCannavacciuolo Vineyard Corvara in BadiaLa Stua de Michil Crema - Vitium Firenze - Chic Nonna di Vito Mollica Gabicce Monte - Dalla Gioconda Lagundo - Luisl Stube

Lallio - Bolle

Lomazzo - Trattoria

Contemporanea

Milano - Andrea Aprea

Milano - Anima

Montalcino - Campo del Drago

Montemonaco - Il Tiglio

Oppeano - Famiglia Rana

Palermo - Mec Restaurant

Pavia - Lino

Prato - Paca Roma - Pulejo

Le nuove stelle verdi italiane

Rubiera - Osteria del Viandante

San Pantaleo - Il Fuoco Sacro

Sauze di Cesana - RistoranTino & C.

Selva di Val Gardena - Suinsom

Taormina - Principe Cerami

Torino - Andrea Larossa

Torno - Il Sereno Al Lago

Ventimiglia - Balzi Rossi

Ventimiglia - Casa Buono

Vulcano - I Tenerumi

Alla terza edizione del riconoscimento che premia la sostenibilità e l’approccio “green”, le stelle verdi salgono a 49. Sono 13 i nuovi ristoranti premiati del 2023: Piazza Duomo (Alba), Vignamare (An dora), La Tana Gourmet (Asiago), Ahimè (Bologna), Poggio Rosso (Castelnuovo Berardenga), El Molin (Cavalese), La Bandiera (Civi tella Casanova), Vite (Coriano), I Tenerumi (Eolie, Vulcano), Dalla Gioconda (Gabicce Monte), Il Mirto (Ischia, Forio), La Peca (Lonigo), Il Cantinone e Sport Hotel Alpina (Madesimo), D.One Restaurant (Montepagano), Contrada Bricconi (Oltressenda Alta), Il Colmetto (Rodengo Saiano), Osteria del Viandante (Rubiera), Lokanda Deve tak (Savogna d’Isonzo), Villa Pignano (Volterra).

I Premi Speciali

Durante la cerimonia di presentazione della Guida Michelin 2023 sono stati assegnati 4 premi speciali. Il premio Michelin Young Chef 2023 by Lavazza, assegnato a Davide Guidara, ristorante i Tenerumi, Isola di Vulcano, Eolie (ME); il premio Michelin Servizio di Sala 2023 by Intrecci – Alta Formazione di Sala assegnato a Michael Falk ed Eleonora Corazza, ristorante Apostelstube, Bres sanone (BZ); il premio Michelin Chef Mentor 2023 by Blancpain, assegnato ad Enrico Bartolini, ristorante Enrico Bartolini al Mudec, Milano; il premio Michelin Sommelier 2023 by Consorzio del Vino Brunello di Montalcino, assegnato a Stefano Quero, ristorante Condividere, Torino.

18 Novembre-Dicembre 2022
comunicazione di Tiziana Formisano
GUIDA MICHELIN ITALIA 2023: L’OLIMPO DELLA RISTORAZIONE SI ARRICCHISCE DI 38 NUOVE STELLE

L’arte della Carne

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Il web e la capitale hanno festeggiato la X edizione del Mortadella Day

Lunedì 24 ottobre, al Mercato Centrale Roma, si è festeggiato il Morta della Day, giunto alla sua X edizione e nato per celebrare l’anniversario del 24 ottobre 1661, quando il Cardinal Farnese emise il Bando con cui si stabilivano le regole per la produzione della Mortadella Bologna (vero e proprio antesignano dell’odierno Discipli nare di produzione IGP).

Per l’occasione, tre stelle della cucina si sono cimentate in uno show-cooking dove la regina rosa è stata protagonista in tre versioni regionali: laziale, con lo chef An tonio Ziantoni (una stella Michelin) che ha proposto la Mortadella in brodo, emiliana, con il Re del Panino Daniele Reponi, che ha presentato il Mortadella Bologna Bur ger e francese, con lo chef Bernard Fournier, che ha preparato le Tagliatelle di crepes Mortadella Bologna, burro bianco e finocchietto Giudici d’eccezione per lo showcooking: il campione olimpionico Massimiliano Rosolino e l’attrice e condut trice Flora Canto, neo-sposa dell’attore Enrico Brigna no. A guidare il contest tra i tre chef è stata la giornalista e conduttrice televisiva Federica De Denaro che dal 2016 a Linea Verde, gira in lungo e in largo il Paese per far conoscere le meraviglie della nuova cucina urbana. L’evento, ha inoltre visto la partecipazione del biologo nutrizionista Lorenzo Traversetti, e nel primo pomerig gio si è poi tenuta l’esclusiva Masterclass di Sonia Pero naci, cuoca, scrittrice, conduttrice televisiva e blogger.

