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Rivieracqua. Ben vengano i privati, ma le imprese devono essere pagate

Salvataggio Rivieracqua Ben vengano i privati, ma le imprese devono essere pagate

Fabio Rubero

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Ance Imperia non entra nel merito della decisione dei sindaci per non perdere di vista il suo primo obiettivo

L’associazione dei costruttori edili non vuole entrare nel merito delle questioni e continua ad osservare ciò che succede auspicando che le scelte che vengono compiute siano le migliori possibili per salvare Rivieracqua dal fallimento

“R iscossione totale dei crediti vantati dalle imprese edili imperiesi”. È con quello che è ormai diventato quasi un mantra, che Ance Imperia ha seguito le tante vicende (anche se forse sarebbe più giusto parlare di vicissitudini) che hanno riguarda to Rivieracqua, anche nelle settimane appena trascorse. A partire da quello che può esse re considerato un vero e proprio atto di forza perpetrato all’inizio del mese di ottobre dalla Regione Liguria, ovvero l’emanazione del Decre to per mezzo del quale l’amministrazione Toti si è, di fatto, sostituita alla Provincia di Imperia, ora presieduta da Domenico Abbo, quale ente di go verno dell’Ambito territoriale ottimale Ovest, attraverso la nomina di un commissario ad acta: la 49enne fiorentina, ex direttore generale del Ministero dell’Ambiente, Gaia Checcucci. Sino ad arrivare all’attesissima Conferenza dei Sindaci dello scorso 27 novembre a Palazzo Bellevue a San remo, già entrata nella storia come quella in cui è stato sancito che anche i privati potranno varcare la soglia del consorzio di via Bresca. Investitori che potranno arrivare a de

tenere complessivamente fino al 49% delle quote da individuare tramite gara europea e che dovranno portare nuovi capita li affinchè il consorzio riesca ad ottemperare al pagamento dei suoi debiti, compresi natural mente quelli nei confronti delle tante aziende edili imperiesi che in questi anni hanno responsa bilmente svolto lavori di alcuni milioni di euro per Rivieracqua senza però riceverne mai il relativo compenso. Un passaggio cruciale, quello dell’in gresso della componente privata, che va a modi ficare anche strutturalmente la composizione del consorzio, vissuto in maniera diametralmente opposta dai sindaci dei due Comuni più popolosi della provincia di Imperia. Se il sindaco del capoluo go, Claudio Scajola, già un anno fa aveva paventato ed auspicato l’ingres so di una componente privata nel consorzio dalla quale ottenere la necessaria nuova linfa, il primo cittadino di San remo, Alberto Biancheri, dopo avere fatto tutto il possibile per evitarlo, non

ha potuto non definirlo “un passaggio doloroso”. Tappe di un cammino tortuoso che Ance Impe ria ritiene doveroso non giudicare singolarmente ma valutare nella loro completezza, auspicando che le scelte siano state e continuino ad essere compiute con l’obiettivo unico di salvare Rivie racqua dal fallimento, sia perché ciò avrebbe effetti deleteri sui dipendenti e su tante aziende, creditri ci e non, dunque sull’intera economia provinciale, sia perché da sempre si ritiene che, con i dovuti aggiustamenti tesi ad ottimizzarne l’operato, il consorzio potrebbe davvero essere in grado non solo di sopravvive re, ma anche di aspirare a diventare un esempio di modello virtuoso di cooperazione territoriale. “Noi non entriamo nel merito delle questioni e continuiamo ad osservare ciò che succede auspi cando che le scelte che vengono compiute siano le migliori possibili per Rivieracqua - è il parere di Ance Imperia -. Quello che è certo è che la nostra posizione non si è spo stata di un solo millimetro, così come non si è di certo abbassata la nostra soglia di attenzione sulle questioni che continuano a vedere le nostre imprese quale parte gravemente lesa ed è soprattutto su

Le imprese associate ad Ance Imperia sono parte gravemente lesa e dobbiamo salvaguardarle ad ogni costo

questo aspetto che valu teremo ciò che è avvenuto sino ad ora”. Il messaggio è chiaro e ribadisce anco ra una volta, se mai ve ne fosse stato bisogno, che l’unica soluzione plausi bile per la sezione imperiese dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili risiede nelle nove parole iniziali di questo articolo. Lo scorso 27 novembre la Conferenza dei Sindaci ha sancito che anche i privati potranno varcare la soglia del consorzio fino a detenere complessivamente il 49% delle quote

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