Bergamo Salute - 2022 - 65 - marzo/aprile

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PERSONAGGIO

CARLOTTA FILIPPI

Le mie passioni: correre in montagna e arbitrare il futsal in serie A ∞ A CURA DI LUCIO BUONANNO

Ha cominciato per gioco con i ragazzi e le ragazze della sua età a Berbenno dove abitava. Ha poi giocato come portiere con i maschietti nella Berbennese, passando poi con le femminucce nella Almennese poi diventata Orobica e infine nell’Atalanta femminile in Serie A, passando per ilBrescia femminile in Serie A2. Era brava tanto da essere convocata nelle Nazionali italiane Under 17 e 19. Poi dodici anni dopo decide di appendere, come si dice, le scarpette e i guanti al chiodo e indossare pantaloncini e maglietta da arbitro. E ora dirige le partite del campionato nazionale A2 di Calcio a 5 maschile e femminile. Quando l’incontriamo nel suo studio di avvocato (sì perché, tra le altre cose, si è laureata in giurisprudenza all’Università di Bergamo e si è abilitata all’esercizio della professione) alla Rotonda dei Mille a Bergamo è appena tornata da Cagliari e sta per partire per Bari per arbitrare un’altra partita. 14 | Bergamo Salute | Marzo/Aprile 2022

Carlotta Filippi, 34 anni, è la prima bergamasca arbitro nazionale di calcio a 5. È brava. Finora non ha avuto alcun problema con i giocatori, le calciatrici e con il pubblico. E ci auspichiamo che, a breve, sia promossa in A maschile e femminile. Lei, come da copione, non tifa per nessuna squadra anche se, essendo bergamasca, segue i risultati della squadra orobica. Ma essendo arbitro non si sbilancia. Preferisce raccontarci la sua vita di Serie A2 maschile. «Ho cominciato a dieci anni con i miei compagni di scuola a Berbenno, giocavo in porta» ci racconta l’avvocato-arbitro. «A quattordici anni sono passata nella squadra femminile della Polisportiva Almennese, che ha poi cambiato nome in Orobica. E sono iniziate le convocazioni nella Rappresentativa Lombardia e le partecipazioni ai tornei regionali ed interregionali. Poi all’Atalanta femminile, prima con la Primavera

conquistando due titoli nazionali e poi con la prima squadra in Serie A. E sono arrivate anche le convocazioni nel settore giovanile della Nazionale italiana di Calcio Femminile, in Under 17 e in Under 19. Nel mezzo c’è stata un’esperienza al Brescia femminile in prestito dall’Atalanta femminile. A 24 anni, decido di smettere come calciatrice. Era giugno, avevo appena vinto la Coppa Italia con la Primavera da Capitano. Ma non volevo mollare il calcio. Mi sono allora iscritta lo stesso giugno al corso per arbitri presso la Sezione di Bergamo e a settembre 2010 ho arbitrato la prima gara di giovanissimi a Longuelo». La carriera è cominciata così, prima le partite nella Bergamasca, quindi in Lombardia e ora in tutta Italia, soprattutto al Sud. Si gioca nei Palasport e talvolta il tifo è uguale a quello del Gewiss Stadium di Bergamo. «La tensione del pubblico è tanta» dice


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