“Siamo soddisfatti dell’esito di questa X edizione del Mortadella Day che, sul web, ha visto la numerosa par

tecipazione degli utenti della nostra community che, con l’hashtag #MortadellaDay, hanno postato foto, video e ricette con la Mortadella Bologna, che è sta ta anche la protagonista assoluta dei piatti realizzati dai tre chef internazionali e dall’autorevole food in fluencer, dando prova della sua estrema versatilità in cucina che la rende il salume ideale per godersi la vita in ogni momento e in ogni luogo da 361 anni ”dichiara Gianluigi Ligasacchi, direttore del Consorzio italiano tutela Mortadella Bologna.

In occasione del Mortadella Day, una modella in abito lungo - ovviamente rosa - “La Sposa Perfetta”, ha girato tra i corner del Mercato Centrale, dove gli ar tigiani hanno proposto le loro originali interpretazioni della Mortadella Bologna IGP, realizzando un vero e proprio percorso gastronomico.

Il Presidente del Mercato Centrale, Um berto Montano, ha commentato con sod disfazione l’evento: “La mortadella ap partiene all’Italia come i suoi tesori più preziosi. Non ricordo momento della mia vita professionale (oltre 50 anni) in cui il ricorso alla mortadella non mi abbia per messo di risolvere un problema o pro durre un entusiasmo. Benvenuta al Mer cato Centrale Roma alla Regina Rosa e che continui con la fortuna di sempre”.

LE REGIONI

Il Lazio, con 2 milioni e mezzo di kg vendu ti, risulta essere la seconda Regione per consumo di Mortadella Bologna - dopo la Lombardia e prima dell’Emilia-Romagnache è comunque apprezzata in tutta Italia senza distinzione di età o di genere. Sul fronte export, invece, la Francia rappresenta il principale mercato di riferimento, con una quota del 30%.

La comunicazione del Mortadella Day è un’iniziativa che rientra nel programma di “DELI.M.E.A.T. Delicious Moments European Authentic Taste”, il progetto pro mozionale e informativo che unisce tre consorzi agro alimentari per la tutela dei salumi DOP e IGP, cofinan ziato dall’Unione Europea e rivolto al mercato italiano e francese. La campagna prevede la promozione delle seguenti eccellenze alimentari: Mortadella Bologna IGP, Salamini Italiani alla Cacciatora DOP, Zampone Modena IGP e Cotechino Modena IGP con l’obiettivo di contribuire ad aumentarne il livello di conoscenza e riconoscimento e la competitività e il consumo consape vole in Italia e in Francia.

SALAME DI VARZI DOP: OTTENUTO IL RICONOSCIMENTO DI MARCHIO COLLETTIVO

A tre mesi dalla registrazione della domanda, il logo del Salame di Varzi DOP ha ottenuto il pieno riconoscimento di marchio collettivo a salvaguardia del Brand su tutti i principali mercati internazionali extra UE Il Consorzio di tutela del Salame di Varzi, dopo aver presentato, in data 21 luglio us, presso l’ufficio dell’Unione Europea per la Proprie tà Industriale la richiesta di registrazione come marchio collettivo del logo Salame di Varzi DOP e averne ottenuto la pubblicazione nel Bol lettino Ufficiale, è lieto di comunicare che la domanda ha superato il periodo di opposizione e che il logo Salame di Varzi DOP è stato ufficialmente registrato come Marchio Collettivo

“Siamo estremamente orgogliosi e molto soddisfatti del riconoscimen to ottenuto dal marchio Salame di Varzi DOP, perché da oggi il mar chio consortile ha un valore aggiunto di vera tutela e protezione da imitazioni e contraffazioni in tutti i principali paesi extra UE. Consape voli che le Indicazioni geografiche non sono riconosciute come diritti di proprietà intellettuale, l’aver ottenuto il riconoscimento di marchio collettivo vuol dire estendere la protezione già valida nell’UE a tutti i mercati internazionali che riconoscono, invece, il valore del marchio collettivo come vero e proprio marchio d’impresa” – dichiara il Pre sidente del Consorzio di Tutela del Salame di Varzi Fabio Bergonzi

