RACCONTI SOTTERRANEI
L’universo del sottosuolo Dalle miniere di Carbone del Cile all’Abisso del Saragato, sulle Apuane: storia di una passione, le grotte, e di una professione, quella del produttore cinematografico di Marco Visalberghi
L
a prima volta che ho avuto a che fare con il sottosuolo per motivi professionali è stato in Cile nel 1993. Ero lì come documentarista per raccontare il ritorno alla democrazia di questo paese dopo la sanguinosa dittatura di Pinochet. Volevo raccontare le condizioni disumane in cui i cileni erano costretti a lavorare nelle miniere di carbone di Conception. Cunicoli scavati a mano, che si insinuavano per chilometri sotto l’oceano, sorretti da pali fradici sotto un martellante gocciolio di acqua salmastra che fa temere crolli e allagamenti improvvisi. La polvere nera si infilava nella cinepresa e posizionare anche una sola luce in quel buio minaccioso era un’impresa complessa. Per farla breve, un’esperienza che assomigliava
30 / Montagne360 / novembre 2021
così da vicino all’inferno da giurare che non si sarebbe mai più ripetuta. Poi, come succede spesso nella vita, ho incontrato Tullio Bernabei, uno speleologo nato con la passione dell’esplorazione scientifica del sottosuolo. Poco alla volta Tullio mi ha convinto a produrre insieme al suo gruppo di appassionati geologi e speleologi documentari alla scoperta delle grotte lungo il Rio La Venta, nei Cenotes del Messico, e oggi insieme a lui stiamo filmando nelle grotte di ghiaccio delle nostre Alpi. UNA FRONTIERA INESPLORATA Poco alla volta l’universo del sottosuolo mi ha conquistato perché era una frontiera quasi del tutto inesplorata. Per dirla con le parole di Fran-