Biancoscuro Art Magazine #45

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I ritratti di Modigliani Stile e influenze dell’artista livornese di Daniela

I

Malabaila

l 27 marzo scorso si sarebbe dovuta inaugurare la mostra “Modigliani. Opere dal Musée de Grenoble” alla Fondazione Magnani-Rocca di Mamiano di Traversetolo, a Parma. Come sappiamo, anche questo settore dell’Arte e della cultura vive giorno per giorno allineandosi alle direttive anti-covid, speriamo dunque che si possa visitare dal vivo questa interessante mostra che pone in esposizione alcune opere di Amedeo

Modigliani, una celebrazione tardiva del centenario dalla scompara prematura a soli 35 anni. Nato a Livorno, nel 1902 s’iscrisse alla “Scuola libera di Nudo” di Firenze e un anno dopo si spostò a Venezia, dove frequentò la stessa scuola presso l’Istituto per le Belle Arti; nel 1906 giunse a Parigi, all’epoca la capitale europea delle avanguardie artistiche. Entrò in contatto con personaggi come Pablo Picasso, Maurice Utrillo, Max Jacob, Jacques Lipchitz e Chaïm Soutine, e vi conobbe anche la pittrice Jeanne Hébuterne, destinata a divenire sua compagna di vita oltre che musa per i suoi dipinti. Famoso per il suo lavoro rapido (si dice che completasse un ritratto in una o due sedute), una volta terminati, non ritoccava mai i suoi dipinti. Modigliani però si era inizialmente pensato come scultore più che come pittore e iniziò a scolpire seriamente dopo che Paul Guillaume, un giovane e ambizioso mercante d’arte, s’interessò al suo lavoro sulla scultura nera. A causa delle polveri generate dalla scultura, le sue condizioni di salute peggiorarono e si trovò dunque costretto a concentrarsi unicamente sulla pittura. DiA sinistra: Maschera africana Gouro, Costa d’Avorio. Collezione privata Marcello Lattari.

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venne, oltre che un grande pittore, anche un eccellente disegnatore, riuscendo, con un tratto volumetrico e allo stesso tempo bidimensionale, a catturare la sensibilità e la psicologia di chi si lasciava ritrarre. L’esposizione, grazie alla collaborazione col Musée de Grenoble, consente di analizzare il rapporto fra disegno e pittura e di cogliere i principali riferimenti culturali nel suo lavoro di ritrattista. In mostra (al momento in programma fino al 4 luglio 2021) anche il dipinto “Femme au col blanc”, olio su tela del 1917, raffigurante Lunia Czechowska, moglie dell’amico d’infanzia di Léopold Zborowski, mercante d’arte e mecenate di Modigliani, oltre a cinque ritratti a matita di personaggi della capitale francese degli anni Dieci, dove egli fu al centro della scena artistica, al tempo all’avanguardia internazionale. I capolavori dell’arte francese del periodo in cui egli visse e operò, appartenenti alle raccolte della Fondazione Magnani-Rocca (oltre a Cézanne, anche Renoir, Monet, Matisse e Braque; ma anche l’italiano Severini, che in quegli anni viveva a Parigi), offrono al pubblico una visione ampia della scena artistica del tempo, che dà dunque modo di analizzare l’ambito nel quale Modigliani si

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