Il Salame di Varzi

Il Salame di Varzi deve la sua qualità al dosag gio ottimale degli ingredienti accuratamente scelti, alle tecniche di lavorazione contadina che si sono affinate attraverso i secoli, pur man tenendo la loro originalità, e anche alla conforma zione del territorio, favorito da quel microclima montano tipico della Valle Staffora tra la brezza marina ligure e l’aria fresca di montagna. L’insieme di queste condizioni ha permesso ai produttori di sfruttare l’instaurarsi di particolari processi enzimatici e la trasformazione bio chimica del prodotto per il quale vengono utilizzate le parti più nobili del maiale, secondo le proporzioni stabilite dal Disciplinare di produ zione. Salame a grana grossa, compatta, con la parte grassa ben bi lanciata e di colore bianco, questa eccellenza per essere degustata al meglio, deve essere tagliata a fette spesse per cogliere a pieno l’aro ma fragrante, leggermente speziato, così come la sua morbidezza, la delicatezza e dolcezza.

21 Novembre-Dicembre 2022
di Augusto Cosimi
Il 24 ottobre si è svolta la sfida In “Rosa” tra Roma, Bologna e Parigi
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Il mondo meat si tinge di rosa

Il 26 ottobre a Milano si è tenu to il convegno ‘Il mondo meat si tinge di rosa’ – organizzato da Mark Up in collabo razione con Eat Pink – che ha avuto come protagonista la carne suina e le dinami che della grande distribuzione. L’obiettivo era rendere partecipi i maggiori player della grande distribuzione per dare un valore ag giunto alla carne di maiale, nell’immaginario del consumatore spesso considerata meno salutare delle altre, seppure molto radicata nella cultura gastronomica di gran parte del nostro Paese.

Il convegno, dopo i saluti di Cristina Laz zati, Direttrice Responsabile di Mark Up, ha visto la presentazione di due ricerche, l’intervento Nadia Gulluni biologa nutri zionista e una tavola rotonda di protago nisti del settore.

La prima ricerca, commissionata da Eat Pink alla ricercatrice Marilena Colussi ha voluto analizzare le maggiori tendenze del mondo retail e le dinamiche della gran de distribuzione specifici del settore delle carni, in particolare per quella di maiale. Si tratta di un’indagine qualitativa promos

sono i nuovi driver. Opportunità arrivano poi dalla crescita del mercato del readyto-cook e ready-to- eat, opzioni sospinte dalla crescita dei costi energetici.

La seconda ricerca, presentata da Marco Falceri direttore di Eat Pink, realizzata su un campione di circa 12 mila consumato ri italiani, aveva il focus sul consumatore.

“L’85% è propenso all’innovazione, quin di non è un elemento di disturbo. Con medie altissime negli under 65, ma l’88% accetta l’innovazione se comunque è a un giusto prezzo. Il prodotto ibrido che abbiamo, la carne rosa, non potrà pertan to mai essere un prodotto elitario, perché questa è un po’ la percezione e la con suetudine che ha il consumatore della carne di suino”.

Dalla ricerca emerge che la donna è più sensibile all’innovazione (56%, valore che sale al 63% tra i 25 e 49 anni); che i driver principali all’innovazione sono la qualità a giusto prezzo, made in Italy, proposta di sruptive, che dia sicurezza, rispetto per l’ambiente e che semplifichi la vita. “Tutti hanno percentuali molto vicini. Sosteni

suina

sa da Mark Up e basata su interviste ai responsabili del settore carni di nove im portanti insegne della gdo nazionale (Car refour, Conad, Coop Alleanza, Despar, Italbrix, Multicedi, Pam, Supergulliver, Unes-Viaggiator Goloso). Da una recente indagine del Censis il 96,5% degli italia ni consuma diverse tipologie di carni che considera alimenti parte della dieta medi terranea (Rapporto Censis, Assica-Unai talia). La carne rosa rappresenta, insieme ad altre tipologie di carni, uno dei pilastri identitari del posizionamento delle inse gne sia nella parte cosiddetta tal quale (il fresco) sia per la parte lavorata/ricettata. Ma se sulle rosse e bianche c’è sta ta un’evoluzione di comunicazione e di branding in questi anni, che ha reso pos sibile delle narrazioni più articolate, sulla carne rosa si è fatto molto meno. Dalle interviste emerge che la grande distribu zione chiede ai produttori e agli allevatori di promuoversi di più e fare sistema. La filiera deve raccontarsi di più e affrontare meglio la sostenibilità e l’innovazione. Se le vendite di carne di suino, specialmente il taglio fresco, che è ancora la quota mag gioritaria, sono piuttosto statiche, dall’al tro i nuovi stili e abitudini di consumo che si stanno consolidando, come il barbecue,

