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Incuria e degrado. Da Imperia a Sanremo, lasciate ogni speranza voi che entrate
Incuria e degrado Lasciate ogni speranza voi che entrate...
Miglioriamo gli ingressi autostradali e ferroviari delle nostre città, a partire da Imperia e Sanremo
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Paolo Ragazzo
Sia che si arrivi in treno, sia che si giunga in auto, poco cambia. La Liguria meriterebbe ben altri biglietti da visita. Eppure situazioni diffuse di degrado per i residenti rischiano di entrare a far parte della normalità, mentre ai visitatori e turisti fanno storcere il naso. Casi concreti, diversi tra loro, che meritano di rientrare tra le segnalazioni della campagna #bloccadegrado, l’iniziativa lanciata nei mesi scorsi dal Gruppo Giovani Imprenditori Edili dell’Ance proprio per sollecitare una reazione da parte della società civile di fronte a casi di degrado, di incuria e di abbandono del territorio, nell’interesse di tutti.
L’incuria delle nuove stazioni di Imperia, Sanremo e Diano Prima di proseguire, tuttavia, dobbiamo anzitutto uscire da un facile luogo comune: siamo certi, infatti, che l’incuria sia prerogativa solo dei luoghi abbandonati dal tempo e preda della noncuranza reiterata? Il beneficio del dubbio diventa qualcosa di più certo se, ad esempio, guardiamo in che stato versano le nuove stazioni ferroviarie di Imperia, Diano Marina e Sanremo,
alle prese con deficit di varia natura che non le rendono i “fiori all’occhiello” del sistema urbano locale, nonostante la loro giovane età. A cominciare dal terminal del capoluogo di provincia, dove la criticità non sta soltanto nella mancanza di una pulizia adeguata, quanto piuttosto nella carenza di servizi fondamentali (posto ristoro ed edicola), che alimentano a loro volta situazioni di insicurezza dato che a una certa ora la Polfer chiude. Critica anche la situazione dei parcheggi, la cui scarsa disponibilità nell’area esterna costringe i pendolari a girovagare a lungo prima di trovare un posto libero. A Sanremo, invece, lo scalo è difficilmente accessibile, i tapis roulant sono da cambiare e i clochard ne hanno fatto la loro dimora. A Diano Marina, poi, più che l’incuria, comunque evidente in alcune parti esterne della stazione, l’aspetto più problematico resta la collocazione del nuovo edificio, che è stato realizzato tra Diano San
Pietro e Diano Castello, a diversi chilometri dal centro abitato, ed è poco servito dai mezzi pubblici. Se alle carenze infrastrutturali e organizzative aggiungiamo la discutibile scelta di dislocare alcune strutture in zone poco comode per l’utenza, si capisce dunque come mai la campagna lanciata dai giovani dell’Ance accenda i riflettori anche su edifici di recente costruzione. Passa anche dalla sensibilizzazione delle amministrazioni e delle istituzioni, infatti, l’iniziativa che intende mettere in luce come l’incuria non solo ostacoli lo sviluppo, ma sia anche una fonte di disservizi per cittadini e turisti. Le stazioni ferroviarie sono la triste prova che a volte il degrado colpisce anche le nuove costruzioni, non solo quelle vecchie e in disuso
Nella pagina precedente e sotto la nuova stazione ferroviaria di Imperia, sopra quella di Sanremo, a fianco quella di Diano Marina [Foto: Autorivari]
In alto, l’ingresso a Sanremo dal casello autostradale tra alberi tagliati e marciapiedi sconnessi. Sopra, l’originale ponte ferroviario sulla rotonda all’ingresso autostradale di Imperia Est [Foto: Autorivari]
Gli ingressi delle città… non un bel biglietto da visita La stessa incuria che si ritrova, ad esempio, arrivando a Imperia in autostrada e, uscendo al casello Est dopo aver percorso pochi chilometri, si giunge ad una rotonda decisamente poco cura ta che non “racconta” a dovere il territorio ligure.
L’arrivo a Imperia e Sanremo dall’autostrada non rende giustizia alla bellezza dei luoghi
Così come a Sanremo, dopo aver lasciato l’au tostrada, ci si trova a bordo strada marciapiedi sconnessi, alberi tagliati e reti arrugginite. Non certo due allettanti “omaggi” di benvenuto per gli occhi dei tanti turisti che visitano i due i centri del Ponente ligure o da lì transitano per raggiungere le diver se località balneari della Riviera. Migliorare gli ingressi delle città non è un aspetto se condario, ma una priorità. È una questione di decoro e di immagine che ai turisti balza subito all’occhio,
oltre ad essere un’oppor tunità non sfruttata per promuovere la storia e le tradizioni. Si pensi ai vantaggi in termini pro mozionali che potrebbero generare i vari spazi urbani che fungono da porta di ingresso delle città utiliz zando elementi tipici del territorio, sia vegetativi che architettonici. Il rischio altrimenti è che inevitabilmente il turista, messo di fronte a scenari non proprio rispondenti alle sue attese, faccia facili confronti con territori vici ni, con il rischio purtroppo che ad uscirne male siano i centri liguri. Si pensi, infatti, alla cura degli ingressi delle città francesi solo a pochi chilometri di distanza. Il mare ligure è più che all’altezza, l’offer ta enogastronomica non teme rivali, ma siamo certi che i turisti gradirebbero essere accolti da ben altri scorci. Serve anzitutto una presa di coscienza collettiva della questione a cui deve seguire un lavoro di squa dra che coinvolga tutti gli attori della pianificazione urbanistica sul territorio e sia sviluppato nel tempo. Un cambio di paradigma, in cui ciascuno è chiamato a fare la propria parte, evi tando di nascondersi dietro alla motivazione, non sempre vera, della man canza di risorse, quando invece si tratta della mancanza di idee valide e lungimiranti.