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Ponti e viadotti. La manutenzione va migliorata
I ponti hanno bisogno di manutenzione, perché il calcestruzzo è soggetto a deterioramento, soprattutto dove ci sono condizioni atmosferiche avverse, come forti escursioni termiche, il vento o il sale marino [Foto: Autorivari]
Ilaria Blangetti
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La manutenzione c’è e c’è sempre stata ma sicuramente non sempre i fondi pubblici per la manutenzione straordinaria sono stati spesi in forma adeguata
La manutenzione dei ponti va migliorata
Spesso è più facile costruire nuove opere, ma quello che serve veramente è intervenire su quelle esistenti
Sorvegliati speciali. Ponti malati, viadotti a rischio, cantieri aperti. Dopo la tragedia del Ponte Morandi, la Liguria si riscopre ancora una volta fragile e sale l’allerta sulle strutture autostradali. In tutto 89, tra interventi già effettuati e altri da concludere entro settembre 2020: sono i cantieri aperti da Autostrade per l’Italia tra Liguria e Basso Piemonte, come ha riportato un articolo de “La Repubblica” dello scorso 6 novembre. Ci sono poi limitazioni al traffico per alcuni viadotti liguri ritenuti “malati” che hanno ricevuto il voto di 70 (ossia necessità di interventi urgenti) secondo l’aggiornamento dello stato di salute delle opere, con il conseguente divieto ai trasporti eccezionali. E poi l’ultimo fatto: il crollo del viadotto autostradale sull’A6 Torino-Savona all’altezza di Altare, spezzato da una frana durante l’ondata di maltempo di fine novembre. Una situazione che crea indubbiamente un allarme sociale tra la popolazione già scossa per quanto successo poco più di un anno fa al Morandi, con un’indagine ancora in corso e con quelle immagini scolpite nella mente e nel cuore di chi le ha viste, vissute e subite. Crepe, calcinacci caduti, qualche segno di deterioramento, che forse prima destavano la preoccupazione di qualche minuto, ora sono sintomo di allarme e di paura. Ora c’è il precedente, tragico e sotto gli occhi del mondo. Il Morandi era un simbolo, tutti quelli che hanno visto il mar Ligure sono passati sopra quel ponte: chi in arrivo dal Piemonte, chi dal Ponente Ligure, chi dalla Toscana. Oltre alla gravità di quanto successo, è caduto un collegamento vitale per una città già strutturalmente difficile come Genova. Ma ora perché tutti questi altri allarmi? C’erano già prima e passavano inosservati? Oppure gli occhi dei media sono ora puntati sulla questione e ogni dettaglio non sfugge più alla vista di chi passa ogni giorno su quelle strade? Non solo quindi interventi sui casi più urgenti, ma anche un piano diffuso varato forse proprio per evitare allarmismi. “La manutenzione c’è e c’è sempre
stata – commentano da Ance Imperia – ma sicuramente non sempre i fondi pubblici per la manutenzione straordinaria sono stati spesi in forma adeguata, spesso è molto più semplice iniziare nuove costruzioni, alcune che poi rimangono incompiute, invece di agire sulle strutture presenti. Manutenzioni importanti che significano spesso anche l’interruzione del traffico, un disagio e un mancato introito per le concessionarie autostradali, un disagio in più per zone come la Liguria dove non ci sono alternative di scorrimento veloce”. Si rischia di mandare in tilt il traffico, ma a volte tutto ciò si rende indispensabile se non si vuole arrivare a situazioni limite e rinviare sia un nuovo progetto di viabilità, sia la manutenzione necessaria. “I ponti, benché monitorati, hanno bisogno di manutenzione – continuano da Ance Imperia -, perché il calce struzzo è soggetto a deterioramento,
che aumenta ancora di più dove ci sono condizioni atmosferiche avverse, come forti escursioni termiche, il vento o il sale marino. Si impongono quindi forme di manutenzione che dovrebbero essere sistematiche. Ogni concessio nario è a conoscenza dello stato delle sue opere e il sistema è monitorato a più livelli per far sì che la manutenzio ne avvenga. Il sistema si inceppa sul fatto che spesso vengono privilegiate le nuove opere rispetto alla manutenzione di quelle già in essere. Serve una mag giore coscienza e responsabilizzazione di realtà e dirigenti locali. Con richiesta di maggior investimenti sull’esistente rispetto alle nuove opere”. Insomma gli interventi di controllo ci sono e sono importanti, forse però dovrebbe aumentare la responsabilizzazione da parte di chi ha potere decisionale per agevolare interventi veloci e mirati in situazioni da considerare più a rischio.
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Serve una maggiore coscienza e responsabilizzazione di realtà e dirigenti locali. Con richiesta di maggior investimenti sull’esistente rispetto alle nuove opere