bilità e sicurezza alimentare sono ormai prerogative”. Sempre importante il ruolo del brand. “La marca è molto importante per il 30% e abbastanza importante per il 45%. L’innovazione deve pertanto seguire la marca. Le proteine vegetali cresceran no, ma abbiamo un consumatore italiano che ricerca la carne ed è anche il più pron to ad accettare l’innovazione”. L’approfondimento della biologa nutri zionista Nadia Gulluni ha sottolineato le ottime proprietà nutrizionali della carne suina e la sua possibilità di potersi integra re perfettamente in una dieta bilanciata e nella dieta mediterranea. Ha sottolineato

come permangano ancora oggi fake news su questo prodotto nonostante ricerche scientifiche dimostrino il contrario. Non è vero, per esempio, che la carne sui na ha più colesterolo o grassi saturi rispet to ad altre tipologie di carne. Al contrario è ricca di principi bioattivi con impatto be nefico sulla salute, come creatina, taurina e acido linoleico coniugato. L’utilizzo, per esempio, di cereali integrali e alimenti fun zionali nell’alimentazione del maiale, come l’olio e semi di lino, ricchi di omega 3, ha permesso di modificarne il profilo lipidico e di avere maggiore contenuto di acido linoleico coniugato che migliora le difese immunitarie e riduce depositi di grassi e senso di fame. È poi ricca di vitamine del gruppo B, specialmente tiamina, riboflavi na, niacina, vitamina B6 e B12, e minerali a più alta biodisponibilità rispetto a fonti vegetali alternative, come ferro, selenio e zinco, zinco e selenio e potassio. La carne suina ha inoltre ha effetti positivi sul sistema immunitario, sulla prevenzione

creatina, carnosina ed è utile poi per l’an ziano nel trattamento della sarcopenia. Dopo la presentazione delle ricerche si è svolta una tavola rotonda con i Respon sabili di settore del canale retail. presenti Luca Migliolaro, direttore commerciale e marketing Pam Panorama; Piero Mas siglia, responsabile acquisti macelleria Supergulliver; Francesco Coruzzolo, re sponsabile settore carni Coop Alleanza 3.0; Emna Neifar, chief commercial offi cer Cortilia

Luca Migliolaro, direttore commerciale e marketing Pam Panorama, ha sottolineato come oggi sia importante lavorare insie me sui prodotti che danno convenienza ma con dei valori. In più evidenzia quanto sia importante che il buyer sia sempre più preparato sul prodotto.

La filiera e la comunicazione sono due punti fondamentali anche per Piero Mas siglia responsabile acquisti macelleria Supergulliver che anche alla luce degli au menti dei prezzi, occorrerà dare maggiore

di malattie cardiovascolari, diabete, riduce depositi di grasso e senso di fame. Agi sce sulla pressione in senso ipotensivo. È tra le più adatte per l’alimentazione de gli sportivi per il suo contenuto di taurina,

spazio alla carne di suino la cui salubrità deve essere comunicata.

Un altro elemento fondamentale è la so stenibilità e la tracciabilità di filiera: sul suino il consumatore sa troppo poco. È di questa idea Francesco Coruzzolo, re sponsabile settore carni Coop Alleanza 3.0, che ricorda il ruolo importante dei consumatori più giovani che cercano bur ger e altri prodotti facili da preparare a un prezzo contenuto.

Emna Neifar, chief commercial officer Cor tilia, ha evidenziato come invece stiano crescendo su tre tipologie di carne, sia per utenza che per valore. Metà delle vendite sono attribuibili al suino nero calabrese, un altro terzo con la mora romagnola, una par te con il suino bio, il resto da cascine locali. Il consumatore che si rivolge a Cortilia cer ca una selezione di maggiore qualità.

23 Novembre-Dicembre 2022
eventi a cura della redazione
Un convegno a Milano ha fatto il punto sulle prospettive della carne

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