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Vie alternative. Dai trafori alle ferrovie tra Ponente Ligure e provincia di Cuneo

pronte: non si può ovviare, attualmente, al trasporto su gomma”. Le fa eco Giuseppe Paci, direttore dello stabili mento Buzzi Unicem di Robilante: “Riscontriamo difficoltà inenarrabili nel raggiungere la Francia, a causa della presa di posi zione dei primi cittadini della valle Roya e dell’im praticabilità invernale del colle della Maddale na. Dobbiamo ricorrere costantemente all’auto strada ed è un’autentica pugnalata per chi opera nei prodotti poveri come il cemento; in questo settore, infatti, a fare la differenza sono le spese e per contenerle servono infrastrutture adeguate, di cui in questo momento non possiamo usufruire”. Posizione analoga per Diego Argirò, titolare dell’omonima impresa di autotrasporti avente sede a Peveragno: “Le nostre problematiche di tutti i giorni si chiamano ga solio, autostrada e tempi di guida. Noi serviamo l’area di Ventimiglia e una porzione di Costa Azzurra: fino a quando il Tenda è stato percorribile, i nostri autisti compivano due viaggi al dì, men tre con il quadro attuale, che prevede l’ingresso in autostrada a Mondovì, l’uscita al casello di Ceva, il superamento del colle di Nava e il rientro in auto strada a Imperia, riusciamo a farne soltanto uno. D’altro canto, la distanza tra Tenda e Ventimiglia è di 75 chilometri, quella fra Nava e Ventimiglia è di 200 chilometri”.

TRAFORO ARMOCANTARANA

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La variante di valico figura tra le opere che dovrebbero appartenere alla programmazione 2020-2024 sottoscritta dall’Anas e dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti

Vie alternative Dai trafori alle ferrovie

Icollegamenti fra Basso Piemonte e Ponente Ligure rappresentano, per certi versi, una questione annosa, per non dire secolare, aggravata ulteriormente dagli accadimenti connessi all’ondata di maltempo del 23 e 24 novembre scorsi, con annesso crollo del viadotto Madonna del Ponte sull’A6, che richiederà mesi per la sua ricostruzione. Mentre le vie tradizionali va cillano e lottano contro cantieri e lungaggini burocratiche, timidamente fanno capolino all’orizzonte nuove intuizioni, che in realtà proprio inedite non sono, dal momento che affondano le loro radici in un passato talvol ta non così recente. È il caso, ad esempio, del traforo Armo-Cantarana e dei collegamenti ferroviari tra l’alta valle Tanaro e l’Impe riese; alternative più o meno concrete, che, tuttavia, verrebbero accolte favorevolmente anche e soprattutto da chi, quotidianamen te, per questioni lavorative è costretto a valicare il confine che delimita le pertinenze geografiche delle due regioni.

ARMO-CANTARANA: NOVITÀ A INIZIO 2020? Di Armo-Cantarana si è parlato abbondantemente, con particolare riferimento ai mesi appena archiviati. Lo scorso 20 luglio, di fronte al foro pilota realizzato nel 1992 dall’Anas ai fini di indagine geognostica, si è tenuta la presentazione ufficiale del progetto, letteralmente rispolverato

dopo quasi trent’anni di oblio dall’azione congiunta delle Camere di Commercio di Cuneo e delle Riviere di Liguria. Quattro giorni più tardi è pervenuto il benestare del CIPE (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica), che ha finanziato lo studio necessario alla realizzazione del tunnel. Attualmente, la variante di valico figura tra le opere che dovrebbero appartenere alla programmazione 2020-2024 sottoscritta dall’Anas e dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. L’intervento, secondo quanto dichiarato in sede di conferenza stampa, dovrebbe svilupparsi per complessivi 9,284 chilometri, con sezione stradale di larghezza complessiva pari a 10,50 metri e due corsie (una per senso di marcia) da 3,75 metri. Serviranno, inoltre, 1020 giorni consecutivi di lavoro e 304.216.922,70 euro per completare l’opera; in ogni caso, a inizio 2020 dovrebbe avere luogo l’ennesimo rendez-vous fra operatori economici e istituzionali ed esponenti politici delle due regioni, con l’intento di fare il punto della situazione.

GARESSIO-ALBENGA E ORMEA-IMPERIA: IDEE PERCORRIBILI? Per contro, negli ultimi tempi hanno ripreso quota le ipotesi collegate alla creazione di un allaccio ferroviario, da intendersi come naturale prosecuzione dei binari della Ceva-Ormea. Quella più accreditata porta alla nascita della bretella Garessio-Albenga, sulla quale proprio nel Comune dell’alta val Tanaro nel 1982 fu organizzato un convegno. In particolare, dopo l’incidente del 9 novembre 2018 a Ormea, che coinvolse un autobus su cui viaggiavano 25 studenti, il Comitato Treni Alpi Liguri ha raccolto in poche ore 300 firme a favore della Garessio-Albenga, che avrebbe una funzione mista: commerciale, attraendo da Ventimiglia il traffico che altrimenti confluirebbe su Savona e Genova, e turistica per il traffico di visitatori fra il

Piemonte e il Ponente ligure. Le risposte delle istituzioni finora non sono pervenute, nonostante una seconda petizione lanciata su change.org e denominata Ferrovia Garessio-Albenga, ma il modesto dislivello in rapporto alla tratta da percorrere, con la possibilità di allacciarsi direttamente al raddoppio del Ponente ligure, attualmente ancora da ultimare nel segmento da Andora a Finale Ligure, potrebbe far prevalere quest’opzione su quella storica dell’Ormea-Sanremo, ventilata per la prima volta il 3 aprile 1855 presso la Camera Subalpina dal marchese Domenico Spinola e a più riprese discussa nei primi anni del Novecento, quando si pensava di raggiungere Taggia attraversando Rezzo e la valle Argentina, con in mezzo le stazioni di Agaggio e Badalucco. Oggi, invece, si immagina un collegamento fra Ormea e Imperia, in virtù dell’esigenza di un servizio ferroviario in media valle Arroscia e in valle Impero, dove sono presenti alcuni insediamenti industriali. A frenare i facili entusiasmi, però, sono il notevole dislivello verso Pieve di Teco, aggirabile esclusivamente mediante l’installazione di una rampa elicoidale, e l’avanzamento dei discorsi inerenti al traforo Armo-Cantarana.

Il traforo ArmoCantarana (pag.10) e la stazione ferroviaria di Garessio (pag. 11) così come si presentano oggi [Foto: Autorivari]

FERROVIA GARESSIOALBENGA

La bretella avrebbe una funzione mista: commerciale, attraendo da Ventimiglia il traffico che altrimenti confluirebbe su Savona e Genova, e turistica per il traffico di visitatori fra il Piemonte e il Ponente ligure

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